Timeo, Platone e il demiurgo

L’origine del mondo e il mito di Atlantide sono due argomenti peculiari del Timeo, celebre dialogo platonico. Infatti, in questo testo Platone parla del demiurgo, divinità ordinatrice del cosmo. In questo articolo analizziamo tali argomenti e l’intero dialogo all’interno del corpus platonico.

Posizione del Timeo nel corpus platonico

Timeo
Ricostruzione del volto di Socrate sulla base delle sue statue di marmo. Fonte: Wikimedia Commons

Innanzitutto, secondo l’ordine del filosofo neoplatonico Trasillo, il Timeo costituisce il trentunesimo dialogo platonico. Infatti, Trasillo divide i dialoghi in tetralogie, cioè sottogruppi da quattro, e ubica il Timeo nell’ottava tetralogia. In effetti, questa scelta trova ragione se consideriamo gli altri testi che compongono questa tetralogia. Cioè, La Repubblica che lo precede e Il Crizia che lo segue. Infatti, tra questi tre dialoghi c’è un legame sia contenutistico sia narrativo. Così, Platone descrive una circostanza nella quale gli stessi personaggi presenti ne La Repubblica proseguono i loro ragionamenti nei dialoghi successivi.

In effetti, da questo punto di vista, questi dialoghi appaiono come una trilogia. Eppure, gli studiosi in genere ritengono che nel corpus platonico vi è una sola trilogia. Cioè, quella presente nella seconda tetralogia che inizia con Il Teeteto e che prosegue con altri due dialoghi, Il Sofista e Il Politico, nei quali ritroviamo gli stessi personaggi più altri che si aggiungono alla discussione. Insomma, lo schema è pressoché lo stesso. Ma allora perchè gli studiosi considerano solo i dialoghi della seconda tetralogia come una trilogia?

In effetti, la ragione è l’ipotesi di un dialogo platonico mai realizzato che avrebbe dovuto chiamarsi Ermocrate e di cui sembrano esserci indizi nel Crizia. Insomma, La Repubblica non avrebbe davvero fatto parte della trilogia. Invece, è più un dialogo di riferimento per gli altri due dialoghi e per quello mai realizzato. In effetti, troviamo uno schema simile col Parmenide, che costituisce la base per una trilogia che però non lo comprende, in quanto Il Parmenide appartiene a un’altra tetralogia, e che inizia col Teeteto. Comunque, anche se questa è solo un’ipotesi, Repubblica, Timeo e Crizia di solito non sono considerati una trilogia.

Chi è Timeo?

Innanzitutto, in questo dialogo troviamo Socrate e tre interlocutori: Timeo, Crizia ed Ermocrate. Inoltre, il dialogo menziona un altro personaggio che doveva essere presente ma che non li ha raggiunti, però il dialogo non fa il suo nome. Comunque, Crizia sembra essere un lontano parente di Socrate, in quanto entrambi discendono da Solone, citato in questo dialogo. Inoltre, Crizia è un personaggio storico che ha fatto parte del governo dei Trenta Tiranni ad Atene. Dunque, si tratta di una figura politica.

Anche Ermocrate, che in questa conversazione partecipa poco, è una figura politico-militare, originario di Siracusa. In effetti, gli studiosi considerano questo dialogo irrealistico proprio per la sua presenza, in quanto in quegli anni Atene e Siracusa sono in guerra ed è strano che Ermocrate sia ad Atene. Perciò, questo supporta l’ipotesi che Platone voleva utilizzare il personaggio di Ermocrate di più in un dialogo successivo.

Infine, abbiamo Timeo, che dovrebbe corrispondere a Timeo di Locri, giurista, astronomo e filosofo greco. Tuttavia, di questo dotto dell’epoca non abbiamo quasi informazioni, tanto che alcuni ne mettono in dubbio l’effettiva esistenza. In effetti, sembra che già gli antichi facevano confusione tra lui e altri studiosi con lo stesso nome, come Timeo di Tauromenio. Comunque, Timeo di Locri dovrebbe essere l’autore di un trattato sulla natura del cosmo e dell’anima. Inoltre, è membro della scuola pitagorica, informazione che permette di comprendere meglio anche il tono di questo dialogo platonico.

