Film fantasy: 10 titoli da non perdere

In questo articolo proveremo a stilare una lista dei migliori film fantasy della storia del cinema. Dando uno sguardo anche ai differenti modi in cui questo genere così specifico è stato declinato, proporremo 10 pellicole fantasy da vedere assolutamente.

Per tutti gli appassionati di storie epiche e fantastiche, di grandiose avventure al limite del possibile, di eroi valorosi e prodi guerriere: questo è il posto che fa per voi!

Come vedremo, nel corso degli anni diversi elementi fantasy o fantastici hanno finito per inserirsi all’interno di narrazioni più ‘classiche’ e ‘ordinarie’, ridefinendone il genere di appartenenza.

Il fantasy rappresenta un genere cinematografico abbastanza ricco e stratificato, spesso legato ad altri generi e sottogeneri. Il fantasy non si basa solo sulla presenza di creature fantastiche – come draghi, orchi e streghe – o di ambientazioni immaginarie – come terre incantate e lande stregate – ma si realizza attraverso narrazioni di fatti e personaggi dai caratteri straordinari e totalmente (o in parte) immaginari e irreali.

Al contempo, però, il fantasy si avvicina molto al mondo della fiaba, le cui storie incredibili racchiudono quasi sempre significati profondamente legati all’esistenza dell’uomo.

Dunque, siete pronti a immergervi in questo viaggio fantastico? Zaino in spalla e, senza indugiare oltre, partiamo!

Film fantasy prima del cinema fantasy

Benché il cinema fantasy e fantastico tragga ovviamente origine dall’omonimo genere letterario, affermato e diffuso su scala mondiale tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, lo sviluppo di un vero e proprio filone cinematografico ha preso avvio relativamente tardi, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.

Ben prima del successo del cosiddetto fantasy sword and sorcery” (letteralmente “spada e magia”), ossia di film fantasy legati all’immaginario delle saghe medievali e quindi popolati da prodi cavalieri ed eroine, elfi, orchi, maghi e streghe, alcune pellicole hanno tentato di ispirarsi a questo tipo di racconti fantastici.

Il settimo sigillo (1957), di Ingmar Bergman

Il primo film della nostra lista appartiene proprio a questa categoria, rispetto alla quale risulta però in anticipo di circa trent’anni.

Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet), film del 1957 scritto e diretto da Ingmar Bergman e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes di quell’anno, racconta la straordinaria storia del nobile cavaliere crociato Antonius Block (Max von Sydow) e della sua partita a scacchi con la Morte (Bengt Ekerot).

Una scena tratta da Il settimo sigillo (1957). Da Flickr.

Sulla via del ritorno dalla guerra santa, il protagonista incontra la Morte che, sfidata a scacchi, acconsente a rimandare il momento della sua dipartita.

Antonius ha così l’opportunità di tornare a casa e, durante il tragitto, di fare nuovi incontri e vivere altre esperienze che, pian piano, lo portano a interrogarsi sempre più sulla vita e sulla morte, sull’esistenza di Dio e sul suo rapporto con Lui e con gli altri uomini. Fino ad arrivare a un finale in cui trova piena realizzazione il genio visionario di Bergman.

Ne Il settimo sigillo, i tratti classici del fantasy d’ispirazione medievale – il cavaliere impavido, i saltimbanchi, la presenza di personaggi straordinari, l’ambientazione trecentesca – incontrano la sapiente regia del maestro svedese e si mettono al servizio di una riflessione profonda su alcuni temi strettamente connessi all’esistenza dell’uomo di ogni tempo.

Biancaneve e i sette nani (1937), il primo film fantasy targato Disney

Come abbiamo accennato in precedenza, quello da “cappa e spada” rappresenta soltanto uno dei tanti sottogeneri cui ha dato vita il cinema fantasy generalmente inteso. Differenti, ma ugualmente efficaci per la sua evoluzione, sono stati gli incontri del fantasy con altri mondi e altri generi.

Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs), film fantasy d’animazione del 1937, simboleggia perfettamente la vicinanza del genere al mondo della fiaba, con cui condivide vari aspetti ed elementi.

Ispirato al celebre racconto dei fratelli Grimm, il primo lungometraggio animato della Disney narra le vicende di Biancaneve, una giovane e innocente fanciulla perseguitata per la sua bellezza dalla malvagia matrigna, la regina Grimilde. Tra sequenze memorabili (su tutte, la scena nel bosco) e spaventose trasformazioni, il film resta un’opera intramontabile ancora oggi.

La vita è meravigliosa (1946), di Frank Capra

Ne La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life), film del 1946 diretto da Frank Capra, gli elementi fantasy sono invece impiegati sapientemente per donare nuova freschezza alla narrazione tipica del cinema classico americano.

