Porco Rosso, analisi del film di Miyazaki

Porco Rosso è un film di animazione di Hayao Miyazaki basato su un manga dello stesso regista. Nel film sono presenti la passione dell’autore per il volo e numerosi riferimenti all’Italia. In questo articolo analizzeremo questi e altri aspetti e cercheremo di rispondere alla seguente domanda: “perché il protagonista è un maiale?”

La trama di Porco Rosso

Marco Pagot, alias “Porco Rosso“, è un eccezionale pilota di idrovolanti che si guadagna da vivere dando la caccia ai pirati dell’aria dell’Adriatico. Odiato da tutti loro è ricercato anche dal governo italiano in quanto antifascista (la storia è infatti ambientata a cavallo tra le due guerre mondiali), Marco vive in un rifugio segreto, un isolotto della costa dalmata che lascia solo per necessità.

Dopo una caccia l’idrovolante di Marco subisce alcuni danni che egli conta di riparare dopo aver fatto visita a Gina, sua amica di infanzia che ora gestisce un’isola su cui sorge un albergo. Lì incontra Donald Curtis, un italo-americano ingaggiato dai pirati per eliminarlo. Porco riesce miracolosamente a salvarsi e a raggiungere Milano, dove il suo meccanico di fiducia affida le riparazioni alla giovane nipote Fio.

Tornato nel suo covo con Fio, Marco in un’imboscata dei pirati, ma la presenza della ragazza lo salva. Curtis, che nel frattempo è stato rifiutato da Gina (la quale è innamorata di Marco) si innamora di Fio e sfida Marco a un duello volante per la sua mano. Durante il duello sopraggiunge Gina che avverte tutti i pirati spettatori dell’imminente arrivo della Regia Aeronautica. Marco e Curtis si accordano per fare da diversivo e permettere ai pirati di scappare mentre Gina porta in salvo Fio. Su ciò che accade in seguito esistono invece più possibili interpretazioni, su cui ci soffermeremo nella conclusione dell’articolo.

Differenze tra film e manga

Il manga, intitolato L’era degli idrovolantiha una trama più breve e presenta notevoli differenze. Qui Marco salva una ragazzina dal gruppo di pirati noti come Mamma Aiuto e ha un primo scontro aereo con Donald Chuck (che diverrà Donald Curtis nel film). Come nella versione animata sfiderà una seconda volta il rivale che desidera sposare Fio.

Anche a inizio film Marco affronta i membri della Mamma Aiuto, non per salvare una singola ragazzina ma un intero gruppo di bambine rapite, le quali, per nulla spaventate dalla situazione, rischiano di danneggiare il suo idrovolante. Nel manga è del tutto assente Gina, così come qualsiasi riferimento al passato di Marco.

La differenza maggiore tra le due versioni della storia riguarda il livello di introspezione del protagonista. Nel manga prevale il suo aspetto da dongiovanni dal buon cuore. Nel film sale a galla un po’ alla volta il suo celato amore per Gina, ma allo stesso tempo l’affetto crescente per Fio. Il protagonista del film è meno spensierato del suo “prototipo”, con fantasmi del passato a rendere la sua figura più intrigante.

Miyazaki e il volo

La passione per il volo di Hayao Miyazaki non è un mistero. Volare è un tema ricorrente in molti suoi film. Lo troviamo in Kiki, consegne a domicilio, dove la protagonista è una strega che vola a bordo di una scopa e diviene amica di un ragazzino col pallino per le macchine volanti. Anche in Laputa troviamo varie macchine che solcano il cielo e in Si alza il vento il protagonista è un progettista di aerei.

In tutte queste storie il volo non è un semplice espediente narrativo ma un elemento essenziale per l’atmosfera. La vertigine dell’altezza è un fattore comune e palpabile, che raramente produce paura. Al contrario è espressione di libertà, forza d’animo e creatività dei protagonisti.

In Porco Rosso questo elemento è preponderante. Marco Pagot è un ricercato e per non essere trovato vive in un nascondiglio, eppure la sua condizione non esprime mai paura e prigionia. Il duello con Curtis non appare una circostanza seria ma più un pretesto per uno sfoggio di bravura da parte dei due piloti. L’intero mondo dei pirati dell’aria sembra essere (come spesso accade nei film sui pirati) improntato alla libertà e quindi totalmente opposto a quello ordinato e imprigionante del fascismo.

Italia e Giappone uniti in Porco Rosso

I fratelli Pagot e Porco Rosso
I fratelli Pagot, di cui Toni (a destra) ha probabilmente ispirato il nome di Porco Rosso

Il nome di battesimo di Porco Rosso, Marco Pagot, sembra essere ispirato a Toni Pagot (Antonio Pagotto), fumettista e animatore italiano. Dalla penna di Toni sono nati Calimero, il draghetto Grisù e molti altri personaggi. In particolare ricordiamo la serie animata Il fiuto di Sherlock Holmes, coprodotta dalla Rai e dallo studio Giapponese Tokyo Movie Shinsha, la stessa produttrice di Le avventure di Lupin III con la regia di Miyazaki.