La circostanza descritta nel Timeo

Innanzitutto, come abbiamo detto, la circostanza è un incontro che avviene tra Socrate e gli altri personaggi con cui egli dialoga già il giorno prima, come leggiamo in La Repubblica. In quest’ultimo testo l’incontro avviene durante la festa cittadina in onore della dea Bendis. Così, anche nel Timeo la città è in festa. Però, questa volta in onore della dea Atena. Ma a parte ciò, altre indicazioni sono assenti. Così, non sappiamo se l’incontro avviene in un luogo pubblico o privato, come leggiamo in modo chiaro in altri dialoghi, La Repubblica compresa.

Comunque, peculiarità di questo dialogo è lo spazio che riceve Timeo. Infatti, dopo la breve introduzione, egli parla senza essere interrotto ed espone la sua argomentazione come un lungo trattato fino alla fine. Anche se in altri dialoghi Socrate non parla quasi, Platone conserva sempre nel testo la modalità del dialogo, quantomeno un personaggio espone una posizione e subisce poi la raffica di domande di Socrate. Invece, questo stile in cui un singolo personaggio espone una posizione senza contestazioni risulta peculiare e dimostra forse l’intenzione platonica di inglobamento del pitagorismo all’interno del suo pensiero filosofico.

Dunque, i quattro uomini si rincontrano e Socrate fa un veloce riferimento ai temi trattati il giorno prima, in particolare quelli legati alla costituzione della città ideale. Così, l’anziano Ateniese afferma che Timeo è perfetto per il prosieguo di questo discorso. Infatti, egli viene da Locri, città ordinata e dall’alta tradizione filosofica. Perciò spetta a Timeo, che appartiene a quella classe di persone adatte al governo nella città ideale, la ripresa della riflessione.

Il racconto di Crizia

Così, Crizia inizia il racconto di quella che definisce una grande impresa della sua città, che però il passare del tempo spinge verso l’oblio. Infatti, tale storia è vera senza dubbio, in quanto la racconta Solone, uno dei sette saggi. In effetti, Solone apprende tale racconto in Egitto, proprio perché esso è già dimenticato ad Atene. In particolare, Solone lo apprende a Neith, una città che, come raccontano gli abitanti, è di fondazione ateniese. Infatti, il nome “Neith” significa in egiziano “Atena“. Così, uno dei sacerdoti locali gli dice una frase ormai celebre:

«Oh Solone, voi Greci siete sempre fanciulli, un Greco vecchio non c’è!»

Cioè, i Greci sono un popolo molto più “giovane” degli Egizi, e hanno anche meno memoria della loro storia. Ma causa di ciò è che nel corso della storia avvengono cataclismi che spazzano via intere civiltà. Innanzitutto, dice il sacerdote, i Greci ricordano un solo diluvio, mentre ce ne sono stati molti. Inoltre prima del diluvio, ottomila anni prima, Atene figura come la più bella tra le città. Così, le leggi di novemila anni fa distinguono la classe dei sacerdoti, quella degli artigiani, e poi quelle dei pastori e contadini e tutte le altre. Inoltre, proprio Atene contribuisce alla fine del grande impero di Atlantide.

Timeo
Atlantide in un’illustrazione del 1600. Fonte immagine: Wikipedia.org.

 

Atlantide, un’isola più grande “della Libia e dell’Asia messe insieme”, possiede un potere enorme. Eppure, Atene frena la sua espansione e libera anche una parte dei popoli da lei sottomessi. Ma poi, i cataclismi portano a un indebolimento di Atene e la scomparsa di Atlantide che viene sommersa dalle acque. Perciò di questa storia si ha poca memoria. Ma, come dice Timeo, la città ideale descritta da Socrate il giorno prima ricorda molto l’Atene degli antichi tempi.

Il demiurgo spiegato da Timeo

Così, conclusa questa narrazione, inizia il discorso di Timeo sull’origine del cosmo. Innanzitutto, egli distingue tra cose generate e ingenerate, e il riconoscimento che le prime sono tutte generate da qualche causa. Ma qualsiasi artefice genera qualcosa tramite qualcosa d’altro che funge da modello. Dunque, l’artefice del mondo guarda l’Eterno, in quanto l’universo è la più bella delle cose generate e l’Artefice la migliore delle cause. Quindi, il cosmo è immagine di qualcosa e la sua causa è il demiurgo, che siccome è buono e privo di invidia crea qualcosa di simile a lui.

