Campi Flegrei: cosa vedere assolutamente a ovest di Napoli

I Campi Flegrei (dal greco “flego” vuole dire “brucio” o “ardo”), definiti dagli antichi una delle porte dell’inferno, sono una grande area situata nel golfo di Pozzuoli a ovest di Napoli. Hanno un diametro compreso tra i 12 e i 15 chilometri, e in realtà sono una vasta e complessa congregazione di estinti crateri, che hanno eruttato molto materiale frammentario e poco lavico.

Grande calderaDa un punto di vista geologico, essendoci attività vulcanica, possono essere definiti come un supervulcano, cioè non si presentano come un edificio vulcanico visibile (si pensi al Vesuvio), quanto semmai come una depressione formata da varie cavità e piccoli strutture vulcaniche (almeno 24), geyser, fumarole e sorgenti termali.

Tra queste si segnala la Solfatara, dalla quale promanano manifestazioni gassose effusive uniche al mondo. Dell’area Flegrea fanno parte anche i meravigliosi laghi, di origine vulcanica, D’Averno, Lucrino, Miseno e Fusaro, nonché sorgenti idrotermali naturali presso Agnano, Lucrino e Pozzuoli. Tutte queste bellezze sono visitabili dai turisti e si trovano a poca distanza l’una dall’altra.

Nelle vicinanze si trovano altresì le aree, importanti dal punto di vista della flora e della fauna, di Capo Miseno, del Cratere degli Astroni, del Parco sommerso di Baia e del Monte Nuovo.

Cosa vedere assolutamente

Pozzuoli e Cuma

La città più grande dei Campi Flegrei è Pozzuoli, che presenta un centro storico seicentesco e alcuni dei monumenti romani più importanti d’Europa. Vi si possono trovare l’Anfiteatro Flavio (il quarto più grande d’Italia) ed il Tempio di Serapide. Come già accennato in precedenza, è davvero molto interessare visitare la Solfatara di Pozzuoli, un cratere vulcanico quiescente nel quale è possibile ammirare da vicino i vari fenomeni naturali collegati all’emissione di zolfo, e il Cratere degli Astroni dove vivono delle specie animali in via di estinzione. Vicino abbiamo poi Cuma dove vi è l’acropoli di Cuma in cui abitava la Sibilla Cumana, che prevedeva il futuro (qui vi sarebbe passato anche Enea).

Baia

Nella città di Baia è presente  il Castello Aragonese, costruito in un luogo strategicamente fondamentale per la difesa del golfo di Pozzuoli. Il Castello si trova sulla parte alta della depressione creata dai vulcani noti come Fondi di Baia. L’attuale forma a stella del Castello di Baia è dovuta alla ristrutturazione voluta dal Viceré spagnolo Pedro Álvarez de Toledo. La ristrutturazione avvenne in seguito alla spaventosa eruzione che portò alla nascita del vulcano Monte Nuovo.

La terrazza che si affaccia sul mare è uno dei migliori belvederi di tutti i Campi Flegrei. Il Castello è stato adoperato in vari modi nel corso della storia: da carcere militare a orfanotrofio; ora è sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei in cui sono raccolti i magnifici reperti trovati nel Golfo di Pozzuoli.

Sempre a Baia vi è il Parco monumentale, che raccoglie i resti romani che si estendono dall’antica area termale del Parco Archeologico fino ai resti delle abitazioni che si trovano più in alto.

Chi ha sempre avuto il sogno di passeggiare per le vie di Atlantide, deve sapere che nel mare del golfo riposa l’antica Città sommersa di Baia, rimasta perfettamente intatta nonostante sia sommersa dal mare da moltissimi anni. La città si può visitare con una barca dal fondo trasparente, che può essere noleggiata ad orari prestabiliti presso il porto.

Da non perdere poi è la tomba di Agrippina. La struttura in realtà è un piccolo teatro, ma la leggenda sostiene che essa sia il mausoleo, nel quale fu sepolta la matrona romana. Difatti alcuni pescatori della zona continuano a sostenere che nelle notti di luna piena, sul pelo dell’acqua, si veda camminare il fantasma di Agrippina.

Bacoli

Molto note sono le strutture romane chiamate Cento Camerelle e Piscina Mirabilis.

La prima è uno scavo romano composto di cunicoli stretti scavati nel tufo, che si intrecciano in un lungo sentiero simile ad un enorme labirinto. Conosciute anche come “le prigioni di Nerone” proprio per la forma della costruzione, in realtà sono i resti di un antica villa patrizia.

La seconda, sempre presso Bacoli, è un enorme vasca costruita sottoterra e composta da altissime navate; è impressionante la maestosità dell’opera! La Piscina è la più grande cisterna romana mai scoperta: lunga 72 metri, larga 25, alta 15, ha una capacità di 12.600 metri cubi. L’acquedotto aveva la funzione di portare l’acqua dal fiume Serino ai Campi Flegrei e a Napoli, in un percorso lungo più di cento chilometri.

Campi FlegreiCome non citare poi un vero e proprio autentico gioiello quale la Casina Vanvitelliana, una piccola casetta che sorge nel bel mezzo del Lago Fusaro presso Bacoli, congiunta alla terra ferma tramite un ponte. Fu voluta dai Borbone, che avevano lì la loro area di caccia e necessitavano di un villino dove ristorarsi.

Il Bradisismo nei Campi Flegrei

Il Bradisismo è un fenomeno collegato all’attività vulcanica consistente nel lento movimento di sollevamento (Bradisismo positivo) e abbassamento (Bradisismo negativo) del suolo, che porta all’emersione e sommersione di grandi pezzi di terra, come il respiro geologico di un “gigante”. Il fenomeno è facilmente identificabile lungo le coste marine, ma si manifesta anche nelle masse continentali.

Ciò spiega la Città sommersa nel golfo di Baia ed il fatto che le tre colonne del Tempio di Serapide, antico mercato (macellum) di Pozzuoli, presentano dei buchi di origine vegetale marina. Per l’entità del fenomeno e per la storicità del contesto coinvolto, il bradisismo flegreo è unico al mondo.

BradisismoDurante gli anni 70-80 il bradisismo si manifestò in modo molto intenso. Vi fu l’innalzamento del suolo (bradisismo positivo) di 150-170 cm negli anni 70, e di 3 mm al giorno negli anni 80. Si generarono due crisi che portarono allo sgombero del Rione Terra il 3 marzo 1970 e di un’area più ampia il 5 settembre 1983.

Charles Lyell, riconosciuto come uno dei padri fondatori della moderna geologia, visitò durante il suo primo viaggio in Italia l’area flegrea rimanendone colpito. Usò l’immagine delle colonne del tempio di Pozzuoli per il suo libro “Principi di geologia”, che viene considerato come il primo moderno libro di geologia.

Gabriele Infusino

Riferimenti bibliografici:

Attilio Wanderlingh, Storia, archeologia e miti della terra ardente, Napoli, 2018; Achille Mauro, Saggi storici sui Campi Flegrei, Napoli, 2003;

Jacques-Marie Bardintzeff, Piccola enciclopedia dei vulcani, Milano, 2003;

Giampaolo Infusino, Storia, miti e leggende dei Campi Flegrei, Napoli, 1995.

Sitografia: