Cassirer, storia della filosofia moderna e forme simboliche

Cassirer è uno dei più importanti pensatori europei dell’epoca contemporanea formatosi presso l’Università di Amburgo. Ricordato a lungo come uno storicista, diversi studiosi esaltano oggi altre sfaccettature di questo filosofo e presentano le sue ricerche come un valido invito alla riflessione. In questo articolo ne illustriamo la vita, la temperie culturale in cui vive, e mostriamo i vari aspetti dei suoi studi.

Cornice storica

Di solito, i manuali di filosofia ricordano Cassirer come un filosofo tedesco. In effetti, la sua città natale è Breslavia, oggi parte della Polonia. Di fatti, Cassirer nasce nel 1874, e in quella data la sua città appartiene al Regno di Prussia, porzione a sua volta dell’Impero tedesco, realtà politica che scompare solo nel 1918 alla fine della prima guerra mondiale. Proprio l’anno dopo tale data Cassirer diviene professore presso l’Università di Amburgo.  Infatti, l’Università di Amburgo nasce proprio in tale data nel solco di un progetto di riforma dell’istruzione amburghese. Così, tra le sue prime facoltà troviamo scienze politiche, scienze naturali, medicina e filosofia.

Ma anche dopo la fine della prima guerra mondiale e l’accesso al mondo universitario, la vita per Cassirer, come per molti intellettuali del centro Europa, non è facile. Infatti, dopo la parentesi della Repubblica di Weimar, dal 1933 assistiamo all’ascesa del nazismo. Le iniziali difficoltà nell’entrata nel mondo accademico prima, il nazismo e la guerra poi, comportano un percorso non facile per la diffusione del pensiero di questo filosofo in Germania. Perciò, stupisce poco che alcune sue opere siano scritte e pubblicate in inglese e anche postume come Il mito dello Stato. Infatti, tale opera vede la luce nel 1946, un anno dopo la fine del secondo conflitto mondiale e la sua stessa morte. Tuttavia, col tempo Cassirer diviene un autore contemporaneo fondamentale nella storia del pensiero occidentale.

La vita di Ernst Cassirer

Cassirer
Ernst Cassirer. Fonte immagine: Wikimedia.org.

Ernst Alfred Cassirer nasce in una famiglia di ricchi commercianti ebrei e si dedica agli studi di filosofia prima presso l’Università di Marburgo e poi all’Università di Berlino. In effetti, tutti i membri della sua famiglia, compresi i cugini, sono figure che promuovono la cultura nel panorama tedesco, in particolare il settore artistico ed editoriale. Tuttavia, Cassirer inizia prima lo studio della giurisprudenza. Ma lo abbandona ben presto a favore della filosofia. Così, ottiene l’abilitazione per l’insegnamento nel 1906 presso l’Università di Berlino. Al raggiungimento di tale risultato contribuisce il filosofo Wilhelm Dilthey.

Così, per qualche tempo Cassirer collabora con quest’ultima università, finchè non trova lavoro nel 1918 presso quella di Amburgo, della quale diviene rettore tra il 1929 e il 1930. Ma prima di questa data lavora già tra il 1921 e il 1929 e, anche grazie al suo lavoro in biblioteca, inizia le sue ricerche sulle strutture simboliche. Ad Amburgo entra in contatto con vari studiosi, tra cui Leo Strauss, di cui è supervisore della tesi di dottorato. Poi, quando il nazismo avanza, lascia la Germania e insegna prima a Oxford e poi a Gotemburgo, in Svezia. Tuttavia, quando ritiene anche la Svezia non più un luogo sicuro, si trasferisce negli Stati Uniti. In essi vive fino alla fine dei suoi giorni, dove frequenta varie università.

Prima di Cassirer: Kant ed Hegel

Condizionano le ricerche di Cassirer i grandi nomi della filosofia tedesca che lo precedono. In particolare, ricordiamo Kant, al quale dedica un testo che funge da commento e integrazione alle opere del filosofo, oggi noto come Vita e dottrina di Kant. In effetti, il debito che riconosce in Kant, come del resto avviene per tutti i filosofi successivi a Kant, è il ripensamento del rapporto tra pensiero e realtà. Cioè, l’idea che la conoscenza a priori non coglie l’oggetto della conoscenza come qualcosa di estraneo, che “appartiene al mondo”, dato che qualsiasi cosa è per l’appunto colta sempre con le lenti proprie della mente. Ecco perchè, scrive Cassirer, da Kant in poi l’interrogarsi sull’oggetto senza il sapere o sul sapere senza il suo oggetto è senza senso.

Così, egli esalta l’intuizione kantiana per cui le modalità con cui la mente umana coglie le cose particolari del mondo sono inscindibili dalla mente stessa. In effetti, Cassirer compie una rilettura della storia della filosofia moderna, che inizia con l’Umanesimo e giunge fino alla scuola cartesiana, e trova il suo apice in Kant. Cioè, l’intera storia della filosofia appare come un progressivo disvelamento della verità e l’ultima tappa di questo percorso è proprio Kant e i sistemi filosofici da lui derivati. Tra questi, Cassirer ricorda Fichte e Schelling, rappresentanti dell’idealismo tedesco, e Jacobi e Mainon.

Ma posto d’eccezione spetta ad Hegel, al quale Cassirer riconosce intuizioni rilevanti come il concetto di Spirito della storia. Tuttavia, il limite di Hegel è proprio il tentativo di dissolvere il “dualismo kantiano”. Così, afferma Cassirer:

«Nello sforzo di risolvere la dualità metodica fra ideale e realtà di fatto, Hegel ha finito per perdere nella filosofia dello spirito l’ideale di fronte al reale, nella filosofia della natura il reale di fronte all’ideale.»

