Frantz Fanon e le sue opere contro il colonialismo in Africa

Il razzismo ha generato il colonialismo, molto diffuso a partire dall’età moderna. Frantz Fanon, psichiatra francese, cercò di combatterlo grazie alle sue meravigliose opere, che lasciano un’impronta, ancora oggi, evidente.  

Chi era Frantz Fanon? 

Frantz Fanon nacque nel 1925 in Martinica. Fu un uomo che dedicò la sua intera vita ad una causa, ovvero combattere il colonialismo, specialmente quello europeo. Tutto questo fu frutto di un percorso professionale importante: studiò medicina e psichiatria e questo lo portò al trasferimento nel 1952 in Algeria, occupata dai francesi; è qui che cominciò la sua lotta, entrando a contatto con il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), diventandone anche direttore del giornale.  

Quali sono le opere di Frantz Fanon? 

Le opere di Frantz Fanon sono tutte riferite al suo disgusto verso il razzismo e verso il colonialismo, denunciandone gli atti atroci commessi dai diversi oppositori. Egli ha dato soprattutto voce alle donne algerine che, determinate e guidate da un forte spirito patriottico, sono riuscite a portare l’Algeria alla libertà e all’indipendenza. In questo articolo, analizzeremo alcune delle sue opere in ordine cronologico. 

Pelle Nera e Maschere Bianche, 1952 (Peau Noire et Masques Blancs)

Quest’opera di Fanon non ebbe molto successo nella Francia del periodo, ma è un libro senza scadenza proprio perché rappresenta cosa si innesca nella mente del colonizzatore e del colonizzato. Per lui, è un dovere discutere di un argomento così delicato, eppure la lotta è l’unico mezzo per combattere il razzismo e il colonialismo.

Lui parla dell’uomo nero intimorito dall’uomo bianco e che quindi, per essere accettato, propone un’immagine di sé sbiancata, una caricatura, distruggendo la sua reale identità. Lui analizza le diverse fasi della rivolta da parte dei colonizzati: abbiamo la violenza (verso l’oppressore, ma anche verso se stesso) e poi c’è la rivolta cosciente. Quest’ultimo punto è possibile attraverso la politica, ma soprattutto, dice Fanon, attraverso la danza, l’espressione massima di libertà. Con il movimento corporeo, l’uomo nero può dire chi è, smette di essere il subordinato e, quindi, diventa la migliore versione di sé.  

L’Anno V della Rivoluzione Algerina, 1959 (L’an V de la Révolution Algérienne)

Frantz Fanon scrisse questa raccolta di saggi nel 1959, ma la guerra tra i colonizzatori francesi e gli algerini risale al 1954. Nonostante lui fosse francese, decise di andare in Algeria e lavorare nella città di Blida come psichiatra; vedendo le diverse atrocità alle quali gli algerini erano sottoposti, il suo senso di appartenenza alla Francia svanisce. Per questo motivo, egli scrive quest’opera per denunciare, ma anche per spiegare l’estrema resistenza e perseveranza del popolo algerino, che arriverà all’indipendenza nel 1962.

La donna algerina

Uno spunto importante in quest’opera è dato da ‘’L’Algeria si rivela’’: qui, Fanon parla dell’importanza del velo (hayk) per le donne algerine. Le donne furono costrette a svelarsi a causa del governo francese, perché, secondo loro, rappresentava la società patriarcale algerina; questo portò a maggiori stupri e violenze. Molte donne, però, andarono contro questo divieto, perché si sentivano insicure, indifese e nude senza di esso.

La rivoluzione andò a buon fine proprio grazie alla tenacia di queste donne, infatti il velo assunse un valore politico: le algerine lo indossavano nonostante fosse vietato, altre nascondevano sotto di esso delle bombe da far scoppiare nelle piazze frequentate dai colonizzatori. Da questi gesti ricolmi di coraggio, si è arrivati all’indipendenza algerina. Queste donne hanno portato ad una forte modernizzazione ed emancipazione nel Paese, specialmente nel 1956, anno in cui sono entrate nella Resistenza.  

velo donna hayk

I Dannati della Terra, 1961 (Les damnés de la terre) 

Questa è considerata l’opera più significativa di Frantz Fanon, perché non fa riferimento ad un singolo popolo, ma a tutti quei popoli che sono costretti a vivere in una condizione di subordinazione. Quindi, chi sono i dannati della Terra? Sono tutti i colonizzati, ovvero quelli dell’America meridionale, dell’Africa e dell’Asia, resi schiavi dal continente europeo e, secondo Fanon, da suo figlio, ovvero Gli Stati Uniti.

Quest’opera è una ricerca dettagliata di Fanon, risultato della guerra algerina, dove aveva raccolto materiale psichiatrico. Si parlava di uomini diventati deboli a causa di stupri verso le mogli da parte dei soldati francesi, bambini algerini con rabbia repressa verso l’uomo bianco, omicidi, suicidi e così via. Fanon, nell’opera, parla anche del divario tra Nord e Sud del mondo e di come i paesi ‘’sviluppati’’ siano ricchi grazie al Terzo Mondo, sfruttato e denigrato a loro piacimento. Fanon vuole, quindi, sottolineare l’importanza dell’identità nazionale e quanto sia fondamentale riaffermarsi come popolo, per sconfiggere l’oppressore. Il suo messaggio è chiaro: è necessario che gli oppressi diano voce alla loro dignità.  

Il Negro e L’Altro (1965)

In questa lunghissima opera di Fanon, il suo intento principale è chiaro: liberare l’uomo nero da se stesso, porre fine al suo complesso di inferiorità e al circolo vizioso che lo porta ad essere una versione contorta di se stesso. Egli vuole analizzare il problema cambiando la prospettiva: capire perché l’uomo vede la sua pelle come ostacolo, portandolo ad imitare l’oppressore e capire perché il colonizzatore, con la sua convinzione di superiorità, cerchi di disumanizzare l’altro. Il motivo, per Fanon, risulta evidente: l’uomo bianco è spinto dalla sicurezza che la sua storia e la sua cultura siano superiori e questo lo porta ad un atteggiamento di superiorità.

È proprio qui che Fanon fa riferimento ad una riflessione atroce ma vera; ragionare su come la storia e la cultura africana siano state violentate, sfruttate e cancellate dai colonizzatori negli anni, portando anche alla barbarità più totale: la tratta degli schiavi. Egli parla di ‘’discesa agli inferi’’, ovvero arrivare alla radice, essere coscienti di ciò che si è, senza la continua negazione di se stessi. Lui fa riferimento alla Négritude, ovvero il movimento che rivendica la storia e la cultura nera.

Anna Lisa Accurso

Fonti
1. Fanon, Frantz nell’Enciclopedia Treccani
2. Pelle nera, maschere bianche | Patrizio Paolinelli (wordpress.com)
3. Il negro e l’Altro – Frantz Fanon. Per un approccio decoloniale del sapere (123dok.org)
4. Anno V della Rivoluzione algerina – frwiki.wiki
5. Caratteri vaganti: “I dannati della terra” di Frantz Fanon  

Fonti media Frantz Fanon – The Wretched of the Earth | en.wikipedia.org/… | Flickr , Women in white march to defend Algeria tradition – Tales of the Veils (wordpress.com)