Jerome David Salinger ne “Il giovane Holden”

SalingerJerome David Salinger (1919-2010) è considerato tra i più importanti autori americani del Ventesimo secolo ed è stato uno degli ispiratori della beat generation. Lo scrittore americano divenne famoso con il romanzo del 1951 “Il giovane Holden” che subito raggiunse enorme popolarità e che, per le copie che tuttora continua a vendere, è considerato un “long seller”. Diamo uno sguardo a questo classico Novecentesco della letteratura giovanile che riflette molto la personalità dell’autore.

Il titolo originale: The catcher in the rye

Romanzo di formazione, tradotto per la prima volta in Italia nel 1961, “Il giovane Holden” è la traduzione del titolo originale “The catcher in the rye”. Salinger fa riferimento a una canzone del poeta e compositore scozzese Robert Burns (1759-1796), in particolare ad una strofa:

“Gin a body meet a body
Coming thro’ the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry?”

Traducendo letteralmente dal vernacolo scozzese: 

“Se una persona incontra una persona
Che viene attraverso la segale;
Se una persona bacia una personaSalinger
Deve una persona piangere?”

È il protagonista Holden Caulfield che sente cantare questa vecchia canzone scozzese da un bambino per la strada e ricorderà il primo verso storpiato «If a body catch a body coming through the rye» («Se una persona afferra una persona che viene attraverso la segale»).

Questo verso travisato evoca alla sua mente l’immagine di una frotta di bambini che giocano in un campo di segale, sull’orlo di un dirupo; quando un bambino sta per cadere nel dirupo c’è qualcuno che lo acchiappa al volo; The catcher in the rye, potrebbe tradursi: l’acchiappatore nella segale, il coglitore nella segale, il pescatore nella segale.

Ma questo titolo non evoca solo suggestive immagini agresti nei lettori americani, per i quali sia la parola catcher che la parola rye sono molto familiari. Catcher è un ruolo del gioco del baseball, il cosiddetto ricevitore, cioè colui che, munito di guantone, corazza e maschera sta dietro il batsman (il battitore). La parola rye rimanda al rye whiskey, popolare tipo di whisky ottenuto dalla fermentazione della segale o di una miscela con il malto. Perciò il titolo The catcher in the rye suona come potrebbe suonare da noi “Il terzino nella grappa”.

Trama

Il romanzo narra solo alcune delle vicende di Holden Caulfield, protagonista e voce narrante del romanzo:

“Non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia.”

Holden, sedicenne solitario di famiglia benestante, racconta con tono spiccio e senza fronzoli le sue avventure partendo dall’ultimo giorno nella scuola che frequenta: essendo stato espulso per i Salingermediocri risultati che ha ottenuto comportandosi da perfetto lavativo, deve ritornare dai familiari a New York.

L’incontro d’addio con Spencer, suo professore di storia che lo rimprovera per il suo atteggiamento immaturo, lo irrita profondamente, così come lo infastidiscono alcuni suoi compagni al dormitorio al punto che Holden arriva alle mani con uno di loro, Stradlater, che esce con Jane, una ragazza di cui Holden è molto geloso. Il protagonista decide allora di recarsi in anticipo a New York, ma, invece di avvertire i genitori, si ferma all’Edmont Hotel alcuni giorni prima di tornare a casa.

Nel treno che lo porta in città e, successivamente, in albergo fa svariati incontri (la madre di un compagno, un tassista scocciato, un travestito, una coppia di amanti dalle abitudini singolari) e ne manca altri, come quello con Faith Cavendish, un’ex spogliarellista. In albergo, con la complicità di Maurice, addetto all’ascensore, conosce Sunny, una prostituta. I due hanno un incontro in camera che Holden, alla fine, si rifiuta di portare a termine. Sorgono così problemi col pagamento di Sunny: Maurice, che vuole altri soldi, viene coinvolto e la scena termina con una scazzottata tra lui e Holden.

