Portale:1968 – Hippie

Portale: California Hippie

Il 1968 è l'apice della controcultura degli anni '60. Con questa lunga espressione si indica quell'insieme di idee che i giovani svilupparono alla fine degli anni '60, presentandole come una risposta alla cultura dei loro padri. I giovani degli anni '60 non avevano vissuto direttamente la Seconda Guerra Mondiale ed erano per questo motivo più riluttanti ad accettare il sistema mondiale. Soprattutto la loro fu una critica al capitalismo e al consumismo statunitense, ossia all'idea che la moralità borghese basata sul continuo bisogno di accumulare e spendere denaro fosse da superare. La California fu l'epicentro di tutto: dalla Summer of Love del '67 al ruolo che ebbe l'Università di Berkeley, città come San Francisco e Los Angeles furono la meta di tantissimi hippie, il modo di vivere orientaleggiante e anticapitalista che adottarono molti giovani statunitensi.

Psichedelia anni 60 musica hippie
California

Los Angeles, San Francisco e la California

Già nei primi anni '60 la California era la meta di viaggio di tantissimi giovani col dilagare della moda del Surf. Il movimento beat e la leggenda dei viaggi coast-to-coast vedevano la California come meta da sogno da raggiungere.

Negli anni '60 dall'atmosfera culturale beat iniziò man mano a nascere la controcultura hippie: il quartiere di San Francesco chiamato Haight-Ashbury divenne l'epicentro del movimento hippie. Nel 1967 ci fu la cosiddetta Summer of Love, l'estate dell'amore con il mega-concerto di Monterey, quando passione per il rock e uso di LSD erano comunissimi tra i giovani, insieme alle proteste contro la Guerra per il Vietnam.

L'attenzione si spostò poi nel 1969 verso l'Università di Berkeley, che già dal '64 era stata centro di teatro di proteste degli studenti nel Movimento per i diritti civili, con atti di disobbedienza civile contro la gestione dell'Università. San Francisco rappresentò un ccentro culturale all'avanguardia, dando vita al più grande movimento di controcultura giovanile della storia.

Acchiappasogni

La cultura Hippie e la Psichedelia

San Francisco è l’epicentro del terremoto della psichedelia. Nella metà degli anni sessanta compaiono i “freak“, da cui l’italiano “fricchettoni“, o “hippie“. Sono caratterizzati dagli elementi sopraccitati: uso di LSD, passione per le filosofie orientali, oltre alla passione per la musica e per i vestiti sgargianti.

A San Francisco compaiono le prime band “psychedelic rock“. Al rock tradizionale, la musica hippie aggiunge tonalità ed atmosfere che rendono le canzoni perfette per i trip psichedelici.

Il vestiario hippie nasce quasi per caso: si tratta di accessori e vestiti poco costosi, acquistati quindi per necessità, che diventano “di moda”. Ciò che li accomuna è l’anticonformismo, il boicottaggio delle multinazionali.

Gli hippie appaiono, esteticamente, bizzarri. I loro look stridono con le mode conformiste. Capelli lunghi abbinati a barbe, baffi e basettoni per i maschi; niente reggiseno per le donne. Simboli visivi della Love Generation sono anche i fiori (da cui il “flower power“) e il simbolo della pace, che spopola ovunque.

All’uso di droghe, come LSD e marijuana, vengono abbinate le mode orientali: abbigliamento indiano, vegetarianismo, erboristeria, omeopatia, agopuntura, shiatsu, strumenti musicali indiani − come il sitar − e buddhismo.

Hair

Hair: un musical per la pace

Hair evoca già dal suo titolo uno dei simboli del movimento hippy pacifista degli anni ’60: i capelli, emblema a quei tempi di libertà ed individualità. Nato come musical teatrale scritto da James Rado, Gerome Ragni e Galt MacDermot e in seguito trasposto su pellicola nel 1979 da Miloš Forman, Hair racconta la cultura hippy e la rivoluzione sessuale di quegli anni attraverso le vicende di un gruppo di giovani di New York che si ribellano alla guerra in Vietnam.

