Dario Sansone e Roberto Colella alla Federico II

La giornata conclusiva del circolo di incontri “Musica e Politica nel Novecento – Un itinerario tra ascolti e letture” a cura di Alessandro Arienzo e Enrico Del Gaudio, tenutasi venerdì 5 aprile presso l’Università degli Studi di Napoli, ha accolto ospiti illustri e artisti stimati della cultura partenopea, intrecciando la musica e la napoletanità di ieri e di oggi. Dario Sansone e Roberto Colella incontrano gli studenti universitari per raccontarsi e raccontare la propria esperienza musicale, in un contesto di aggregazione e integrazione di culture antropologiche e artistiche diverse.

Nell’ opening dell’interessantissimo incontro, viene mostrata a grandi linee la vita e la carriera di una mitica figura della musica nostrana: Franco Del Prete racconta di come ha mosso i primi passi nel mondo della musica, insieme a James Senese e Mario Musella, del debutto con gli Showmen e della nascita di Napoli Centrale all’inizio degli anni Sessanta.

Il rhythm & blues continua la sua evoluzione e il celebre batterista italiano dopo successi mai dimenticati e intramontabili momenti, che hanno segnato la storia della musica, in tempi più recenti collabora con Enzo Gragnaniello e con Sud Express. Il suo spiccato senso artistico e il suo intuito si dimostrano ancora una volta lungimiranti nell’individuare giovani talenti e cantanti nel substrato odierno della musica partenopea.

Dario Sansone

Dario Sansone crea la sua band

Il 2006, infatti, è l’anno in cui Dario Sansone, che abbiamo intervistato in un’altra occasione, fonda la sua band, i Foja, con l’intento di miscelare la sua musica preferita alla lingua napoletana, in un momento in cui la musica underground è anche di natura anglofona. Nonostante le perplessità di molti colleghi e amici, Dario Sansone e la sua band colgono l’occasione di iniziare a suonare il blues grange, voce ed espressione della generazione della fine degli anni Novanta, figli delusi dalle battaglie sociali dei decenni precedenti. In modo del tutto naturale e spontaneo nasce un percorso professionale e umano che continua ancora oggi. Dario Sansone rivela il suo pensiero:

“Quando conservi dentro di te il buono che è stato prodotto dalle tue parti e lo mischi a quelle che sono le tue esigenze artistiche e al tuo sguardo musicale generale, può nascere qualcosa di forte a Napoli, da sempre luogo di scambio e di unione linguistica con altre culture. Il segreto è continuare a suonare e a mischiare la nostra musica con quella di altre culture.”

I Foja catturano l’attenzione del pubblico e dei fan suonando e riproducendo un memorabile pezzo degli Showmen, “Che m’he fatto“. Dario Sansone racconta ancora di essere stato contatto da Franco Del Prete, batterista degli Showmen su Messenger, e di aver ricevuto le congratulazioni per la cover riprodotta. Un vero tributo ad una band storica, il cui singolo viene oggi cantato da tantissimi giovani. Il sound americano si fonda alla musicalità napoletana.

Il successo di Dario Sansone continua con l’uscita di uno dei loro album più importanti, ‘Na storia nova, nel 2011. Disegnatore di fumetti da anni, il cantante dei Foja con Alessandro Rak crea un sorprendente progetto d’animazione, “‘O sciore e ‘o vento“, diventato un trampolino di lancio per l’inarrestabile voglia di creare, fare musica e produrre continuamente.

Roberto Colella e La Maschera

L’altro gruppo del momento, che muove i passi seguendo e sperimentando lo stesso genere musicale, è La Maschera, che abbiamo intervistato in precedenza. Roberto Colella, front-man della band, racconta la grande emozione di essere stato contattato da Franco Del Prete in seguito all’uscita del branoPullecenella. Colella ringrazia il batterista. Franco Del Prete rappresenta il ponte di collegamento di diverse generazioni della musica jazz e del blues.

“Il tentativo durante la scrittura di Pullecenella era trasmettere un messaggio negativo con una musica apparentemente allegra. L’obiettivo era rendere Pullecenella, che per me rappresenta l’antieroe napoletano complice con le persone che lo ascoltano. Il testo della canzone infatti sottolinea che è un dramma dire “È cos’ ‘e niente je me ne vaco p’ ‘a strada mia”, sottolinea quella Napoli individualista che non si preoccupa della collettività. La sensazione che lascia la canzone è positiva perché Napoli ha due anime, allegria e malinconia, che non è tristezza ma qualcosa in più.”

Sulle note dei Led Zeppelin e dei Guns N’ Roses, Roberto Colella incomincia a scrivere in napoletano i primi testi mentre si trova all’università con i suoi amici. Legando la tradizione all’innovazione, il risultato di questo connubio artistico è il primo singolo in lingua napoletana nel 2013.

Tantissimi sono gli artisti talentuosi che si propongono e si reinventano continuamente nella nostra società, troppo spesso considerata complessa e complicata.

Nel vuoto generazionale che emerge all’esterno ad un occhio superficiale, si nasconde invece la paura dell’incertezza nei confronti del futuro. I giovani di oggi cercano risposte ai loro dubbi nelle generazioni del passato. Il duplice animo di Napoli è caratterizzato dalla forza di chi sa che a volte rassegnarsi è l’unica strada, di chi sopporta. Nella forza rassegnazione, quindi, si nasconde il vero valore della cultura napoletana, dell’arte e della musica.

Un grande progetto che unisce in un intreccio indistricabile la musica, la politica e le battaglie sociali del nostro territorio, è quello dei Terroni Uniti, una collaborazione eterogenea di cantanti napoletani e non, percorsi musicali differenti, stili e generazioni appartenenti a periodi diversi. Si crea una perfetta sincronia tra gli artisti e viene raccontata una verità musicale che parla di politica, di attualità e di smarrimento che la nostra società sta vivendo.

Napoli rappresenta uno stato nello stato, che combatte per mantenere salda la sua dignità e il suo valore, mostrandosi contemporaneamente come un melting pot, un crogiolo e un calderone in cui si uniscono e si miscelano elementi di origine diversa con l’intenzione di costruire una sola identità condivisa e basata su sfumature e forme d’arte che sanno toccare il cuore attraverso la musica, le parole e la condivisione.

Franco Del Prete e gli Showmen a partire danni anni Sessanta, Dario Sansone con i Foja, Roberto Colella con La Maschera e tanti altri artisti come loro, che rappresentano invece la generazione più moderna, sono gli artisti e gli attori di un palcoscenico sul quale tradizione e talento diventano creatività e innovazione, divulgando, ancora una volta e in modo originale, l’arte napoletana nel panorama artistico nazionale.

Valentina Labattaglia