Morgana: fata guaritrice e maga oscura della mitologia

Morgana è la misteriosa ed affascinante fata incantatrice che compare nel ciclo arturiano della mitologia medievale, uno dei personaggi più enigmatici ed impenetrabili delle leggende cavalleresche avvolte tra le nebbie del mondo celtico.

Figura femminile molto discussa per la sua ambiguità, sottoposta ad interpretazioni ora positive ora, invece, velate dai toni più cupi ed oscuri, sarebbe stata, secondo racconto, la sorellastra di re Artù, figlia di Igraine ed il suo primo marito duca di Cornovaglia.

Spesso avvicinata a figure emblematiche come Medea o all’ irlandese Morrigan, oltre ad essere elemento controverso della mitologia classica che s’intreccia con vicende leggendarie della mitologia norrena, rappresenta anche un’illusione ottica che va sotto il nome di “effetto Morgana” e rimanda alla caratteristica tipica della fata sospesa nel vuoto.

In alcune narrazioni fantastiche è vista anche come la signora dei castelli nell’aria, a capo di una congrega di streghe, le quali si riuniscono presso castelli in rovina che con la magia riportano al vecchio sfarzo e splendore, facendoli sgretolare nuovamente non appena vanno via.

Ci troviamo davanti ad una figura di donna molto forte e potente, connessa alle forze lunari e che sprigiona dal suo interno il senso del Disordine, così come disse anche il re Artù a Merlino:

“ Morgana è il Caos. Un caos in cui si annulla ogni finalità, in cui perfino il costruttore più meticoloso e accanito abbandona l’idea del risultato e si perde con delizia. Morgana è l’ossessione dei sensi che uccide nel pensiero l’ossessione del progetto. È’ il presente assoluto che rode il fragile divenire. La sua mente è una devastazione che vorrei odiare, pur adorando ogni particella della sua carne e ogni suo accenno di movimento, danza infinita di grazia e di morte. Morgana è un fiume amato che mi trascina alla deriva, nuoto in lei, fino alla foce del niente: la vuota libertà del mare. Chi potrà spezzare le mie catene, fuse in un’indistruttibile lega di carne luminosa e anima oscura? “

Morgana: un ritratto di donna oscura

Morgana
Fata Morgana

Divisa tra fata e strega, Morgana era l’apprendista di mago Merlino, una donna colta che s’intendeva di pratiche di divinazione, astronomia e medicina.

Magnetica, intrigante, seducente, si unì al fratellastro, dando alla luce Mordred: il figlio dell’incesto!

Innamorata di Lancillotto, usa tutto il suo sapere, la sua magia e le sue pozioni per ottenere l’amore del cavaliere, ma sempre senza successo poichè il cuore del prode guerriero è rivolto solo a Ginevra.

La prima opera letteraria in cui Morgana compare è “Vita Merlini” di Monmouth del 1148, qui si presenta come fata guaritrice che cura Artù presso Avalon, chiamata  “L’isola delle Mele” dove sorgeva il castello del Graal.

Nella “Vulgata Lancelot” del 1160 si narra che dal popolo fosse denominata Morgana ” la dea ” e che si fosse allontanata dalla comunità per andare a vivere nelle foreste tra fonti e sorgenti d’acqua.

Solo in seguito la sua figura assume un’accezione negativa: da fattrice del Bene a traditrice perfida e malvagia che avrebbe dato Excalibur al suo amante Accolon per usarla contro il re.

Dotata del potere di cambiare il suo aspetto, era in grado di trasformarsi in cavallo, corvo , lupo o qualunque altro animale dal colore nero, tanto che a questa caratteristica s’ispira anche il testo della canzone omonima di Litfiba “La Fata Morgana” dove è messo in risalto proprio questo aspetto evanescente del personaggio.

Tra Medea e Morrigan

I nomi con cui Fata Morgana viene appellata sono tanti: Morgen, Morghe, Morge, Morgue, Morgain, Morgan e rimanderebbe alla terza Fata, ovvero la Moira del Destino che recide il filo della vita e che è, dunque, collegata alle Parche.

Corrisponde precisamente ad Atropo, la dea della Morte, raffigurata con in mano un ramo d’ontano e che si pensava avesse origine dal mare, da cui deriverebbe Muir-gen, ovvero: Morgana, la quale, a sua volta, rimanda alla dea gaelica Morrigan.

Quest’ultima è una dea della mitologia celtica e irlandese, simbolo di morte, guerra e fertilità che incarnerebbe anche la triplice ciclicità della vita femminile (fanciulla, madre, vecchia) e che con Morgana presenta diverse similitudini, tra cui il corvo come animale-totem.

Altra figura femminile che presenta analogie con Morgana è quella di Medea: anch’ella scaltra incantatrice, compie incantesimi, fa smarrire la via nella Valle senza Ritorno, e uccide, o almeno tenta di farlo.

Entrambe sono in grado di mutare aspetto, sono ritratte spesso su un cocchio, sono guaritrici, entrambe sacerdotesse che odiano il loro marito e sono il simbolo della rivalsa femminile, della donna che si ribella al ruolo servile e riproduttivo in cui è stata confinata dalla società guerriera di uomini.

Morgana: effetto ottico

Morgana
Effetto “Fata Morgana”

La Fata Morgana è associata anche ad un fenomeno curioso di carattere atmosferico che genera un’illusione ottica riconducibile alla leggenda risalente alla conquista della Calabria da parte dei barbari.

Il racconto narra che il re barbaro si fosse fermato ad ammirare la Sicilia da lontano in un gradevole giorno d’agosto, mentre il mare era calmo e che, ad un tratto, gli comparve una bellissima donna, la quale, osservandolo contemplare le bellezze sicule in lontananza, gli disse che lei avrebbe potuto donargli tutto ciò.

Accadde così uno strano fenomeno: la Sicilia improvvisamente fu vicinissima, tanto che il re convinto di poterla raggiungere, si tuffò in acqua, dove annegò, dietro le risate fragorose di Morgana ingannatrice.

Il fenomeno si ripete ancora oggi, in alcune limpide giornate estive, dov’è possibile constatarlo.

Pasqualina Giusto

Sitografia:

  • http://www.mondodelgusto.it/2011/11/17/fenomeno-della-fata-messina-tra-mito-scienza
  • https://tanogabo.com/la-leggenda-della-fata-morgana/
  • http://xoomer.virgilio.it/monicadituttounpo/La%20fata%20Morgana.htm