Television: i decadentisti della new wave. La storia della band

Meno articolati dei Talking Heads, più colti dei Ramones. Psichedelici e decadentisti. Ecco perché i Television sono i padri della new wave.

La scena punk newyorkese

Che gli anni ’70 siano stati cruciali per la storia della musica rock è ormai risaputo, soprattutto nella zona newyorkese. Band come Ramones e Patti Smith capeggiavano sulla scena musicale americana, prendendo spunto dai Velvet Underground. Un mix di sensazioni ed emozioni che trovano spunto tra le rivoluzioni degli anni ’60 e il nascente movimento punk rock. Vicino queste band, trovarono il loro posto sul podio i Television formati da: Thomas Miller alias Tom Verlaine (il cognome è ispirato al poeta decadente Paul Verlaine), Billy Ficca, Richard Lloyd e Fred Smith.

La storia dei Television

Tutto cominciò nel 1971 quando Tom Verlaine, Richard Hell e Billy Ficca fondarono i Neon Boys proponendo, alla scena newyorkese, un proto-punk tanto grezzo quanto piacevole all’ascolto. Dopo un anno la formazione si sciolse ma l’incontro con Richard Lloyd riassemblò la band cambiando il nome in Television.

La loro potenza ed audacia li rese ospiti fissi al famosissimo CBGB, assieme a Patti Smith, Ramones, Blondie e Talking Heads. Il loro sound attirò l’attenzione del produttore Brian Eno con cui registrarono il primo demo, però senza molta fortuna.

Ne 1975 Fred Smith – ex bassista dei Blondie -subentrò a Richard Hell che lasciò la band per fondare gli Heartbreakers. Grazie a lui, il quartetto registrò il primo singolo Little Johnny Jewel, suscitando l’interesse delle major discografiche. Infine, nel 1976, la band firmò con l’Elektra Records cominciando, successivamente, le registrazioni del primo album – Marquee Moon -, pubblicato nel febbraio 1977.

Il loro secondo lavoro – Adventure – fu pubblicato nel 1978 dopo un tour con Peter Gabriel. Un album più quieto del precedente, ma contornato da note psichedeliche che rapiscono l’animo umano, portandolo in un mondo diverso distaccandolo dalla realtà. Un new wave, mix di generi dove si configurano le psichedeliche “Carried Away”, “Glory”, “Days” e “The Dream’s Dream”, brani mistici alla Doors e ballate. Solo “Foxhole” rispecchia uno stile sporco rock alla Stooges. Per quanto la critica e il pubblico li abbia acclamati, decisero di sciogliersi nello stesso anno.

Se il rock malinconico potesse avere un epiteto specifico, sarebbe associato alla figura di Tom Verlaine. Dopo lo scioglimento, infatti, decide di allontanarsi dalla scena punk per avvicinarsi ad una musica più intima e sofferta.

La rifondazione della band e il secondo scioglimento

Solo nel 1992, Tom Verlaine rimette in piedi la band osando con suoni orientali. Ciò non rispecchierà le aspettative e il quartetto metterà una pietra fissa sul gruppo che è stato la voce delle nevrosi e sentimenti ansiogeni della storia del rock.

Il capolavoro dei Television: Marquee Moon

Patti Smith, compagna sentimentale ed artistica di Tom Verlaine, disse così di lui: “ “Il suono della chitarra di Tom Verlaine fa pensare all’urlo di mille uccelli”. Come darle torto? Il canto di Tom Verlaine stravolto, esaltato e gutturale, idoneo per assecondare quella chitarra definita stridula dalla Smith.

Menzione d’onore si deve, senza indugiare, a Venus, composto da un dolce ma, allo stesso tempo, tagliente giro di chitarra: il vero protagonista del brano assieme al basso, contornato da persuasivi cori. A seguire la ballata Elevation con protagonista il basso con un’originalissima linea che incrocia il suo cammino con una chitarra che esprime dolore, assieme alla voce di Tom, a differenza della quadrata e lineare See No Evil. Degne di note sono le due jam Marquee Moon e Torn Curtain, ed è proprio la track list dell’album che ci sbatte in faccia, come un treno in corsa, la magia della chitarra di Verlatine. Un miscuglio di emozioni – inquietudine, ossessione, suggestione – che ti prende per mano e ti conduce chissà dove. Torn Curtain, invece, è una ballata blues che ti coccola con il dolce suono dell’organo e del piano per passare, inesorabilmente, alla potenza della batteria.

