Sofista di Platone, il dialogo sull’essere

Il Sofista è un dialogo platonico nel quale Socrate intavola un confronto tra due interlocutori, il giovane Teeteto e uno straniero. Nel corso del dialogo, i due cercano prima la definizione di sofista, e poi riflettono sull’essere e il non essere. Nell’articolo illustriamo questo stimolante testo di filosofia.

Posizione del Sofista nel corpus platonico

Innanzitutto, se seguiamo l’ordine che il filosofo neoplatonico Trasillo stabilisce per i dialoghi platonici, Il Sofista risulta il settimo. In effetti, Trasillo riunisce le opere di Platone in gruppi da quattro detti tetralogie. Dunque, questo testo è il terzo della seconda tetralogia.

Sofista
Ricostruzione del volto di Socrate sulla base delle sue statue di marmo. Fonte: Wikimedia Commons.

Difatti, la circostanza che questo testo racconta prosegue quella che inizia nel Teeteto, il dialogo che lo precede. Inoltre, il dialogo successivo, Il Politico, continua questa medesima trama. Insomma, sembra che la scelta di Trasillo per la posizione di questo dialogo dipende da una logica narrativa. Infatti, gli studiosi considerano in genere questi tre testi come una trilogia. Tuttavia, aggiungiamo che esistono almeno altri due testi che hanno affinità col Sofista.

Infatti, dal punto di vista dei contenuti filosofici, questo dialogo conclude ciò che inizia nel Parmenide e che prosegue nel Teeteto: il cosiddetto “parricidio di Parmenide“. Ma di questo trattiamo più avanti. Infine, anche un altro dialogo ha punti di contatto ed è Il Filebo.

Chi è il sofista?

Innanzitutto, chi è un sofista? Questo termine nella Grecia di Socrate definisce insegnanti di retorica che ricevono un compenso in cambio di lezioni sull’arte oratoria. Ma già allora questo termine, che indica un lavoro del tutto regolare, ha accezione dispregiativa. Infatti, esso indica chi è un “falso filosofo”. Cioè, chi non pratica filosofia per l’amore della conoscenza ma per denaro. Tuttavia, risulta spesso difficile la distinzione netta tra filosofo e sofista (e di questo tema parliamo nell’articolo dedicato ai sofisti).

Ma in questo dialogo c’è un sofista? In effetti no, o almeno non vi è un personaggio additato in modo esplicito come tale. Anche se la maggior parte dei dialoghi platonici ha per titolo uno dei personaggi presenti nello scritto stesso, Il Sofista fa eccezione. Invece, esso fa parte di quei testi come La Repubblica, Gli Amanti, e il dialogo che lo segue, Il Politico, che hanno per titolo l’argomento di discussione. Dunque, la risposta alla domanda “chi è il sofista?” è proprio quello che questo testo ricerca.

La circostanza descritta nel Sofista

Dunque, come già illustrato, Il Sofista è il secondo dialogo di una trilogia. Infatti Il Teeteto, il testo che lo precede, termina con la promessa di un nuovo appuntamento il giorno seguente tra Socrate e Teodoro, al quale è forse implicita anche la presenza di Teeteto. Così, entrambi mantengono la promessa. Inoltre, con loro ci sono almeno altre due persone. Una è un giovane amico di Teeteto anch’esso col nome di Socrate, il quale resta in silenzio tutto il tempo. Poi, abbiamo uno straniero che arriva da Elea, la stessa città dei filosofi Parmenide e Zenone. Infatti, come dice Teodoro, colui che introduce lo straniero nella comitiva, egli è un seguace della loro filosofia. In effetti, ignoriamo il nome di questo straniero, mai citato nel dialogo.

In effetti, appena il gruppo incontra Socrate, quest’ultimo inizia un discorso ironico proprio intorno allo straniero. Cioè, Socrate ipotizza che in realtà è una divinità che li spia sotto mentite spoglie. Dunque, Teodoro risponde in difesa del suo ospite. Così, dice che egli non è un dio, però è divino. Infatti, Teodoro definisce divino chiunque dimostra conoscenza filosofica. Ma Socrate replica che è ancora più difficile il riconoscimento di chi è filosofo rispetto a chi è un sofista o un politico. Perciò, chiede allo straniero cosa pensano i suoi concittadini riguardo la differenza tra filosofi e sofisti.

