La bambola col tuppo di Francesco Testa, l’analisi

Dopo la pubblicazione di Indelebile come un tatuaggio e le numerose opere precedenti, lo scrittore e psicoterapeuta Francesco Testa ha dato alla luce un nuovo pregevole romanzo, La bambola col tuppo, edito da Graus Edizioni e pubblicato nel maggio 2020. Si tratta di un’opera in cui si incrociano generi differenti senza che venga meno la solidità della narrazione.

Il romanzo si apre con toni da epopea familiare, concentrandosi sul contraddittorio processo di crescita del giovane protagonista e sulle figure che gli gravitano attorno. La storia si tinge poi di nero, con le cupe pieghe del tormento interiore, dei lutti e delle ossessioni, per poi approdare al confortante (ma non privo di problematicità) rosa delle storie d’amore. Un terribile delitto, però, rimetterà nuovamente in discussione ogni categorizzazione, portando a un finale tutt’altro che scontato, tipico dei gialli meglio orchestrati.

Oltre alla grande vivacità, conferita a La bambola col tuppo dal continuo variare dell’impostazione narrativa, il romanzo è caratterizzato da analisi psicologiche puntuali e variegate, molteplici riferimenti all’attualità e alla cronaca, l’attenzione prestata alle descrizioni di luoghi e tipi umani e un periodare ampio ma leggero.

La bambola col tuppo: la trama

bambola col tuppo
Francesco Testa

Ignazio Alfonso de Dura e Beatrice Piromallo hanno tutto ciò che si potrebbe desiderare: il reciproco amore, le immense ricchezze ereditate dalle proprie nobili famiglie e il rispetto di quanti beneficiano delle loro iniziative filantropiche. La loro felicità, però, risulta ugualmente incompleta: desiderano, infatti, un figlio, che non riescono però ad avere.

Ormai rassegnati, dopo anni di vani tentativi e dopo aver scartato l’idea dell’adozione, i due aristocratici partenopei incontrano Gennaro Riccio – detto Gennarino – un ragazzo orfano allevato tra stenti e incomprensioni da Carlo, cugino della sua defunta madre. Il feeling tra lo scugnizzo e la coppia è immediato, e tra loro si forma un legame solido e duraturo.

Nonostante le opposizioni di Carlo, Gennarino viene infine adottato da Ignazio Alfonso e Beatrice, conoscendo una felicità mai immaginata prima e divenendo unico destinatario della loro immensa fortuna. La sua crescita, però, è resa difficoltosa da imprevisti e drammatici eventi oltre che dal nascere in lui di una sempre più forte ossessione: trovare un erede in grado di continuare la dinastia dei de Dura dopo la sua morte.

Diviso tra ingenuo altruismo e oscure pulsioni, Gennarino, oltre che con le difficoltà della vita e del lavoro, dovrà scontrarsi con personaggi ambigui come Giorgio Montalto, avido impresario funebre autore di una truffa ai danni di Ignazio Alfonso.

L’amore farà poi capolino nella sua vita, assumendo dapprima i tratti della passione ferale per Nivaeh, badante dell’ormai anziana madre, e poi quelli dell’amore romantico – o almeno apparentemente tale – per due donne profondamente diverse. La prima, Luisa Esposito, sua “collega” e confidente, che lo ama in modo dolce e quasi materno; la seconda, Giuliana Grassi, tanto passionale e sveglia quanto incostante e capricciosa.

Un inaspettato e apparentemente inspiegabile delitto romperà infine l’apparente equilibrio raggiunto da Gennarino. Toccherà al sagace luogotenente Gianfranco Canepa investigare per scoprire dietro quale personaggio si nasconde in realtà uno spietato assassino.

I protagonisti del romanzo

In La bambola col tuppo ognuno dei personaggi principali è dotato di una propria irripetibile personalità che lo differenzia dagli altri rendendo uniche le sue relazioni interpersonali.

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La copertina del romanzo

Gennarino, il protagonista, è, l’elemento che fa da collante all’intera vicenda; dalle sue azioni si dipanano, infatti, i vari spunti che conferiscono unità alla narrazione. Caratterizzato inizialmente come un bambino estremamente sveglio e dolce, crescendo si trasforma in un personaggio complesso e, a tratti, perfino disturbante.

Egli si dimostrerà, infatti, capace di atti di puro egoismo, motivati dalla volontà di raggiunge i propri scopi o vendicarsi di un’offesa subita. Nonostante la sicurezza datagli dalla posizione sociale, Gennarino sarà inoltre ossessionato dall’idea di dimostrare il proprio valore individuale, mettendosi alla prova come psicologo. I contesti in cui si troverà ad agire avranno, però, su di lui un impatto profondo, causandogli ansie e guai di ogni tipo che troveranno sfogo sotto la forma di un’insolita malattia.