La mattina seguente il protagonista si reca in stazione per porvi le valigie. Holden organizza un appuntamento con Sally, una fiamma del passato, per andare insieme a uno spettacolo a Broadway ma, quando le propone di scappare insieme per vivere in uno chalet in montagna, Sally rifiuta drasticamente. La ragazza, dopo alcuni scambi di battute poco amichevoli con il protagonista, si irrita fino a piangere. Holden, dopo un altro incontro fallito con Carl, suo ex tutor che gli consiglia una cura psichiatrica, si ubriaca, vaga senza meta per Central Park e in seguito si introduce furtivamente a casa dei suoi genitori, dove confesserà alla sorellina Phoebe di essere stato espulso dal college. Ad un tratto però entrano in casa i genitori, quindi si nasconde nell’armadio, e poi esce di casa senza essere visto, per recarsi dal prof. Antolini, suo stimato professore di Letteratura inglese da cui il protagonista spera di trovare ospitalità per la notte.

Dopo una lunga conversazione Holden si addormenta ma si risveglia mentre Antolini è intento a pettinargli i capelli. Sconcertato e confuso, Holden abbandona l’abitazione e torna a vagare per New York City. Il giorno successivo, il protagonista incontra di nuovo la sorellina Phoebe, cui vuole confessare il proprio progetto di abbandonare la città. La ragazzina, che ha già capito le intenzioni del fratello, si reca all’incontro con una valigia, ma Holden rifiuta categoricamente di portarla con sé. Trovandosi molto spaesato, del tutto involontariamente, litiga con Phoebe che in un primo momento si allontana stizzita, ma poi si riappacifica con lui, dopo che lui le ha comprato dei biglietti per la giostra dei cavalli.

Con la figura di Holden sorridente, che, sotto la pioggia, guarda la sorellina sulla giostra, si chiude il romanzo. Nelle ultime pagine viene fatto un ulteriore accenno alla malattia di cui poi il giovane si ammalerà (ne aveva parlato solo nel primo capitolo), la tubercolosi, e si comprende anche che Holden entra in analisi, come consigliato dall’amico Carl.

SalingerSalinger e Holden 

Singolare è la vicenda legata alla copertina del libro: nell’edizione originale è completamente bianca. Questa cosa è voluta da Salinger stesso, affinché il libro venisse scelto per il contenuto, e non per la copertina. D’altronde, Salinger fu un personaggio singolare: particolarmente schivo, visse gran parte della sua vita evitando quanto più possibile ogni tipo di contatto col mondo in reclusione volontaria: non è apparso in pubblico, né pubblicò nuove opere dal 1965 fino alla morte e secondo alcune testimonianze avrebbe disposto nel suo testamento che i suo scritti inediti fossero pubblicati cinquant’anni dopo la sua morte, anche se nel 2013 tre suoi racconti sono stati pubblicati sul web. L’autore sembra aver messo un po’ di questa sua propensione alla solitudine nel giovane Holden: sono i pensieri del protagonista, il suo umore rabbioso, ad andare in scena.

Perché Holden è arrabbiato? Non lo si sa con precisione, ciascuno può leggervi la propria rabbia o prendere il protagonista a “exemplum vitae”, e ciò ha decretato l’immenso successo del romanzo che dura tuttora. Un mito alimentato anche grazie alla sua esistenza misteriosa; all’alone di segretezza, quasi di leggenda, che la sua incredibile riservatezza creò attorno a lui.

Il romanzo tratta temi come la solitudine, il cinismo e la difficoltà di affrontare il mondo; ma molto probabilmente è l’ipocrisia il grande nemico di Holden Caulfield, soprattutto quella degli adulti. Si tratta di uno dei temi centrali dell’opera: un romanzo di formazione del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Tuttavia nello specifico caso de Il giovane Holden il confine tra età giovanile ed età adulta non è varcato per scelta del protagonista stesso, che ritiene l’età adulta falsa e pretenziosa. Anche in altre opere Salinger narra azioni e pensieri di giovani disadattati e  la capacità di redenzione che i bambini possono avere su di questi.

Maurizio Marchese

Bibliografia:

J.D. Salinger, Il giovane Holden, Mondadori 2002