Guardandole dal lato stilistico, i due brani precitati sono frutto del rock psichedelico dei Grateful Dead e del jazz di Coltrane che ricoprono di maestosa aurea quella nevrastenica voce, simile all‘urlo di mille uccelli. 

La svolta versatile di Adventure 

Due anni dopo la nascita del capolavoro new wave Marquee Moon, i Television  pubblicano, nell’aprile 1978, Adventure. Se col primo album furono consacrati i degni successori dei Velvet Underground, col secondo virarono verso nuovi sound. Un punk meno grezzo che mise in risalto le qualità compositive della band. Non si può dire che Marquee Moon sia migliore di Adventure perché, molto semplicemente, sono diversi. Nel primo notiamo il jazz, quel gusto psichedelico e l’improvvisazione. Una triade presente ma presente, con minor costanza, nel secondo. Un album meno ruggente, più posato e tranquillo che ci riporta a sonorità allegre come in Days e Grace. il duo chitarristico VerlaineLloyd è versatile sotto ogni punto di vista: dal creare sonorità psichedeliche, figlie di quel periodo, fino a riff più duri, come nel caso di Foxhole.

In Adventure, la band spazia fino ad ogni sound: dallo sperimentale psichedelico fino al pop rock di Careful, per finire con la sognante Carried Away, resa perfetta dal tremolo. Degna di nota è Fire con la presenza di un assolo considerato il migliore della loro discografia. Con Ain’t That Nothin si torna ad un sound più faceto grazie ad un ritornello che subito conquista dal primo ascolto. In The Dream’s Dream la protagonista è la musica, soprattutto grazie ad un lavoro di basso e batteria curato nei minimi dettagli.

Adventure si ascolta senza troppe pretese: bello, semplice ed orecchiabile. È il lato oscuro della luna che nasconde, dietro la sua semplicità, un lavoro magistrale che parte dalla scelta di scale, note, parole e suoni. Tutto perfettamente incastrato senza aggiungere più e senza togliere. Musiche che cambiano in base all’umore: dalla spensieratezza alla malinconia. Emozioni che si possono ritrovate in altre famosissime band  a cui si sono ispirati e che, parallelamente, hanno ispirato i Nostri: Lou Reed, Springsteen, Rolling Stones, Talking Heads. Un bel periodo, vero?

L’eredità dei Television

Television è traducibile con desolazione urbana, quella che Verlaine era tanto bravo a descrivere nelle sue canzoni. Infatti, come affermato dallo stesso cantante, le sue canzoni sono state scritte durante flussi di sensazioni ed emozioni. Ma, oltre a desolazione urbana, sono il sinonimo di new wave. Per quanto Marque Moon abbia conquistato i critici mondiali, in patria non ebbe quel successo sperato. Forse l’America non era ancora pronta a questa rivoluzione musicale come la sua cugina d’oltreoceano: L’Inghilterra. I Television divennero il trampolino di lancio di grandi band come Joy Division, Echo & The Bunnymen, Cure, Siouxsie and The Banshees, Smiths. Un album uscito al momento, luogo e nel periodo storico giusto, capace di “crescere” due generazioni di musicisti a noi oggi pervenute come gli Interpol. Una band nuova e, all’epoca, giovane con la maestria di essere meno articolata dei Talking Heads ma, allo stesso tempo, più raffinata dei Ramones.

Bibliografia sui Television

  • https://www.ondarock.it/rockedintorni/television.htm
  • https://www.allmusic.com/artist/television-mn0000019701/biography
  • https://www.scaruffi.com/vol4/televisi.html
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Television
  • http://www.metallized.it/recensione.php?id=16974
  • Television – Marquee Moon