Herman Melville: vita, opere e stile dello scrittore

Nato a New York nel 1898 da Allan Melville, ricco commerciante, e Maria Gansevoort, Herman Melville è ritenuto uno dei più celebri romanzieri e critici letterari statunitensi.

La vita di Herman Melville

Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza trascorrono spensierati, almeno fino all’estate del 1830, anno in cui il padre Allan dichiara bancarotta e la famiglia è costretta a trasferirsi ad Albany, nello stato di New York. È in questi anni che Herman Melville si dedica all’azienda di famiglia dello zio, per poi intraprendere diverse carriere, tra cui quella di insegnate e di impiegato di banca.

Le prime esperienze in mare

Furono proprio queste dinamiche familiari a far sì che Herman Melville non continuasse i suoi studi e a spingerlo a cercare la sua indipendenza economica imbarcandosi e partendo per la prima traversata. Quest’ultima gli offrirà spunti per il romanzo Redburn: il suo primo viaggio. Sarà solo la prima di numerose esperienze in mare che segneranno profondamente la sua produzione letteraria.

In particolare, le sue avventure tra le isole del Pacifico hanno costituito la materia prima di molti suoi capolavori. Salpando a bordo della baleniera Acushnet troverà infatti l’ispirazione per la sua opera più celebre Moby-Dick, o la balena (1851). Seguiranno comunque altri romanzi e racconti, tra i quali, come vedremo Typee. Un’avventura nelle isole Marchesi con il suo seguito Omoo: narrazione delle avventure nei mari del Sud e Giacchetta bianca.

Il matrimonio e l’amicizia con Hawthorne

Nel 1847 sposò Elizabeth Shaw, figlia del presidente della Corte suprema del Massachusetts Lemuel Shaw, e con la quale ebbe quattro figli. Nel 1850 dopo aver vissuto a New York la coppia acquistò una fattoria a Pittsfield, dove Herman Melville si dedicò alla stesura del suo capolavoro Moby-Dick e di atri racconti. In questi anni strinse una forte amicizia con lo scrittore Nataniel Hawthorne a cui nel 1850 dedicò il saggio critico Hawthorne and His Mosses, opera in cui lo scrittore esprime la sua gratitudine per l’influenza che Hawthorne ebbe sulla sua produzione.

I racconti e gli ultimi anni

Proprio in questi anni Herman Melville si dedica anche alla stesura di racconti come  Bartleby lo scrivano e Benito Cereno così come alla produzione di raccolte di poesie e di altri scritti.
Negli anni, sebbene Melville continuasse a dimostrare di essere un autore prolifico, le sue opere furono spesso accolte con un certo scetticismo. In gran parte questo è dovuto ad uno stile particolarmente sperimentale per i suoi tempi e talvolta ai temi sconvenienti, come l’incesto nel romanzo Pierre, o delle ambiguità.

Dopo i successi di Typee e Omoo, le opere successive non furono accolte con lo stesso entusiasmo e tra il 1856 e il 1857 viaggiò tra Inghilterra, Palestina e Italia; nel 1866, sempre a causa dello scarso favore della critica, accettò un impiego come ispettore doganale nel porto di New York.

Nel 1890 dopo la morte dei due figli maschi rispettivamente nel 1867 e 1886, Melville contrasse l’erisipela, e dopo aver concluso l’ultimo romanzo Billy Budd morì a New York nel 1891.

Le opere più famose di Herman Melville

Sebbene la critica postuma lo abbia consacrato come uno dei più attenti e acuti esaminatori delle questioni sociali e culturali del suo tempo, in vita Herman Melville non godette dello stesso successo di cui gode oggi.

Tra le sue opere certamente un ruolo di rilievo è rivestito da Moby-Dick (1851), classico per eccellenza della letteratura americana e definito un capolavoro dalla corrente culturale del Rinascimento Americano, nonché la sua opera con più adattamenti cinematografici. Ma vediamo alcune delle sue opere più famose.

Typee. Un’avventura nelle isole Marchesi

Tra le sue opere più famose c’è sicuramente Typee (1846), il romanzo d’esordio dello scrittore americano. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti e vissuti in prima persona da Herman Melville. Il protagonista della storia, nonché narratore retrospettivo, è Tommo che anni dopo l’accaduto racconta di quando insieme all’amico Toby disertò la baleniera Dolly.

