Sun Tzu e L’arte della guerra

L’arte della guerra di Sun Tzu è forse il più antico manuale di arte militare esistente. Infatti il testo, secondo la tradizione, precede la nascita di Cristo. In questo articolo illustriamo i suoi contenuti e parliamo di colui che la storia cinese identifica come il suo autore, Sun Tzu.

Cornice storica

Innanzitutto, secondo la tradizione cinese, L’arte della guerra risale all’incirca al 512 a.C.. Tuttavia, gli studiosi ritengono che lo scritto, per alcuni elementi in esso presenti, è più tardo e appartiene alla fine V e l’inizio del IV secolo a.C.. Perciò, per comprendere meglio il testo, analizziamo prima la situazione politica e culturale della Cina di quel periodo.

Dunque, le cronache ricordano la fase della storia della Cina tra VIII e V secolo come “periodo delle primavere e degli autunni“. Infatti, leggiamo di questo periodo in un testo attribuito a Confucio chiamato appunto Annali delle primavere e degli autunni. Tale cronaca riporta in particolare i cataclismi, le relazioni feudali, le azioni militari e le notizie sulla famiglia reale. Difatti, se all’inizio la Cina vede la supremazia della dinastia Zhou, altre famiglie minacciano questa supremazia. In sintesi, questo è un momento di guerre intestine per la Cina.

Innanzitutto, assistiamo all’invasione di alcune aree da parte di tribù nomadi provenienti dal nord ovest. Perciò, la famiglia Zhou sposta la capitale dal Sian (Hao) verso oriente, nell’attuale Luoyang. Inoltre, i capi militari, in teoria al servizio degli Zhou, fanno guerra l’uno contro l’altro. Così, se formalmente gli Zhou governano la Cina, gli Stati più piccoli vengono assorbiti nei domini dei capi militari più forti. Dunque, l’impero è diviso in vari regni governati da famiglie di signori della guerra. Perciò, il sistema feudale cinese entra in crisi e inizia il periodo dei regni combattenti.

Chi è davvero Sun Tzu?

Sun Tzu
Statua di Sun Tzu. Fonte immagine: Wikipedia.org.

La trascrizione corretta del nome del presunto autore dell’Arte della guerra non è Sun Tzu, bensì Sun Zi. Ma la “dizione tradita” è così usata che chiunque in Italia e non solo lo conosce col nome Sun Tzu. Inoltre, dato che queste parole significano “maestro Sun”, si ritiene che il suo vero nome fosse Sun Wu. Ma cosa sappiamo di “Sun Tzu”? In effetti, molto poco, e alcune informazioni sono anche discordanti. Infatti abbiamo notizia di luoghi differenti della Cina che gli avrebbero dato i natali. Perciò, gli studiosi ritengono che forse Sun Tzu non sia mai esistito, un po’ come Omero (come ricorda anche Mauro Conti in una sua introduzione all’Arte della guerra).

Ma questo non sminuisce l’importanza dell’opera a lui attribuita. Soltanto, ci ricorda che siamo in un periodo storico in cui i fatti storici si mescolano con le leggende. Così, anche Sun Tzu appartiene alla storia della Cina più come simbolo che come personaggio storico.

Comunque, dato che l’opera ha uno stile omogeneo, è probabile che il suo autore, o comunque colui che raccoglie diverse informazioni, sia davvero un’unica persona. Inoltre, data l’accuratezza di informazioni pratiche, abbiamo a che fare con un uomo che ha conoscenze sul campo della guerra e degli scontri armati. Ma questo stupisce poco. Infatti, il periodo degli Stati Combattenti vede la lotta tra le sei fazioni militari più potenti per la supremazia in Cina. Un momento, cioè, di tanti conflitti armati. Solo nel terzo secolo avanti Cristo assistiamo all’ascesa di una fazione sulle altre, quella della famiglia Qin, che diviene la nuova dinastia imperiale, e ciò attenua tale situazione.

Una leggenda su Sun Tzu

Anche se le informazioni sulla vita di Sun Tzu sono scarse e contraddittorie, abbiamo una leggenda su di lui riportata da Sima Qian, storico cinese del primo secolo avanti Cristo. Sima Qian racconta come il sovrano cinese mette a capo di un esercito di sole donne, le sue 180 concubine, Sun Tzu, come prova. Così, Sun Tzu dispone tale “esercito” in due gruppi e pone come capi le concubine preferite del sovrano.

Il primo comando dato alle due schiere è di girarsi tutte su un fianco al rullo dei tamburi. Ma le donne scoppiano a ridere e non obbediscono. Perciò, Sun Tzu esclama che se le regole non sono chiare e gli ordini non sono rispettati, la colpa è del generale. Perciò, spiega di nuovo le regole e ordina di eseguire di nuovo quell’azione. Ma anche la seconda volta le donne ridono. Però questa volta Sun Tzu afferma che se le regole sono chiare e gli ordini non sono rispettati, allora la colpa è degli ufficiali. Così, decapita gli ufficiali, le due concubine predilette. Anche se il sovrano supplica per la loro vita, Sun Tzu afferma che il comandante in capo non è obbligato all’ascolto del sovrano.

Così, affida ad altre due il ruolo ricoperto dalle donne morte, rispiega gli ordini e comanda la loro esecuzione. Questa volta tutte le donne, terrorizzate, eseguono i comandi in modo esemplare. Perciò, Sun Tzu consegna le donne al sovrano e afferma che ormai sono un esercito preparato. Tuttavia, il sovrano non passa in rassegna le donne e congeda Sun Tzu. Così, quest’ultimo commenta che il re ama le belle parole, ma non sa metterle in pratica. E questo è il modo con cui Sun Tzu dimostra la sua conoscenza e viene assunto.

