Filosofia Scolastica: definizione e storia

La Filosofia Scolastica è il nome con cui si indica il pensiero cristiano tra VIII e XIV secolo. Anche se il filo conduttore tra tutti i pensatori che ne fanno parte è il cristianesimo, tra di essi vi sono grandi differenze, determinate anche dal vasto arco temporale a cui appartengono. In questo articolo approfondiamo la definizione di Scolastica, le varie fasi storiche del suo sviluppo e illustriamo il pensiero dei maggiori rappresentanti.

Dalla scolastica latina alla filosofia Scolastica

Il termine “scolastica” è più antico del Medioevo e del cristianesimo. Infatti, è una parola greca, che poi utilizzano autori latini, come Plinio e Seneca, e che significa alla lettera “educato in una scuola”. In effetti, si tratta di scuole che insegnano in particolare l’arte retorica.

Filosofia Scolastica
Alcuino di York, principale artefice della schola palatina, consegna i suoi testi a Carlo Magno in un’illustrazione di Victor Schnetz. Fonte immagine: Wikipedia.org.

Invece, col Medioevo la schola ha un obiettivo ulteriore: la conciliazione di elementi della cultura classica col cristianesimo. Infatti, se il cristianesimo, in quanto religione, asserisce delle verità di fede che come tali vanno accettate senza messa in discussione, l’eredità della cultura filosofica greco-latina afferma l’importanza dell’uso della ragione. Dunque, l’obiettivo dei pensatori di questi secoli diviene una conciliazione tra questi due aspetti. Ecco perchè il Medioevo recupera il termine “scolastica” di diretta derivazione dal mondo pagano. Così, con questa parola intendiamo tanto il pensiero legato a un’impostazione metafisico-teologica, in quanto proiettato alla riflessione intorno i misteri della fede, tanto i metodi dell’insegnamento nelle scuole medievali.

La schola più famosa è forse la Scuola (o Accademia) Palatina. Cioè, il cenacolo di intellettuali, provenienti da tutta Europa, voluto da Carlo Magno ad Aquisgrana. Infatti, il nome “palatino” deriva proprio dal fatto che la schola si trova presso il palazzo reale stesso. Obiettivo di Carlo Magno è la formazione di una classe intellettuale che lavori nella gestione dell’impero carolingio. Perciò, tra le aree con maggior presenza di pensatori riconducibili alla filosofia Scolastica vi sono quelle che fanno parte di questo impero, come le attuali Francia, Italia e Germania.

Patristica e filosofia Scolastica

Tuttavia, l’incontro tra pensiero razionale di derivazione classica e cristianesimo avviene prima della filosofia Scolastica. Cioè, tra il secondo e il sesto secolo dopo Cristo, con quel filone filosofico che prende il nome di patristica. In effetti, ancora con Boezio nel sesto secolo possiamo parlare di patristica. Cioè, del tentativo, da parte degli intellettuali cristiani, di difesa della dottrina cristiana contro le persecuzioni e le critiche del mondo pagano. Ma questa necessità a mano a mano a scompare, dato che il cristianesimo si afferma sempre più in Europa nel Medioevo.

Insomma, se la patristica è la difesa della dottrina cristiana, la filosofia Scolastica è un modello di educazione e istruzione che abbraccia tutti i rami del sapere e fondato sui principi cristiani. Perciò, soprattutto nella prima fase, tale insegnamento avviene nei monasteri a opera di uomini di Chiesa, e poi, verso il XIII secolo, nelle università. Lo schema classico di tali insegnamenti è quello noto come “arti del trivio e del quadrivio”, cioè il complesso delle materie letterarie (grammatica, dialettica, retorica) e scientifiche (aritmetica, geometria, astronomia, musica).

Comunque, va detto che anche la filosofia Scolastica, proprio come la patristica, ha un “nemico” contro il quale deve confrontarsi. Cioè, il pensiero islamico. Infatti, mentre sulle rovine dell’Impero Romano attecchisce il cristianesimo, dalla penisola arabica prende forma un’altra religione monoteista, l’Islam. Come il cristianesimo, anche l’Islam cerca un contatto con la ricca cultura greco-latina che lo precede. Poi, una volta consolidatosi, tenta l’espansione anche in quelle aree in cui ha già trovato diffusione il pensiero cristiano. Così, il Mediterraneo diviene un terreno di scontro tra queste due religioni e culture. Ma ciò non solo tramite le guerre che caratterizzano il Medioevo, bensì anche col confronto che i pensatori di ambo le fazioni intavolano nel corso di questi secoli.

