Medicina

Dislessia: conoscerla e comprenderla

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Per tutti voi lettori sarà facile leggere questo articolo, ma ci sono alcune persone che potrebbero trovare una certa difficoltà nel leggere e comprendere qualunque tipo di testo. Questo problema non è di certo imputabile alla pigrizia o alla distrazione, ma è un disturbo dell’apprendimento noto come Dislessia. Secondo analisi recenti, è presente quasi un bambino dislessico per classe, per una frequenza quindi di circa 1 su 20. Certi dati ci fanno quindi comprendere che il problema è più diffuso di quanto si pensi, ed è per questo che vogliamo analizzarlo da vicino.

Cos’è la Dislessia?

Il disturbo è causato dalla difficoltà del cervello di associare i suoni alle lettere, e quindi alle parole. Il problema è di sicuro neurologico; mentre di norma nel cervello le aree visive e quella del linguaggio sono collegate tra loro durane il processo di lettura, in una persona affetta da dislessia queste connessioni sono lente e difficili. Può essere anche causa di difficoltà nella scrittura, che vengono definite Disgrafie, in cui le lettere all’interno delle parole non sono nel giusto ordine, o addirittura sono confuse tra loro a causa dei loro simili suoni. Gli errori più comuni sono quelli che riguardano la confusione tra lettere molto simili, quali ad esempio la “n” e la “m”, tra suoni simili, come accade tra “p” e “b”, oppure ancora tra lettere che hanno un diverso orientamento nello spazio della scrittura, come “d” ed “q”. In base a questi vari tipi di confusione, si possono avere vari tipi e livelli di dislessia, che si aggrava quando si hanno problemi nella comprensione di suoni in sequenza, come succede con le lettere “sci” e “gni”, oppure quando ad essa si aggiungono errori di calcolo (discalculia).

Quello che accade nei pazienti affetti da dislessia è che la difficoltà di decifrare lettere e suoni si riversa spesso nella incapacità di comprendere il senso dell’intera frase, portando quindi anche un deficit nella comprensione di testi lunghi. Quando, in passato, l’analfabetismo era diffuso in quasi tutto il popolo non si poteva riconoscere questo tipo di disturbo dell’apprendimento, ma adesso che leggere e scrivere è all’ordine del giorno per quasi tutti noi il problema è rilevante e, soprattutto, evidente.

Esiste una riabilitazione?

Attraverso una risonanza magnetica è possibile vedere “accese” le aree del cervello che sono attive durate la lettura, ma se invece il paziente avrà “accese” delle aree del cervello diverse, vorrà dire che si è di fronte ad una persona affetta da dislessia. In questi soggetti, il cervello ha attivato quindi aree diverse per poter ovviare al problema e riuscire a leggere, anche se con lentezza e difficoltà. Il metodo della risonanza magnetica permette di poter così aiutare le persone a migliorare la loro capacità di lettura con specifici programmi ed esercizi.

I programmi servono principalmente ad esercitare il dislessico ad associare i suoni alle lettere in modo corretto. Facendo pratica, nel tempo il paziente imparerà a leggere le singole lettere e poi a riconoscere le intere parole, proprio come avviene con tutti i bambini a scuola, solo che per un dislessico il processo è più lento. L’importante è che la dislessia venga riconosciuta quanto prima e che vengano attuate le tecniche di riabilitazione in maniera corretta e costante, in modo da poter davvero riscontrare col tempo i miglioramenti. Di solito, i primi a vedere dei problemi sono gli insegnanti delle scuole elementari, ma la diagnosi deve essere fatta da un neuropsicologo.

Quello che possiamo dirvi in conclusione di questo argomento è che, per ora, il problema è poco compreso, causando quindi scarsa attenzione a riguardo e provocando un certo disagio psicologico nelle persone con questo disturbo. E’ facilmente comprensibile che per un bambino affetto da dislessia non diagnosticata sia snervante e avvilente sentirsi sgridare per la sua “mancanza di buona volontà”, quando magari lui invece di volontà ne ha da vendere! Quindi speriamo che col tempo la dislessia sia sempre più riconosciuta e riabilitata, in modo da poter cominciare tutti dalla stessa linea di partenza, senza lasciare indietro nessuno.

Alessandra Spaziano

Fonti:

http://www.aiditalia.org/it/

http://eida.org/

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Alessandra Spaziano

Sono laureata in "Biotecnologie Mediche" all'università degli studi di Napoli, Federico II, con tesi di laurea svolta al TIGEM - Telethon Institute of Genetics and Medicine - di Pozzuoli. Adesso svolgo il mio dottorato di ricerca in "Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche" all'università degli studi di Napoli, Federico II.

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