I sofisti e l’arte della persuasione

“Sofista” è oggi una parola che, nel gergo comune, ha un’accezione perlopiù negativa. In realtà, con questo termine indichiamo dei pensatori attivi ad Atene nel V secolo. Ma chi sono i sofisti? E questa nomea negativa trova giustificazione? Nell’articolo analizziamo tali punti e offriamo una panoramica sui sofisti più famosi.

Sofoi, filosofi e sofisti

Quando ci riferiamo a pensatori e intellettuali che riflettono sulla natura umana e sul senso della vita, di solito li definiamo “filosofi“. Infatti, tale parola ha il senso di “coloro che seguono, che ricercano, che amano la conoscenza”, dal greco filòs e sofòs.

In realtà, da un punto di vista storico-filosofico, il termine ha un uso improprio. Cioè, definiamo filosofi, nell’accezione più ampia, anche pensatori che precedono la data convenzionale dell’uso di tale parola. Difatti, esso assume un connotato preciso forse nel V secolo, in piena cultura ateniese e durante il governo di Pericle. Pertanto, tutti i pensatori che precedono questa data, da Talete fino ad Eraclito, non sono “filosofi” stricto sensu. Invece, questi ultimi sono sofòs, sapienti, come già afferma Pitagora. Oppure, quando includiamo anche pensatori posteriori a Pitagora ma che precedono Socrate, li chiamiamo presocratici. I presocratici hanno come caratteristica comune la ricerca dell’archè, l’origine del tutto, mentre con Socrate l’attenzione è sull’uomo.

Dunque, questa è la differenza sintetica tra sofoi e filosofi; e i sofisti? In primo luogo, sophòs e sophistés (“saggio” e “sapiente”) sono sinonimi. Ma col tempo “sofisti” indica educatori professionisti piuttosto che filosofi. Cioè, essi trattano di questioni filosofiche senza un reale interesse riguardo la ricerca dell’archè quanto sulle modalità con cui avviene la comunicazione. Così, col tempo il loro nome ha il significato di “maestri di virtù“. In effetti, la sofistica fiorisce in contemporanea al pensiero di Socrate nel V secolo, ma ha come base il pensiero di Zenone. Perciò, la sofistica rappresenta una parentesi a cavallo tra il pensiero presocratico e la diffusione del pensiero socratico.

Cornice storica

Sofisti
Il politico Pericle e il filosofo Anassagora secondo una rappresentazione di fantasia di Augustin-Louis Belle. Fonte immagine: Wikipedia.org

Il V secolo è “l’età d’oro” per la città di Atene per la sua ascesa a centro culturale dell’antica Grecia. Motivo principale, l’esito favorevole della guerra contro i Persiani, evento che segna la sconfitta dell’impero orientale e la vittoria della confederazione delle poleis greche. Così, Pericle, al comando della città, favorisce una politica volta allo sviluppo di tutti i campi del sapere, dell’edilizia e dell’economia. Ma non è una politica che guarda solo alla classe aristocratica. Al contrario, ha attenzione per il popolo, di cui cerca l’appoggio diminuendo le spese e favorendo attività come gli spettacoli teatrali.

In sintesi, l’aristocrazia è in crisi a causa dell’accentramento dei poteri politici nelle mani di una sola persona, Pericle. Invece, il ceto popolare è in ascesa per le leggi e l’economia fiorente che lo favoriscono. Perciò, c’è chi afferma, come Abbagnano, che ad Atene fa la sua comparsa una “classe borghese” ante litteram. Così, anche i temi trattati dalla filosofia cambiano, perché cambia il suo pubblico. Questa “borghesia” ricerca la partecipazione attiva alla politica e linee di condotta per il proprio stile di vita. Così, compaiono dei sapienti che hanno il compito di indottrinare, dietro pagamento, le giovani generazioni della nuova classe sociale. Questi sapienti sono i sofisti.

Sofisti: critiche ed elogi

Come già ricordato, oggi “sofista” è una parola che possiede una carica negativa. Infatti, con “sofisma” intendiamo un’argomentazione che sembra valida ma è un ragionamento capzioso. Questa definizione risale già a Platone e Aristotele, i quali accusano i sofisti di inganno e falsa filosofia.