La pellicola racconta la storia di George Bailey (James Stewart), un uomo onesto e sognatore, costantemente deluso nelle sue aspirazioni. Una strana vicenda lo vede protagonista la vigilia di Natale del 1945, quando un angelo di nome Clarence (Henry Travers), arriva a salvarlo dal suicidio. Ci fermiamo qui per evitare spoiler ma, nel caso non l’abbiate ancora visto, correte a rimediare!

Una scena tratta da La vita è meravigliosa (1946). Da Flickr.

Film fantasy d’autore: gli anni ’80 e ’90

Al filone inaugurato da Capra appartengono alcune pellicole posteriori, che rappresentano al meglio il nuovo corso del cinema fantasy tra gli anni Ottanta e Novanta.

In questi film, diretti da grandi autori del cinema contemporaneo, il fantasy e lo straordinario si sposano alla perfezione con i sentimenti più comuni dell’uomo dando vita a opere sì fantastiche, ma incredibilmente vere ed efficaci.

La rosa purpurea del Cairo (1985), di Woody Allen

La rosa purpurea del Cairo (The Purple Rose of Cairo), film del 1985 scritto e diretto da Woody Allen, è uno dei suoi migliori lavori.

Cecilia (Mia Farrow) è una giovane cameriera, sposata a un uomo inetto e privo d’amore. Per evadere dalla sua brutta vita, la donna trova conforto nella fantasia dei film proiettati al cinema della piccola cittadina in cui vive. Tutto procede liscio finché un personaggio di un film da lei amato non attraversa la quarta parete, entrando a far parte del mondo reale. Le conseguenze saranno surreali e disastrose.

La pellicola, una fantasy-commedia sentimentale, rappresenta un valido esempio di opera metacinematografica, in cui la bellezza della finzione cinematografica rompe la monotonia della realtà.

Edward mani di forbice (1990), di Tim Burton

Dai toni fiabeschi e gotici è invece Edward mani di forbice (Edward Scissorhands), una favola moderna del 1990 scritta e diretta da Tim Burton.

La locandina di Edward mani di forbice (1990). Da Flickr.

Edward (Johnny Depp) è l’invenzione di uno scienziato morto poco prima di terminare il suo lavoro. Per questo motivo, il ragazzo artificiale ha delle forbici al posto delle mani e non ha esperienza di nulla. La sua esistenza viene scoperta dai cittadini di un piccolo quartiere vicino al castello dell’inventore, che, dopo l’iniziale accoglienza, cominciano a sfruttarlo. Soltanto la giovane Kim (Winona Ryder), comprendendo la reale natura di Edward, riuscirà ad amarlo e ad avere cura di lui.

Il film affronta il tema della diversità in maniera originale. Ambientazioni e personaggi sono volutamente stereotipati per far risaltare maggiormente l’estraneità e l’innocenza del protagonista.

Il miglio verde (1999), di Frank Darabont

Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Stephen King, Il miglio verde (The Green Mile), uscito nel 1999, è uno dei film più famosi del regista ungherese Frank Darabont.

Il titolo fa riferimento al nome con cui i personaggi del film indicano il braccio della morte del penitenziario di Cold Mountain, una sezione speciale in cui sono reclusi i detenuti condannati a morte e in attesa dell’esecuzione.

In un lungo flashback, Paul Edgecombe (Tom Hanks), guardia carceraria, racconta la sua conoscenza con John Coffey (Michael Clarke Duncan), detenuto condannato alla sedia elettrica. Accusato di stupro e omicidio, il gigantesco John nasconde un segreto e una personalità gentile e docile, nonché misteriosi poteri curativi.

I film fantasy degli anni Duemila: tra grandi saghe e visioni d’autore

Il nuovo millennio ha senza dubbio decretato la consacrazione del cinema fantasy come genere d’eccellenza artistica e produttiva.

Negli ultimi vent’anni, la settima arte si è meritata il titolo di “fabbrica dei sogni“, concentrandosi verso due direzioni: da un lato la produzione, soprattutto statunitense, di grandiose saghe fantasy, dall’altro la messa in scena di storie fantastiche da parte di talentuosi cineasti spesso lontani dal sistema produttivo a stelle e strisce.

Harry Potter e la pietra filosofale (2001), di Chris Columbus

Impossibile non citare nel nostro elenco dei film fantasy imperdibili Harry Potter e la pietra filosofale (Harry Potter and the Philosopher’s Stone), il film che, nell’ormai lontano 2001, ha dato origine alla saga cinematografica del mago britannico.

