Commedia dell’Arte: cos’è, il contesto, le maschere

La Commedia dell’Arte nasce in Italia e si consolida approssimativamente dalla metà del XVI fino alla metà del XVIII. È considerata un modo particolare di fare spettacolo dai tratti specifici e ben riconoscibile, un’evidente novità rispetto ai modelli rappresentativi ed esistenti offerti fino a quel momento.

Cosa si intende per Commedia dell’Arte e come nasce?

Con il termine Commedia si allude ad un insieme di prassi sceniche che dominavano un vasto repertorio di tipologie rappresentative. Affiancato alla voce Arte va inteso nel suo significato medievale di mestiere, quindi si faceva riferimento ad una corporazione di tipo professionale.

Il 25 febbraio 1545 Ser Maphio, detto Zanini da Padova, con altri sette compagni si riunirono a casa del notaio Vincenzo Fortuna in contrada San Leonardo per costruire una   ”fraternal compagnia’’ al fine di commercializzare la Commedia dell’Arte.

I comici della Commedia dell’Arte concordarono un regolamento per dividere spese e guadagni della loro attività spettacolare della commedia dell’arte. L’unico investimento comune fissato nell’accordo era l’acquisto di cavalli per il trasporto dell’attrezzatura da una parte all’altra.

Qual è il contesto storico in cui si sviluppa la commedia dell’arte?

Per ripercorrere i passi della nascita della Commedia dell’Arte bisogna capire qual’era il contesto storico. Con l’avvento dell’Umanesimo e la riscoperta e interpretazione della cultura classica, si arriva ad una restituzione del concetto di teatro classico. Il conseguente cambiamento che porterà ad esiti che determinano l’invenzione del teatro rinascimentale e della Commedia dell’Arte.

Questo processo di rinnovamento-rinascita riguarderà non solo i modelli drammaturgici ma anche la struttura dell’edificio teatrale e i singoli componenti dell’evento spettacolare (dramma, autore, attore, pubblico, edificio e spazio teatrale). Spetterà soprattutto ai frammentati stati italiani il merito di definire le cifre stilistiche del patrimonio dell’arte dello spettacolo che si estenderà su larga scala Europea.

Cosa succede in Italia?

In Italia questo rinnovo spettacolare avviene nelle corti principesche che, in un panorama italiano suddiviso in città-stato, avevano avviato una politica di rafforzamento ideologico per legittimare il proprio potere.

Lo scenario del Rinascimento italiano fu ampiamente influenzato dagli accordi raggiunti a Lodi nel 1454 stipulata inizialmente dalla cosiddetta Lega Italica. Quest’ultima era formata dai tre più grandi stati italiani di Firenze, Milano e Venezia.

La politica signorile

L’equilibrio sarà garantito dalla ”politica signorile’’ dal banchiere e signore di Firenze Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico che porterà alla definizione di età dell’oro caratterizzata da pace e sviluppo della cultura.

A Milano, Ludovico Sforza detto il Moro fu una delle personalità più significative proprio per il suo ruolo da grande mecenate ma al tempo stesso per l’immagine che portava con sé di potente senza scrupoli.

Poi abbiamo lo Stato regionale più consolidato che era quello di Venezia, governata da un’oligarchia di famiglie aristocratiche. Nel centro Italia si trovava lo Stato della Chiesa con capitale la città di Roma che rappresenta il centro della cristianità.

Il meridione era stato ricostruito con un’unica unità politica sotto il potere di Alfonso d’Aragona. Alla sua morte il regno sarà diviso in due: il regno di Napoli con Ferdinando I e il regno delle due Sicilie governato dal nipote Giovanni.

Le novità della Commedia dell’Arte

La rifondazione dell’idea di teatro che porterà alla nascita degli ideali della Commedia dell’Arte, si evolve attraverso due percorsi di ricerca :uno riguarda l’aspetto scenico e dell’edificio teatrale, l’altro l’imitazione di testi classici ma tradotti in lingua volgare.

La commedia fu il genere più gettonato ed in un periodo culturale che poteva già vantare la rappresentazione di trentotto commedie plautine e terenziane, Ariosto sarà considerato autore ma anche protagonista e forse attore di opere nuove e sperimentali.

Uno degli esempi più eclatanti è la Cassaria che rappresentò un’innovazione per tre motivi:

  1. dal punto di vista linguistico è la prima commedia in lingua italiana;
  2. dal punto di vista contenutistico, pur riprendendo il modello delle commedie antiche, sposta l’attenzione entro la cornice cittadina e borghese;
  3. dal punto di vista tematico l’innovazione sarà l’inserimento di tematiche novellistiche e boccaccesche.

