Così parlò Zarathustra: Nietzsche e la morte di Dio

Così parlò Zarathustra è uno dei testi più celebri tra gli scritti del suo autore, il filosofo Nietzsche, nonchè una delle opere più importanti nella storia della filosofia occidentale. In questo articolo lo analizziamo passo passo e forniamo una sintesi dei suoi contenuti.

Introduzione al Così parlò Zarathustra

Innanzitutto, va detto che il Così parlò Zarathustra è uno scritto molto ricco, e siccome non è un trattato, un testo di tipo scientifico, bensì un racconto, è soggetto a numerose interpretazioni che ne fanno uno stimolo a riflessioni molteplici e sempre nuove. Infatti, mentre con un trattato è più facile la comprensione di cosa il suo autore comunica, con un racconto di questo tipo non ne abbiamo la certezza. In effetti, forse questo è un effetto che lo stesso Nietzsche desidera, dato che la narrazione, traboccante simboli e rimandi ad altre opere, assume i connotati di un viaggio iniziatico che il lettore compie assieme a Zarathustra.

Insomma, il Così parlo Zarathustra appare un’opera di tipo esoterico. Cioè, un testo il cui significato è comprensibile solo a quei pochi che riescono a svelarne i segreti. In effetti, già il titolo completo, Così parlò Zarathustra, un libro per tutti e per nessuno, enfatizza questo aspetto dell’opera. Tuttavia, nonostante tale struttura, anche la definizione di opera esoterica può essere un errore. Cioè, Nietzsche fa suo questo tipo di impianto. Ma non è detto che il testo possieda per davvero una verità nascosta e potrebbe trattarsi piuttosto del tentativo dell’autore di burlarsi del lettore che, invece, crede nell’esistenza di tale verità. Questa è una delle possibili interpretazioni ad esempio della vicenda di Zarathustra e la vita, di cui parliamo più avanti.

Nietzsche scrive Cosi parlò Zarathustra in quattro parti, realizzate tra 1883 e 1885. Dunque, è un’opera che egli scrive sui quarant’anni. Cioè, con alle spalle la pubblicazione di altri scritti quali La nascita della tragedia, La gaia scienza e Umano troppo umano. Perciò, vi troviamo vari temi cari a Nietzsche e da lui già trattati.

Prefazione del Così parlò Zarathustra

Così parlò zarathustra
Fonte immagine: Wikimedia Commons, The Hermit

«Quando Zarathustra ebbe trent’anni, lasciò il suo paese e il lago del suo paese e andò sui monti. Qui gustò il suo spirito e la sua solitudine, per dieci anni, senza stancarsene».

Così inizia il testo di Nietzsche, che ci rivela che lo Zarathustra del racconto ha quarant’anni. Ma dopo questo lungo periodo in cui vive sui monti, Zarathustra sente l’esigenza di compiere un viaggio, quello che nel testo viene definito “il tramonto di Zarathustra“. Così, durante la discesa dalla montagna, incontra un vecchio Santo che lo riconosce, in quanto incontrato dieci anni prima all’inizio della scalata al monte. Quindi, Zarathustra gli spiega che discende per rivelare la verità agli uomini, che egli ama. Invece, il Santo gli dice che egli amava gli uomini. Ma essi sono imperfetti. Perciò, ora è lontano da loro e ama Dio. Così, i due si salutano in amicizia. Ma Zarathustra si chiede come fa il Santo a non sapere che il Dio che egli ama è morto.

Poi, giunto nella cittadina più vicina, egli predica nelle strade la morte di Dio e l’avvento prossimo dell’oltreuomo. Tuttavia, la folla lo deride e assiste allo spettacolo di un funambolo, che vi trova la morte in una caduta. Così, Zarathustra ne prende il cadavere e vaga per i boschi fino alla casa di un eremita che lo rifocilla. Poi, una volta sepolto il morto, decide di non andare alla ricerca né di seguaci né di morti, bensì di compagni di viaggio.

Così, proprio quando sorge il sole e fissa questo proposito, vede in volo un’aquila con sopra un serpente, che reca con sé non come preda ma come amico. Quindi, Zarathustra si rallegra e li chiama “i suoi animali”.

Prima e seconda parte

Dopo la prefazione, la prima parte prosegue con I discorsi di Zarathustra. Cioè, una sezione in cui Zarathustra espone un lungo discorso dal tono profetico. In parte lo tiene nel villaggio “la Mucca pezzata” e molti si definiscono suoi discepoli. Tuttavia, quando questi lo seguono lungo il cammino, dice loro che vuole continuare il viaggio da solo. Così, questi gli regalano un bastone con impugnatura dorata a forma di serpente e di sole. Ma prima di lasciarli, egli gli dedica altri discorsi. Infine, auspica ancora la venuta dello Übermensch.

