Germania

Franz Kafka: un ritratto dell’autore attraverso il suo tempo

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Scrivere di un autore come Franz Kafka non è un’ impresa semplice, soprattutto per la complessità e la ricchezza delle sue opere, influenzate dal movimento espressionista tedesco e dal rapporto intimo con la sua città.

Praga costituiva allora un centro nevralgico della cultura mitteleuropea: era il punto d’incontro tra il declinante Impero austroungarico e l’effervescente scena culturale berlinese. Praga però, oltre che essere una metropoli industriale, era immersa in un’atmosfera magica e inquietante.

Franz Kafka, un tedesco ebreo a Praga

La singolarità di Franz Kafka è dovuta anche alle particolari caratteristiche del gruppo etnico di appartenenza. Si trattava di una minoranza composta da soli 30.000 tedeschi, per la maggior parte di origine ebraica, che costituivano anche un’isola linguistica (per questo il tedesco di Kafka è così cristallino e quasi “purificato”).

Avevano da tempo abbandonato le antiche tradizioni religiose e facevano ormai parte della borghesia austroungarica. Questa scelta, che da una parte aveva permesso di consolidare la loro posizione economica, dall’altra li aveva resi facile bersaglio del crescente antisemitismo ceco. Kafka fu profondamente attratto sia dal misticismo degli ebrei ortodossi dell’Europa orientale sia dal movimento sionista. Inoltre, conosceva discretamente il ceco e mantenne un atteggiamento sempre aperto verso i problemi della popolazione ceca e degli operai.

La vita di Franz Kafka tra arte e lavoro

Nato nel 1883 a Praga, Franz Kafka ebbe fin da fanciullo un difficile rapporto col padre, tipico rappresentante della piccola borghesia tedesco-ebraica. Agli occhi del figlio il padre appariva allo stesso tempo come un modello irraggiungibile e come un tiranno, come emerge nella Lettera al padre scritta nel 1919 e mai spedita. Il senso di colpa nei confronti del genitore emerge chiaramente nei racconti La condanna e La metamorfosi.

Statua di Kafka a Praga

Nel 1906 si laureò in legge e venne assunto prima dalle Assicurazioni Generali, poi dall’Istituto di assicurazione per gli infortuni sul lavoro. Questo fu l’inizio della “doppia vita” da impiegato e da scrittore che egli avrebbe condotto fino alla fine. Molto interessato alla vita culturale della sua epoca, fece anche frequenti viaggi in diversi paesi europei e in Italia. A Riva del Garda, dove soggiorna per curare i primi sintomi di tubercolosi, conosce Felice Bauer, ragazza berlinese con cui sarà anche ufficialmente fidanzato ma che però alla fine non sposerà. Il matrimonio avrebbe infatti significato la rinuncia alla condizione di solitudine indispensabile per l’attività di scrittore.

Sono poche le opere pubblicate da Franz Kafka quand’era ancora in vita. I grandi romanzi apparvero postumi a cura dell’amico Max Brod, che non aveva rispettato la consegna di distruggere i manoscritti. L’opera di Kafka cominciò a godere di grande popolarità soprattutto nel secondo dopoguerra, quando la sua lucida analisi dell’angoscia venne letta in chiave esistenzialistica.

Le peculiarità dei romanzi di Franz Kafka

Se la stilizzazione delle figure e la deformazione della realtà sono elementi tipici anche dell’espressionismo, nuova è la crudele precisione con cui Kafka penetra nella psiche, nei pensieri e nei sogni. Diversamente dalle opere espressioniste, le figure dei racconti e dei romanzi di Kafka si muovono in una situazione di apparente normalità, in cui improvvisamente s’insinuano l’assurdo e il grottesco.

I romanzi di Franz Kafka (America, Il processo, Il castello) si allontanano dai canoni tradizionali ed espressionisti e costituiscono nella letteratura tedesca un caso a parte. Se in America c’è ancora una trama, nel senso di una serie consequenziale di avvenimenti, nel Processo e nel Castello le coordinate spazio-temporali e la connessione causale tra gli eventi diventa sempre più labile.

Anche lo stile segue questa evoluzione; già nel primo romanzo è presente la mescolanza di narrazione in terza persona, discorso diretto e indiretto libero, mentre negli altri due il cambiamento continuo del punto di vista disorienta sempre più il lettore. Il completo abbandono della narrazione onnisciente e l’adozione di una prospettiva immanente rendono spesso impossibile la distinzione tra il mondo esterno e il mondo interiore dei personaggi, aumentando così il disagio del lettore.

Nei tre romanzi cambia anche il rapporto con la realtà: in America il protagonista la vive come scoperta, con gli occhi di un adolescente curioso; nel Processo come incubo e nel Castello come rassegnata attesa.

Si può interpretare il pensiero di Franz Kafka?

Walter Benjamin ha osservato che Franz Kafka non si limitava a indicare dei possibili sensi, ma prendeva anche ogni misura possibile contro l’interpretazione dei suoi testi. Il primo grande interprete di Kafka fu Max Brod, che sottolineò l’importanza della religione ebraica nella sua visione disperata della solitudine e del distacco da Dio dell’uomo moderno. Qualche anno dopo Benjamin metteva in guardia sia dall’interpretazione teologica che da quella psicoanalitica. Questa via è stata seguita da Giuliano Baioni, che ha messo in luce l’importanza della matrice ebraica e soprattutto dell’opposizione tra l’ebraismo occidentale e orientale.

Pia C. Lombardi

Bibliografia

F. Kafka, America, Rusconi Libri, 2014.

F. Kafka, Il castello, Einaudi, 2014.

F. Kafka, Il processo, Feltrinelli, 2014.

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Pia Lombardi

Laureata in germanistica, dalle scuole medie nutre una grande passione per tutto ciò che è tedesco, dalla lingua alla letteratura (un po' di meno per la cucina). A chiunque conosca, consiglia di leggere gli autori da Goethe in poi (in particolare Heinrich von Kleist). I suoi articoli per "laCooltura" vogliono sensibilizzare i lettori alla causa tedesca e avvicinarli ad autori spesso sconosciuti.

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