Arturo Ferrarin personaggio in Porco Rosso
Arturo Ferrarin

Personaggio secondario ma essenziale per la trama di Porco Rosso è Arturo Ferrarin. Nel film è un amico d’infanzia di Marco e Gina rimasto in Italia. Ferrarin avverte Marco durante il suo soggiorno a Milano che è pedinato, e in seguito avvisa Gina dell’arrivo della Regia Aeronautica. Ferrarin fu davvero un pilota italiano durante la prima guerra mondiale, ma non solo. Nel 1920 compì il raid Roma-Tokyo facendo scalo in India e Cina prima di raggiungere l’ultima tappa. Il volo, di 109 ore, ricevette fama mondiale.

Perché Marco Pagot è un maiale?

Il mondo dei film di animazione ci ha abituato a figure antropomorfe. Tuttavia nella storia di Miyazaki Marco Pagot è l’unico personaggio con tali fattezze e nessuno sembra chiedersi il perché con l’eccezione di Fio. Grazie a una vecchia foto e a un dialogo tra Marco e Gina scopriamo che il pilota un tempo aveva un volto umano. La trama prosegue senza soffermarsi su questo punto, accettandolo come dato di fatto fino a quando Fio non pone la domanda direttamente a Marco.

Dato che Marco elude la sua richiesta Fio gli chiede di raccontarle una storia. Porco Rosso ricorda così di quando, durante una battaglia scampò alla morte volando dentro le nuvole. Lì, col velivolo fuori controllo, vide aerei nemici e alleati riuniti in un’unica lenta scia, ma anziché raggiungerli ridiscese. Da allora le sue fattezze sarebbero divenute quelle di un maiale.

Il racconto di Marco non spiega esplicitamente il come e il perché della sua trasformazione, tuttavia sembra palpabile un nesso con l’episodio da lui riferito. Per Fio Marco non è morto perché Dio ha detto che non doveva ancora andare. Marco lascia trapelare un’idea diversa, ossia che la sua metamorfosi sia stata una punizione, forse dovuta proprio alla sua codardia. «Quelli bravi erano quelli che sono morti» sentenzia con voce sardonica.

“Maiale rosso”

La componente “Rosso” del soprannome di Marco ha trovato più spiegazioni. Se da un lato è un riferimento al colore del suo idrovolante, dall’altro è stato interpretato come un riferimento al suo “colore politico”.

Anche se Marco Pagot è apertamente contrario al regime fascista non conosciamo il suo orientamento né ci sono informazioni da cui poterlo dedurre. Piuttosto, il protagonista afferma di essere interessato più ai soldi che a combattere per onore. Affermazione vera solo in parte, in quanto ci viene svelato che Marco non combatte mai slealmente. Il suo sarebbe da interpretare quindi come un comportamento contrario alla guerra e alle ingiustizie. Miyazaki da giovane era vicino al marxismo, anche se col tempo il suo orientamento si è ammorbidito virando su posizioni pacifiste e ambientaliste.

Il nome potrebbe essere un richiamo al celebre “Barone Rosso“, l’aviatore tedesco Manfred von Richthofen.

Porco Rosso, che nella versione giapponese è noto come kurenai no buta, “maiale cremisi“, è perlopiù chiamato dai suoi avversari semplicemente “maiale”. L’obiettivo è quello di connotare negativamente l’appellativo di Marco. Tuttavia la totale apatia o derisione dimostrata dal protagonista nei confronti degli avversari non fa che rendere questo nomignolo un elemento comico della narrazione.

Una punizione per Porco Rosso?

Il giorno che Porco Rosso è stato trasformato coincide con la morte del marito di Gina. I due si erano sposati da poco e quando Marco vede che anche lui raggiunge la scia di aerei il suo pensiero va a Gina che rimarrà sola. Nel protagonista sembra esserci così un senso di vergogna duplice. Quello dovuto alla fuga durante il combattimento, che rivela a Fio, e quello di essere sopravvissuto al posto del marito di Gina, più segreto ma proprio per questo forse più pungente.

Siccome la storia non spiega per quale motivo Marco abbia mutato aspetto lo spettatore non può che accettare la versione da lui raccontata e di cui egli sembra convinto. Sicuramente questa circostanza ha una conseguenza: un’ulteriore difficoltà da parte del protagonista nel comunicare i suoi sentimenti a Gina.

La trasformazione di Marco diviene così simbolo del percorso che il protagonista deve compiere per portare a termine la sua storia. Percorso che può completarsi solo con l’aiuto delle due figure femminili.

Critiche superflue

Il film è stato il maggior successo nel 1992 in Giappone e ha ricevuto numerosi riconoscimenti e recensioni positive. Come altre opere di Miyazaki però ha subito anche dei pareri negativi quali l’accusa di buonismo e maschilismo.