Tuttavia, lo straniero ha qualche remora, perché ritiene ciò un argomento che richiede molto tempo. Ma Socrate lo tranquillizza e lo sprona in tale discussione insieme a Teeteto, di cui ha già testato l’abilità nella riflessione. Così, inizia la prima sezione del dialogo, che consiste in un esame della definizione di sofista e che produce più di una definizione.

La prima definizione di Sofista

Innanzitutto, lo straniero spiega un suo metodo esplicativo che consiste nel discernimento. Così, prende come esempio il mestiere del pescatore. Dunque, egli afferma che esistono due tipi di arti, quelle con le quali l’uomo realizza qualcosa che prima non c’è, cioè la produzione, come l’agricoltura e il canto. Poi, quelle con cui l’uomo acquisisce qualcosa, e di questo gruppo fa parte la pesca. Ma l’arte acquisitiva è di due generi, quella dello scambio e quella della conquista. Dunque, la pesca appartiene al secondo tipo. Inoltre, il gruppo della conquista ha sue categorie, la “conquista esplicita” come la lotta e la “conquista per sotterfugi”, tipica della caccia.

Ma la caccia a sua volta è sia nei confronti di ciò che è animato sia di ciò che è inanimato. Così, la caccia all’animato è sia verso animali terrestri sia animali fluttuanti. Però gli animali fluttuano o nell’aria o nell’acqua. Dunque, questo secondo tipo di caccia è la pesca. Ma anche la pesca ha delle sottocategorie. Infatti, esiste la pesca con le reti e senza reti, e quella senza è o col tridente o con l’amo.

Dunque, dopo questo esame tocca l’analisi del sofista. Così, lo straniero mostra la vicinanza tra il mestiere del sofista e quello del pescatore perché entrambi sono stili di caccia. Tuttavia, il sofista appartiene al genere opposto. Cioè, la caccia agli animali terrestri, posto che l’uomo è tra questi animali. Dunque, la “caccia all’uomo” ha due possibili circostanze, quella privata e quella pubblica. Ma quella privata è di due tipi perché agisce in due diversi modi. Cioè, il ricevimento di doni, e questo tipo di caccia è quella degli innamorati. Poi, la lusinga, che ricerca i piccoli favori. Invece, quella pubblica tende verso il denaro ed è quella del sofista.

Dalla seconda alla quarta definizione di Sofista

Tuttavia, il risultato di questa disamina non soddisfa lo straniero, in quanto afferma che quella del sofista è un’arte complessa che ha più facce. Così, propone la ricerca di un’altra definizione tramite il parallelo con l’arte del mercante. Infatti, prima ha distinto l’arte dello scambio da quella della conquista a cui, sembra, appartenere il sofista. Invece, ora l’attenzione passa all’arte dello scambio di doni. Questi doni sono o prodotti propri o prodotti altrui, in quest’ultimo caso parliamo di commercio. Dunque, lo scambio di prodotti altrui è di due tipi in base al prodotto. Cioè, se è un prodotto per il corpo o per l’anima. In effetti, nella seconda tipologia troviamo musicisti, pittori e prestigiatori, tutti quelli che all’epoca del dialogo viaggiano di città in città con la propria mercanzia o capacità artistica. Dunque, tra queste troviamo anche l’arte della vendita delle cognizioni, l’arte sofistica.

Ma lo straniero non si ferma qui, fornisce altre quattro definizioni. Innanzitutto, con la terza definisce il sofista un rivenditore al minuto di nozioni. Poi, con la quarta lo considera un erista. Infatti, riguardo alla lotta, c’è sia la sezione della gara sia quella del combattimento. Ma in quest’ultima vi è sia l’azione violenta sia l’arte della controversia. Così, quest’ultima a sua volta distingue da una parte un’arte dei discorsi lunghi, cioè l’arte giudiziaria. Poi, dall’altro lato, l’arte dei discorsi brevi, che definiamo “arte del contraddittorio“. Dunque, questa è l’eristica o argomentazione dei “ragionamenti sottili al di là della verità o falsità”. Poi, di questa troviamo l’eristica “privata” e l’eristica “pubblica”, e questa seconda eristica è l’arte sofistica.

Quinta e sesta definizione di Sofista

Infine, lo straniero propone altre due definizioni si sofista. Così, secondo la quinta, sofista è chi purifica l’anima dal sapere apparente. Dunque, egli parte dai lavori domestici, che sono tutte “arti della separazione“, come filare e tessere. La separazione è o del simile dal simile, o del cattivo dal buono. Perciò, questa seconda tipologia  è la “purificazione” in quanto purifica l’oggetto e lascia solo la parte buona.