Particolarità del musical è quella di aver debuttato al di fuori di Broadway, dove è stato rappresentato per la prima volta il 29 aprile del 1968, e di aver suscitato parecchie polemiche per alcune scene in cui gli attori erano nudi sul palco, a rappresentazione della promiscuità sessuale e a derisione dell’America e della sua bandiera. In generale, esso è una rappresentazione delle idee e della vita dei giovani ribelli del tempo, dalla solidarietà interraziale al pacifismo, fino all’ambientalismo.

Hair è stato definito il primo musical rock, ma in realtà non si può ridurre solo a questo il carattere delle canzoni che ne compongono la colonna sonora: in generale, l’intenzione del compositore MacDerHairmot era quella di creare un suono funk, che si nota soprattutto in canzoni come Colored Spade. Naturalmente le canzoni, oltre ad essere espressione dei caratteri dei personaggi e portare avanti la trama, espongono anche le idee e la filosofia dei giovani hippy, come Aquarius che parla dell’avvento dell’era dell’Acquario, portatrice di pace ed armonia in Terra.

[ Clicca qui per approfondire ]

Psichedelia pulmino Volkswagen Hippie

Il pulmino Volkswagen

Il pulmino Volkwsagen è legato alla controcultura hippie per l’importanza che i cosiddetti freak davano al viaggio. Il professore Timothy Leary di Harvard, lo scopritore degli effetti dell’LSD nel 1962, fu ad esempio protagonista di un viaggio insieme a Ken Kesey, autore de Qualcuno volò sul nido del cuculo, a bordo di un bus dai colori sgargianti, antenato del pulmino Volkswagen.

Inoltre il costo del pulmino Volkswagen era decisamente popolare, tale da consentire a giovani privi di grosse risorse economiche di raccogliere il denaro necessario per acquistare il modello T1. I pulmini Volkswagen venivano così ridipinti con una grafica che si ispirava direttamente alla psichedelia, costituendo, così, un ulteriore motivo di accompagnamento degli hippie nei loro trip. Queste decorazioni influenzarono anche le successive colorazioni delle automobili.

Il simbolo della pace sostituiva spesso il marchio Volkswagen. Certo, non era l’unico mezzo di viaggio: molti hippie utilizzavano l’autostop, ancora più economico, ecologico ed inoltre funzionale a fare nuove conoscenze. Ma il pullmino Volkswagen ha lasciato un segno indelebile nelle memorie del Sessantotto.

Jesus Christ Superstar: Gesù Cristo hippie

La cultura hippie, nel lasciare quella sua enorme e inestimabile eredità a chi è venuto dopo, si è curata anche di proporre una visione di Gesù e della sua ultima settimana di vita. Parliamo di un’intuizione in particolare: quella di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, i creatori del musical del 1970 “Jesus Christ Superstar”, diventato film appena tre anni più tardi sotto la regia di Norman Jewison.

Perché tradurre la storia che conoscono tutti in un musical rock? E perché proporla come se fosse un recital improvvisato da un gruppo di amici hippie capitati in un deserto israeliano e lì ispirati? “Jesus Christ Superstar” rifiuta di avvicinarsi a Gesù, Giuda Iscariota e Maria Maddalena, ma al contrario ne afferra le linee guida dedotte dalle Sacre Scritture e le avvicina a sé, in un misto di rispetto profondo per l’essenza di ognuna delle figure e di ribellione alla distanza che da sempre si era messa tra umano e divino.

Quando uscì, fu giudicato blasfemo, e poco c’è da stupirsi: un musical hippie e rock, con un Giuda nero che spiega le sue ragioni, una Maddalena innamorata e un Gesù che non fa miracoli. E c’è stato però anche un incredibile successo di pubblico, comprensibile anche quello: finalmente un Dio di carne e ossa, come si ripeteva nelle omelie ma senza che davvero si sentisse la portata di un simile avvicinamento dell’onnipotente al mortale.

[ Clicca qui per approfondire ]

La nuova Hollywood

Con il termine Nuova Hollywood si indica, tendenzialmente, il panorama cinematografico che ha interessato Hollywood dalla fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta.

Questione di importanza fondamentale è la modifica sostanziale della composizione del pubblico: il cinema della Hollywood classica interessava ed era indirizzata alle famiglie, ora, invece, queste rimangono a casa e il pubblico della Nuova Hollywood è prettamente un pubblico giovane (per lo più al di sotto dei 30 anni).