Evoluzione della filosofia Scolastica: la prescolastica

La filosofia Scolastica, come ricordato, inizia verso l’VIII secolo e si conclude in pieno Rinascimento, verso il XIV secolo. Dunque, come risulta evidente, essa subisce in questo lasso temporale di sei secoli numerose trasformazioni. In effetti, gli studiosi individuano di solito quattro fasi. Cioè, la fase “prescolastica“, propria dei primi due secoli. Poi, l’Alta Scolastica, dal decimo al XII secolo. Segue la Bassa Scolastica del XIII secolo. Infine, la Tarda Scolastica del XIV secolo. In effetti, questa suddivisione ricalca quella che viene compiuta in ambiente anglosassone nei confronti del Medioevo, distinto anch’esso in quattro periodi.

Innanzitutto, la fase della prescolastica fa riferimento alla schola palatina a cui abbiamo accennato. In effetti, gli storici soprannominano questo momento come “rinascimento carolingio“, proprio perchè Carlo Magno promuove la cultura con la fondazione di questa schola. Tra i principali artefici di questo nucleo di intellettuali troviamo Alcuino di York, filosofo e teologo anglosassone consigliere dell’imperatore carolingio. In campo teologico, Alcuino è ricordato per i suoi commentari alle Sacre Scritture e la revisione al testo della Vulgata, la traduzione in latino della Bibbia.

Ma accanto ad Alcuino ricordiamo altri pensatori vissuti oltre i confini dell’Impero carolingio. Cioè, Isidoro di Siviglia, teologo spagnolo che tratta nei suoi libri di qualsiasi aspetto dello scibile umano. Infatti, egli tenta anche una teogonia nella quale usa la cronologia biblica per la datazione di vicende extra-bibliche appartenenti alla sfera del mito e della leggenda di altri popoli. Poi, altri pensatori bizantini, come Massimo il Confessore, che si schiera contro l’eresia dell’imperatore bizantino Eraclio, e ancora il “San Tommaso d’Oriente”, Giovanni Damasceno, che sostiene la possibilità di raffigurare la divinità in antitesi alla religione ebraica. Infine, tra questi e molti altri, Giovanni Scoto Eriugena, monaco irlandese che identifica filosofia e teologia.

L’Alta Scolastica

Dunque, riguardo alla fase successiva, “l’Alta Scolastica“, ricordiamo in particolare due filosofi. Cioè, Anselmo d’Aosta e Pietro Abelardo.

Anselmo d’Aosta, arcivescovo cattolico franco dell’XI secolo, è un pensatore fondamentale per la storia dell’intreccio tra religione e fede. Infatti, per Anselmo la rivelazione che l’uomo riceve per mezzo delle Sacre Scritture è un livello di conoscenza indispensabile. Così, nonostante l’importanza che la ricerca razionale può avere, essa non può sussistere senza la propria fondazione sulle verità di fede. Però, allo stesso tempo, il pensatore ammette che solo la ragione permette una comprensione corretta dei misteri della fede. Nelle parole di Anselmo gli studiosi colgono un debito nei confronti del neoplatonismo, mediato probabilmente dal pensiero agostiniano. Ciò è evidente anche nella scelta dello stile dialogico in alcune sue opere dedicate al problema dell’esistenza del male. Cioè, la cosiddetta “trilogia della libertà”.

Pietro Abelardo vive anch’egli nell’XI secolo in Francia e riflette in modo eguale sul rapporto tra fede e ragione. Così, egli arriva ad affermare che “non si deve credere in nulla se prima non lo si è capito”. Difatti, le sue posizioni lo portano quasi a essere perseguitato come eretico e si scontra tra gli altri contro Bernardo di Chiaravalle. Ma proprio le sue riflessioni gettano a poco a poco il metodo della Scolastica. Cioè, una ricerca continua sulle verità di fede attraverso l’uso della ragione, con a fondamento la dottrina della logica di Aristotele. Infatti, compito della logica è lo stabilire la verità o falsità di un discorso. A questo proposito, va ricordato anche il tentativo di Abelardo di spiegare la Trinità attraverso le argomentazione presenti nel dialogo platonico Il Timeo.