In effetti, i sofisti hanno dovuto fare i conti con questa opinione. Così, ad esempio, il sofista Alcidamante, nel suo testo Sui sofisti, difende l’arte oratoria e l’improvvisazione propria della loro professione contro l’idea della superiorità dello studio fondato su testi scritti.

Ma dato che i sofisti hanno come compito l’istruzione nell’arte della retorica, cioè della persuasione, possiamo affermare che questa accusa ha una sua verità. I loro studenti sono figli di commercianti, interessati più alla capacità di persuadere che all’approfondimento di tematiche filosofiche. Inoltre, il guadagno attraverso lezioni di filosofia è un evento nuovo, in quanto tutti i pensatori che li hanno preceduti sono aristocratici. Cioè, i filosofi, prima di allora, non trattano di filosofia per denaro in quanto sono già ricchi e la praticano come stile di vita. Perciò, non stupisce che l’idea di un guadagno inorridisce chi crede in una ricerca filosofica non adulterata dall’interesse economico.

Tuttavia, non possiamo liquidare i sofisti con la critica platonico-aristotelica. Invece, le loro argomentazioni hanno avuto importanza nella storia del pensiero. Perciò, nell’iter della storia della filosofia, essi possiedono un proprio spazio.

Zenone, il “padre” dei sofisti

I sofisti
Zenone. Fonte immagine: Commons.wikimedia.org

In effetti, osserviamo il legame tra filosofia e sofistica anche dalla incontestabile discendenza della seconda dalla prima. Infatti, il “padre” del metodo proprio dei sofisti è il filosofo Zenone. Quest’ultimo usa la logica e la dialettica in una modalità inedita prima d’ora e formula alcuni famosi paradossi, come quello di Achille e la tartaruga. La sua arte logico-retorica è proprio ciò che fonda la modalità con cui argomentano i sofisti, volta a dimostrare la correttezza anche di affermazioni che sembrano inesatte.

D’altra parte, già la scuola eleatica che fonda Parmenide, e che Zenone frequenta in qualità di allievo, pone l’attenzione sull’arte discorsiva. Difatti, l’obiettivo di questa scuola è la critica a quei filosofi che costruiscono la conoscenza sui sensi, ed esalta i parametri razionali di chiarezza e necessità.

Sofisti famosi

In questo articolo, non possiamo esaminare in modo dettagliato tutti quei pensatori che rientrano nell’insieme della sofistica. Tuttavia, ne forniamo qui un colpo d’occhio, come ausilio per chi cerca un riferimento per ulteriori approfondimenti sul tema.

Innanzitutto, ricordiamo Protagora come il primo tra gli esponenti più importanti. Nato nel 490 a. C., formula l’espressione “l’uomo è misura di tutte le cose”, che segna il passaggio definitivo della filosofia dall’indagine sulla natura a quella sull’uomo. Così, la realtà diviene un fenomeno, in quanto l’uomo ha sempre e solo una visione relativa della realtà, legata al modo in cui gli appare e non a come è in se stessa. Perciò, Protagora nota come i parametri degli uomini cambiano in base alla differente cultura di appartenenza. Cioè, una cosa può essere buona o cattiva a seconda della persona che la valuta e al suo retroterra culturale. Dunque, il criterio più giusto non pertiene a una cultura in particolare, quanto piuttosto al criterio dell’utile. Cioè, esamina, con l’indagine filosofica, quali cose permettono il raggiungimento del benessere comune.

Poi, abbiamo Gorgia, il quale asserisce che vi è uno scarto tra la realtà e il pensiero della realtà, e un altro scarto tra il pensiero e il linguaggio. Perciò, la conoscenza della realtà non è scontata, e qualsiasi metafisica è messa in discussione. Tuttavia, il linguaggio è comunque una capacità essenziale dell’uomo. Anzi, proprio questa gli permette la vita in comunità.