Ignazio Alfonso de Dura e Beatrice Piromallo sono le figure che indirizzano Gennarino verso la realizzazione delle proprie potenzialità. Amorevoli, presenti, generosi, non si preoccupano di altro che del benessere del loro ragazzo. Tra regali, consigli e atti d’amore essi riescono, infatti, a ricucire abilmente le ferite di Gennarino. La vecchiaia, però, causerà loro non pochi problemi, rimescolando le carte in tavola.

Carlo Russo, cugino della madre di Gennarino e suo tutore, è un uomo semplice e istintivo ma non malvagio, che non riesce a dare amore a quel nipote che pure tanto ama. La rottura tra lui e Gennarino è netta e dolorosa per entrambi, oltre che gravida di conseguenze sul lungo periodo.

Giorgio Montalto è un impresario funebre senza scrupoli, che certa di acccrescere in ogni modo i propri guadagni. Viscido, cinico e astuto, si dimostrerà in più momenti estremamente pericoloso. Non sarà lui ad aprire le ostilità con Gennarino ma, una volta iniziata la guerra, non si tirerà indietro. L’odio, temperato da una mente lucida e calcolatrice, è, infatti, estremamente pericoloso.

Nivaeh è una madre lavoratrice, costretta dalle circostanze a svolgere attività di ogni tipo per sbarcare il lunario. Dotata di un ottimo intuito, capirà ben presto che Gennarino, suo datore di lavoro, ha in mente per lei qualcosa di decisamente poco convenzionale.

Luisa Esposito è una donna stanca, provata da un matrimonio difficile, che riesce però a ristrutturare se stessa e la propria esistenza senza alcun supporto esterno. Forte nella sua fragilità, giudiziosa e caparbia, Luisa suscita l’ammirazione di chiunque la conosca, Gennarino compreso. Ma possono ammirazione e gratitudine trasformarsi, lentamente, in amore?

Giuliana Grassi è una giovane prodigio che inizia ad affacciarsi alla vita e al mondo del lavoro. È caparbia, brillante e passionale ma a giorni alterni. Di frequente, infatti, sprofonda nell’apatia più totale apparendo come una persona estremamente incostante, divisa tra grandi slanci e precipitose ritirate.

Gianfranco Canepa è un carabiniere che ama il proprio lavoro e lo svolge animato da un profondo senso di giustizia. Rispettato e stimato dai colleghi per l’eccezionale intuito, si troverà a indagare su una morte apparentemente naturale rivelatasi poi frutto di un crudele delitto. La sua esperienza sarà l’unica arma in grado di contrapporsi alla meticolosità dell’assassino.

La bambola col tuppo si sviluppa come un crescente groviglio di situazioni, motivi e sensazioni, rendendo difficile isolarne pochi nuclei fondamentali.

Le tematiche principali

Giambattista Vico
Posillipo, quartiere di Napoli in cui risiedono Gennarino e i suoi genitori adottivi

Grande importanza riveste, senza dubbio, l’attenzione posta al lato oscuro della mente e ai suoi processi interni. Tra assassini, matti e individui tormentati, vengono, infatti, presi in considerazione numerosi tipi umani, le cui caratteristiche sono poi sviscerate con estrema lucidità. Tra le pieghe di queste analisi fa capolino anche una certa volontà di denuncia sociale, evidente in episodi come quello della Clinica della morte.

Centrale è il tema della crescita e del cambiamento che, in un modo o nell’altro, coinvolge quasi tutti i personaggi. Il peso delle inclinazioni individuali e quello degli eventi esterni si uniscono in felici matrimoni, dando risultati realistici e imprevedibili.

Ci si sofferma poi sulla famiglia, sogno irraggiungibile per il piccolo Gennarino, fonte di sicurezza per il Gennarino ragazzo e di ossessione per il Gennarino uomo. Le relazioni con genitori, figli e congiunti, però, risultano centrali per la costruzione di numerosi altri personaggi. Perfino l’avido Montalto ha una famiglia a cui badare, per la quale farebbe di tutto.

Spicca, inoltre, il puro e semplice gusto per la narrazione, soprattutto nelle descrizioni legate alle storie d’amore di Gennarino e alle indagini guidate da Canepa, le quali costituiscono altrettanti nuclei tematici.

La bambola col tuppo si configura, dunque, come un romanzo complesso che, per essere apprezzato a pieno, va letto più che raccontato.

Alessandro Ruffo