Prima di fare un viaggio attraverso gli le tradizioni del Marocco , rispondiamo alla domanda:
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Il Marocco, ufficialmente Regno del Marocco, è uno Stato dell’Africa settentrionale, situato all’estremità più occidentale della regione del mondo arabo, denominata Maghreb (traducibile in “Occidente”). È una monarchia costituzionale dove il sovrano è Mohammed VI. Cosa vuol dire monarchia costituzionale? Nella monarchia costituzionale, a capo dello Stato c’è un sovrano che esercita i poteri secondo uno Statuto costituzionale. Al sovrano spettano i poteri rappresentativi e quelli di nomina di altre cariche.
Dopo aver fatto una piccola introduzione geografica, partiamo con il dire quali sono gli abiti che costituiscono le tradizioni del Marocco. Le donne marocchine preferiscono indossare il caftano, che è una lunga tunica che può essere utilizzata da sola o sopra altri indumenti, fino alla caviglia oppure il boubou (è la classica tunica femminile e maschile in uso in tutta l’Africa occidentale [in particolare Senegal, Nigeria, Mali] e, in misura minore, in Nord Africa. Si tratta di un indumento lungo, cucito da un unico pezzo di tessuto).
Per quanto riguarda i capelli sono sempre coperti, talvolta raccolti in una treccia. Gli uomini marocchini, invece, indossano la tradizionale djellaba o dishdasha, ovvero una tunica tradizionale marocchina (generalmente di colore blu) lunga fino ai piedi e dotata di un cappuccio utile per ripararsi da sole, vento e sabbia. L’abbigliamento completo prevede che ricopra sia la camicia di tela, sia i pantaloni.
Una delle caratteristiche che contraddistingue la tradizione culinaria del Marocco è sicuramente l’uso di spezie ed erbe. Tra gli ingredienti più diffusi invece ci sono il montone, l’agnello, il manzo, il pollo ed il coniglio. Vediamo ora alcuni dei piatti tipici marocchini:
La religione più diffusa in Marocco è l’Islam. Si stima infatti che il 99% circa della popolazione sia musulmana, il restante 1% segue o il cristianesimo o l’ebraismo. I marocchini che si dichiarano non religiosi sono pochissimi, ma si ritiene che possano essere di più e che non si dichiarino tali per paura di subire l’esclusione dalla società.
L’Islam è una religione monoteista abramitica, si è manifestata nella cittadina della Mecca (nella penisola araba). È una religione che i fedeli vogliono rivelata a Maometto (Muhammad o Mohamed), considerato dai musulmani l’ultimo profeta portatore di legge, il quale sarebbe stato inviato da Allah per rimarcare definitivamente la rivelazione, annunciata per la prima volta ad Adamo, il primo uomo e profeta.
In Marocco ci sono delle regole da rispettare, dettate dalla cultura, dalla religione e dalle tradizioni che caratterizzano questo Paese. Ecco cosa non bisogna fare in Marocco:
Una parte importante delle tradizioni del Marocco è il matrimonio. L’organizzazione del matrimonio varia da regione a regione, viene celebrato secondo riti ancestrali. La celebrazione del matrimonio rispetta i precetti dell’Islam essendo, come abbiamo detto prima, un Paese di tradizione musulmana. Ci sono diverse fasi, si parte dal fidanzamento fino ad arrivare al giorno del matrimonio, ma andiamo per ordine.
Il fidanzamento inizia quando il futuro sposo si presenta, insieme alla sua famiglia, a casa della sposa per chiedere la mano alla famiglia della sposa. Da qui entrambe le famiglie decideranno la quota della dote della sposa che lo sposo dovrà pagare, la data ed i costi della cerimonia. Durante questa fase di fidanzamento è tradizione che lo sposo riempia la sposa con regali, gioielli ed abiti. Il pagamento della dote segna la fine della fase di fidanzamento e l’inizio della fase nuziale.
Il Kaghet è una cerimonia dove, con la presenza di un comitato ristretto, composto dai parenti più vicini agli sposi, questi ultimi firmano il certificato di matrimonio in presenza di un Adel che è il notaio di diritto musulmano.
Il giorno prima del matrimonio, per le tradizioni del Marocco, la sposa viene portata all’Hamman, che sono degli stabilimenti balneari edificati vicino alle moschee per facilitare la purificazione del corpo e dell’anima prima dei rituali di preghiera, per un bagno purificatore. Questo bagno avverrà insieme ad altre donne vicine alla sposa come amiche o parenti ed eventualmente i futuri suoceri. Durante il bagno viene usato del profumo d’incenso e l’unica illuminazione presente sarà data da delle candele che simboleggiano l’illuminazione del cammino della felicità.
Alla cerimonia dell’Hamman segue quella dell’Henna dove la sposa, sempre circondata dalle persone a lei più vicine, indossa il caftano (abito tradizionale marocchino) verde e oro. Durante questo rituale una donna che sa disegnare prepara la sposa con disegni che raffigurano la fertilità e la felicità coniugale; questi disegni si troveranno sulle mani, sulle braccia, sui piedi e/o in altre parti del corpo a seconda delle preferenze della sposa. Vengono utilizzate le foglie pestate e tritate di una pianta detta “del paradiso” per il suo colore verde e per i simboli che essa rappresenta come protezione dal malocchio. Alla fine di questa cerimonia la sposa passa da giovane a sposata.
Dopo la cerimonia al municipio si svolgerà il vero e proprio matrimonio marocchino. Di solito inizia la sera presto, durante la serata si servono tè e torte di vario tipo. All’inizio della serata si svolge la “berza”, una cerimonia di presentazione della sposa. La sposa entrerà nella sala su di un Amariya, una sorta di baldacchino sorretto dai parenti, in modo da essere osservata da tutti gli invitati; lo sposo si troverà invece a camminare davanti alla sposa. Essa sarà vestita con un “tachcita” tradizionale, che può cambiare a seconda della posizione sociale.
A livello organizzativo la sposa sarà accompagnata da queste figure femminili chiamate Negafates. Esse sono molto puntigliose su qualsiasi dettaglio, si preoccupano che tutte le tradizioni siano rispettate rigorosamente e durante la cerimonia saranno responsabili dei vari cambi d’abito della sposa. Dopo i festeggiamenti, entrambe le famiglie si incontrano a casa dello sposo per condividere un pasto, il primo da marito e moglie.
In tutte le città del Marocco si svolgono diverse celebrazioni che fanno parte delle tradizioni del Marocco. Alcuni di questi festival che vale la pena citare sono: il festival Tan-Tan, inserito dal 2008 nel patrimonio culturale dell’umanità, la Festa delle ciliegie a Sefrou, il Moussem delle rose a Kalâat M’gouna ed il festival di Gnaoua a Essaouira.
Parte delle tradizioni del Marocco è la musica. Merita di essere citata la musica Gnawa, racconta la storia degli schiavi dell’Africa subsahariana. Canti e danze sono i rituali adottati dagli Gnaouas. Gli artisti indossano costumi colorati e cantano al ritmo di “Lguembri” e “Qraqeb”, che sono i due strumenti musicali degli Gnaouas. Molti artisti da tutto il mondo sono andati in Marocco solo per esibirsi al fianco di questi straordinari musicisti.
Per citarne alcuni: Led Zeppelin, Pat Metheny, Didier Lockwood, Marcus Miller. La musica gnaoua è anche iscritta dal 2019 nel patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Vivian Salomone
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