Dunque, nella seconda parte Zarathustra torna sulla montagna e vive in una caverna, finché non sogna un bambino con uno specchio in cui egli non vede la sua immagine, bensì un demone che ghigna. Zarathustra lo interpreta come la distorsione della sua dottrina da parte dei potenti. Perciò, deve ora viaggiare per ritrovare i compagni smarriti. Così, si alternano dialoghi di Zarathustra con persone e animali, in cui egli espone altre idee, inclusa quella che Zarathustra appartiene al genere dei poeti, e che i poeti mentono. Inoltre, per tre giorni Zarathustra scompare, e si vocifera che è morto. Ma al suo ritorno, egli racconta della sua vittoria, tramite un discorso, sul cane di fuoco.

Tuttavia, Zarathustra si abbatte, per tre giorni non mangia e beve e cade in sonno profondo. Poi, al risveglio racconta che nel sogno egli diventa un guardiano dei morti. Ma a un certo punto qualcuno bussa alla porta: una cassa da morto che cade a terra, seguita da mille risa. Così, uno dei discepoli interpreta il sogno: è Zarathustra stesso la cassa che distrugge il portone della morte con le risa, e questa interpretazione placa il suo animo turbato. Ma nell’ora più silenziosa una voce lo esorta a diventare bambino ed egli ricerca la solitudine.

Terza parte

Così, Zarathustra sale la montagna e piange gli amici abbandonati. Poi, raggiunta la costa e imbarcatosi, racconta ai marinai che sulla montagna si era seduto su di lui un mezzo nano, lo spirito di gravità. Così Zarathustra lo sfida e gli indica un arco attraversato da una strada dalle estremità infinite, quella che va indietro e quella che va avanti. Il nome dell’arco è “attimo“. In effetti, nel dialogo col nano Zarathustra espone l’idea dell’eterno ritorno, in quanto il nano afferma che la strada è curva e le due estremità si incontrano.

Ma ecco che vedono un pastore morso da un serpente strisciato in gola, e Zarathustra gli dice di morderlo. Così, gli stacca la testa con un morso. Questi è, come lascia intuire Zarathustra, l’oltreuomo. Poi, dopo il racconto, Zarathustra continua il viaggio e si ritrova solo. Ma ecco che raggiunge un villaggio di piccole case abitato da piccoli uomini. Di essi, egli dice che possiedono una piccola virtù: la viltà. Invece, più avanti, raggiunge la grande città, dialoga con un pazzo e afferma che tale città non ha nulla da migliorare o peggiorare, per questo la desidera vedere a fuoco.

Ma quando finalmente ritrova la solitudine, si accorge di avere delle nuove tavole di pietra con delle leggi scritte sopra da consegnare agli uomini. Così, dopo diversi giorni di tribolazioni, gli animali che vivono presso di lui lo invogliano ad uscire dalla caverna. Ma Zarathustra li rimprovera e afferma che non esiste nessuno fuori. Tuttavia gli animali insistono, lo esortano a cantare. Poi, sopraggiunge la vita che danza e afferma che lo ama per la sua saggezza. Ma Zarathustra le dice che sa anche un’altra cosa e gliela sussurra all’orecchio.

«Tu sai questo, Zarathustra? Non lo sa nessuno.»

Quarta e ultima parte del Così parlò Zarathustra

La “Quarta e ultima parte” è ancor più ricca di personaggi delle prime tre. Infatti, se nelle prime troviamo gruppi che dialogano con Zarathustra come i discepoli, i cittadini, gli animali, e qualche personaggio come il nano, il cane di fuoco e la vita, qui abbiamo invece un susseguirsi di singoli personaggi ben identificati. Dunque, tali personaggi, in ordine di comparsa, sono l’indovino, il re di destra, il re di sinistra, il coscienzioso dello spirito, il mago, il papa, l’uomo più brutto, il mendicante volontario, l’ombra. Poi, ritornano l’aquila e il serpente già incontrati in precedenza.

