Bertrand Russell e l’uso etico della scienza

Bertrand Russell è un filosofo inglese che vive entrambe le guerre mondiali. Nel corso della sua lunga vita ha modo di esprimere il suo pensiero su molteplici argomenti nel tentativo di migliorare la società umana. In questo articolo descriviamo il suo percorso e illustriamo i principi del suo pensiero.

Bertrand Russell e la sua famiglia

Bertrand Russell
John Russell, antenato di Bertrand (fonte da: Picryl)

Il pensatore nasce in una delle più importanti famiglie inglesi. L’antenato John Russell, nobile e politico vissuto tra 1400 e 1500, tramanda il titolo di conte e duca di Bedford ai suoi discendenti, incluso Bertrand Russell. Questa appartenenza permette al filosofo contemporaneo di occupare un seggio nella Camera dei Lords. Inoltre, Bertrand ha come padrino il filosofo ed economista John Stuart Mill.

La vita di Bertrand Russell dura quasi cent’anni tra il 1872 e il 1970, anche se egli è convinto, da giovane, di essere destinato a una vita molto più breve. Infatti, nonostante la famiglia agiata, nelle sue memorie ricorda l’infanzia come un momento infelice a causa dell’oppressiva educazione puritana. L’unica gioia è lo studio della matematica e successivamente della filosofia, in particolare la logica. Così, questa passione lo spinge verso la carriera dell’insegnamento, che tuttavia subisce delle penalizzazioni per le sue idee pacifiste, contrarie alla partecipazione degli inglesi alla prima guerra mondiale, oltre alle idee all’avanguardia sull’insegnamento sessuale.

Per circa sei mesi è in prigione per aver espresso la sua contrarietà all’intervento statunitense nella guerra in atto. Ma questa esperienza non ferma il suo zelo pacifista, e all’indomani della seconda guerra mondiale tenta anche di comunicare con Hitler per farlo desistere dalle sue posizioni, con scarsi risultati. Nel 1961, a 89 anni, è di nuovo condannato al carcere per la partecipazione a una manifestazione contro le armi nucleari.

Nel corso della sua vita compie numerosi viaggi, come in Russia e Cina, e ha rapporti con diverse donne, sposandosi quattro volte. Per Russell, l’ideale politico è una federazione mondiale tra stati liberi, che limiti le guerre al minor numero possibile e solo in casi estremi come l’ascesa del nazismo.

Amore e conoscenza

Le posizioni politiche costituiscono solo una parte degli interessi di Bertrand Russell. Infatti, il pensatore inglese spazia tra temi di pedagogia e psicologia alla morale, la religione, la storia, e la logica. Questa curiosità poliedrica è coerente con la sua idea che la conoscenza è ciò che rende l’uomo felice, unita al sentimento dell’amore.

«La vita retta è quella ispirata dall’amore e guidata dalla conoscenza. Conoscenza e amore non hanno confini, cosicché una vita, per quanto retta, è sempre suscettibile di miglioramento. L’amore senza la conoscenza, o la conoscenza senza l’amore, non possono maturare una vita retta.»

Infatti, per Bertrand Russell, situazioni come le guerre mondiali hanno origine da una “conoscenza senza amore”. Altre disgrazie storiche, come le epidemie di peste contrastate da preghiere di massa e non da misure cautelari mediche, sono esempi di “amore senza conoscenza”. Dunque, la vita più felice ed eticamente corretta contempla la presenza di ambo gli elementi. Tuttavia, il primato va all’amore, perché spinge l’uomo verso la conoscenza.

La teiera di Bertrand Russell

C’è una teiera, che è troppo piccola per essere vista dai telescopi, e che orbita intorno al Sole nei pressi di Marte. Se non offro alcuna prova per la mia affermazione, mi crederesti? Non puoi smentirmi, perché ho detto che la teiera è troppo piccola per essere osservata! Questa è “la teiera di Russell“, una metafora inventata dal filosofo per illustrare il suo punto di vista sulle asserzioni non confutabili e presentate come delle verità.

