Chiedi alla polvere di John Fante: trama e analisi

L’immenso mare della letteratura del ‘900 è pieno di autori e titoli che restano sconosciuti alla critica e ai lettori. Un destino che accomuna anche John Fante e uno dei suoi romanzi più noti, Chiedi alla polvere.

John Fante, biografia

John Fante nasce nel 1909 a Denver, in Colorado. I genitori erano italiani: infatti il padre Nicola era di origini abruzzesi, mentre la madre Mary di origini lucane.

Dopo un’infanzia difficile dovuta alla povertà in cui versava la famiglia nel 1930, si trasferisce a Los Angeles, dove frequenta l’università di Long Beach. Lì segue dei corsi di scrittura e, incoraggiato dal giornalista Henry Louis Mencken, inizia a scrivere alcuni racconti.

Gli anni ’30

Tra il 1934 e il 1936 scrive il romanzo La strada per Los Angeles, primo romanzo di una saga il cui protagonista è l’alter ego dell’autore: Arturo Bandini. Per arrotondare negli stessi anni ’30 Fante lavora come sceneggiatore ad Hollywood e ha anche l’onore di lavorare assieme al regista Orson Welles.

Nel 1937 sposa in segreto la moglie Joyce Smart, figlia di ricchi proprietari terrieri con cui si trasferisce a Los Angeles. Tra il 1938 e il 1939 escono i romanzi Aspetta primavera, Bandini (tradotto in Italia da Elio Vittorini) e Chiedi alla polvere. Un anno dopo esce la sua prima raccolta di racconti, Dago Red.

Anni ’50 e ’70

Dopo una brusca pausa narrativa dovuta alla guerra, nel 1952 pubblica il romanzo Una vita piena, mentre tra il 1957 e il 1960 si trova in Italia per lavorare come sceneggiatore al fianco di Dino de Laurentiis. Nel 1972 a Fante viene diagnosticato il diabete e lo scrittore cade in uno stato di sfiducia e pessimismo, dovuto anche al disinteresse delle varie case editrici nei confronti dei suoi nuovi racconti, come La confraternita dell’uva del 1977.

L’incontro con Bukowski e gli ultimi anni

Fondamentale per Fante è l’incontro con Charles Bukowski, capostipite di un gruppo di nuovi scrittori che vedono nell’autore italoamericano un maestro. Da Fante, Bukowski ottiene il consenso per scrivere una prefazione ad un’edizione di Chiedi alla polvere per la casa editrice Black Sparrow.

Nel 1982 Fante, divenuto cieco e disabile, detta alla moglie l’ultimo romanzo della saga di Arturo Bandini: Sogni di Bunker Hill. L’8 maggio dell’anno successivo muore a Los Angeles.

Chiedi alla polvere, trama

Arturo Bandini è un giovane che si è trasferito a Bunker Hill, un quartiere di Los Angeles, per inseguire il sogno di diventare uno scrittore di successo. Vive all’interno di una stanza di un motel e ha raggiunto una certa notorietà con un racconto dal titolo E il cagnolino rise.

Chiedi alla polvere
Il quartiere di Bunker Hill, a Los Angeles

Un giorno, mentre è seduto al tavolino di un caffè, si invaghisce di Camilla, una cameriera messicana. Il giovane Arturo le fa continuamente la corte, mentre si divide tra l’attesa di una risposta dalla Hackmuth, la casa editrice a cui invia i suoi racconti, e tra la vita movimentata del motel, popolato da una grottesca umanità.

Dopo un po’ di tempo Arturo riesce a coronare il proprio sogno d’amore con Camilla ed è pronto a mettersi all’opera sul suo primo romanzo. Ma ben presto Arturo si accorge anche di come le proprie velleità letterarie lo hanno allontanato dalla realtà dei fatti.

Chiedi alla polvere, il significato del titolo

Il titolo originario pensato da Fante era Ask the Dust on the road, un titolo che richiama quello di un altro importante romanzo della letteratura americana: On the road di Jack Kerouac, scritto e pubblicato dodici anni dopo Chiedi alla polvere.

In effetti non è un caso che John Fante abbia avuto un’influenza particolare sugli scrittori della beat generation. C’è il viaggio “on the road” sulle strade statunitensi, un elemento fondamentale per la saga di Arturo Bandini. Ma è anche presente un senso di estraneità, come lo stesso Fante sottolinea nel Prologo previsto per la prima edizione del romanzo nel 1939:

Così l’ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c’è la polvere dell’Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.

