Klaus – I segreti del Natale: analisi del film

In questo articolo analizzeremo il film Klaus – I segreti del Natale, confrontandolo con altre storie a sfondo natalizio e riflettendo sul messaggio che il film vuole trasmettere.

Trama

Jesper è il pigro e viziato rampollo di una ricca famiglia che gestisce una compagnia postale. Il padre gli impone un ultimatum: recapitare seimila lettere lavorando come postino su un’isola ghiacciata del Polo Nord con un unico paesino o perdere qualsiasi privilegio. Jesper si reca sull’isola e scopre che il paese è diviso in due grandi clan che si fanno la guerra: i Krum e gli Ellingboe. In più, anche se il paese ha una maestra, Alva, nessun bambino frequenta la scuola. Disperato poiché nessuno sembra intenzionato o in grado di scrivere lettere che egli possa recapitare, il protagonista raggiunge la casa di un taglialegna solitario sperando di trovare almeno una persona disposta a inviare un messaggio.

Il taglialegna Klaus vive da solo dopo la morte della moglie. In casa conserva numerosi giochi da lui fabbricati destinati ai figli che la coppia sperava di avere. Quando, per un caso fortunato, Klaus vede il disegno di un bambino raccolto da Jesper decide di regalargli uno dei suoi giocattoli. I bambini iniziano a scrivergli delle lettere e Jesper, sfruttando la situazione, costruisce un mito intorno alla figura del taglialegna.

I capi dei due clan notano come la situazione trasformi un po’ alla volta il paese affievolendo l’ostilità tra le fazioni. Per nulla contenti, scoperto il piano di Jesper, convincono con l’inganno suo padre che questi ha portato a termine il compito assegnatogli. Il padre gli offre così la possibilità di tornare a casa ma Jesper, che ha trovato un proprio posto in questa realtà, decide di restare nel paese. Il matrimonio dei figli dei capiclan suggella la fine dei conflitti e la fama del taglialegna cresce tra i paesi vicini, fino a quando, Klaus sparisce diventando uno “spirito del Natale” i cui doni andranno ai bambini di tutto il mondo.

L’uomo dietro il film Klaus – I segreti del Natale

Soggetto, sceneggiatura, regia e coproduzione di Klaus – I segreti del Natale sono opera di Sergio Pablos. Pablos aveva già partecipato a produzioni Disneyin particolare a In viaggio con Pippo, Il Gobbo di Notre Dame, Hercules, Tarzan e Il Pianeta del Tesoro. Con quest’ultimo aveva anche ricevuto una nomination per la miglior animazione.

Allontanatosi dalla Disney ha poi partecipato alla realizzazione di Stuart Little 3 e sviluppato Cattivissimo Me, film di grande successo del 2010. In seguito ha collaborato a Rio e ideato Smallfoot.

Con questa esperienza alle spalle Pablos ha lavorato a Klaus – I segreti del Natale che ha visto la luce nel 2019. Il film è stato proposto a diversi finanziatori ma il progetto era considerato troppo rischioso. A scommettere sulla storia di Pablos è stata Netflix che ha diffuso Klaus sulla sua piattaforma. Il film ha vinto diversi premi e il giudizio del pubblico è risultato complessivamente positivo.

Un Babbo Natale sui generis

I film su Babbo Natale e l’origine della sua storia sono molti, senza contare serie televisive e cartoni animati che dedicano un episodio a tale argomento. Tuttavia il film Klaus – I segreti del Natale presenta una trama diversa. Il protagonista non è Babbo Natale né un bambino che crede in lui, come solitamente avviene. Il film non presenta elementi magici, se non nel finale ma, al contrario, decostruisce proprio questi aspetti. Il luogo in cui la storia è ambientata non ha nulla di sovrannaturale. Le persone che ci vivono sono agguerrite e truci e anche Klaus non è il classico Babbo Natale sempre gioioso ma è ammantato dalla malinconia per il lutto. Tali circostanze mutano però nel corso della storia dando forma alla tipica atmosfera associata al Natale.

Jesper, un antieroe come eroe?