Altra caratteristica di fondamentale importanza è la nuova classe di registi che emerge: sono quasi tutti giovani e usciti dalle università, in sintonia con le speranze e le paure dei giovani americani della fine degli anni Sessanta.

Come si è anticipato, con la Nuova Hollywood si affermano nuovi temi, nuovi generi e nuovi modelli attoriali senza però abbandonare del tutto il passato: la Nuova Hollywood mantiene un giusto equilibrio stilistico tra innovazione e continuità.

Tra il 1967 e il 1969 escono tre film che vengono da subito classificati come manifesti della nuova generazione: Il laureato (the Graduate, 1967 – Mike Nichols), Gangster Story (Bonnie and Clyde, 1967 – Arthur Penn) e Easy Rider (id., 1969 – Dennis Hopper).

In questi tre film si possono subito individuare quelle che sono le caratteristiche portanti della Nuova Hollywood: vengono raccontate le storie legate alla rivolta giovanile degli anni Sessanta, il clima di insoddisfazione “ingiustificata” che li coinvolge e l’inevitabile scontro generazionale.

Articoli correlati: [ Clicca qui per leggere i nostri articoli sul cinema di Hollywood moderno ]

Jimi Hendrix Monterey

Il Rock: la colonna sonora del Sessantotto

Non si può avere una immagine esaustiva di cosa sia stato il Sessantotto senza parlare del Rock. La controcultura Hippie era strettamente legata a questo genere musicale che esprimeva a pieno il bisogno di ribellione dei giovani del baby boom. La psichedelia era solo una componente di quell'universo che è il Rock.

Confrontando la musica dei Beatles, dei Rolling Stones, dei The Doors e dei Velvet Underground possiamo riscontrare elementi in comune ma anche numerose differenze, a dimostrazione che il concetto principe del rock, ossia di gruppo basato sulla distorsione del suono grazie alla chitarra elettrica, accompagnata dalla sezione ritmica (basso e batteria), poteva essere interpretato in mille modi diversi.

A rivoluzionare più di tutti la formula base del rock fu Jimi Hendrix, assoluto protagonista dei mega-concerti di quegli anni. Jimi Hendrix cambia per sempre il modo di suonare la chitarra, dando un ruolo centrale alla distorsione e influenzando l’intero universo Hard Rock. Il mito di Jimi ha una svolta al Festival di Monterey, che si tenne dal 16 al 18 giugno 1967. Durante la sua esibizione, Jimi pone la chitarra elettrica, estrae da una tasca dei pantaloni una bottiglietta di benzina, la versa sulla sua Stratocaster e gli dà fuoco.

Sarebbe sicuramente stata l’esibizione più leggendaria di Jimi (e forse del Rock tutto) se lui non si fosse ulteriormente superato nel più grande festival di ogni tempo: Woodstock. Hendrix si era inizialmente schierato a favore della guerra in Vietnam, addirittura partecipando nell’estate del 1967 ad una trasmissione radiofonica, su invito dell’esercito americano, per promuovere l’arruolamento. Le pieghe che prese la guerra in Vietnam fecero cambiare totalmente idea a Jimi, che protestò nel suo personalissimo modo proprio a Woodstock. La critica nei confronti dell’America guerrafondaia si concretizzò nella sua versione di Star Spangled Banner, l’inno americano, che viene completamente distorto dalla chitarra elettrica di Jimi.

Articoli correlati: [ Clicca qui per leggere i nostri articoli sulla musica Rock ]

New Age

La New Age

La New Age è una corrente nata dalla controcultura degli anni ‘60 che prende nome da un’antica conoscenza astronomica detta precessione degli equinozi, di cui ogni periodo viene definito “era astrologica”. In questo momento l’equinozio di primavera sta lasciando la costellazione dei Pesci per entrare in quella dell’Acquario che rappresenterebbe appunto la Nuova Era.

La New Age sostiene che alla successione delle ere corrisponda quella delle epoche della civiltà umana e ne deduce che il fattore di evoluzione storico sia dunque legato a leggi fisse estrinseche all’agire umano. L’evento fondamentale che preannuncerebbe la venuta di questa epoca consisterebbe nella creazione della noosfera,New Age processo che sarebbe nato dalla necessità di superare le crisi ecologiche ed umanitarie interplanetarie e destinato a concludersi nella creazione di una “coscienza collettiva” in grado di far fronte a tali crisi.

