Il 27 maggio aveva compiuto 93 anni. Il 2015 era il suo sessantasettesimo anno di carriera al cinema.
Addio, Dracula
“Dracula il Vampiro” ( Terence Ficher – 1958) è il primo film in cui Christopher Lee compare nei panni della celebre creatura della notte. Chi oggi ha circa cinquant’anni lo ricorda principalmente così: con pochissime rughe, occhi spalancati e rossi di sete, alto ed emaciato.
Lavorava già da un decennio circa ed era più vicino ai quaranta che ai trenta, non era e mai sarebbe stato bello e, per quanto avesse passato i suoi primi anni di recitazione ad
Quel film del ’58 fu talmente ben accolto che ne seguirono sei sequel e due spin-off: i fan di Bram Stoker, usualmente incontentabili, riconobbero le atmosfere originali nell’accurata scenografia e nella fotografia magistralmente gotica, apprezzando addirittura per intero la sceneggiatura che, abilmente, pur facendo comparire poco l’effettivo punto focale dell’intera pellicola, vi faceva ruotare attorno ogni particolare, impregnando dell’inquietante e greve presenza di Dracula ogni angolo nel quale non c’era.
Addio, Saruman
Per chi oggi ha invece un’età compresa fra i venti e i trenta, Christopher Lee è Saruman. Peter Jackson, volendo usare un’espressione un po’ brutale ma incisiva, recuperò un dinosauro e lo rispolverò, ricordò a tutti quale enorme esperienza aveva e quanto ancora la sua età potesse dare: Saruman è un grandissimo cattivo, dalle mani adunche e dai capelli bianchi che scivolano sulla sua figura scarna. Dai suoi anni d’oro, Christopher Lee non aveva perso un centimetro della sua altezza, in ogni senso.
Comparve dunque a partire dal 2001 nei film di Jackson, il primo dei quali fu “Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’anello“, rimanendo saldo nella sua torre a Isengard fino alla fine, partecipando non solo a quella trilogia, caposaldo ormai del cinema del nostro millennio, ma anche ad una seconda, basata su “Lo Hobbit” e sul “Silmarillion”.
Riconoscerlo è quasi d’obbligo: una pietra miliare come lo è la trilogia del Signore degli Anelli, divenuta leggendaria mentre ancora si stava preparando a completare la sua apparizione al cinema, non sarebbe mai stata ciò che è oggi senza il contributo di una tale figura. Fu la perfetta controparte del molto meno elegante Gandalf, indimenticabile nelle più iconiche scene che lo vedono protagonista a testa alta e pallido di ambizione, in una magnifica distorsione della figura classica del mago buono con barba lunga e mantello chiaro.
Un saluto a Christopher Lee
Ha visto il cinema cambiare, nel corso degli ultimi cinquant’anni, e ha saputo adattarvisi, accettando le parti minori che il suo aspetto anziano gli permetteva di interpretare, conservando una dignità che forse l’età non garantisce sempre. Costantemente sfruttando appieno quelli che erano i suoi punti di forza – voce tenebrosa e vibrante, altezza vertiginosa, volto affilato – ha
Quasi trecento film; il titolo di Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico; mai un Oscar, come la reputazione di un attore bravo e prolifico richiede; e un rispetto all’interno del suo ambiente che pochi altri attori hanno ottenuto. Chapeau.
Chiara Orefice