Ma la lista è ancora lunga. Ricordiamo tra gli altri Berengario di Tours, per le sue riflessioni sulla transustanziazione. Poi, Pier Damiani, autore di più di settecento manoscritti.  

La Bassa Scolastica

Comunque, è la Bassa Scolastica a essere considerata la fase più ricca tra tutti questi momenti. Innanzitutto, a essa appartiene Tommaso d’Aquino, teologo e frate domenicano italiano, simbolo della Scolastica stessa, nonchè pensatore indispensabile per il pensiero cattolico. Infatti, egli pone un parallelo tra l’essenza divina e la descrizione dell’Essere parmenideo. Inoltre, Tommaso valorizza la filosofia, anche quella pagana. Ma pone la differenza tra questa e la teologia. Cioè, la filosofia muove dalle cose create verso Dio. Dunque, il suo procedimento è ascendente. Invece, la teologia muove da Dio e arriva alle cose terrene. Dunque, è discendente.

Poi, un altro pensatore italiano che appartiene a questo periodo è Bonaventura da Bagnoregio. Cardinale francescano, difende la patristica e combatte l’aristotelismo, mentre riprende aspetti sia del neoplatonismo sia del sapere ebraico ed islamico. Infatti, come certo pensiero islamico, egli ritiene che qualsiasi forma di sapere, tanto la filosofia quanto la religione, derivano da Dio. Ma il criterio per misurare la verità deriva soltanto dalla fede e non dalla ragione. Inoltre, Bonaventura approfondisce la natura della Trinità.

Invece, secondo gli studiosi, il primo pensatore che appartiene alla Bassa Scolastica è Roberto Grossatesta. Questo vescovo inglese modella il metodo scientifico su quello classico greco, in particolare aristotelico. Inoltre, egli riflette sul rapporto che deve scorrere tra Chiesa e potere temporale.

Altri importanti pensatori sono Alberto Magno, maestro di Tommaso d’Aquino. Poi, Ruggero Bacone, il “primo empirista”. E ancora Boezio di Dacia e Sigieri di Brabante.

La Tarda Scolastica 

Filosofia Scolastica
John Duns Scoto in una raffigurazione del 1400.

I pensatori del XIV secolo dimostrano con le loro riflessioni una temperie culturale diversa, quale è quella che conosciamo come Rinascimento. Così, la Scolastica giunge a quella che è la sua ultima fase. Qui troviamo ad esempio Duns Scoto, il “Dottore Sottile”, francescano scozzese, che formula il concetto di haecceitas. Cioè, ogni essere umano è un unicum in quanto appartiene a un “qui” e un “ora”. Ma proprio l’haecceitas costituisce il limite della mente umana che gli rende impossibile la conoscenza di Dio, che trascende l’haecceitas stessa.

Poi, un altro pensatore è Guglielmo di Ockham, famoso per il suo metodo gnoseologico noto come “rasoio di Ockham”. Infatti, il teologo inglese propone questo modello per conoscere non solo ciò che appartiene al mondo fisico. Ma anche la sfera del metafisico, come ad esempio gli angeli. Insomma, il “rasoio”, nell’ottica di liberare la mente umana dalle troppe astrazioni, diviene un’arma contro il pensiero scolastico stesso.

Infine, sono considerati parte della tarda Scolastica altri teologi tra cui Giovanni Buridano, lo studioso di mnemotecnica spagnolo Raimondo Lullo, e il vescovo studioso di logica Alberto di Sassonia. Proprio le riflessioni di tutti loro aprono la strada al pensiero rinascimentale.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

N. Abbagnano, Storia della filosofia, Vol.1: La filosofia antica, la patristica, la scolastica, Utet 2017.

R. Schonberger, La scolastica medievale, Vita e pensiero 1997.

Sitografia

Silvano Borruso, Filosofia scolastica e modernità, intervista sul canale Youtube di Scuola di Filosofia di Fornace. https://www.youtube.com/watch?v=Ltuei5anAL4.

Nota: la fonte dell’immagine di copertina è da Wikipedia.org.