Di tutte le civiltà precolombiane (Inca, Maya e Aztechi) quella degli Inca fu l’unica civiltà del Sud America che costruì un impero vero e proprio. Le civiltà precolombiane si distinguono da quelle del Nord America perché raggiunsero un alto livello di complessità sociale, economica e politica, lasciando come testimonianza imponenti monumenti e opere edilizie. Gli Inca non solo, quindi, svilupparono una società complessa ma la imposero anche nei territori limitrofi conquistando le altre popolazioni e imponendo le proprie leggi. L’impero Inca durò per quattro secoli, fino al XVI secolo, quando arrivarono i conquistadores spagnoli e posero fine a questa civiltà.
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Chi erano gli Incas?
Gli Inca (o Incas) erano un’antica popolazione quechua Sudamericana, insediatasi nella zona delle Ande, tra il Perù e la Colombia. Incas era il nome usato dai conquistadores spagnoli, ma il nome che essi si davano è Tahuantisuyu, che significa “i quattro quarti del mondo”, infatti il territorio era diviso in quattro zone, dette suyu. Inca è il nome che era dato al capo e sovrano, poi successivamente fu esteso alla società e all’impero.
L’impero Inca ebbe inizio nel XIII secolo. Secondo la tradizione il leggendario capo Manco Càpac guidò il suo popolo alla conquista della regione di Cuzco. La popolazione viveva già insediata in quelle zone e aveva anche costruito il nucleo originario della città di Cuzco, ma c’erano anche altri popoli concorrenti per quella regione, che con campagne militari riuscì a sottomettere. L’espansione inca non si fermò, nel XVI secolo gli Inca avevano assoggettato quasi tutte le popolazioni limitrofe ed erano diventati la potenza egemone delle Ande.
Il periodo di massima espansione si ebbe con l’undicesimo inca Huayna Càpac (1493-1525), il territorio sotto il suo dominio andava dalla zona di Quito in Equador fino al fiume Maule, in Cile. Alla morte di Huayna Càpac, però, i suoi figli Huáscar e Atahualpa si scontrarono per la successione al trono, dando inizio a una guerra civile. Quando la situazione sembrava risolversi in favore di Atahualpa, arrivarono i conquistadores. Gli Spagnoli trovarono una società divisa e indebolita e guidati da Francisco Pizzarro catturarono e poi giustiziarono Atahualpa.
Come funzionava la società Inca?
Al vertice dello Stato c’era l’inca, che corrispondeva a quello che noi chiamiamo imperatore. Egli era venerato come un discendente del dio Sole (Inti). La società inca era fortemente gerarchizzata e centralizzata, rigidamente divisa in caste. Il governo era esercitato dall’inca e dai suoi famigliari. L’imperatore era il capo politico, militare e religioso. Le famiglie nobili godevano di privilegi economici, ma non politici. A lui inoltre apparteneva in terzo del territorio, un altro terzo era destinato ai sacerdoti ed il restante terzo era affidato alle famiglie. La classe dei sacerdoti era particolarmente importante perché erano i consiglieri politici del sovrano.
La popolazione era organizzata in ayllu, unità territoriali formate da dieci (o multipli di dieci) famiglie. I matrimoni potevano avvenire soltanto all’interno della comunità, erano quindi endogamici. La comunità assegnava ad ogni coppia la terra da coltivare in base allo status e al numero di componenti, ma anche in base al sesso dei figli: un lotto per ogni maschio, mezzo lotto per ogni femmina.
Le popolazioni sottomesse venivano deportate in luoghi distanti da quelli di origine ed educate alla cultura degli Inca, in modo da evitare possibili spinte autonomistiche.
Produzione ed economia
Gli Inca disponevano di molta manodopera che usavano per i lavori agricoli e le opere pubbliche. Il territorio era ricco di metalli preziosi, ma l’oro e l’argento appartenevano soltanto all’imperatore e venivano finemente lavorati. Per quanto riguarda gli altri elementi come ferro, zinco, piombo, sebbene fossero anche questi presenti in gran quantità, erano sconosciuti. Gli Inca si distinsero per la fabbricazione di armi in bronzo.