Altri sofisti

Ma accanto a Protagora e Gorgia vi sono altri sofisti “minori”. Nella generazione dei primi due, “la prima generazione”, troviamo Prodico di Ceo, Ippia di Elide e Trasimaco. Il primo è famoso per la storia di Ercole al bivio, metafora della scelta di ogni uomo tra la rincorsa dei vizi o la preferenza per le virtù. Invece, del secondo non abbiamo alcuno scritto, anche se Platone gli dedica due testi, Ippia maggiore e Ippia minore. Sorte simile per Trasimaco, che compare nella Repubblica.

Poi, abbiamo la “seconda generazione“, perlopiù sofisti allievi dei primi. Questa comprende numerosi nomi, quali Antifonte, Crizia, Trasimaco, Licofrone, Callicle, Alcidamante, Polo, Eutidemo, Dionisodoro, ed Eubulide. Di questi, sappiamo che Antifonte tenta la famosa quadratura del cerchio. Invece, Crizia afferma che le religioni sono un’invenzione politica per tenere a bada gli uomini. Poi, Alcidamante sostiene che la differenza tra gli schiavi e gli uomini liberi è soltanto un frutto della convenzione sociale, la quale non trova corrispondenza nella legge naturale. Degli altri, sappiamo la loro esistenza grazie ai dialoghi platonici nei quali compaiono come personaggi che discutono con Socrate. Ma, per quel che riguarda la loro dottrina, ci è perlopiù ignota. In ogni caso, la ricchezza dei pensatori, e il fatto che sono citati nei dialoghi platonici in quanto personaggi noti nel mondo ateniese a loro contemporaneo, mostra come la sofistica abbia avuto un ruolo tutt’altro che marginale nel panorama filosofico.

Socrate: sofista tra i sofisti?

«Vi hanno fatto credere che v’è un certo Socrate, uomo sapiente, indagatore dei fenomeni celesti e dei misteri che si nascondono sotto terra, capace di far prevalere la causa cattiva sulla buona. Riconosco certo che è bello essere capace di educare gli uomini, come un Gorgia
Leontino, un Prodico di Ceo, o un Ippia di Elide. […] quelli sanno persuadere [i giovani] a venire loro, pagarli profumatamente e mostrare anche la dovuta gratitudine.»

Sofisti
Busto in marmo di Socrate. Fonte: Wikimedia Commons

Socrate è un sofista? In effetti, la differenza tra sofisti e Socrate è un tema portante dell’Apologia di Socrate. Infatti, in questo testo, tra le accuse mosse contro di lui, c’è anche la corruzione dei giovani per mezzo della pratica del sofismo. Ma Socrate risponde che non è un sofista. Innanzitutto, anche se molti giovani lo seguono mentre dialoga con le persone, non chiede soldi. Eppure potrebbe farlo, dato che questi giovani sono “figli di ricche famiglie” che passano il tempo con lui perché “si compiacciono di ascoltare gli uomini esaminati”. Inoltre, ogni sofista afferma che conosce l’arte dell’educazione, mentre Socrate sa di non sapere e di conseguenza non conosce neanche quest’arte.

In un dialogo platonico, il Sofista, l’argomento è la corretta definizione di sofista. Così, ne vengono fornite ben sette, di cui sembra esaustiva l’ultima: “uomo in grado di discutere di qualsiasi argomento“. Inoltre, il sofista demolisce la filosofia di Parmenide basata sulla distinzione tra essere e non essere. Infatti, egli discute anche di ciò che non è. Socrate non prende quasi parola, e il ruolo maieutico è svolto non da Socrate ma dallo straniero esperto sui sofisti.

In sintesi, tra Socrate e sofisti c’è un nesso dettato da una comune ricerca sull’uomo e sul linguaggio. Ma le differenze sono tali che con Socrate la filosofia sembra imboccare una nuova direzione.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

E. Moscarelli: Sofoi, sofisti: filosofi. Liguori, 2014.

Sitografia

Platone, Il Sofista, a cura di P. Sanasi.

Platone, Apologia di Socrate, a cura di P. Sanasi.

Nota: la fonte dell’immagine di copertina è Pixabay.com.