Per quanto riguarda l’aspetto estetico dell’edificio teatrale si passò dall’uso di luoghi destinati occasionalmente alle rappresentazioni come chiese, piazze, giardini etc… all’uso di una forma architettonica stabile ed unitaria inserita nell’urbanistica della città. All’interno l’allestimento aveva dei caratteri ben precisi: a seconda del genere e della scenografia era caratterizzata da scenari prospettici fissi che però mutavano a vista con il cambiare da una scena all’altra.

Come conseguenza di questi rinnovamenti, anche il rapporto con il pubblico migliorerà. Il pubblico passerà dall’essere una parte simbolica ad avere uno spazio tutto per sé predisposta frontalmente al palcoscenico (platea).Fondamentale in questo processo fu anche la diffusione della stampa per divulgare i programmi culturali teatrali.

La nascita di attori e attrici professionisti nella commedia dell’arte

Non solo un nuovo modo di fare spettacolo, ma anche la nascita dell’attore di professione e il carattere itinerante dell’evento, entrambi specificati nel contratto, rappresentano una novità nella commedia dell’arte.

Per esercitare il loro mestiere gli attori dovevano spostarsi da un luogo all’altro, di città in città, ritornando a Padova (nella loro città d’origine) in giugno e riprendendo poi il viaggio a settembre.

La donna nella Commedia dell’Arte

donna
la donna e la commedia

Sarà soltanto a Roma, venti anni dopo, che con la costruzione di una compagnia di attori comici, il 10 ottobre 1564 comparirà il primo contratto che includerà nelle commedie anche la partecipazione ufficiale di un’attrice, Lucrezia Senese.

In realtà un ulteriore esempio è rappresentato dalla presenza di una donna all’interno di una compagnia di comici risale a qualche anno precedente con la figura di Barbara Flaminia. 

Moglie del celebre Alberto Naselli, in arte Zan Ganassa, la sua formazione sembrava fosse di matrice quasi circense, abile in performances di tipo ginnico.Nonostante questa sua tendenza, la giovane verrà definita come la più eccellente commediante in grado di dominare un repertorio ben più elevato.

Se alla base della nascita della professione dei comici della Commedia dell’Arte c’era il profitto, fu la a partecipazione della figura femminile sulla scena a rappresentare la soluzione ideale per ottenere un grande successo con un minimo sforzo.Il motivo era l’attrattiva sessuale, recante inevitabilmente con sé il legame della prostituzione, unita a doti tecniche e ad una certa predilezione per il travestimento che decretarono così il trionfo delle prime attrici nella Commedia dell’Arte.

Inizialmente le donne non avevano né potere contrattuale né indipendenza, venendo in genere aggregate alla compagnia più per i legami familiari. La svolta avvenne nel novembre del 1587 quando la compagnia dei Confidenti di Drusiano Martinelli presentò una petizione affinchè venisse permesso alle loro attrici di poter recitare liberamente.

Questa licenza verrà concessa a patto che le donne fossero regolarmente sposate e viaggiassero con i loro mariti.

Le Maschere nella Commedia dell’Arte: cos’è un tipo fisso?

La maschera della Commedia dell’Arte non era designata soltanto dalla struttura di cuoio o cartapesta da indossare sul volto, ma era nel complesso il personaggio che si creava l’attore.

Elemento fondamentale degli spettacoli della Commedia Dell’Arte era la presenza in scena dei tipi fissi.Il fiorentino Benedetto Cantinella era solito centrare le sue trame sulla forza espressiva di questi tipi fissi come ad esempio il più importante era quello dello Zanni.

Lo Zanni eccelleva nei lazzi (motti buffoneschi) e rappresentava a volte uno spazzacamino o ancora un soldato codardo, ma il più delle volte era il servitore di un altro tipo fisso ovvero il vecchio Magnifico.

Il nucleo scenico-drammatico era più o meno simile: Magnifico-Zanni-Innamorati. Essendo quindi fisso il personaggio, tali erano i costumi, gli atteggiamenti e le espressioni che potevano essere tragiche o comiche, grottesche o sentimentali.

I personaggi della Commedia dell’Arte

 attori della Commedia dell'Arte
attori della Commedia dell’Arte

Si dividono in:

Vecchio= la più antica di questa tipologia è Il Magnifico o Pantalone. Indossava una maschera dalle pieghe profonde, accigliata e con un lungo naso aquilino, mentre come costume una calzamaglia rossa con un mantello nero e delle ciabatte.

Rappresentava un vecchio mercante veneziano che può essere innamorato o severo, stupido o intelligente, moralista o seduttore…a seconda della tipologia di personaggio che richiedeva lo spettacolo.

Un altro esempio è la maschera del Dottore, rappresentato come tipo paffuto e dal naso grosso. Si esprimeva con il dialetto bolognese ed era associato alla paronomasia.Quest’ultima è una figura retorica che permette di accostare due parole di suono simile o uguale ma di significato differente mettendo così in risalto l’opposizione di significato.