La New Age ha avuto un grande successo proprio stabilendo questa visione teleologica e rassicurante che dà senso all’esistenza di ognuno, deresponsabilizzandolo al medesimo tempo e consegnando l’avvenire nelle mani del destino.

[ Clicca qui per approfondire ]

La guerra del Vietnam e i suoi effetti sulla società USA

La guerra del Vietnam affonda le sue origini nel passato coloniale della nazione. Fu sulla scia della lotta di liberazione, infatti, che essa si divise in una Repubblica Democratica comunista nel nord e in uno stato filo-occidentale nel Sud. A quest’ultimo fin dal 1955 gli Stati Uniti prestarono assistenza militare in funzione anticomunista. Il suo regime, tuttavia, per la sua corruzione e durezza era inviso a molti dei suoi stessi cittadini, e dal 1960 fu attivo un Fronte di Liberazione Nazionale unionista, supportato dal Nord.

La situazione esplose quando, nell’agosto del 1964, uno scontro nel golfo del Tonchino tra alcune torpediniere nordvietnamite e una nave da guerra degli Stati Uniti fu da questi assunto come casus belli. Da allora e fino al 1973, tre milioni di cittadini statunitensi combatterono in supporto dell’esercito del Sud.

Il conflitto, però, diventò ben presto un incubo per i soldati di Washington. I miliziani comunisti, i famosi Viet-cong, li impegnarono infatti in una tremenda e logorante guerriglia. Essi potevano, inoltre, contare sul supporto dell’efficiente esercito del Nord, nonché di URSS e Cina.

Dopo anni inconcludenti, gli Stati Uniti dovettero ritirarsi progressivamente, lasciando il campo ai soldati sudvietnamiti. Questi ultimi, però, non resistettero a lungo, e nel 1975 le armate settentrionali occuparono la loro capitale Saigon. L’anno dopo, i due Paesi furono unificati in una sola Repubblica Socialista del Vietnam. Era proprio lo scenario che gli Stati Uniti avevano cercato di evitare. Si tratta, probabilmente, ancora oggi, della peggiore sconfitta militare della loro storia.

Il prestigio degli Stati Uniti crollò agli occhi non solo del mondo, ma soprattutto dei suoi cittadini. La guerra del Vietnam apparve un conflitto sporco, profondamente contrario alla propria tradizione democratica e anti-imperialista. Non a caso, essa fu tra i principali motori delle proteste del ’68.

[ Clicca qui per approfondire ]

John Fitzgerald Kennedy

John Fitzgerald Kennedy: il presidente simbolo degli anni '60

Dopo 60 anni John Fitzgerald Kennedy continua a essere il presidente più amato e celebrato degli Stati Uniti d’America. La ventata di freschezza che portò a Washington venne sostenuta da una famiglia unita: nove fratelli inseparabili, una moglie bellissima e due figli icone del futuro. I Kennedy vennero definiti la nuova Camelot, simbolo di un’America nascente. La vita, la determinazione, la politica e la morte del giovane presidente lo resero una figura fondamentale nella storia americana.

Uomo carismatico, colto e deciso, John Fitzgerald Kennedy fu eletto Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1960. Aveva 43 anni e non solo risultò uno dei più giovani ma anche il primo presidente cattolico della storia americana.

Costruì la sua carriera sfruttando un’istruzione d’élite e una reputazione come eroe militare. Corse con successo per il Congresso nel 1946, per il Senato nel 1952 e nel 1957 vinse il premio Pulitzer con “Profiles in Courage”. Nel suo libro descrisse otto casi in cui senatori statunitensi di entrambi i partiti rischiarono le loro carriere pur di non rinnegare i loro ideali.

Come presidente, Kennedy affrontò momenti di forte tensione come la Guerra Fredda a Cuba o il Vietnam. Fu anche una spinta innovativa per il servizio pubblico, incoraggiò la corsa allo spazio e fornì sostegno federale al crescente movimento per i diritti civili. Una vita breve quella di John Fitzgerald Kennedy ma carica di eventi. La sua presidenza è durata solo tre anni, ma si rivelò tra le più incisive della storia americana.

[ Clicca qui per approfondire la figura di Kennedy ]

[ Clicca qui per approfondire la crisi di Cuba ]