Teeteto, il dialogo di Platone sulla scienza

Teeteto è il dialogo di Platone in cui il filosofo Socrate e il giovane matematico Teeteto riflettono intorno alla domanda “che cos’è la scienza“. In questo articolo illustriamo le riflessioni che Socrate e Teeteto avanzano intorno questo argomento.

Posizione del Teeteto nel corpus platonico

Innanzitutto, se teniamo conto dell’ordinamento dei dialoghi platonici che compie il filosofo neoplatonico Trasillo, Il Teeteto risulta il sesto dialogo. In effetti, dato che Trasillo raggruppa i dialoghi in insiemi da quattro, questo in esame è il secondo della seconda tetralogia. Dunque, è il testo che segue Il Cratilo.

Teeteto
Ricostruzione del volto di Socrate sulla base delle sue statue di marmo. Fonte: Wikimedia Commons.

Tuttavia, quest’ordine tralascia l’aspetto narrativo che caratterizza questo dialogo. Infatti, Socrate fa qui riferimento a una vicenda che ritroviamo in un altro dialogo platonico, Il Parmenide. In quest’ultimo scritto Socrate parla con l’ormai vecchio filosofo di Elea, e nel Teeteto egli rammenta tale vicenda. Ma Il Parmenide è il nono dialogo, cioè il primo della terza tetralogia. Questa assenza di coerenza narrativa sorprende perché i libri che seguono Il Teeteto, cioè Il Sofista e Il Politico, proseguono la vicenda in esso raccontata.

Inoltre, vi è un altro riferimento di tipo narrativo coi primi quattro dialoghi del corpus platonico. Infatti, la prima tetralogia ripercorre le vicende che portano Socrate all’accusa in tribunale e alla pena di morte. Difatti, la narrazione del Teeteto termina con Socrate che raggiunge quello stesso tribunale che lo condanna.

Chi è Teeteto?

Teeteto è un matematico e filosofo che vive per davvero ad Atene ai tempi di Socrate. In effetti, come ci racconta Platone, appartiene a una famiglia ricca. Tuttavia, i suoi amministratori ne gestiscono male il patrimonio e diviene molto meno abbiente. Ma, come racconta il dialogo, sembra che Teeteto non è preoccupato in modo particolare da queste cose. Comunque, secondo uno scolio è lui che teorizza per primo alcuni solidi regolari quali il cubo, l’icosaedro, l’ottaedro, il tetraedro e il dodecaedro. In effetti, l’ottaedro e l’icosaedro, a differenza degli altri già noti ai pitagorici, sono una sua personale invenzione. Inoltre, studia anche i numeri irrazionali.

Ma perché l’interlocutore principale di Socrate in questo dialogo è un matematico? In effetti l’argomento di discussione, come analizziamo più avanti, è il ruolo della scienza e la sua definizione. Ma la matematica è una scienza pura. Quindi, come tale, essa ha grande affinità con la filosofia. Dunque, filosofi e matematici sono i primi studiosi che hanno interesse nella conoscenza della definizione di scienza.

Comunque, in questo dialogo compaiono anche altri personaggi. Cioè Euclide, Terpsione e Teodoro in qualità di personaggi che parlano, più un gruppo di giovani amici di Teeteto che restano in silenzio tra cui uno di nome Socrate. Ma, oltre a qualche intervento di Teodoro, la parte filosofica del dialogo riguarda solo il vecchio Socrate e Teeteto.

La circostanza descritta nel Teeteto

Dunque, il dialogo inizia con Terpsione, seguace di Socrate, ed Euclide, fondatore di una scuola filosofica a Megara, che discutono in piazza diversi anni dopo la morte di Socrate. Così, Euclide racconta di aver visto Teeteto ferito e trasportato a casa sua dal porto. Infatti, Teeteto combatte tra le file ateniesi nella guerra contro Corinto. Ma resta ferito, e proprio questa ferita è ciò che a breve gli procura la morte.

Così, Euclide rammenta che Socrate ha il tempo di conoscere Teeteto quando questi è giovane. Ma nonostante la giovane età, già intuisce che lui è un uomo brillante. Così Terpsione, incuriosito, chiede a Euclide se lui ricorda il momento in cui i due hanno fatto conoscenza. In effetti, Euclide afferma che possiede un documento in cui ha riportato il dialogo di quel giorno. Così, dà a Terspione il suo scritto e il dialogo platonico prosegue come lettura di questo scritto.

