Minosse re di Creta e Platone: dal mito alla filosofia

Un dialogo platonico porta il nome del mitico Minosse re di Creta, personaggio che  Socrate cita nel testo come esempio perfetto di monarca. In questo articolo illustriamo il dialogo platonico Il Minosse e ci soffermiamo in particolare su questa figura.

Minosse re di Creta e il corpus platonico

Innanzitutto, intorno al dialogo ruota un acceso dibattito tra gli studiosi. Cioè, la questione è se il testo è davvero opera di Platone oppure no. Infatti, ciò che suscita tale sospetto è sia la sua forma sia il contenuto. In effetti, mentre molti dialoghi platonici presentano un’introduzione che mette in scena Socrate più vari personaggi che fungono da interlocutori, ciò è assente qui. Cioè, abbiamo subito dei botta e risposta tra Socrate e un personaggio innominato. Tuttavia, c’è chi sostiene che più che spurio questo è un dialogo incompleto, come Il Crizia. Inoltre, la mancata introduzione dei personaggi riguarda anche un altro dialogo, L’Ipparco. Ma anche su quest’ultimo gli studiosi hanno dei dubbi. Ecco perché per entrambi abbiamo la definizione di dialoghi platonici spuri.

In effetti, proprio nel Minosse e nell’Ipparco troviamo argomenti simili, quasi come se l’uno fosse copia dell’altro. Ma oltre a ciò, Il Minosse sembra in parte in contraddizione con La Repubblica, altro testo che tratta delle forme di governo. Tuttavia, anche in questi casi la prova risulta labile, perché i testi platonici, in qualità di dialoghi e in quanto composti in diversi anni della vita di Platone, sfuggono alla logica di un corpus perfetto. Comunque, se l’autore non è Platone, è di certo qualcuno che appartiene alla scuola platonica. Infatti, sia l’argomento trattato, sia la forma dialogica con protagonista Socrate, sono caratteri distintivi di questo filone filosofico. Così come la presenza di Minosse re di Creta, come esaminiamo più avanti.

Il filosofo neoplatonico Trasillo, che stila una lista dei dialoghi di Platone, lo enumera al trentatreesimo posto. Dunque, dato che Trasillo raggruppa i dialoghi in insiemi da quattro, Il Minosse è il primo dialogo della nona tetralogia. In effetti, nella lista è subito dopo Il Crizia, l’ultimo dell’ottava tetralogia, che come detto è di certo un dialogo incompleto.

Minosse re di Creta prima di Platone

Dunque, la prima fonte che ci parla di Minosse è Omero. Infatti, quando Ulisse nell’Odissea accede al mondo dei morti, vede tra le anime anche quella di Minosse re di Creta che regna ora sui morti. Insomma, tutta la tradizione che descrive il mitico sovrano con un ruolo di comando anche negli Inferi, come leggiamo nell’Eneide di Virgilio e nella Divina Commedia di Dante, oltre che in testi di Claudiano, ha origini antiche.

Poi, scrittori come Tucidide, Apollodoro e Diodoro Siculo ci informano di cosa rende famoso questo re. Innanzitutto, è un grande monarca, in quanto conquista numerose coste del Mediterraneo e le libera dai pirati che le infestano. Ma oltre a ciò, è figlio nientemeno che di Zeus. Tuttavia, secondo la leggenda attica, un giorno egli prega Poseidone perché vuole sacrificare a lui un toro, e Poseidone ne fa comparire uno bellissimo. Così il re di Creta, anziché sacrificarlo, lo tiene per sé. Quindi, Poseidone, adirato, fa in modo che la moglie del re, Pasifae, innamorata del toro abbia una progenie da quest’ultimo, cioè, il minotauro. Così, la città di Atene, soggetta a Creta, ha l’obbligo di inviare dei giovani per sfamare la creatura.

Ma oltre alla celebre storia del minotauro, altri racconti lo vedono protagonista. Infatti, egli conquista Megara con l’ausilio di Scilla, figlia del re locale, innamorata di lui. Però nonostante l’aiuto la abbandona, ed ella si toglie la vita. Infine, Minosse insegue Dedalo, fuggito dal labirinto, in Sicilia. Ma vi trova la morte e lì viene sepolto il suo corpo.

Un solo Minosse re di Creta?

Dunque, da quanto detto il mitico Minosse re di Creta appare ora un grande sovrano ora un uomo crudele. Quindi, la domanda è se queste due versioni trovano un’effettiva conciliazione.

Innanzitutto, è mai esistito un Minosse re di Creta? Secondo un’ipotesi sì, anzi più di uno. Cioè, secondo questa ipotesi, “minosse” è la parola cretese che indica chi comanda, come “faraone” in Egitto. In effetti, già alcuni autori antichi parlano di due re Minosse. Infatti, Plutarco e Diodoro Siculo affermano che il “primo” Minosse è il giudizioso figlio di Zeus e sovrano degli Inferi. Invece il “secondo” Minosse, il nipote del primo, è il crudele regnante degli altri miti.

Quanto abbiamo detto è importante per la comprensione del dialogo platonico. Del resto, lo stesso Socrate afferma che c’è molta confusione su questa figura per colpa dei poeti. Ma che la vera storia di Minosse è quella che lo vuole il modello perfetto di sovranità. Insomma, le contraddizioni intorno tale figura devono essere presenti al tempo di Platone, il quale non inventa l’affermazione di Socrate senza riferimenti alla realtà, ma prende una posizione a tal riguardo.

L’ombra di Minosse re di Creta nella vita di Socrate

Minosse re
Ricostruzione del volto di Socrate sulla base delle sue statue di marmo. Fonte: Wikimedia Commons.

