La Chiesa anglicana: la storia, le caratteristiche, le origini

La Chiesa anglicana è il nome della Chiesa d’Inghilterra, nata nel XVI secolo. La sua origine è legata alla vicenda del divorzio del re d’Inghilterra Enrico VIII che decise la separazione dalla Chiesa di Roma, ma le motivazioni del re sono più complesse di quanto possono sembrare. L’anglicanesimo va inserito nel contesto più ampio delle Riforme europee, alle quali si collega per struttura e teologia. Si pone a metà strada tra il cattolicesimo e protestantesimo, una sorta di “via di mezzo”, forma che prenderà grazie all’intervento decisivo di Elisabetta I.

Il contesto storico e religioso

Il 1517 è la data con cui tradizionalmente si fa iniziare il periodo della Riforma, cioè l’anno in cui Lutero scrisse le sue tesi contro la dottrina cattolica, che lo portarono alla scomunica nel 1520. Da quel momento in poi l’unità religiosa del mondo cristiano si ruppe per mai più ricomporsi.

rivoluzione protestante lutero

L’uniformità religiosa europea era però apparente, cioè Lutero non era l’unico che aveva un pensiero contrario alla dottrina ufficiale della Chiesa di Roma, non era l’unico che proponeva altre vie per la salvezza. In poco tempo le idee protestanti si diffusero e si articolarono, differenziandosi in varie correnti. Oltre a Lutero erano emerse anche altre figure di leader religiosi, come Calvino e Zwingli.

Dal canto suo, la Chiesa di Roma non reagì subito, forse pensando di poter riassorbire quei dissidi come aveva già fatto in passato con altre correnti riformiste. Quando si rese conto della portata del fenomeno convocò il Concilio di Trento, nel 1545. Questa rottura non rimase priva di conseguenze sul piano politico: re e nazioni furono presto chiamati a prendere posizioni a riguardo, compresa l’Inghilterra.

Come arrivò la Riforma in Inghilterra?

Lo sviluppo della Riforma in Inghilterra fu peculiare rispetto agli altri percorsi. L’Inghilterra non fu estranea alle idee riformate, che circolarono dai primi anni Venti del Cinquecento, in particolare grazie ai commercianti e ai mercanti provenienti dal Baltico e dalla Germania che praticavano i porti inglesi e scozzesi.

Per il caso dell’Inghilterra si è parlato di una «lunga riforma», infatti gli inglesi avevano già da tempo espresso voglia di indipendenza dal controllo di Roma e stanchezza per i conflitti religiosi e politici che aveva vissuto la loro storia recente, in particolare il caso dell’eretico Wyclif e della Guerra delle due rose.

La questione del matrimonio

Tuttavia, la separazione dalla Chiesa cattolica non avvenne “dal basso”, ma per volontà del sovrano. Enrico VIII era sposato con Caterina d’Aragona, ex moglie del fratello e zia dell’imperatore Carlo V. La coppia non aveva avuto figli maschi, desiderando egli un erede maschio ed essendosi invaghito della dama di corte Anna Bolena decise di ripudiare Caterina, appigliandosi al fatto che era già stata moglie di suo fratello e quindi il matrimonio sarebbe stato contro la Bibbia.

Ma in quel momento il papa, Clemente VIII, e Carlo V stavano trattando un delicato riavvicinamento, dopo che Carlo V aveva ordinato il sacco di Roma per mano dei lanzichenecchi nel 1527, e non poteva appoggiare una decisione contro una parente dell’imperatore. Quindi la richiesta, che normalmente non avrebbe incontrato molte difficoltà, fu respinta e nel 1534 Enrico VIII promulgò l’Atto di supremazia. Con l’approvazione del parlamento si separò dalla chiesa di Roma e fondò la Chiesa anglicana con a capo il re. Nasceva l’anglicanesimo.

Chi era Enrico VIII?

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Enrico VIII era salito al trono a soli diciotto anni, nel 1509. Sin da subito si mostrò come un sovrano temibile: un personaggio ambizioso e passionale. Contrariamente all’immagine che si è affermata in seguito, pare che il giovane Enrico VIII fosse attraente e istruito, conosceva le lingue e la cultura umanistica.  Dopo la famosa vicenda del suo matrimonio con Anna Bolena, ebbe altre quattro mogli. Tecnicamente fu due volte vedovo: Anna Bolena e Caterina Howard furono giustiziate per suo ordine.

Il numero così elevato di mogli è segno di una ricerca di stabilità dinastica. Ricordiamo che la corona inglese aveva da poco vissuto la già citata Guerra delle due rose, nata proprio dalla rivalità di due famiglie, York e Lancaster per il trono, quindi Enrico cercava di dare più sicurezza possibile alla sua casata.