Harry Potter (Daniel Radcliffe) è un ragazzino orfano, costretto a vivere con gli zii materni, che lo trattano senza rispetto e con noncuranza. La sua vita viene stravolta da una misteriosa lettera d’iscrizione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, consegnatagli il giorno del suo undicesimo compleanno. Harry scopre così di essere un mago famoso e, con l’aiuto dei nuovi amici Ron Weasley (Rupert Grint) ed Hermione Granger (Emma Watson), durante il primo anno di scuola si trova ad affrontare una misteriosa e pericolosa avventura scontrandosi con le forze magiche del male.

Tratto dall’omonimo romanzo della serie scritta e ideata dall’autrice J. K. Rowling, il primo degli otto capitoli cinematografici della saga di Harry Potter risulta ancora oggi uno dei maggiori incassi della storia del cinema e un classico intramontabile.

Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003), di Peter Jackson

Colossal fantasy per antonomasia, Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (The Lord of the Rings: The Return of the King) è il capitolo conclusivo della trilogia cinematografica tratta dall’omonima opera di J. R. R. Tolkien.

film fantasy
Viggo Mortensen interpreta Aragorn in Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003). Da Flickr.

Tra epiche battaglie – le più suggestive mai viste su grande schermo – e importanti rivelazioni sul passato di Gollum (Andy Serkis), Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) si avvicinano sempre più al Monte Fato, meta finale del loro lungo viaggio per la distruzione dell’Unico Anello, mentre Aragorn (Viggo Mortensen) e Gandalf (Ian McKellen) guidano il resto della Compagnia e gli eserciti dei Regni degli Uomini nello scontro conclusivo contro l’Oscuro Signore Sauron e le forze di Mordor.

Il film, uscito nel 2003 con regia di Peter Jackson, è stato il primo fantasy nella storia ad aggiudicarsi l’Oscar come miglior film. Vincitore, in totale, di 11 Oscar su altrettante candidature, Il Ritorno del re è uno dei film più premiati della storia (insieme a Ben-Hur del 1959 e Titanic del 1997), degna conclusione di una delle saghe più apprezzate da critica e pubblico.

Il labirinto del fauno (2006), di Guillermo del Toro

Il labirinto del fauno (El laberinto del fauno) è il film che, nel 2006, ha consacrato la carriera del messicano Guillermo del Toro, oggi acclamato regista e autore di film fantasy. Il film, scritto e diretto da del Toro, è un racconto fantasy dalle tinte gotiche e dark, che si sviluppa sullo sfondo della dittatura franchista nella Spagna degli anni Quaranta.

film fantasy
Una scena tratta da Il labirinto del fauno (2006). Da Flickr.

La piccola Ofelia (Ivana Baquero) è la figlia della moglie di un alto gerarca franchista, il Capitano Vidal (Sergi López). Girovagando nei dintorni dell’avamposto militare presso cui alloggia con la madre, la bambina scopre l’esistenza di un labirinto, abitato da un fauno, che permette di accedere a un mondo parallelo. Dal misterioso fauno, Ofelia apprende di essere la reincarnazione della principessa del Mondo sotterraneo, scomparsa parecchi anni prima dopo essere giunta nel mondo degli umani. Ha inizio così l’avventura di Ofelia, a cui il fauno assegna una missione di vitale importanza per il destino di tutti.

Attraverso fate e mondi incantati, del Toro racconta una storia molto profonda, riflettendo sulla bruttezza della guerra e sul valore inestimabile della libertà. Un film da non lasciarsi sfuggire.

Il racconto dei racconti (2015), di Matteo Garrone

Il regista Matteo Garrone. Da Wikipedia.

Tra i nostri consigli, c’è spazio anche per il cinema italiano: last but not least, Il racconto dei racconti – Tale of Tales, uscito nel 2015 per la regia di Matteo Garrone.

Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes (dove fu accolto da sette minuti d’applausi da parte del pubblico), è uno straordinario fantasy in lingua inglese, liberamente ispirato a tre racconti contenuti nella raccolta di fiabe secentesca Lo cunto de li cunti del napoletano Giambattista Basile.

Attraverso l’abile uso del montaggio alternato, e forte di un cast internazionale d’eccezione (comprendente interpreti del calibro di Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones), Garrone racconta tre storie incredibili ambientate in altrettanti regni fantastici. Giocando coi tòpoi della tradizione fantasy più antica, Il racconto dei racconti indaga a fondo alcuni tra i sentimenti umani più comuni, come l’amore, l’amicizia, il desiderio, il coraggio e l’invidia.

Christian Maria Savastano

Bibliografia e sitografia