Perciò il demiurgo realizza il mondo, essere vivente dotato di anima e intelligenza, col passaggio dal disordine all’ordine. Infatti, tutte le cose per essere belle devono avere intelligenza. Ma per averla, devono possedere anche un’anima. Perciò il mondo è uno, in quanto per somigliare al Creatore è perfetto, bello e buono, con forma sferica e moto circolare. Così, il Creatore lo plasma tramite scomposizioni in parti da tre di ogni sezione e nella sua composizione utilizza tutti e quattro gli elementi e non lascia al di fuori di esso alcuna potenza.

Però, specifica Timeo, il demiurgo crea l’anima prima del corpo, in quanto è la cosa più anziana che comanda quella più giovane. Poi, crea l’anima e la armonizza al corpo che colloca dentro quest’ultima. Così, quando il demiurgo osserva la sua creazione finita, se ne compiace. Anche se non può renderla eterna, cerca di avvicinarla all’eternità e introduce in essa il tempo, che è cambiamento ma ha un movimento costante.

Timeo spiega l’anima e il corpo

Così, l’alternanza del tempo produce il giorno e la notte, e l’alternanza degli elementi le Idee, che sono di quattro tipi: la stirpe celeste o di fuoco (gli dei), la stirpe acquatica, quella alata e quella terrestre. Poi, il demiurgo affida agli dei la creazione dei viventi mortali. Così, chi tra questi vive bene il suo tempo mortale, ritorna nell’astro a lui affine e nella sua vita beata. Invece, chi vive in modo sbagliato vede la sua anima trapassare dopo la morte in altre creature inferiori.

Poi, Timeo distingue tra intelligenza e opinione, e afferma che alla prima appartiene la contemplazione della realtà che è ingenerata e imperitura, mentre all’opinione la realtà generata e in continuo movimento. Poi, i rapporti fisici sono prodotti per rapporti numerici e geometrici. Così, Timeo enumera le differenti generazioni delle cose tramite i quattro elementi e la geometria dei triangoli. Quindi, in questa spiegazione rientrano anche le ragioni del piacere e del dolore. Cioè, questi sono prodotti dal differente svuotamento e riempimento degli organi. Così, quando lo svuotamento è lento e il riempimento è veloce, vi è piacere, e quando lo svuotamento è veloce e il riempimento lento, come con le cicatrici, vi è dolore.

Ma, per tornare all’uomo, come gli altri viventi gli dei creano prima la sua anima e poi costruiscono intorno ad essa il corpo. Così, a tal proposito Timeo spiega le funzioni di ogni organo, con un approfondimento sul fegato e la sua connessione con la facoltà divinatrice degli indovini. Dunque, le malattie del corpo derivano dall’eccesso o dal difetto dei quattro elementi che lo compongono.

Malattie e degenerazioni dell’anima

Ma se la malattia colpisce il corpo, lo stesso avviene per l’anima. Infatti, esistono due tipi di malattie dell’anima. Cioè, la follia e l’ignoranza. Infatti, il cattivo diviene tale o per uno stato morboso del corpo o per una crescita senza educazione, e ciò accade anche a chi non lo vuole. Invece, nella sua forma normale, l’anima è un demone che il dio dà all’uomo e che lo innalza verso il mondo celeste.

Poi, in quanto alle donne, esse nascono nella seconda generazione degli esseri umani come corruzione di alcuni di loro, e così gli dei ideano l’amore. Così, anche gli uccelli erano uomini e anche gli altri animali. Tuttavia, i primi erano uomini convinti di avere la conoscenza delle cose celesti col mezzo della vista e non della ragione. Invece, i secondi erano uomini che mai si sono interessati alle cose celesti, e tra i peggiori di questi vi sono le creature acquatiche.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Bompiani 2000.

Sitografia

Seminario sul Timeo di Platone tenuto da F. Ferrari: https://www.youtube.com/watch?v=YusLqxRCrBE

Lettura del Timeo sul canale youtube di Valter Zanardi: https://www.youtube.com/watch?v=S-nK1O0BFpQ

Nota: l’immagine di copertina è da Picryl.com.