Innanzitutto, sono passati altri anni e Zarathustra ha i capelli bianchi. Così, gli animali lo esortano a salire su un’altra montagna. Zarathustra chiede che gli procurino del miele, giacché vuole fare il “sacrificio del miele”. Anche se, come rivela al lettore, il sacrificio è solo una scusa, in quanto egli desidera il miele. Ma mentre disegna con uno stecco sul suolo la sua figura, lo raggiunge un indovino conosciuto anni prima. Infatti, questi gli dice che l’uomo superiore lo chiama a gran voce. Quindi, Zarathustra dice di volerlo cercare, perché è entrato nel suo dominio e deve assicurarsi che stia bene. Ma l’indovino lo accusa di volersela svignare e afferma che aspetterà il suo ritorno nella caverna. Zarathustra va via e afferma che anche lui è un indovino.

Così, Zarathustra incontra il re di destra e il re di sinistra con un asino, i quali affermano di scappare dalla plebe da cui sono disgustati e cercare l’uomo superiore. Infatti, la plebe diventa sempre più forte e afferma di avere virtù pari alle loro, e la società è una falsità, in quanto i re devono sempre dimostrare di essere migliori della plebe.

Il coscienzioso di spirito, il mago, e gli altri

Poi, Zarathustra incappa in un uomo col braccio che sanguina. Quindi, gli offre un aiuto, che viene accettato solo dopo aver rivelato il suo nome. Così, l’insanguinato spiega che per amore della sanguisuga il suo braccio è stato morso dieci volte. Infine, egli rivela che è il coscienzioso di spirito, è che è meglio non conoscere piuttosto che sapere le cose a metà.

Dunque, Zarathustra prosegue e incontra un uomo tremante e lamentoso. Zarathustra lo picchia col bastone e questi si alza, affermando che ha fatto ciò per gioco e per metterlo alla prova. Ma Zarathustra afferma di sapere che egli è un bugiardo ormai perso nelle sue bugie, e non crede neanche a quest’ultima affermazione. Così, il mago afferma che è vero il suo essere spezzato, e che cerca l’uomo autentico.

Poi, Zarathustra incontra un vecchio che piange perché, come gli spiega, ha visto la morte dell’uomo autentico, crocifisso. Zarathustra consola il papa, afferma che ormai quell’uomo è morto. Ma più avanti dalla terra sorge una voce, quella dell’assassino di Dio, il più brutto degli uomini. Più avanti, incappa in un uomo che parla a delle mucche, il mendicante volontario, un ricco che ha donato tutto ai poveri ma che i poveri non hanno accolto. Ancora, gli si avvicina più in là un viandante che si definisce l’ombra, in quanto da tempo ha inseguito Zarathustra. Così, per tutto il giorno egli cerca l’uomo autentico. Ma siccome non lo trova, torna nella sua caverna.

Il banchetto

Così parlò Zarathustra
Fonte immagine: Wikimedia Commons. Serpente e aquila.

Infine, di ritorno alla caverna, Zarathustra vi trova tutti quelli che ha incontrato, insieme all’aquila e al serpente. Tutti cercavano l’uomo superiore, e ora tutti sono nella caverna di Zarathustra. Così, i presenti organizzano un banchetto con ciò che Zarathustra offre loro, e dopo il canto dell’ombra e il ragliare dell’asino, Zarathustra gioisce perché quel giorno è una vittoria sul suo rivale, lo spirito di gravità. Però, mentre pensa questo, si accorge che tutti i presenti, bruciato dell’incenso, iniziano a pregare l’asino come nuovo dio. Così, Zarathustra li rimprovera rabbioso. Ma poi la festa ricomincia, e Zarathustra danza e canta al chiaro di luna.

«Così parlò Zarathustra e lasciò la sua caverna, ardente e forte, come un sole mattutino che emerge da oscure montagne»

Cosa ci comunica il Così parlò Zarathustra?

Scrive Carlo Sini che, a oltre un secolo dalla sua composizione, non è certo che possiamo dire con tranquillità che cosa è il Così parlò Zarathustra. Si tratta di un testo ricco di rimandi agli scritti biblici, a miti pagani e ai racconti dei dialoghi platonici, oltre che simboli alchemici. Sono toccati temi cari a Nietzsche, quali la volontà di potenza, la nascita della religione e della società, il dionisiaco, l’eterno ritorno dell’uguale. E forse il senso è proprio raccogliere tutti questi elementi che caratterizzano il pensiero occidentale.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Nietzsche, Così parlò Zarathustra, con un saggio di Carlo Sini, Mondadori 2001.

Sitografia

Audiolibro integrale del Zarathustra di Nietzsche letto da Walter Zanardi.

Commento di Giuliano Campioni al Zarathustra di Nietzsche Così al Festival della filosofia del 2016.

Nota: l’immagine di copertina è ripresa da Lookandlearn.com.