Tutte queste informazioni su Minosse re di Creta sono importanti non solo per la comprensione del Minosse, ma anche per cogliere il forte legame che serpeggia tra questa figura mitica e la filosofia socratico-platonica. Infatti, sia in La Repubblica sia nelle Leggi, troviamo riferimenti alla costituzione cretese come una delle migliori del mondo greco, e secondo la tradizione essa deriva da Minosse. Altri riferimenti sono nell’Alcibiade Maggiore e nel Gorgia.

Inoltre, tutta la prima tetralogia, che tratta del processo a Socrate, la sua condanna a morte e la prigionia fino al giorno della morte, ha come sfondo importante proprio le leggende legate al mitico re. Infatti, come raccontano sia Il Critone prima che Il Fedone poi, il giorno della sua esecuzione tarda perché ad Atene vi è una celebrazione di più giorni che vieta azioni di questo genere. In effetti, si tratta della commemorazione del ritorno dell’eroe Teseo ad Atene dopo che egli uccide il minotauro.

Infine, in più dialoghi Socrate cita Dedalo, il grande artista costruttore del labirinto, e a volte si riferisce a lui come ad un antenato. Infatti, lo troviamo nella Repubblica, nell’Ippia Maggiore, in uno dei dialoghi della già nominata prima tetralogia, L’Eutifrone, e ancora nel Menone.

L’incipit del Minosse

Ma veniamo al dialogo di Platone. Innanzitutto, Socrate chiede all’amico cosa è “la legge”. In effetti, il secondo nome con cui è noto questo dialogo è Sulla legge. Così, l’amico afferma che la risposta alla domanda dipende dalla legge. Ma Socrate afferma che la definizione di oro è unica e non dipende dall’oro a cui facciamo riferimento. Perciò, l’amico specifica in suo supporto che la legge è l’insieme delle norme stabilite. Ma Socrate ribatte che come una cosa è l’udito e una cosa ciò che si sente, in modo eguale una cosa è la legge e un’altra le norme stabilite. Perciò, l’amico propone una seconda definizione. Cioè, la legge è un atto deliberativo di uno Stato. Però Socrate nota che ci sono atti deliberativi di uno Stato che sono ben fatti e altri mal fatti, mentre la legge non è mai mal fatta.

Così, Socrate dichiara una terza definizione di legge. Cioè, essa è scoperta della realtà. Dunque, se vi sono leggi sbagliate è perché gli uomini non sono sempre in grado di scoprire ciò che la legge esige, la realtà. Così, questo spiega perché varie città, anche greche oltre che straniere, possiedono leggi terribili. In effetti, anche quelle di Atene nel passato erano diverse. Ma, al di là di queste continue modifiche, le leggi restano sempre le stesse. Infatti, come le regole esatte per curare i pazienti sono immutabili e uguali per tutti i popoli, così avviene con le leggi.

Ma da chi vengono le leggi migliori, se non da chi guida le anime degli uomini come il pastore guida il gregge? Dunque, tali leggi derivano dal re. Quindi, dato che le leggi greche più antiche sono secondo la tradizioni quelle Cretesi è giusto far riferimento a Minosse re di Creta.

Minosse re di Creta sovrano esemplare

Così, inizia la descrizione di Minosse da parte di Socrate, il quale recupera quella di Omero e di Esiodo. Innanzitutto, Minosse vive “in intimo rapporto” con Zeus, il più sapiente degli dei. In effetti, con “intimo rapporto” intendiamo la frequentazione dell’antro di Zeus, col quale egli discute dell’operato da monarca nei nove anni passati dall’ultimo incontro col dio. Insomma, tutto ciò dimostra che Minosse re di Creta è a buon diritto l’esempio del sovrano giusto, in quanto educato nell’arte del governo dal più giusto degli dei.

Così, la verità al di là dei miti è che Minosse regna con giustizia con l’ausilio di Radamanto e di Talo. Infatti il primo, discepolo di Minosse, è ricordato dal mito come un uomo giusto. Ma egli dipende da Minosse, in quanto suo compito non è il governo bensì il controllo dei tribunali. Invece, per quanto riguarda Talo, suo compito è il giro dell’intera isola di Creta con le tavole delle leggi di Minosse, le quali sono di bronzo. Perciò Talo è detto “bronzeo”, e non perché è un automa.

Ma allora perché il sovrano cretese ha una cattiva fama? In effetti, ciò è dovuto al fatto che tra le sue varie imprese c’è la sottomissione di Atene e l’imposizione di una tassa. Come è ovvio, ciò suscita l’odio di Atene nei confronti del conquistatore. Così, appena la città torna indipendente, i suoi poeti compongono versi e storie in cui tratteggiano Minosse come un mostro. Insomma, il tutto ha una valida spiegazione.

Conclusione del Minosse

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Minosse re di Creta, Radamanto ed Eaco, la triade di sovrani giusti che secondo il mito governa gli Inferi. Fonte immagine: Wikipedia.org.

Dunque, Socrate afferma che Omero ha ragione non solo nel considerare Minosse un sovrano giusto, ma anche nel definire chi governa come “pastori di uomini“. Tuttavia, se il buon pastore è quello che si occupa del benessere del gregge, come già detto, il buon sovrano permette il benessere dell’anima dei suoi sudditi. Perciò, deve garantire qualcosa che permetta il perfezionamento delle anime. Ma di cosa si tratta? A questa domanda, Socrate e l’amico non sanno dare una risposta. Così, con l’ammissione della vergogna di Socrate nel non conoscere la risposta, il dialogo trova conclusione.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Bompiani 2000.

Sitografia

Il passo dell’Odissea che cita Minosse puoi leggerlo a questo link: https://it.wikisource.org/wiki/Odissea_(Pindemonte)/Libro_XI.

Nota: l’immagine di copertina è da Wikimedia Commons.