In termini logici, la questione della teiera assume tale forma: “io credo x“. Tale affermazione può essere creduta o non creduta, ma non può essere confutata. Per confutarla o meno, dovrebbe essere fornito almeno un altro elemento, del tipo “Io credo x per via di z“, dove z è un elemento passibile di verifica da parte della ragione. Infatti, solo allora si può affermare ad esempio “io credo che z è insufficiente per credere x“.

Se due persone affermassero di credere in due asserzioni differenti senza fornire altri elementi di supporto, allora la comunicazione sarebbe già conclusa e non sarebbe possibile per gli essere umani dialogare. Invece, questo il messaggio della teiera di Russell, una comunicazione reale è data proprio dalla possibilità di essere confutati. Su questo principio poggia la critica del filosofo alle religioni.

Religione e morale

L’intellettuale è molto critico nei confronti delle religioni, che vede come freno al terrore della morte e della forza indomabile della natura. La vita umana, come sostiene, è più felice con la sostituzione della religione con la ricerca conoscitiva fondata sulla ragione. La religione ha prodotto una morale che è “una curiosa mescolanza di utilitarismo e di superstizione, con forte prevalenza di quest’ultima”. Le ripercussioni di tale stile di vita sono riscontrabili nei cattivi rapporti tra uomini e donne, e dal vissuto di ognuno nelle diverse fasi della sua vita.

«Il senso di peccato che domina molti bambini e giovani e che spesso permane fino all’età adulta, causa di sofferenza e di deviazioni, è il frutto dell’ignoranza voluta dalla morale tradizionale. L’opinione che il sesso è immorale rende impossibile l’amore felice, inducendo gli uomini a disprezzare le donne con le quali hanno rapporti, e ad incrudelire contro di loro. I bambini generalmente vengono abituati ad una condotta superstiziosa rispetto a certe parti del corpo, a certe parole e pensieri, e a certi tipi di gioco che la natura suggerisce loro, col risultato che da adulti sono impacciati e goffi in tutti i campi dell’amore.»

A questa condizione, Russell favorisce l’insegnare il rispetto reciproco tra uomini e donne.

Misticismo e logica secondo Bertrand Russell

Bertrand Russell
Bertrand Russell (fonte: wikimedia commons)

Bertrand Russell ritiene che mistica e logica hanno la medesima origine. Infatti, entrambe derivano dalla tensione metafisica dell’uomo, cioè dal tentativo umano di concepire il mondo come un tutto. Nei primi filosofi, come Eraclito e Platone, questi elementi sono entrambi presenti e miscelati. Ma non tutti gli uomini sviluppano questa tensione nel medesimo modo, così alcuni tendono solo al misticismo, altri solo alla comprensione logica. Però per Russell è da preferire la logica, in quanto la prima è solo intuito e si fonda su convincimenti non verificabili, mentre la seconda è scienza, conoscenza verificabile.

 

Logica e filosofia del linguaggio

Russell è considerato uno dei fondatori della filosofia analitica. A contraddistinguere questa filosofia non sono le argomentazioni, quanto il metodo e le sue formule, come quella della teiera. In effetti, l’idea è che molti errori derivino da un uso del linguaggio non appropriato. Perciò, anche i “problemi religiosi” non sono altro che problemi logici. Dio, come nome proprio, non ha significato, come “l’esistente quadrato circolare”. Inoltre, all’idea di Dio è conferita la necessità dell’esistenza, ma per Bertrand Russell necessarie sono solo le proposizioni analitiche, non l’idea di un essere come Dio.

«”Dio” e “immortalità”, dogmi basilari della religione cristiana, non hanno alcun
fondamento scientifico. Da parte mia non so trovare argomenti né in favore dell’esistenza di Dio né dell’immortalità. Non pretendo di riuscire a dimostrare che Dio non esiste. Allo stesso modo non posso dimostrare che Satana è una invenzione. Il dio cristiano può esistere, così come possono esistere gli dèi dell’Olimpo, o dell’antico Egitto e di Babilonia, ma nessuna di queste ipotesi è più probabile dell’altra. Esse esulano da qualsiasi conoscenza anche solo probabile.»