Innanzitutto, Socrate chiede al suo amico Teodoro se sa di qualche giovane ateniese brillante. Così, Teodoro gli fa il nome di Teeteto, il quale passa proprio in quel momento con degli amici. Infatti, come racconta Teodoro, il giovane sta inventando delle novità in campo matematico. Perciò, Socrate lo ferma e gli chiede che cosa ha inventato e, colpito in modo piacevole da quanto sente, lo coinvolge in una riflessione filosofica.

Sapienza e scienza

Dunque, Socrate e Teeteto concordano che sapienza è divenire più sapienti in ciò che si impara. Ma Socrate gli chiede se sapienza e scienza coincidono. Anche se in un primo momento Teeteto risponde di sì, Socrate lo incalza sulla difficoltà di questa e di qualsiasi definizione di scienza. Così, Teeteto dà come risposta che vi sono molte scienze, dalla scultura all’arte del calzolaio. Ma Socrate ribatte che quella non è la risposta corretta alla sua domanda. Infatti, Teeteto fornisce esempi di varie scienze, mentre lui vuole la definizione di scienza. Dunque, il giovane rivela la sua difficoltà in quella domanda. Ma Socrate lo sprona e gli spiega in cosa consiste la sua arte maieutica.

Infatti, come il filosofo spiega, il suo compito è l’aiuto a “partorire” chi è “gravido”, come Teeteto. Cioè, chi è pieno di idee e conoscenza, ma non riesce a tirarle fuori. In effetti, nessuna levatrice partorisce quando compie questo mestiere. Dunque, allo stesso modo Socrate aiuta gli altri senza che è lui che tira fuori le sue idee. Inoltre, l’arte di Socrate permette anche di scoprire se vi sono per davvero delle idee in una persona, o piuttosto solo l’illusioni.

Definizione di scienza come sensazione

Così, Teeteto trova nuova energia e prova con una definizione. Cioè, che scienza è sensazione. In effetti, Socrate nota che questa stessa definizione la dà Protagora. Cioè, precisa Socrate, Protagora dice che l’uomo è misura di tutte le cose. Cioè, la misura consiste nel modo in cui ogni uomo coglie il mondo. Ma ogni uomo coglie il mondo con le sensazioni, come dice Teeteto.

Dunque, proprio questo è il limite di della conoscenza. Cioè, il fatto che le sensazioni ingannano. In effetti, è più esatto per il pensiero protagoreo la “trasformazione” come connotato del mondo piuttosto che l'”essere”. Infatti, l’inganno delle sensazioni è dato dalla trasformazione continua del mondo. Dunque, il pensiero di Protagora sfocia nel relativismo. Quindi, come è possibile la scienza su queste basi? Inoltre, se la scienza è la sensazione, allora il ricordo senza sensazione non è scienza. Infine, definiamo scienza ciò che apprendiamo senza l’uso delle sensazioni, come la grammatica.

Coinvolgimento di Teodoro

Così, quando Socrate e Teeteto constatano che il loro ragionamento li porta a zero risultati, l’anziano ateniese coinvolge Teodoro. Dunque, i due iniziano una critica a Protagora e l’idea che l’uomo è misura di tutte le cose. In effetti, sostiene Socrate che questa idea non è invenzione di Protagora ma fa parte di un sapere antico che ha origine con Omero e passa per Eraclito. Invece, Socrate pensa che gli uomini hanno opinioni sia vere che false. Dunque, qualsiasi conoscenza dell’uomo è inaffidabile perché può essere vera o falsa. Tuttavia, chi è più vicino alla verità è chi studia filosofia. Infatti, queste persone passano il tempo con lunghi discorsi. Invece, chi pratica i discorsi brevi non impiega lo stesso tempo nella conoscenza.

Dunque, il filosofo è come Talete che cade nel pozzo mentre osserva le stelle e chi non pratica filosofia è come la serva che lo deride. Cioè, il filosofo è colui che non si cura del mondo che lo circonda perché punta a conoscenze più elevate. Perciò, non tutti gli uomini devono essere misura di tutte le cose, ma solo i filosofi.

