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1190 – Crociate

Con la parola Crociate si intende innanzitutto una serie di guerre che videro affrontarsi eserciti cristiani e musulmani per il possesso della Palestina, ossia la “Terra Santa” secondo la Bibbia. La difficoltà nello stabilire quante crociate ci siano state è dovuta al fatto che il termine stesso “Crociata” sia apparso quando ormai il fenomeno delle Crociate erano tramontate. Le Crociate costituivano un’ossessione per la mentalità occidentale, che dava un ruolo di rilievo alla città di Gerusalemme.

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Masyaf: la rocca degli Assassini

Vedere le Crociate come un semplice grande scontro tra Cristiani e Musulmani è molto semplicistico. In diversi casi le Crociate erano dirette contro gli stessi Cristiani. Ma anche il fronte musulmano non era compatto: un esempio era rappresentato dai cosiddetti Asasyyn (da cui la parola “Assassini”) o Nizari, che costituirono una Setta ancora esistente (oggi gli Assassini propriamente detti sono circa 15 milioni).

Guidati da un Gran Maestro, il più noto dei quali fu il cosiddetto “Vecchio della Montagna”, gli assassini erano noti per i loro omicidi plateali. Rappresentavano una mina vagante nel mondo musulmano, tant’é che, durante la terza crociata, si allearono con i Crociati contro Saladino.

Oggi sono immediatamente associati alle Crociate e visti come irriducibili nemici dei Templari per la loro raffigurazione della saga di videogiochi “Assassin’s Creed”.

Urbano II appello al sinodo di Clermont prima crociata

L’appello alla Crociata: “Deus lo volt!”

Il discorso definito “appello al Sinodo di Clermont” fu un sermone dell’allora Papa Urbano II del 27 novembre 1095 con il quale invitava i fratelli cristiani ad accorrere in Oriente per difendere i fedeli dai soprusi dei Musulmani. Esso è entrato alla storia perché considerato l’inizio della stagione delle Crociate.

Urbano II cercò di sensibilizzare i propri uditori sulla condizione dei cristiani d’Oriente descrivendo al Sinodo di Clermont le nefandezze dei Turchi, chiamati nel documento “Persiani”. Spettava ai cristiani d’Occidente prestare soccorso ai Greci, seguendo l’esempio di Carlo Magno che affrontò i pagani.

Ma il motivo ancora più importante per partecipare alla Crociata è la volontà di liberare il Santo Sepolcro di Gesù Cristo caduto in mano pagana. I cristiani furono invitati ad abbandonare la propria famiglia e i propri beni per prendere la via di Gerusalemme e dirigere le proprie energie, spese in guerre fratricide, contro gli infedeli. La Crociata era ispirata e voluta da Dio, da cui il famoso grido “Deus lo volt”. Chiunque avesse voluto partecipare alla spedizione avrebbe dovuto portare il segno della croce, come scritto nel Vangelo.

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I Cavalieri Templari tra storia e leggenda

Nel corso delle crociate, presero vita alcuni ordini monastici di natura militare. Tra gli i vari ordini nati nel primo XII secolo spicca quello dei Templari, intorno al quale ruotano miti e leggende che non cessano di affascinare gli appassionati di storia medievale.

Ma chi erano veramente i Templari?
All’inizio del XII secolo una decina o una ventina di cavalieri si riunirono attorno ad un nobile di Champagne: il conte Ugo di Payns. Pare che avessero deciso di consacrare il resto della loro esistenza alla difesa dei Luoghi Santi e dei pellegrini contro le incursioni degli infedeli.

Tra il 1118 e il 1120, re Baldovino II di Gerusalemme lasciò a loro disposizione la moschea di al-Aqsa vicino al Tempio di Salomone. Da allora, i cavalieri vennero chiamati milites Templi, Templarii. Questi giurarono davanti al patriarca di Gerusalemme di difendere i cammini per la Terrasanta e di osservare i tradizionali voti monastici: povertà, castità e obbedienza.

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Crociate

Le Crociate secondo i Musulmani

Sembra strano a dirsi ma i Musulmani quasi non si accorsero delle Crociate.

La scarsa attenzione che il mondo islamico ha per secoli prestato al fenomeno delle crociate è indicativo del fatto che esse non costituirono una dichiarazione di guerra globale da parte dell’Occidente. Bisogna considerare inoltre che le spedizioni militari dei crociati furono meno di una decina, e interessarono un periodo relativamente breve (meno di due secoli).

Per giunta, solo la prima riuscì veramente vittoriosa, mentre le altre fallirono miseramente, oppure ottennero solo qualche risultato a livello diplomatico.

Gli Stati crociati costituirono una piccolissima enclave occidentale all’interno dell’immenso mondo islamico, e scomparvero insieme alle crociate. Queste ultime non furono mai bandite per semplice fanatismo o brama di conquista, ma in seguito alle provocazioni musulmane che – dopo aver dimezzato l’impero bizantino – minacciavano di conquistare la stessa Costantinopoli (cosa che sarebbe puntualmente avvenuta nel 1453).

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Crociate Goffredo di Buglione Chanson de Jérusalem

La Crociata secondo l’Epica: la Chanson de Jérusalem e la Gerusalemme Liberata

Un evento così importante quale la Prima Crociata divenne subito argomento da trattare in letteratura. E il mezzo più adatto per esaltare la spedizione crociata era quello della canzone di gesta, la chanson de geste, racconto epico in versi.

La conquista di Gerusalemme è raccontata nella Chanson de Jérusalem, che dà alla Crociata ogni tratto possibile di una tradizionale peregrinazione verso un luogo santo: i Crociati prendono parte ad un cammino di penitenza, dove le sofferenze che patiscono, come la fame e la sete, sono visti come un modo per avvicinarsi a Dio.

Diverso è il modo di descrivere la Prima Crociata, invece, nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, scritta nel ‘500, in piena età della cosiddetta Controriforma o Riforma cattolica.

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catari

Le Crociate contro i Cristiani

Lo strumento della Crociata si rivelò utile anche contro gli stessi Cristiani: avere idee radicalmente diverse dal dettato della Chiesa Romana Cattolica significava entrare nell’eresia e quindi doveva essere estirpata a ogni costo.

L’eresia catara, con la sua chiesa parallela dei “buoni cristiani”, non poteva non essere percepita come un grave pericolo dalle gerarchie cattoliche. Non solo per la sfida all’ordine costituito, ma anche per gli atteggiamenti fanatici dei catari che praticavano anche forme di suicidio come l’endura (morte per fame).

In Linguadoca, la comunità dei perfetti raggiunse addirittura un ruolo egemonizzante, spingendo Innocenzo III alla crociata contro gli albigesi del 1208, in seguito all’assassinio di un legato pontificio e di altri gesti ostili come la requisizione delle chiese.

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