Il motivo per cui Fante non pubblicò suddetto prologo è molto semplice: anticipava tutta la trama del romanzo, compreso il finale!

Arturo Bandini, l’ossessione dello scrittore

Protagonista principale di Chiedi alla polvere è naturalmente Arturo Bandini. Fin dall’inizio Fante ci tiene a sottolineare il carattere del suo personaggio, sognatore ad occhi aperti e narcisista.

Tutti in albergo lessero Il cagnolino rise, nessuno escluso, una storia da farvi morire a ogni pagina, in cui il cane non c’entrava per niente; una vicenda ben congegnata, un grido di pura poesia (…). Fu proprio grazie a Il cagnolino rise che riuscii a restare in quell’albergo e a non farmi sbattere fuori nel freddo o, se preferite, nella calura.

Il giovane Arturo è uno di quei uomini che vorrebbero vivere del proprio talento, ma che è costretto a scontrarsi con la dura realtà. Infatti egli è perennemente a corto di denaro, rimanda sempre il pagamento della rata di pernottamento al motel e spera di ottenere un “colpo di fortuna” dal successo dei suoi racconti. Non è difficile intravedere in questo ritratto uno specchio del Fante giovane, appassionato scrittore che dovette stringere la cinghia per inseguire il proprio sogno.

Nel corso del romanzo Arturo cerca l’affermazione della propria persona, ma anche l’approvazione degli altri. La scrittura per lui diventa un’ossessione, un modo per riscattare le proprie umili origini di immigrato italoamericano (e ben sappiamo come gli immigrati italiani non fossero ben visti dagli americani nei primi anni del ‘900), ma anche un mezzo per ottenere l’amore di Camilla.

Un amore non corrisposto

Invece Camilla, la ragazza amata da Arturo, sembra rappresentare il suo esatto opposto: analfabeta, materialista e anche approfittatrice. Il rapporto tra i due è fatto di alti e bassi, quasi insostenibile. Anzi, a Camilla sembra importare veramente poco del povero Arturo, tanto da volerlo piantare in asso.

Ma come ogni amante letterario che si rispetti, nemmeno Arturo riesce a dimenticare la sua donna. Si sente legato a lei, nel bene e nel male. Difficilmente può dimenticarla, nonostante il torto subito.

Molto ho scordato, Camilla, sulle ali del vento, E ho gettato rose, rose in tumulto tra la folla Danzando per scacciare dalla mente i tuoi pallidi gigli perduti, Ma ero svuotato e triste per l’antica passione, Sì, di continuo, perché la danza era lunga; Ti sono stato fedele, Camilla, a modo mio.

In Chiedi alla polvere anche l’amore finisce per divenire parte di un sogno irrealizzabile, perso e mescolato nella polvere del deserto che fa da sfondo alle vicende di Arturo Bandini. Simbolo evidente di come la realtà prevalga il più delle volte sulle ambizioni del singolo.

Chiedi alla polvere. Bukowski incontra Fante

Si è già accennato all’importanza di Charles Bukowski per la riscoperta dell’opera di John Fante negli anni ’80.

Nel 1978 l’autore di Storie di ordinaria follia andò a trovare Fante al Motion Picture Hospital di Los Angeles. L’ammirazione per lo scrittore di Denver, considerato da Bukowski stesso “il narratore più maledetto d’America“, è davvero forte e agli albori degli anni ’80 sono molti gli scrittori che si ispirano alla lezione di John Fante.

L’incontro tra i due è più che mai propizio. Infatti Bukowski riesce a convincere Fante a dargli il permesso per far ripubblicare Chiedi alla polvere presso i tipi della Black Sparrow Press. L’opera di Fante era infatti caduta nel dimenticatoio e Bukowski ricattò la propria casa editrice, minacciando di non consegnare il manoscritto del suo nuovo romanzo se prima non avesse pubblicato Chiedi alla polvere.

Dopo la morte di Fante, la Black Sparrow ristampò tutta la sua opera, permettendo così a molti altri lettori di riscoprire le avventure tragicomiche e anche un po’ rassegnate dell’antieroe Arturo Bandini. Un personaggio in cui non possiamo non immedesimarci.

Ciro Gianluigi Barbato

Bibliografia

John Fante, Chiedi alla polvere, Einaudi.