Tuttavia, la critica di Socrate si rivolge anche alll’eleatismo parmenideo. Infatti, esso sostiene che il Tutto ha nome di Immobile. Al contrario, Socrate dice che in natura dominano due tipi di movimento. Cioè, l’alterazione e la traslazione. Ma la sensazione corrisponde alla scienza, e la sensazione coglie il continuo cambiamento del mondo. O almeno, così sembra. Infatti, poco dopo Socrate spiega che non è tanto la sensazione la scienza, quanto il ragionamento che si fonda sulla sensazione. Cioè, ad esempio, quando tocchiamo qualcosa e poi la mente ci dice che sono due oggetti e non uno. In effetti, il ragionamento induce a non pensare mai una cosa e il suo contrario allo stesso tempo.

L’opinione falsa

Ma allora, cos’è l’opinione falsa? In effetti, dice Socrate che è l’opinione del diverso. Cioè, quando uno dice che “un ente è un altro ente e scambia così l’uno con l’altro nel pensiero”. Ad esempio, quando uno opina che una cosa è brutta invece che bella o il contrario allora opina il falso. Insomma, l’opinione falsa è uno scambio di opinioni. Cioè, è una mancata corrispondenza tra tra il ricordo e la sensazione. Invece, ciò che uno sa, dato che l’anima ne preserva il ricordo, è impossibile che sia una cosa diversa da quelle che sa. In effetti, il ricordo falso nasce quando non ci sono corrispondenze del pensiero con le sensazioni. Cioè, ad esempio, se Socrate non conoscesse Teeteto ma solo Teodoro che gliene parla si immaginerebbe Teeteto come Teodoro.

Tuttavia, subito dopo questa conclusione, Socrate ritorna sui suoi passi. Infatti, pone la circostanza in cui delle persone pensano al risultato dell’addizione sette più cinque. Così, alcuni rispondo dodici, altri per errore undici. Cioè, pensano qualcosa di sbagliato, i numeri, senza l’errore che deriva dalle sensazioni.

La metafora degli uccelli nella gabbia

Teeteto
Uccelli bianchi e neri intersecati, tipici delle opere d’arte di Maurits Escher. Fonte foto: Openclipart.com.

Dunque, Socrate compara ogni scienza ad un uccello che è rinchiuso nelle uccellaie che corrispondono ad ogni essere umano. Cioè, quando un uomo comprende una scienza la cattura proprio come un uccello dentro di sé. Così, Teeteto aggiunge che dentro ogni persona, oltre alle scienze, “svolazzano” anche le non-scienze. Ma dato che le une e le altre si somigliano è difficile distinguerle.

Così, Teeteto propone una definizione di scienza. Cioè, scienza è opinione vera accompagnata da spiegazione, mentre quella priva di spiegazione non è scienza. Ma, dice Socrate, molti affermano che i primi elementi di cui siamo composti non hanno spiegazione.

Ma cosa è una spiegazione? Dice Socrate che essa è descrizione analitica, come quando per dire “carro” diciamo “ruote, assi, tettoia e timone”. Dunque, esiste un’opinione retta accompagnata da spiegazione. Però questa non è ancora scienza. Ma vi è un altro significato di spiegazione. Cioè, “trovare la differenza specifica“. Tuttavia, la differenza specifica viene trovata in ciò che già si conosce bene. Cioè, se per esempio Socrate conosce bene Teeteto, può trovare le differenze che lo caratterizzano proprio grazie alla conoscenza pregressa di Teeteto. Insomma, la spiegazione come individuazione della differenza specifica non aggiunge o sottrae per davvero qualcosa a ciò che si conosce.

Così, il dialogo si conclude senza che Socrate e Teeteto abbiano scoperto la verità intorno al concetto di scienza. Ma, dice Socrate al giovane, la riflessione è stata comunque utile, perché quando Teeteto parlerà con qualcuno sarà più mite e più saggio, non pensando di sapere ciò che non conosce.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Bompiani 2000.

Sitografia

Registrazione di una lezione del filosofoHans-George Gadamer sul canale youtube dell’Istituto per gli studi filosofici: https://www.youtube.com/watch?v=rizPg9UgevY

Nota: l’immagine di copertina è da Wikimedia.Commons.