Dunque, questa parte riguarda gli oggetti inanimati ma anche i viventi, e per questi ultimi sia l’interno sia l’esterno. In effetti, riguardo l’esterno essa consiste nel lavarsi. Invece, per quanto riguarda l’interno, lo sono ginnastica e medicina. Tuttavia, esse riguardano l’impurità intesa come malattia del corpo. Invece, vi è un’altra forma di impurità che è la bruttezza. Ma la bruttezza è disequilibrio delle parti, e il disequilibrio è di due tipi, cattiveria e ignoranza. Dunque, se questo vale per il corpo vale anche per l’anima. Quindi, la cura dell’ignoranza è l’educazione. Così, questa a sua volta ha due parti, il sapere patrio e l’educazione. Dunque, l’educazione consiste nella confutazione delle convinzioni errate dell’ignorante, e questo è compito dei sofisti.

Tuttavia, lo straniero afferma che non è possibile avere scienza di tutte le cose, come sembra che è invece, dalle passate definizioni, per i sofisti. In effetti, questo loro aspetto trova ragione nel fatto che se essi non sembrano possedere molte scienze, nessuno li paga per i loro servizi. Dunque, il sofista sembra appartenere al genere di chi conosce l’arte dell’apparenza.

Il problema del non essere

Ma ecco che il dialogo ha una svolta e la questione passa dai sofisti al rapporto tra essere e non essere a causa dell’ultima definizione di sofista. Infatti, essa attribuisce ai sofisti l’apparente, cioè il non essere. In effetti, dato che Parmenide dice che non si può parlare del non-essere, sembra dire che lo stesso dire non-essere è parlare del nulla. Quindi, chi dice non-essere non sta parlando di qualcosa. Eppure, sta parlando del non essere! In effetti, non si può neanche dire “non-enti“, in quanto il non-essere non ha numero. Eppure, vi sono più cose che sono imitazioni degli enti e che perciò in parte sono essere e in parte non-essere.

In effetti, tale problema riguarda molti sedicenti esperti, che come illustra lo straniero sono divisi in due gruppi. Cioè, quelli che definiscono come la stessa cosa corpo ed essere, e si attaccano al mondo sensibile e al divenire e disdegnano qualsiasi cosa che non appartiene a queste caratteristiche. Poi, quelli che al contrario disdegnano il mondo del divenire affermando che l’essere è immutabile e pura forma. Tuttavia, i primi ammettono che l’anima è soggetta a cose quali l’ingiustizia e la saggezza, che non appartengono all’ordine del concreto, e così si contraddicono.

Invece, è chiara la contraddittorietà dei secondi perché essi affermano che l’essere possiede l’intelletto, e dunque l’anima e la vita. Eppure, sostengono che l’essere è immobile, anche se la vita è proprio movimento. Inoltre, se l’anima umana comunica con l’essere col ragionamento, vi è dunque un’azione che è o subire o un fare dell’essere, dunque movimento. Quindi, le ipotesi sono tre, cioè che o tutto si mescola, o nulla si mescola, o alcune cose sì e altre no. Ma, dato che delle prime due abbiamo visto l’esito paradossale, deve essere giusta la terza.

Conclusione 

Sofista
Parmenide nell’affresco di Raffaele Sanzio “La scuola di Atene”

Insomma, come nota lo straniero, ormai hanno “disubbidito a Parmenide” in quanto hanno ricercato intorno al non-essere e lo hanno anche miscelato all’essere svelando che il non-ente ha una forma. In effetti, l’uomo è un animale che discorre, o con gli altri tramite il dialogo o da solo tramite il pensiero. Ma in ambo i casi, può discorrere del falso, dunque del non-essere. Cioè, afferma i non-enti come enti. Dunque, se esistono discorso e opinione falsa, può esistere anche l’arte dell’inganno, cioè il mestiere del sofista. Infatti, esso è imitazione legata alla scienza, diversa dall’imitazione legata all’opinione che è propria dell’ignorante, cioè di colui che crede di conoscere davvero tutto. Dunque, ecco chi è davvero il sofista.

Luigi D’Anto’

Bibliografia

Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Bompiani 2000.

Sitografia

Lezione sul Sofista da parte di Francesco Fronterotta: https://www.youtube.com/watch?v=YSZbloT8LVU

Registrazione del seminario dell’Istituto per gli Studi Filosofici sul Sofista: https://www.youtube.com/watch?v=zn50EPYkMMI

Nota: l’immagine di copertina è da Wikimedia Commons.