Julianne Moore, dalle soap opera al cinema

Julianne Moore — nome d’arte di Julie Anne Smith — nasce nel North Carolina, negli Stati Uniti, il 3 dicembre del 1960. Insieme ad attori come Al Pacino, Jessica Lange ed Emma Thompson, fa parte della ristretta cerchia di dieci persone che, nel corso di uno stesso anno — il 2003, nel caso della Moore —, sono state candidate agli Academy Awards sia per la categoria di migliore attore (o attrice) protagonista che in quella di migliore attore (o attrice) non protagonista.

A causa del lavoro del padre, colonnello e giudice dell’esercito statunitense, Julianne Moore è costretta a diplomarsi a Francoforte, in Germania. L’università prescelta per la laurea — Bachelor of fine Arts — è, invece, l’Università di Boston, in Massachussets.

Agli inizi della sua carriera lavora nei teatri di New York e poi in televisione, recitando in soap operaminiserie e film per la televisione. Nel 1990 Julianne Moore è per la prima volta nel cast di un film per il grande schermo, I delitti del gatto nero (Tales from the Darkside: The Movie, del 1990), di John Harrisonbasato su una serie televisiva e ispirato a racconti dell’orrore — tra cui Cat From Hell del noto scrittore statunitense Stephen King.

I primi riconoscimenti inernazionali

Grazie a notevoli performance in ruoli secondari, come in Il fuggitivo, Vanya sulla 42esima strada, America oggi (Short Cuts), la Moore ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Safe (1995) di Todd Haynes. Grazie alla sua interpretazione ottiene una candidatura per l’Independent Spirit Award, un riconoscimento nell’ambito dei film indipendenti — ovvero prodotti senza la partecipazione di una grande casa produttrice di Hollywood.

Julianne Moore
Julianne Moore in una scena di Safe

Negli anni, Julianne Moore ha dimostrato il suo vivo interesse per i film indipendenti, alternandoli anche a prodotti delle Majors di Hollywood campioni di incassi. Un esempio è Jurassic Park – il mondo perduto (1997) di Steven Spielberg e prodotto dalla Universal Pictures.

La prima candidatura agli Academy Awards per Julianne Moore avviene l’anno successivo, il 1998, grazie alla sua interpretazione in Boogie Nights – l’altra Hollywood. Nella pellicola di Paul Thomas Anderson interpreta un’attrice di film a luci rosse, Amber. Il modo in cui la Moore recita volontariamente male durante le riprese di un film, all’interno di Boogie Nights stesso, è stato definito «perfetto» dal New York Times.

Nel 1998 l’attrice è anche nel cast della commedia dei fratelli Coen Il grande Lebowsky, e in quello di Psycho di Gus Van Sant, remake di Psyco del 1960 di Hitchcock.

La forza e il fascino di Julianne Moore

Nel 1999 la Moore lavora di nuovo con il regista Anderson per il film Magnolia, con protagonista Tom Cruise. Nello stesso anno guadagna una nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista grazie a Fine di una storia (The End of the Affair) di Neil Jordan, basato sull’omonima opera letteraria di Graham Greene. Julianne Moore, nei panni di Sarah, una donna che pur di salvare l’uomo che ama è disposta a rinunciare ad una vita con lui, «forza e fascino al suo ruolo potenzialmente drammatico, e lancia un incantesimo che non viene mai spezzato» (Janet Maslin, New York Times).

Julianne Moore
Julianne Moore e Ralph Fiennes in una scena di Fine di una storia

Nel 2001 lavora al fianco di Anthony Hopkins in Hannibal di Ridley Scott, mentre è il 2003 l’anno della doppia candidatura agli Oscar, per Lontano dal paradiso di Todd Haynes e The Hours di Stephen Daldry.

In Lontano dal paradiso la Moore interpreta una casalinga degli anni Cinquanta, Cathy, inserita in un clima di discriminazione razziale, pregiudizi e ipocrisia. Perfetta nella sua interpretazione, Julianne Moore è considerata da Nev Pierce della BBCi online «l’unica attrice contemporanea in grado di immergersi completamente in un ruolo».

Negli anni seguenti si alterna fra film indipendenti e non, ottenendo anche una piccola parte in un’altra pellicola di Todd Haynes, Io non sono qui (2007), dedicato al musicista statunitense Bob Dylan, in cui sei attori, fra cui Christian Bale, Cate Blanchett e Richard Gere, rappresentano aspetti differenti della vita di Dylan.
Nel 2009 Julianne Moore è nel film d’esordio di Tom Ford, A single man, con Colin Firth, e nel 2014 entra a far parte del cast della saga di Hunger Games, con protagonista Jennifer Lawrence, basata sulla serie di romanzi di Suzanne Collins.

Still Alice e il premio Oscar

Nel 2015 vince l’Oscar come miglior attrice protagonista grazie a Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, interpretando una linguista affetta da Alzheimer precoce. Il film mostra il decorso della malattia, come Alice lotti instancabilmente ma inutilmente contro il decadimento cognitivo, e «Julianne Moore ci guida attraverso una tragica iperbole di come ci si deve sentire a scomparire davanti agli occhi, realizzando una delle sue performance più potenti» (Peter Debruge, Variety).

Julianne Moore
Julianne Moore in Still Alice

A novembre 2015 arrivano nelle sale cinematografiche italiane l’ultimo capitolo di Hunger Games e Freeheld – amore, giustizia, uguaglianza, in cui Julianne Moore è Laurel Hester, donna realmente esistita che lotta per la parità dei diritti fra le coppie omosessuali ed eterosessuali.

Francesca Santoro

Fonti

Internet Movie Database – Julianne Moore