D’altra parte, queste fallacie non interessano solo la sfera religiosa. Dire “se l’attuale re di Francia è calvo, allora l’attuale re di Francia non ha capelli sulla testa”, sembra affermare qualcosa che non solo ha senso ma è anche vero. Ma oggi non vi è un re di Francia, quindi questo enunciato non trova attinenza con la realtà. Questa è per Russell una “descrizione definita“, può essere resa così: “esiste un unico x tale che x è l’attuale re di Francia”. Ciò che determina la falsità dell’enunciato senza comprometterne la validità è ciò a cui x corrisponde. Dunque, per analizzare se un enunciato è falso anche se valido, necessita l’esame dell’oggetto della descrizione dell’enunciato.

Limiti e potere della scienza

Come abbiamo visto, per Bertrand Russell la logica e la ricerca scientifica hanno senza dubbio un primato sulla religione. Eppure, il filosofo non considera la ragione una via da perseguire in modo cieco. Innanzitutto, i risultati scientifici, in quanto tali, sono sempre soggetti a perfezionamento. Ma perfezionare i risultati non significa poter raggiungere un giorno la piena conoscenza del mondo.

«mano a mano che la scienza progredisce, aumenta il potere dell’uomo sulle cose. Ciò nondimeno vi sono cose che rimangono decisamente refrattarie. Fra queste ci sono tutti i “grandi” fatti del mondo, cioè quelli astronomici. Sono solamente i fatti che avvengono sopra o vicino alla superficie della terra che noi possiamo, fino a un certo punto, plasmare secondo i
nostri desideri. E anche sulla terra il nostro potere è molto limitato. Soprattutto non siamo in grado di eliminare la morte, tutt’al più possiamo ritardarla.»

Infine, il filosofo afferma che non sempre l’uomo si serve della scienza in modo saggio. Questa affermazione doveva essere ben viva nel pensiero di Bertrand Russell dopo aver visto le armi usate durante le due guerre mondiali, inclusa la bomba atomica. Tuttavia, egli auspica ugualmente la possibilità di un uso corretto della ragione dal punto di vista etico, circostanza che permetterebbe il miglioramento del mondo. Qui rientra il contatto che, come afferma, deve esserci tra conoscenza e amore.

Il tacchino induttivista

Bertrand Russell
“Il tacchino induttivista”, (foto da: pixabay.com)

Una famosa “storiella” inventata da Bertrand Russell ha come protagonista un tacchino. L’animale, cresciuto in un allevamento, tenta di comprendere il mondo avvalendosi del metodo induttivo, cioè osserva i fenomeni e da essi trae delle leggi assolute. Così, il tacchino constata che per un certo lasso di tempo riceve sempre il cibo alle nove del mattino. Perciò, elabora la seguente inferenza induttiva: “mi danno sempre il cibo alle nove”. Però, proprio il giorno dopo, è sgozzato per essere servito a tavola.

Con questa storia Russell lancia una forte critica contro il metodo induttivo, importante filone di pensiero inglese già con Francesco Bacone, oltre che al contemporaneo positivismo logico del circolo di Vienna. Infatti, la morale è che per quanti casi si possano enumerare nel corso di un ragionamento induttivo per trarne un’inferenza, nulla garantisce che i casi futuri possano rientrarvi a loro volta. Ovviamente, la storia non va intesa come un attacco alla logica e alla scienza. Invece, è una critica a chi sostiene la possibilità di raggiungere delle verità ultime. Il tacchino induttivista ribadisce l’idea della conoscenza, e della scienza, come una ricerca infinita.

La storia ha ricevuto notorietà perché ripresa anche da un altro filosofo, Karl Popper. Per Popper la storia ha il medesimo significato, in quanto anche lui afferma la necessità di considerare la ricerca scientifica come un percorso perfezionabile all’infinito.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

B.Russell, Misticismo e logica e altri saggi, traduzione di L. Pavolini, TEA, 2010.

Sitografia

B.Russell, Perché non sono cristiano, Editore TEA, 2003.

Sitografia

Intervista a B. Russel: https://www.youtube.com/watch?v=LpohrKaos2o

 

NOTA

L’immagine di copertina è un remix di due immagini compiuto con Canva: la prima è l’immagine di una teiera da Free SVG; la seconda è una foto dell’universo “Bubbles in space” da Wikimedia commons.