L’intero arco narrativo è un racconto di Jesper che a inizio e fine film parla al pubblico in prima persona. Il personaggio evolve notevolmente e non risulta mai noioso. Nella fase iniziale può ricordare Cuzco, il protagonista del celebre film Disney Le follie dell’imperatore. Come il personaggio disneyano, Jesper si adagia sui propri privilegi ma la sfida del padre è la “scossa” che dà il via alla sua evoluzione. A differenza di Cuzco, che per tutta la trama può contare sull’aiuto del contadino Pacha, Jesper deve cavarsela da solo. Anche quando collabora con Klaus e con la maestra Alva è lui a proporre un aiuto reciproco e non il contrario.

Nonostante sembri impossibile completare la sfida del padre Jesper cerca una soluzione mettendosi in gioco. Riesce così a convincere Klaus a preparare altri doni senza svelargli il suo vero obiettivo. Sotto questo punto di vista il giovane può apparire un antieroe perché inganna tutti, Klaus compreso. Il suo scopo non è quello di dar gioia ai bambini ma è ben più egoistico.

Eppure, quando ha la possibilità di andare via e il suo obiettivo è scoperto, sceglie di restare e aiutare a salvare il Natale. Questa è la fase finale del personaggio che lo trasforma da antieroe protagonista ad eroe. Infatti proprio questo aspetto è apprezzato e gli garantisce il perdono.

Klaus - I segreti del Natale locandina
Locandina del film

Klaus – I segreti del Natale, Canto di Natale e Il Grinch: confronto tra i film

L’idea di un personaggio se non cattivo almeno “non buonoprotagonista di una storia natalizia non è una novità. Questo stesso espediente narrativo compare in altre due celebri storie: Canto di Natale e Il Grinch.

In Canto di Natale il protagonista Ebenezer Scrooge è un vecchio avaro che odia il Natale. L’avventura descrive come egli cambi idea dopo la visione del fantasma di un amico e di tre spiriti divenendo generoso coi più poveri. Percorso molto simile a quello di Jesper, ma per quest’ultimo non vi sono eventi sovrannaturali che ne favoriscono il cambiamento.

Il Grinch è una storiella scritta da Dr. Seuss che racconta di un essere verde che vive ai confini del villaggio dei Nonsochì. A differenza di questi ultimi che amano il Natale il Grinch lo odia e cerca di impedirlo rubando tutti i regali. Nel corso della storia tuttavia Il Grinch cambia idea e riconsegna il maltolto. Qui il parallelo potrebbe essere tra il Grinch e i capiclan del paese che tentano la medesima operazione. Da notare però che inizialmente Klaus vive in isolamento in modo simile al Grinch. Anche questo personaggio si trova in un primo momento in una zona grigia che non permette di identificarlo immediatamente.

Quali segreti nel film Klaus – I segreti del Natale?

Inizialmente il film disorienta lo spettatore che aspettandosi una storia su Babbo Natale segue invece le vicende di Jesper. Lo spettatore assume il suo punto di vista e riflette su come risolvere il problema in cui il padre lo ha cacciato. La “magia” generalmente attribuita al Natale è così smitizzata e mostrata come un’escamotage del protagonista per riguadagnarsi una vita confortevole.

La narrazione gioca su questa smitizzazione con numerosi momenti ironici. Un atterraggio di fortuna del carro di Klaus trainato dalle renne, che ha perso poco prima le ruote, è visto da un bambino che diffonde così la voce che la slitta e le renne di Klaus sono magiche.

In parte del film inoltre Jesper subisce le angherie di un ragazzino del paese. Questo induce il postino a raccontare con tono minaccioso che i bambini cattivi non ricevono regali da Klaus. Da allora tutti i bambini del paese cercano di essere buoni e questo contribuisce a far cessare la lotta tra i due clan. La famosa lista di Babbo Natale non è altro quindi che una trovata per contrastare un ragazzino fastidioso.

Lo stesso desiderio di Klaus di donare i balocchi ai bambini potrebbe essere interpretato in chiave egoistica. Il taglialegna desiderava poter regalare i giocattoli ai figli ma non ne ha mai avuti. Il nuovo ruolo costruitogli da Jesper soddisfa così questo sogno inappagato.