L’arte della guerra di Sun Tzu

«Sun Tzu disse: L’arte della guerra è di vitale importanza per lo Stato. È una questione di vita o di morte, una scelta che può condurre alla salvezza o alla rovina. Perciò si tratta di un argomento di indagine che in nessun caso può essere trascurato.»

Queste parole aprono il testo di Sun Tzu, che in qualità di manuale sulla guerra spiega in modo sistematico tutto ciò di cui un buon comandante deve tenere conto. Così, vi sono in tutto tredici capitoli che consistono in tredici nodi tematici indispensabili per chi si accinge ad intraprendere quest’arte.

Innanzitutto, il primo capitolo riguarda le valutazioni di base per piani strategici, e il secondo le nozioni basilari su cosa è una guerra, le sue cause e conseguenze, e alcune cose da evitare come le guerre molto lunghe. Poi, il terzo capitolo affronta le strategie d’attacco, gli obiettivi e le tecniche migliori per il loro raggiungimento, mentre il quarto le disposizioni tattiche. Il quinto capitolo approfondisce il tema dell’uso della forza e del suo controllo attraverso tattiche come la simulazione. Si prosegue con il sesto sui punti di forza e di debolezza nella pratica bellica.

Poi, il capitolo settimo tratta del combattimento e dello scontro, mentre il capitolo ottavo l’aspetto computazionale e calcolatorio di quest’arte. Invece, il capitolo nove affronta il problema della gestione delle truppe, e il capitolo decimo il terreno che funge da campo di battaglia. Infine, il capitolo undici prosegue l’analisi delle circostanze che circondano il momento dello scontro e il capitolo dodici approfondisce l’uso del fuoco, mentre il tredicesimo capitolo riguarda le spie.

Militare o filosofo?

Sun Tzu
Copia su bambù dell’Arte della guerra. Fonte immagine: Wikipedia.org.

Da quanto detto, è chiaro che il testo di Sun Tzu è un manuale per azioni pratiche inerenti la guerra. Ma allora, perché Sun Tzu viene ricordato come un intellettuale orientale, alla pari di un filosofo? In effetti, L’arte della guerra è molto più ricca di un semplice manuale sulla guerra. Cioè, in essa troviamo molti riferimenti alla cultura cinese, che proprio in quei secoli vive un momento di grandi fermenti. Infatti, basti dire che è all’incirca in questi stessi anni che vive Confucio, fondatore del confucianesimo. Inoltre, è a tale periodo che appartiene Lao Tzu, a cui è attribuito il Tao Te Ching, libro sacro del taoismo.

In effetti, l’intera Arte della guerra è intrisa della dottrina taoista. Infatti, i fondamenti della guerra sono rintracciati nel Tao, e sono il fattore climatico (Il Cielo), il fattore morfologico (La Terra), le capacità del comandante (Comando e Dottrina). Insomma, il generale non è solo un esperto di strategia militare, ma è un uomo saggio, attento e capace di ascolto. La guerra non è solo problemi logistici ma anche psicologici da applicare tanto sul nemico quanto sulle proprie truppe. Anche lo Yin e lo Yang, i simboli del pieno e del vuoto, regolano tutta la condotta della guerra, in quanto riguardano i punti di forza e i punti di debolezza. Questi trovano attuazione tanto in luoghi concreti come i campi di battaglia tanto nella mente del nemico.

Sun Tzu e Niccolò Machiavelli

Anche se L’arte della guerra di Sun Tzu è uno dei testi dell’Estremo Oriente più famoso nel mondo occidentale, esso è spesso adombrato da un suo omonimo. Cioè, L’arte della guerra di Niccolò Machiavelli. In effetti, le due opere sono lontane oltre che geograficamente anche cronologicamente. Eppure, oltre al nome, presentano delle somiglianze. Difatti, ambo i testi trattano della guerra come un problema centrale della politica e della vita di uno Stato. Poi, in entrambi troviamo consigli simili. Cioè, ad esempio, sfruttare le occasioni di debolezza del nemico, oppure l’idea che la fortuna governa ogni cosa e l’uomo capace la sa sfruttare a suo vantaggio.

Ma soprattutto, come si evince anche da ciò che abbiamo appena detto, per entrambi la guerra è una faccenda del tutto svincolata da questioni morali. Cioè, la morale comporta la sconfitta, mentre la vittoria va ottenuta con un calcolo mentale autonomo da remore derivanti dalla morale. In Sun Tzu, questo lo cogliamo ad esempio sul capitolo dedicato alle spie. Infatti, le migliori spie sono le doppiogiochiste, e quando il signore della guerra raggiunge il suo obiettivo deve eliminarle, per quanto esse sono state utili.

In effetti, tanto in Machiavelli quanto in Sun Tzu uno degli aspetti più dibattuti del proprio pensiero è proprio la non presenza di morale nell’impianto da loro descritto. Ciononostante, è innegabile la lucidità con cui tali pensatori hanno esposto questo argomento e di come i loro testi sono oggi studiati non solo per la pratica della guerra, ma anche in altri campi come il marketing.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Sun Tzu, L’Arte della guerra, a cura di M. Conti, Barbera editore 2006.

Sitografia