Servo o Zanni= non avevano un’immagine ben definita se non per il costume costituito da camicione e pantaloni larghi oppure le complesse caratteristiche gestuali. Il più famoso era Arlecchino creato a Parigi nel 1585 dal comico mantovano Tristano Martinelli.Questa maschera cambiava stile e fisionomia a seconda delle esigenze: nella sua prima versione veniva raffigurato come mezzo diavolo e mezzo bestia, re del mondo alla rovescia e del carnevale.

Nel secondo Seicento Domenico Biancolelli darà un tocco diverso alla maschera eliminando ogni dettaglio grottesco e acquisendo agilità e grazia acrobatica simile a quella dei danzatori.L’Arlecchino di Biancolelli ottenne quel costume a losanghe regolari con collaretto bianco a cui siamo abituati ad associarlo.

Gli Innamorati= sia uomini che donne, spettava il compito di far procedere le vicende attraverso un repertorio di smancerie sentimentali.

Gli personaggi della Commedia dell’Arte

Sul versante femminile c’era la Servetta. In origine era una maschera en travesti (interpretata da uomini) che in seguito si addolcirà, proponendo una figura scenica più maliziosa, gentile e raffinata.

Infine troviamo il Capitano rappresentato con atteggiamenti soldateschi e fanfaroni che esprimeva tutta l’insofferenza dei popoli della penisola italiana per la dominazione spagnola.

Accanto alle maschere, la seconda peculiarità della Commedia dell’Arte era il fatto che fosse una tipologia spettacolare senza testo scritto, il comico italiano infatti si rifaceva ad un insieme di tecniche note come improvvisazioni. Ma queste improvvisazioni non derivavano solo da un gioco senza regole, ideato sul momento ma bensì si avvalevano di un canovaccio:una trama sintetica senza battute di commedie e tragedie e drammi pastorali imparati a memoria cambiando di sera in sera qualche scena o conversazione.

I viaggi per l’Europa

L’enorme successo riscosso nelle corti e nelle piazze di tutta Europa produsse appoggio di ogni tipo per le compagnie degli attori da parte di mecenati e promotori che li porterà a viaggiare anche al di fuori dell’Italia stessa.

Esemplare era la compagnia dei comici Desiosi, soprannominati anche la compagnia dei Ganassa che nel 1570 si recò a Spira dove recitò una commedia pastorale sul Ratto di Proserpina alla corte del re Massimiliano II. Fu proprio questo evento che promuoverà quella che sarà la tournée francese e successivamente quella spagnola. La presenza dell’attrice Barbara Flaminia comporterà il successo della compagnia ed in più contribuirà anche allo sviluppo del teatro iberico riguardante due aspetti:

  1. quello tecnico-organizzativi;
  2. il consolidamento dell’inserimento delle donne.

L’invenzione di Arlecchino

Arlecchino
Maschera di Arlecchino

Dovuto alla loro bravura e novità che rappresentavano, sarà nel contesto parigino che Martinelli sceglierà una linea difensiva contro quella politica inaugurata da Caterina De Medici.La regnante vedeva nel fasto e nelle feste un modo per difendere il proprio regno.

I Martinelli (Tristano e Drusiano) decisero di fare dello ”scandalo” il loro proprio strumento per il successo.

Inventarono così una maschera con un nome proveniente dal folclore nordico (Hölle König , traslato in Helleking e poi in Harlequin) e un abito multicolore che si dichiarava re dei diavoli.Parlava con accento mantovano e si muoveva con incredibile capacità acrobatica.

Con questo tipo di strategia commerciale i due Martinelli proposero in breve tempo quello che sarà il mito di Arlecchino.

Il declino della Commedia dell’Arte

Con la scomparsa di quasi tutta la generazione fondatrice della Commedia dell’Arte, ci fu una progressiva modifica spettacolare avvenuta in Francia per mano di attori italiani stanziati a Parigi che collaboreranno con attori francesi.

Predominavano posture energiche caratterizzate da sforzo e tensione, tanto da trovarsi ben presto di fronte a danzatori piuttosto che attori.I canovacci erano più garbati, dalla comicità meno grave, includendo la lingua italiana accompagnata da quella francese e aggiungendo parti musicali e passi di danza.Per assecondare la sempre più crescente richiesta di spettacoli di balletto e parodie di generi musicali furono di ovvia necessità questi cambiamenti.

Il ”Teatro comico” di Goldoni del 1750 sancì il declino della Commedia dell’Arte.Era una commedia-manifesto in cui l’autore sviluppò una riforma a favore di un testo scritto e di un teatro senza maschere.

Antonella Oliva

Bibliografia:

Luigi Allegri, Storia del teatro, Carrocci editore 2018

Giovanni De Luna e Marco Meriggi, sulle tracce del tempo, Paravia