Il vero “segreto del Natale” sembra essere così che non vi è alcun segreto, se non quello che una storia ben raccontata può trasformare il mondo.

Riferimenti storici nel film Klaus – I segreti del Natale

I film dedicati al buon fabbricatore di giocattoli generalmente sono storie che non hanno nulla a che fare con le reali origini della festa del Natale, con il processo iconologico che ha prodotto la figura di Babbo Natale o con gli altri suoi simboli. Nel film Klaus troviamo invece riferimenti storici, sebbene adattati al contesto fantastico della narrazione.

Klaus I segreti del Natale villaggio Sami
Tipico villaggio Sami

A differenza delle classiche storie in cui gli elfi aiutano Babbo Natale nella costruzione dei giocattoli qui troviamo una comunità esterna al paese. Si tratta di una tribù dai vestiti colorati che ricambia il regalo fatto a una di loro da Klaus e Jesper. Tale tribù non è altro che una comunità Sami. I Sami, più noti in Italia come Lapponi, sono veri e antichi abitanti della zona artica, probabilmente un misto di popoli caucasici e uralici. Una legame tra Natale e lapponi precede il film dato che il villaggio di Babbo Natale si trova in Lapponia, la regione più abitata dai Sami.

In quanto alla cittadina in cui è ambientata la storia, Smeerensburg, è ispirata a Smeerenburg (“Città del grasso di balena” in olandese). Smeerenburg era un villaggio fondato nel 1617 su un’isola delle Svalbard, un arcipelago del mare Glaciale Artico parte del territorio norvegese. Si tratta delle terre abitate più a nord del pianeta Terra. Nel film è presente un riferimento al passato della vera Smeerenburg. Infatti nel villaggio del film troneggia un grande scheletro di balena addobbato a fine trama come un albero di natale e il villaggio reale era una base per i cacciatori di balene.

Jesper e Alva

Un ulteriore elemento che arricchisce il film Klaus – I segreti del Natale è la relazione tra Jesper e Alva. Come il protagonista, Alva è una “intrusa” giunta in paese prima di lui con l’intenzione di diventare la maestra della scuola. La faida dei clan impediva un normale svolgimento scolastico e Alva decise di trasformare la scuola in una pescheria mettendo da parte il ricavato necessario per scappare dall’isola. L’improvviso entusiasmo dei bambini che dopo l’arrivo di Jesper vogliono studiare per scrivere lettere a Klaus risveglia il vecchio sogno di Alva. La ragazza investe così i suoi risparmi in un miglioramento della scuola, riconvertita alla sua originaria funzione.

A inizio film Alva risulta “abbrutita” dalla vita a Smeerensburg. La progressiva trasformazione del paese coinvolge anche lei che diviene ciò che ha sempre desiderato. In questa nuova veste mostra a Jesper, in un momento di sconforto del ragazzo, l’importanza delle sue azioni che hanno modificato i comportamenti della cittadina. Fa così capolino senza troppo rumore una storia d’amore fondata sull’aiuto reciproco.

Il personaggio di Alva ha garantito al film il premio per il miglior personaggio in un film di animazione nel 2020.

Egoismo o Condivisione?

«Nessuno fa niente per niente»

Tale è la convinzione che Jesper rivela a Klaus. Questi gli risponde citando una frase della moglie defunta:

«Un vero atto di bontà ne ispira sempre un altro»

Il film sembra non smentire l’idea di Jesper, il quale nota che anche i bambini del paese scrivono lettere solo per ricevere un giocattolo. Se questo è vero però anche l’affermazione di Klaus trova un riscontro. L’azione di Jesper innesca infatti una catena di azioni gentili fino a dar vita all’usanza mondiale di scambiarsi doni a Natale. La storia, rispetto ad altri racconti natalizi, resta così coi piedi per terra ma senza perdere per questo la carica ottimistica che caratterizza i film natalizi.

Luigi D’Anto’

Sitografia

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