Gli Inca usavano telai a mano e lana di lama, alpaca o cotone. La produzione di tessuti colorati era molto raffinata. Si preferivano i motivi geometrici per la decorazione, non solo di tessuti, ma anche di ceramiche e oggetti di vario tipo. Sono stati rinvenuti anche esemplari di arte plumaria, cioè l’uso di penne di uccelli a scopo decorativo. Questi oggetti avevano anche un valore simbolico.
La morfologia particolare delle Ande rese necessario sviluppare particolari tecniche insediative. Un esempio rimasto fin oggi di queste modalità di costruzione è la città santuario di Machu Picchu, costruita introno al XII secolo, con blocchi di pietra incastrati tra loro, a secco, una tecnica che suscitò stupore negli Spagnoli.
Comuni erano anche i terrazzamenti agricoli necessari per le coltivazioni di mais, patate, pomodori, prodotti che gli Spagnoli importeranno in seguito in Europa.
Impressionante è la fitta rete stradale che si diramava da Cuzco (costruita a 3400 metri di altezza). Questa imponente opera si serviva di due arterie principali che percorrevano l’impero da Nord a Sud. Inoltre, la rete stradale favoriva un controllo efficiente sui territori lontani e gli scambi commerciali, sui quali lo stato aveva il monopolio. Le strade erano però percorse a piedi, perché gli Inca non conoscevano la ruota e il cavallo sarà introdotto solo dopo l’arrivo degli Europei in America. Il fatto che le aree dell’impero fossero così ben collegate, faciliterà gli Spagnoli nella conquista.
Come controllavano l’impero?
La situazione economica e sociale veniva costantemente monitorata dal centro: dalle nascite e i decessi ai raccolti. Ma gli Inca non conoscevano la scrittura. Per annotare le informazioni usavano i quipu: cioè avevano un sistema di cordicelle e nodi (quipu significa infatti “nodo”). Le cordicelle erano di colori diversi e attorcigliate tra loro, da queste pendevano altre cordicelle annodate e di altri colori. Ogni colore era associato un significato e i nodi servivano come sistema di numerazione. Nel Perù odierno i quipu sono ancora usati nella contabilità domestica.
Quali dei veneravano gli Inca?
La religione Inca era politeista, venerava vari dei. I principali erano Viracocha, il creatore della Terra, e Inti, il Sole. Agli dei venivano eretti templi e in loro nome erano celebrate feste e ricorrenze annuali, precedute da periodi di penitenza ed astinenza. Gli Inca praticavano anche sacrifici, generalmente erano di animali e in particolare lama. Il sacrificio umano era un fatto eccezionale, riservato ai momenti rari. Un’altra pratica diffusa tra gli Inca era la divinazione.
Era permesso anche il culto delle popolazioni sottomesse o delle aree rurali, ma questo tipo di religiosità non aveva lo stesso seguito di quella ufficiale.
Quando finì l’impero Inca?
Nel 1532 Pizzarro arrivò nell’attuale Perù. Dopo aver giustiziato Atahualpa l’anno successivo (1533), gli Spagnoli iniziarono la conquista delle città dell’impero Inca. Perché la conquista fosse completa però ci vollero anni, anche per la reazione delle popolazioni che si opposero. La supremazia militare degli Spagnoli ebbe però la meglio e nel 1550 fu creato il Vicereame del Perù.
Miriam Campopiano
Bibliografia e sitografia
- Brancati, T. Pagliarini, Dialogo con la storia e l’attualità, Firenze, La Nuova Italia 2012, vol. 1 Dal Mille alla metà del Seicento.
- M. Cattaneo, C. Canonici, A. Vittoria, Manuale di storia. Seconda edizione, Bologna, Zanichelli 2012, vol. 1, Dall’anno Mille alla prima età moderna.
- https://sourcebooks.fordham.edu/mod/1540cieza.asp
- http://www.treccani.it/enciclopedia/inca/
- https://www.britannica.com/topic/Inca