La belle dame – l’universo femminile di Valerio Bruner

La belle dame è il secondo album di Valerio Bruner, pubblicato il 17 aprile 2020. Diversamente da quanto scelto per il primo, questa volta Valerio non si fa accompagnare da una band né usa la presa diretta:

«le canzoni reclamano adesso una forma d’espressione più ampia e incisiva. E così, mentre il primo lavoro discografico guardava principalmente al folk americano, questo è figlio del grande amore che nutro da sempre verso il rock, nella sua forma più sincera e diretta»1.

La belle dame

La belle dame – Tracklist

  • Rivergirl
  • Stay
  • Gem of the Ocean
  • She
  • La Belle Dame

Su La belle dame

«Sono un viaggiatore incallito che ama raccontare storie. Da che ho memoria ho sempre voluto viaggiare, vedere posti e conoscere persone, ascoltare le loro storie e scriverne di mie. Il teatro e la musica sono diventati lo strumento per farlo. È l’oscurità dell’animo umano, le sue ombre e contraddizioni, quello che più mi affascina e che voglio raccontare»2.

Già con questa presentazione si possono rintracciare quelli che sono i punti cardine dell’album: le ombre e le contraddizioni femminili non sono visti come momenti di chiusura o di stasi, ma come dei punti di ripartenza.

Se con il primo album Down The River, Valerio sceglie di dare la parola ai propri personaggi, i quali continuano a lottare in un’orizzonte che appare sempre più legato allo scontro tra passato e presente, tra rimpianti e desideri. Con La belle dame, Valerio Bruner si pone l’obiettivo di raccontare le donne, uscendo fuori dagli stereotipi di genere (in cui avrebbe potuto facilmente incappare) ci parla della bellezza e delle contraddizioni che ha saputo scorgere nelle donne che ha conosciuto. Il fatto che abbia utilizzato registri diversi per ogni storia ha dato un senso differente per ognuna delle cinque canzoni che, in questo modo, riescono a ri-trovare l’unità di base, il filo rosso, nell’intenzionalità.

Per quanto possa sembrare strano, parlarne nel 2020, spesso non si riesce a fare a meno di categorizzare con profonde linee di demarcazione i caratteri uomo\donna. Se si è passati da una società profondamente maschilista in cui la donna è considerata il sesso debole, spesso, per affermare il contrario, si tende a stigmatizzare la figura femminile con un concentrato di forza imbattibile. Niente di più lontano dalla realtà: uomini e donne hanno – allo stesso modo – il diritto di essere deboli e forti, determinati e indecisi.

La belle dame
copertina del disco

Le tappe del viaggio

In La belle dame potremmo facilmente rintracciare delle vere e proprie tappe di un viaggio nel quale ognuna delle donne scelte ha la possibilità di raccontarsi. Rivergirl è un diretto riferimento al primo album, pare esserne un naturale proseguo. Quella di Rivergirl è la storia di una ragazza determinata, che non accetta (e che non deve accettare) di guardarsi indietro con rimpianto. Valerio le suggerisce di andare avanti, è quella la sua strada ed è quella la sua storia: è fatta per combattere per quello che vuole mantenendo sempre, come punto di riferimento il fiume che le ha dato le radici. I ritmi e le sonorità pulite sembrano essere fatte a posta per ricordare un cammino, il ritmo è quello dei passi della protagonista.

«Trust your heart baby trust your strength /Rivergirl I know it’s tough/ But that’s the game / So get ready to sail / ‘Cause rivergirl won’t be too late»3.

Il viaggio prosegue in macchina, di corsa, con Stay. È una voce che abbraccia diverse donne, con diverse storie e diversi desideri. Accomunate da un unico (clashiano) dubbio: restare o andare? Ritornare dove si è stati bene o andare via e farsi bagnare da una nuova pioggia, da una nuova vita. Essere donna in un mondo di uomini è la frase portante di Stay ma anche dell’intero La belle dame, perché è di questo che dovremmo parlare quando parliamo di donne: donne inserite in un contesto e non come elementi estemporanei.

«La canzone è la storia di una donna migrante che, tra le onde del mare di notte, canta al suo bambino una ninna nanna che parla di un’antica Terra Promessa nascosta sul fondo dell’oceano».

È così che viene descritta dallo stesso Valerio Gem of the ocean, un racconto nel racconto: i sussurri iniziali ci portano, di fatto, ad immergerci tra i pensieri della donna. Tra rassicurazioni e crude consapevolezze porta avanti la propria storia: una vita difficile scandita da amori tanto piccoli da apparire grandi, non abbastanza per fermarsi. La terra promessa di cui ci sussurra la protagonista esiste, bisogna aspettare e indossare il vestito migliore per essere pronti all’occasione.

Altro cambio di tono, altro cambio di scena con She – il penultimo brano di La belle dame – pare quasi essere adatta a dei titoli di coda: «She / Has paid the price / For sayin’ “I will” / So many times […] Don’t look back now / And leave».

Perché è questo quello che chiede Valerio di andare via, di allontanarsi da ciò che non può portare nient’altro che costrizione. Le tonalità sono pulite e cariche di speranza: c’è il sole che riscalda l’anima e infonde coraggio e, quindi, bisogna andare avanti.

Di She è stato pubblicato anche il videoclip: una sequenza di volti femminili, di giovani e meno giovani: ogni sguardo racconta una storia che si adatta perfettamente all’incitamento di Valerio. Lungo – per sottolinearne l’importanza – lo sguardo finale: maturo e sereno ma che continua a trasmettere forza e voglia di crescere con la sua intensità.

La belle dame, la tappa finale

Ne La belle dame – la canzone che chiude il disco – Valerio parla, per la prima volta, in prima persona portando in evidenza il fatto che certe sfumature, per essere colte, bisogna leggerle prima di tutto in se stessi. La belle dame appare legata al La Belle Dame sans Merci (La bella dama senza pietà): ballata del poeta inglese John Keats, il cui titolo è mutuato da una più antica opera, un poemetto del XV secolo, di Alain Chartier.

Ci sono diverse interpretazioni di questa poesia, che pur nella sua brevità raccoglie in sé molti simboli e metafore. La dama senza pietà, a cui nessuno sfugge, rappresenta, a una prima lettura, la morte. Il cavaliere (che potrebbe anche ricordare il cavaliere de Il settimo sigillo4, che per tutto il film tenta di giocare a scacchi con la morte) non può evitare di seguirla e di perdere tutto per lei.

«My sweet knight / Rest your eyes / Comes the night / Take your time / Comes the night / Rest your eyes».

Ma il racconto, nella canzone di Valerio, è in prima persona: La belle dame si racconta, ha cura del proprio amore e delle ombre di inquietudine e di insicurezza che la caratterizzano.

Cira Pinto

Link utili

Come acquistare il cd: scrivendo un messaggio privato a Valerio o visitando la sua pagina Bandcamp .

Note

1Valerio Bruner, Biography.

2Ibidem.

3Rivergirl.

4Ingmar Bergman, 1957.