Il soggiorno nella valle dei Typee verrà sempre ricordato come una paradisiaca fuga dai mali della società occidentale. I due si renderanno conto presto di essere a tutti gli effetti prigionieri di una tribù di cannibali. In questo senso, l’opera è una riflessione su quanto la civilizzazione abbia corrotto l’essere umano. La valle in cui vivono i Typee è sempre descritta accentuandone la qualità edenica, all’insegna dell’armonia e della gentilezza. Al contrario la nave Dolly è metafora dell’atroce mondo occidentale.

Giacchetta Bianca

Nel 1850 viene invece pubblicato Giacchetta bianca, romanzo ambientato a bordo di una nave militare in cui lo scrittore si concentra sulla descrizione della vita e delle attività quotidianamente svolte dall’equipaggio, lasciando però ampio spazio all’analisi delle gerarchie sociali che regolano i rapporti tra gli uomini a bordo.

Moby-Dick

Moby-Dick è un’opera ispirata da avvenimenti reali come l’affondamento della baleniera Essex di Nantucket causato dall’urto con un capidoglio nelle acque del Pacifico e dall’uccisione del capidoglio Mocha Dick a largo dell’isola di Mocha nel Chile. Fu pubblicata in America nel 1851 dalla casa editrice Bentley.

Ismaele è l’unico sopravvissuto, nonché narratore delle vicende del capitano Achab a bordo della baleniera Pequod che insieme al suo equipaggio dà la caccia della Balena Bianca che darà poi il titolo all’opera.

Tra i temi principali di Moby-Dick figurano il dramma della vita umana, l’eterno dilemma tra il Bene e il Male, ma anche la sete di vendetta che spinge il capitano Achab a vagare per anni tra gli oceani alla ricerca del mostro.

L’opera, ricca di riflessioni scientifiche, religiose e filosofiche – in pieno stile melvilliano – almeno apparentemente potrebbe apparire come un ordinario romanzo di avventura, un genere particolarmente apprezzato dal pubblico americano del tempo. Ma esso è molto di più.

La balena bianca
La balena bianca

Le vicende narrate, lo stile adottato e la profondità dei temi, hanno fatto sì che la critica parlasse sempre più di Herman Melville come di un precursore del Modernismo. Quella di Achab è infatti un’odissea moderna, l’eterno viaggio alla ricerca del significato della condizione umana. Ma in un’ottica imperialista? Come suggeriscono alcuni elementi allegorici nell’opera, il romanzo è anche una parabola dell’inarrestabile espansionismo americano. Siamo nel diciannovesimo secolo e a bordo gli uomini dell’equipaggio sono trenta, proprio come il numero di Stati che allora componeva la repubblica americana. Analogamente, la baleniera Pequod, diventa un microcosmo della società americana, colta dalla penna di Melville in tutte le sue contraddizioni.

Bartleby lo scrivano

Pubblicato nel 1853, tra le sue opere più famose di Herman Melville certamente quello che segue le vicende di Bartleby lo scrivano è uno dei più celebri.
Il narratore è il titolare di uno studio legale di Wall Street, che dopo aver deciso di assumere un terzo impiegato conoscerà l’eccentrico Bartleby. Egli è una figura “pallidamente linda, penosamente decorosa, irrimediabilmente squallida!”

Se in un primo momento lo scrivano si mostra diligente, col passare del tempo rifiuterà sempre di più di svolgere i suoi compiti. “Preferirei di no” è la risposta paradossale che fornirà. Sconcertato dall’eccentricità dell’uomo, il principale scopre che Bartleby non ha amici né famiglia.  Dispiaciuto all’idea di licenziarlo deciderà di tenerlo con sé.

Ciononostante, l’uomo non riprenderà mai il suo lavoro e continuerà ad aggirarsi nello studio, anche quando subentreranno nuovi inquilini. La scusa è sempre la stessa: lo scrivano preferisce non apportare cambiamenti alla sua vita. Anche una volta finito in prigione con l’accusa di vagabondaggio, il narratore tornerà a fargli visita. Lo scrivano però si lascerà morire di inedia.

Lo stile di Herman Melville

Nella produzione letteraria di Herman Melville un ruolo fondamentale è svolto dall’esperienza autobiografica. La sua prosa è lineare e ricca di descrizioni e allegorie. Le sue opere si concentrano su tematiche che sono tra più disparate e ancora oggi estremamente attuali. I riferimenti intertestuali sono non solo letterari, ma anche religiosi, metafisici, filosofici. Il suo stile è indice di uno sperimentalismo che ha spesso causato scetticismo negli editori inglesi e americani del diciannovesimo secolo. Ciononostante, la fama postuma che lo scrittore ha ottenuto dimostra quanto esso stesso fosse il suo punto di forza.

Roberta Natalia Macari