Protagora: l’uomo è misura di tutte le cose

Nello scorso articolo eravamo passati alla filosofia medievale e ci eravamo dedicati a Severino Boezio, alle sue idee e alla Consolazione della Filosofia; in questo nuovo articolo parleremo di Protagora e della sua dottrina dell’uomo-riga.

Protagora e l’uomo-riga

Protagora
Protagora.

Avete capito bene, amici miei: l’uomo-riga. Leggete e capirete:

 (…) Protagora sostiene che misura di tutte le cose è l’uomo: di quelle che non sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono

Proprio un uomo-righello. Il senso di queste parole ci viene spiegato subito dopo, in quanto “(…) intendendo per misura la norma di giudizio, e per cose i fatti in genere”. L’uomo è, dunque, la norma (misura) che giudica tutti i fatti; ma se ogni singolo uomo è misura delle cose, allora la verità non è più universale ma relativa! Essa varia da uomo a uomo. Questo perché:

 (…) la materia è fluida (…) di continuo delle aggiunte compensano le perdite, e le sensazioni si trasformano e cambiano a seconda dell’età e delle altre condizioni del corpo.

  • la materia è fluida… perdite”: nel dire che la materia è fluida, quindi scorre e non è mai la stessa, Protagora, secondo alcuni, fa riferimento ad Eraclito; secondo altri, a Pitagora.
  • “le sensazioni… corpo”: come la materia, anche l’uomo fluisce e passa da una sensazione all’altra; e proprio perché sia l’uomo sia la materia fluiscono è possibile l’incontro tra la sensazione dell’uomo e il suo oggetto.

Individui diversi percepiscono cose diverse

Protagora
Per esempio, voi che vedete in questa nuvola?

Le caratteristiche della materia vengono percepite in molti modi diversi dai vari individui in base, appunto, alla loro condizione (le età e le altre condizioni suddette). Avete presente quando voi vedete nelle nuvole delle forme e i vostri amici delle altre? Ecco, questo è perché ognuno di voi è un uomo (o donna)-riga: la materia – le nuvole – incontra il soggetto – voi – in modi diversi a seconda delle condizioni in cui si trova il soggetto.

 Ma ecco che la cosa si fa ancora più interessante:

 (…) le ragioni (…) di tutti i fenomeni risiedono nella materia, per modo che la materia considerata in se stessa ha la proprietà di essere tutto ciò che appare ai singoli individui

Consideriamo l’origine della parola fenomeni che è greca: φαίνομαι (phainomai) vuol dire “appaio”, “mi manifesto”; e infatti la materia si manifesta in vari modi agli uomini. Quando, ad esempio, un povero disgraziato ha vissuto per molto tempo in un luogo buio e, improvvisamente, vede la luce – ricordate i simpatici omini della caverna? – essa gli farà male agli occhi e potrebbe addirittura accecarlo; ad un uomo in condizioni normali la luce non farà un bel niente, se si esclude quella delle otto del mattino che costringe ad alzarsi dal letto.

In sostanza: “(…) un uomo in condizioni normali percepisce, tra le varie forme (…) quelle predisposte ad apparire agl’individui normali; e così l’individuo anormale, quelle per gli anormali”. Da questo discorso si comprende, ve lo avevo anticipato, come la verità sia relativa; non si può parlare di verità unica poiché ogni uomo ha percezioni diverse della realtà. Non per niente Protagora è uno dei maggiori esponenti del sofismo, una corrente filosofica che mette in discussione i concetti tradizionali di vero e falso.

Luigi Santoro

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Fonte citazioni: I Presocratici, Testimonianze e frammenti, Laterza, Bari 1981, vol. II