L’interdisciplinarietà del pensiero di Cassirer

Se quanto abbiamo detto è vero, vero è anche che Cassirer battaglia col pensiero positivista. Infatti il positivismo, che prende forma verso la fine del 1800, vede la civiltà occidentale come l’apice di un percorso del pensiero destinato inesorabilmente verso il migliore, il certo e il preciso. Anche se Cassirer vede in Kant un salto rispetto al pensiero che lo precede, e descrive alcuni filosofi come suoi anticipatori a cui manca qualcosa (ad esempio Cartesio) egli assiste al tempo stesso all’ascesa del nazismo. Dunque, vede in modo chiaro come il progresso scientifico non sembra una strada che porta in modo certo verso il meglio e anzi apre invece a scenari inquietanti.

Difatti, se in un primo periodo Cassirer trova interesse nelle scienze matematiche e fisiche, descrive poi con una buona valutazione tutte le forme del sapere. A tal riguardo, ricordiamo il suo tentativo di conciliare le scoperte sulla relatività di Einstein e il pensiero kantiano. Difatti, ciò è argomento del testo La teoria della relatività di Einstein. Considerazioni gnoseologiche. Qui Cassirer presenta Kant come un anticipatore delle scoperte sullo spazio e il tempo di Einstein, il che mostra il tentativo di collegare le scienze e mostrare come questi collegamenti siano già presenti.

Ma il suo interesse travalica questi campi in modo più evidente nella seconda fase della sua vita. Così, qualcuno definisce il suo un percorso che va da un neokantismo alle scienze sull’uomo. Come egli stesso scrive, l’uomo è uno e al tempo stesso molteplice e si esprime in forme diverse. Però queste forme non sono separate le une dalle altre. Anzi, è proprio la connessione e la relazione tra le scienze che conferisce la possibilità di contaminazioni tra saperi vicini che producono nuovi saperi.

Il compito della filosofia

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Il filo di Arianna è una metafora usata da Cassirer stesso in riferimento al mito di Teseo e il labirinto. Fonte immagine: Wikimedia Commons.

Ma in quest’ottica, quale compito ha la filosofia? Come abbiamo detto, per Cassirer tutte le scienze hanno valore, in quanto forme diverse di espressioni del pensiero. Però tutte queste forme diventano inutili se non vi è qualcosa che funge da legante tra di loro. Non va dimenticato che nel periodo in cui vive Cassirer inizia quella stagione storica per la quale non soltanto le scienze prolificano ma producono sempre più dati e informazioni a un ritmo serrato. Insomma, il pericolo che il filosofo intravede è che tutto ciò ricade nell’inutilità. Invece, è importante non perdere d’occhio la connessione tra la ricchezza di fatti e la ricchezza di pensiero.

Perciò, è necessario un “filo di Arianna” che consenta l’uscita dal labirinto della massa di dati sconnessi. Proprio tale necessità di un punto di raccolta per le varie conoscenze è ciò che conferisce ragion d’essere alla filosofia. Cioè, essa è teoria della conoscenza. In effetti, sostiene Cassirer, questa è la natura della filosofia, ma di tanto in tanto essa va riscoperta in questa sua funzione.

Nessuna epoca storica, egli scrive, si trova più della nostra in una condizione favorevole, grazie alle fonti a cui attingere, per la conoscenza della natura umana. Ecco perchè l’attenzione è sul metodo.

La filosofia delle forme simboliche

Dunque, nella visione di Cassirer, assume un’importanza notevole la filosofia del linguaggio, che individua e rivela quelle strutture comuni a tutte le forme di espressione e conoscenza umane. Tale ricerca si coniuga con lo studio della storia dell’arte, il quale non è solo studio della tecnica, dato che l’arte è capacità espressiva dello spirito. Cioè, l’arte è la dimensione interiore che l’artista comunica e in quanto tale è linguaggio. Infatti, il linguaggio non è altro che produzione di simboli.

Se Aristotele definisce l’uomo “animale razionale”, Cassirer lo chiama “animale simbolico“. Tuttavia, il filosofo non svaluta o misconosce il ruolo della ragione, che reputa essenziale come Kant. Ma l’idea è che la mente trova forme diverse per esprimersi nelle varie civiltà, come le arti e le religioni, che hanno poco a che fare con la ragione. Invece, struttura presente in ogni caso nelle diverse forme è il simbolo.

Perciò, per Cassirer la comprensione di tutta la storia umana può avvenire solo tramite un’analisi delle forme simboliche, le quali devono possedere una struttura comune a tutti gli uomini. Difatti, il simbolo non è un ornamento esterno del pensiero. Invece, è la sua componente più profonda. Inoltre, non comunica un contenuto già pronto ma è lo strumento attraverso il quale quello stesso contenuto prende forma.

La ricerca sul pensiero simbolico si coniuga in Cassirer con la ricerca sul mito. Le domande a cui il filosofo tenta di rispondere è come si costruiscono i miti nell’età contemporanea, cosa è il mito e con quali modalità esso procede. In particolare, Cassirer pone attenzione sul mito dello Stato, tema a lui caro in quanto riguarda anche la fondazione di un’ideologia a lui contemporanea come il nazismo, “regresso” della civiltà. Ma proprio per questo l’Occidente non deve perdere, e anzi deve riscoprire, la filosofia.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

E. Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, La Nuova Italia 1966.

E. Cassirer, Storia della filosofia moderna, il problema della conoscenza nella filosofia e nella scienza, Einaudi 1978.

E. Cassirer, Il mito dello Stato, Longanesi 1950.

Sitografia

Lezione di G. Magnano San Lio su Cassirer

Lezione di P. Zanardi sul Saggio sull’uomo di Ernst Cassirer.

Nota: l’immagine di copertina è ripresa da Wikipedia.org.