Dal punto di vista dottrinale, paradossalmente, Enrico non aveva alcuna intenzione di abbracciare la Riforma in Inghilterra. La storica Lucia Felici definisce il programma di Enrico VIII nella promulgazione dell’Atto di supremazia come “uno scisma senza eresia”, proprio perché non stabilisce una differenza dottrinale tra anglicanesimo e cattolicesimo. Solo poco più di dieci anni prima, nel 1521, Leone X aveva insignito Enrico VIII del titolo di Difensor fidei, difensore della fede, per aver difeso i sette sacramenti contro Lutero.

Come si affermò la Chiesa anglicana?

La Chiesa anglicana mantenne quindi la liturgia, la dottrina, la struttura episcopale, nel 1539 pubblicò i Six Articles con cui sostanzialmente sancì la continuità con il credo cattolico. Ma la guida ed il controllo della Chiesa d’Inghilterra erano prerogative del re, i vescovi anglicani erano di nomina regia, i conventi e i monasteri furono soppressi e i loro beni incamerati.

L’arcivescovo di Canterbury si occupava dell’amministrazione della gerarchia e l’amministrazione degli atti ecclesiastici. Tutti coloro che non si conformarono alla nuova religione erano considerati nemici, in particolare i cattolici erano visti come sudditi del papa, e per questo perseguitati. Il caso più famoso è quello di Thomas More ministro di Enrico VIII che disapprovava lo scisma e si rifiutò di aderire all’anglicanesimo, per questo fu condannato a morte.

Come si stabilì la liturgia della Chiesa anglicana?

Durante il regno di Edoardo VI, figlio di Enrico VIII, non si respirava più il clima di repressione, soprattutto per i protestanti. Edoardo, VI, influenzato dai suoi tutori e dall’arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer, riformò il culto e la liturgia: eliminò l’antico cerimoniale e gli arredi ecclesiastici, stabilì l’uso dell’inglese al posto del latino nelle celebrazioni. Nel 1552, con il Book of Common Prayer e con i Quarantadue articoli fissò i punti di riferimento per il nuovo sistema religioso.

Chi era Bloody Mary?

Dopo Edoardo salì al trono Maria Tudor, figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona. Cattolica e moglie di Filippo II, successore al trono di Spagna e campione della Controriforma. Il suo regno si caratterizzò per una brutale repressione dei protestanti, tanto da farle guadagnare il soprannome di Maria la Sanguinaria (in inglese Bloody Mary). Maria fu famosa per esecuzioni ed esili contro i nemici religiosi, di cui fu vittima lo stesso Cranmer. Le sue vittime sono ricordate da John Foxe nel Book of Martyrs, conosciuto anche come Acts and Monuments, nel 1563.

Come governò Elisabetta I la Chiesa anglicana?

Elisabetta I era la sorellastra di Maria Tudor, figlia di Anna Bolena, e fu regina dopo di lei. Il suo lungo regno, dal 1558 al 1603, fu caratterizzato di una maggiore tolleranza religiosa. Il regno era diviso all’interno dagli scontri religiosi e all’esterno era minacciato dalle potenze cattoliche, fu scomunicata dal papa nel 1570.

Elisabetta, a differenza dei suoi predecessori, scelse una politica religiosa di compromesso, nota come Elizabethan Settlement, su cui riformò la Chiesa anglicana. I suoi principali collaboratori in quest’opera di riforma furono William Cecil e Francis Walsingham. Nel 1563 furono pubblicati i Trentanove articoli e nel 1571 il Catechismo, testi di riferimento per le modifiche elisabettiane.

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La riforma confermava il sovrano come governatore, ma non più capo, e cercava di dare un volto più moderato alla Chiesa anglicana, per recuperare i consensi. In questo modo però i cattolici, che erano comunque una minoranza importante rimasero scontente, così come l’ala più radicale dei protestanti: i puritani, i quali chiedevano più intransigenza dalla Chiesa d’Inghilterra. Il puritanesimo, ben radicato nella società e diviso in diverse correnti, fu perseguitato da Elisabetta e dal suo successore, Giacomo I.

Durante il periodo elisabettiano si consolidò l’identità riformata dell’Inghilterra, così come si articolarono le varie correnti all’interno del mondo protestante. Questo periodo di definizione è importante perché è qui che nascono le divisioni politiche, religiose e sociali che caratterizzeranno il periodo della Rivoluzione inglese.

Miriam Campopiano

Bibliografia

  • L. Felici, La riforma protestante nell’Europa del Cinquecento, Carocci, Roma 2016
  • L.Biasiori, Il luteranesimo, il calvinismo e il contesto inglese, in V. Lavenia (a cura di), Storia del cristianesimo, vol III. L’età moderna (secoli XVI-XVIII), Carocci, Roma 2015, pp. 213-234.
  • G.L.Potestà; G. Vian, Storia del Cristianesimo, il Mulino, Bologna 2010.