Confucio: il padre della filosofia cinese

Confucio è il padre della filosofia cinese. Egli nacque nel 551 a.C. dalla famiglia Kong e gli venne dato il nome di Qiu. Il nome italiano Confucio, attribuitogli solo successivamente, deriva da Confutius – latinizzazione dell’espressione Kong Fuzi (Maestro Kong) ad opera dei primi missionari gesuiti in Cina.

Confucio
“Sapere ciò che è giusto e non farlo è la peggiore delle vigliaccherie”

Cenni biografici

Confucio visse in un’epoca molto complessa e particolare in cui la Cina era divisa in una decina di stati rivali. A differenza degli altri filosofi dell’epoca, si occupò dei valori umani e del miglioramento della condotta di vita. Il suo insegnamento era indirizzato allo sviluppo della personalità e all’armonia sociale, attraverso la realizzazione della sensibilità umana e della rettitudine.

Il giovane Confucio era tuttavia assiduo negli studi e divenne un piccolo funzionario. Di lui si dice che amasse talmente lo studio da dimenticarsi di mangiare; provava un tale piacere a studiare da dimenticare le preoccupazioni della vita. Era infatti solito affermare:

Lavoro con accanimento al punto di dimenticar di mangiare, sono felice al punto di dimenticare le mie preoccupazioni e non mi sento invecchiare.  

Quando io so, dico che so, quando io non so, dico che non so, ecco ciò che si chiama sapere.

un concetto molto vicino a quello di Socrate, ed anche:

Quando il nome non è giusto, il discorso non è conforme; quando il discorso non è conforme, gli affari non possono essere condotti bene.

Confucio

Confucio come educatore

Si poneva come educatore:

Bisogna educare l’uomo, tanto colui che governa quanto colui che è governato.

Organizzò una nuova scuola in cui i suoi allievi erano i suoi discepoli. Confucio ruppe per la prima volta il monopolio dell’insegnamento ufficiale organizzando una scuola creativa e progressista con sei corsi: politica, musica, calligrafia, tiro con l’arco, guida del carro e matematica. In quanto educatore, Confucio voleva fare dei suoi discepoli degli uomini completi utili allo Stato.

Si interrogava spesso sul mistero dell’Universo.

Il Cielo non parla, non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini ma dispone del cambiamento delle Quattro stagioni e decide da maestro della crescita della natura.

Secondo lui, il Cielo aveva una volontà propria e per tale motivo bisognava temere il Cielo, il Signore, e la parola del Saggio. La volontà del Cielo, dell’autorità suprema e del Saggio era inviolabile.

Per Confucio l’essenza dell’uomo è la virtù. Non la virtù imposta, esteriore, bensì la virtù interiore, quella che è nascosta in noi, forza che dobbiamo sviluppare. Confucio chiama questa qualità il ren. Colui che possiede il ren cerca di perfezionarsi e aiuta gli altri a diventare migliori.
La saggezza di Confucio si ritrova sovente in piccole massime quali: “Imparare senza riflettere o riflettere senza imparare non vi porta alla buona comprensione”. Imparare e riflettere sono due principi essenziali della sua filosofia. “Imparare senza mai soddisfarsi, insegnare senza mai stancarsi” è il suo motto.  

Morì nel 479 a.C. all’età di 73 anni.

Sabrina Mautone

Fonti

Ulteriori informazioni: http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/cina005.htm

Fonte immagini: Google Filosofia Cinese

Fonte citazioni: Consolata.org