Quando Nonno Piccolo affida la riparazione dell’idrovolante alla nipote, Porco Rosso è preoccupato per l’età e per il sesso della giovane. L’affermazione non stona però con il periodo storico della storia. Inoltre aiuta a illustrare il personaggio di Fio, per nulla intimorita dalle preoccupazioni di Marco ma fiduciosa nelle sue capacità. Successivamente Fio diviene “oggetto di contesa” tra Marco e Donald. Anche questa circostanza è voluta da Fio per salvare Marco dal linciaggio a opera dei pirati. Porco Rosso accetta anche questa volta non per salvarsi o aggiudicarsi la ragazza ma per proteggerla da Donald. E questo per il legame con Nonno Piccolo oltre che per l’affetto che ormai nutre per lei.

Porco rosso e Gina
Cover del disco con le colonne sonore del film raffigurante Porco Rosso e Gina

L’altro personaggio femminile, Gina, benchè molto diverso da Fio, rivela la stessa forza caratteriale. Quando Donald le propone di sposarla ella non ha problemi nel confessare il suo amore per Porco Rosso. Gina è mostrata sotto una luce positiva: benché intelligente e bella non è manipolatrice.

Riguardo alle critiche sul buonismo della storia, si pone in evidenza come sembrino non essere presenti dei veri antagonisti. I pirati dell’aria, così come Donald, sono personaggi simpatici. Così dicendo si dimentica che il reale antagonista è il regime fascista italiano. I fascisti non sono mai mostrati benché la loro presenza provochi costante angoscia nei protagonisti. Non c’è posto per loro nel mondo di Porco Rosso e questo sembra giustificarne l’apparente assenza.

Gina e Fio

Personaggi essenziali per la narrazione, Gina e Fio hanno caratteri diametralmente opposti. Fio incarna il desiderio di mettersi alla prova e vivere un’avventura, nonché la curiosità per ciò che non conosce. Il viaggio con Porco Rosso rappresenta la possibilità di uscir fuori dal nucleo familiare, condizione in cui è a proprio agio ma che non la soddisfa più. Si tratta del classico giovane personaggio che vuole crescere.

Gina al contrario ha già sperimentato molto. Proprietaria dell’albergo e dell’isola intera su cui esso sorge è di temperamento malinconico. Ciò indubbiamente per i tre matrimoni privi di lieto fine alle spalle che la pongono in una circostanza particolare. Da un lato vede se stessa come una donna maledetta con cui è meglio non avere a che fare, specialmente nel caso di Porco Rosso, l’unico sincero amico rimastogli. Dall’altro attende (e spera) che Marco faccia il primo passo per permetterle di ricominciare.

“Principe” Porco Rosso

«Porco, e se io provassi a darti un bacio? Dai, non c’è quella storia del principe diventato ranocchio che ritorna a essere umano con il bacio di una principessa?»


La metamorfosi di Porco Rosso ricalca un elemento tipico di molte storie. L’eroe, generalmente un principe, può tornare quello che era solo con l’aiuto di una principessa che lo baci. Gli esempi più famosi sono la Principessa e il ranocchio e la Bella e la Bestia. Il nesso è suggerito dalla stessa Fio, che mostra così il suo lato ancora fanciullesco. Eppure il finale del film sembra suggerire che la giovane non si sia sbagliata.

Altro parallelismo è quello tra la storia di Porco Rosso e l’Odissea. Gina comanda la sua bella isola del mare italiano proprio come la maga Circe descritta da Omero. Nel suo locale i conflitti cessano, tutti gli uomini sono soggiogati dal suo fascino. Nel poema omerico accade lo stesso e gli uomini si tramutano in animali e maiali. In un altro film di Miyazaki ricorre un’immagine simile. Si tratta di La città Incantata, in cui i genitori della giovane protagonista subiscono tale trasformazione. In Porco Rosso però questo simbolismo viene rovesciato. Il protagonista è l’unico che, pur essendo innamorato di Gina, non lascia trapelare le sue emozioni cercando di essere l’amico di cui ha bisogno. Questo atteggiamento, che si avverte essere una maschera, sembra possibile proprio grazie alla sua trasformazione.

Se c’è un parallelismo tra Porco Rosso e Ulisse ne possiamo trovare anche col Piccolo Principe. Il viaggio attraverso un mezzo volante, l’amore e la crescita individuale attraverso l’esperienza dei propri sentimentisono infatti trattati in modo simile.

Un finale aperto

Il finale della storia è raccontato dalla voce fuori campo di Fio che descrive della fuga dalla Regia Aeronautica conclusasi bene, il trascorrere degli anni e il successo hollywoodiano di Donald. Sulle sorti di Porco Rosso è invece più vaga, affermando che dopo quel giorno non lo ha più visto. Questo è generalmente interpretato con l’idea che Marco abbia riassunto volto umano dopo che lei lo ha baciato. Allo stesso tempo chi ha scorto nelle scene finali il mezzo di Porco Rosso ancorato al molo dell’isola di Gina interpreta questa immagine come il congiungimento tra i due. Il finale resta in ogni caso di libera interpretazione. Porco Rosso potrebbe aver scelto Fio, oppure Gina, o di continuare la vita che già conduceva. Il finale aperto in ogni caso anziché isterilire la storia le conferisce nuova linfa proprio nell’ultimo atto.

Luigi D’Anto’

Sitografia