Sabrina’s Christmas Wish: Natale in casa Bojack Horseman

Bojack Horseman, il cavallo depresso ed egoista protagonista dell’omonima serie animata di Netflix, raggiunge da giovane la notorietà a Hollywood grazie allo show “Horsin’ Around”, in cui interpreta un padre di famiglia alle prese con tre ragazzi adottati. Come ogni sit-com che si rispetti, anche la sua presenta degli episodi natalizi. È proprio uno di questi a offrire lo spunto per lo special natalizio di Bojack Horseman.

All’inizio della puntata, vediamo il gioviale Todd cercare di trasmettere un po’ di spirito natalizio a un Bojack decisamente poco interessato. L’insistenza del ragazzo lo convince però a guardare uno degli episodi di Natale della sua vecchia serie, chiamato “Sabrina’s Christmas Wish”.

La vicenda

Bojack scopre che i suoi tre bambini, Olivia, Ethan e Sabrina, non hanno mai festeggiato il Natale nell’orfanotrofio dove abitavano. Nel tentativo di spiegare ai tre le bellezze di questa magica festa, fa nascere in Sabrina, la più piccola, aspettative troppo alte nei confronti di Babbo Natale. Spinta dall’innocenza tipica dei bambini, la bambina arriva persino a chiedere di poter rivedere i genitori deceduti, convinta che, se si comporterà bene, Babbo Natale dovrà darle quel che desidera.

Consapevole di non poter esaudire una richiesta del genere, Bojack tenta di rendere felice la bambina con altri regali, ma è tutto inutile. Quando a Natale Sabrina capisce che i suoi genitori non torneranno, esprime la sua delusione attaccando Babbo Natale, il vecchio che l’ha imbrogliata e tradita. Con estrema difficoltà, Bojack riuscirà a farle capire però che la vera magia del Natale si trova nel trascorrere del tempo con le persone che più si amano.

Bojack Horseman: Horsin' around
Olivia, Bojack, Sabrina e Ethan

 

Tra Bojack Horseman e Horsin’ Around

A un primo sguardo, questa vicenda potrebbe sembrare poco consona ai canoni della serie: Bojack Horseman ci ha abituato a conflitti interiori, tristezza, depressione e cinismo. Per quanto possa essere commovente la storia della piccola Sabrina, il ritmo da sit-com e il finale tipico di ogni storia natalizia sembrerebbero essere più adatti al vero “Horsin’ Around” che a una puntata di Bojack Horseman.

Il malessere ci colpisce quando meno ce lo aspettiamo, proprio durante la scena madre della puntata. Nel momento in cui Bojack si trova a dover dare a Sabrina una spiegazione sul perché il suo desiderio non sia stato esaudito, il discorso su Babbo Natale si trasforma in una crudele e struggente metafora religiosa.

Discussione su Babbo Natale

Il dialogo inizia con un Bojack decisamente impacciato, indeciso su come spiegare alla triste Sabrina il motivo per cui Babbo Natale non le abbia portato il regalo che desiderava. La prima risposta che elabora è che semplicemente Babbo Natale opera in maniere misteriose e incomprensibili, ma sempre destinate al bene di tutti. Sabrina però non riesce a comprendere come la morte dei suoi genitori possa essere stata un bene per lei e comincia a tartassare Bojack di domande.

Bojack Horseman - rivelazione
“Santa Claus isn’t real!”

Bojack non risponde. Malgrado provi in ogni modo a trovare una soluzione ai dilemmi dell’adorata figlioletta, si rende conto di star pian piano sprofondando in un circolo di paradossi senza via d’uscita. Alla fine, l’unica cosa che riesce a dire per uscire da quella spirale di imbarazzo è: “Santa Claus isn’t real!”.

Babbo Natale non esiste. Una presa di consapevolezza della paura che attanaglia l’essere umano durante la sua intera esistenza, al punto da doversi costruire una bugia, la speranza infondata che una qualche potenza superiore ricompenserà i comportamenti retti e onesti degli uomini con una felicità superiore a ogni aspettativa.

Il Natale nichilista di Bojack Horseman

Raphael Bob-Waksberg, il creatore della serie, riesce così a dare a una classica storia natalizia l’impronta tipica della sua opera. Quello di Bojack è un Natale che non concede spazio ad alcun vecchio con la barba bianca, sia egli vestito di rosso o di bianco. Tutto questo è perfettamente conforme allo spirito della serie, in cui vediamo personaggi egoisti e ipocriti, fautori unici delle loro disgrazie e fortune. Il protagonista, ad esempio, è un alcolista narcisista che ama e odia se stesso, un uomo (anzi, un cavallo) che, con le sue azioni sconsiderate, rovina la propria esistenza e quella di chi lo circonda, dandone però la colpa alla sfortuna, alle circostanze, al mondo che fa di tutto per farlo crollare.

Ma il mondo non ha colpe, come non ne hanno Babbo Natale o Dio. Sono gli uomini ad agire e soltanto in rare occasioni la loro esistenza è influenzata dal fato. In questa puntata il nichilismo della serie raggiunge quindi i suoi livelli più alti, arrivando a negare la salvezza eterna a cui l’uomo anela durante la sua intera esistenza.

Si manifesta qui il vero Bojack, non il ruolo che interpreta all’interno della sua serie. Eppure, per una volta, è possibile per lui una gioia momentanea: al termine della puntata di “Horsin’ around”, Bojack riconosce che non è stata poi così brutta come la ricordava e ne comprende la morale finale, arrivando persino a permettere a Todd di vederne qualcun’altra e passare, per una volta, un sereno Natale insieme.

Davide Proroga