I catari e la comunità dei perfetti: chi erano?

Chi erano davvero i catari? Possono essere definiti cristiani? Cosa professavano e cosa portò alla crociata che mise fine alla loro “comunità dei perfetti”?

Le origini orientali e lo sviluppo occidentale

A causa delle crociate, l’Europa riprese i contatti con l’Oriente ma così facendo si aprì anche a nuovi influssi ereticali. In particolare, tra gli anni quaranta e sessanta del XII secolo, i fenomeni ereticali si moltiplicarono per l’influenza esercitata da chiese orientali di tipo dualistico – come i bogomili – che pretendevano di aver preservato la vera tradizione apostolica. Il dualismo di provenienza balcanica trovò un tale successo che negli anni sessanta del secolo si riunì persino un concilio eretico a Saint-Fèlix-de-Caraman (nei pressi di Tolosa). Mentre in Italia il catarismo si frazionò in chiese diverse, le diocesi francesi mantennero una certa comunione.

Un’eresia dualisticacatari

La nuova eresia, per l’influsso orientale, non si basava più solo su motivi etici (come la povertà) ma anche su argomenti teologici. Il dualismo comportava infatti una visione religiosa molto diversa da quella ortodossa. Visione che, a sua volta, si divideva in due differenti posizioni.

La prima, più moderata, era quella di Bogomil secondo cui il genere umano fu creato da Satana come materia inerte che Dio animò tramite gli angeli ribelli, che divennero così schiavi della materia. Un altro angelo, Cristo, era venuto per mostrare che era possibile liberarsi dai vincoli della materia tramite una vita di penitenza e di distacco. Quindi i cristiani dovevano essere perfetti e vivere come gli apostoli, rinunciando al sesso e al consumo di carne.

La seconda si basava su una estremizzazione della prima, sulla base di antichi testi manichei. Satana divenne il principio antitetico a Dio. Fu lui il vero creatore del mondo che ingannò Dio e sedusse i suoi angeli (tramite la donna e il potere). Questi ultimi furono imprigionati nella materia e questo sarebbe stato per sempre il loro inferno se l’angelo Cristo non avesse accettato la condizione umana per mostrare la via di fuga col suo sacrificio.

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Filippo Augusto attraversa la Loira (Grandes Chroniques de France, XIV-XV secolo)

Eretici o non cristiani? Il successo del catarismo

Entrambi i miti mostrano una divergenza dottrinale tale che ha dato luogo al lungo dibattito se i catari possano essere o meno definiti cristiani. Secondo Merlo, è difficile dare una risposta perché non si tratta di un fenomeno unitario, anche se i catari possono essere associati agli gnostici.

In ogni caso, il catarismo trovò in breve tempo larga diffusione in tutt’Europa, in particolare in Francia, nell’Italia centro-settentrionale, nella Spagna orientale e nella Renania. Questo anche per il suo impatto sociale, dovuto alla possibilità anche a persone di basso livello sociale di diventare vescovo e alla larga partecipazione concessa alle donne. Inoltre i catari, che praticavano la povertà sia individuale sia comunitaria, ottennero facilmente l’adesione di gruppi pauperisti che già erano alla ricerca di una loro autonomia.

La crociata contro i catari

L’eresia catara, con la sua chiesa parallela dei “buoni cristiani”, non poteva non essere percepita come un grave pericolo dalle gerarchie cattoliche. Non solo per la sfida all’ordine costituito, ma anche per gli atteggiamenti fanatici dei catari che – convinti della malvagità della materia – praticavano anche forme di suicidio come l’endura (morte per fame). In Linguadoca, la comunità dei perfetti – grazie all’appoggio della nobiltà – raggiunse addirittura un ruolo egemonizzante, spingendo Innocenzo III alla crociata contro gli albigesi del 1208, in seguito all’assassinio di un legato pontificio e di altri gesti ostili come la requisizione delle chiese. L’omicidio, avvenuto per mano degli armati del conte di Tolosa, segnò il fallimento cataridelle vie diplomatiche che prevedevano la deposizione dei prelati locali e i dibattiti dottrinali.

Una guerra di conquista

Le operazioni militari partirono nel 1209 e la prima fase si concluse nel 1212 con la vittoria cattolica. La crociata, purtroppo, fu usata come pretesto di conquista da parte dei signori del Nord e del re di Francia, Filippo Augusto, allo scopo di riprendere il controllo di un’area che si era ormai resa indipendente. Le operazioni militari si conclusero quindi solo nel 1229, con grande e spesso indiscriminato spargimento di sangue. Alla guerra seguì un processo di “riacculturazione cattolica” con un’attività di controllo e prevenzione in cui ebbe un ruolo importante il nuovo ordine mendicante dei Domenicani, fondato da Domenico di Caleruega proprio nel vivo della lotta ai catari.

Ettore Barra

Bibliografia

Merlo Grado Giovanni,  Eretici ed eresie medievali, Il Mulino, 1989.