Cattedrali e arte medievale

San Domenico Maggiore: le tombe aragonesi

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San Domenico Maggiore: le tombe aragonesi

Le tombe aragonesi nella Basilica di San Domenico Maggiore rappresentano una collezione unica in Europa, se non al mondo. Sono meglio note come arche aragonesi: casse lignee o sarcofagi, con coperchio convesso, contenenti i corpi mummificati di reali e dignitari di epoca aragonese. Si tratta di un patrimonio dall’immenso valore che regala emozioni straordinarie ai visitatori.

La Basilica di San Domenico Maggiore è una delle più antiche e belle di Napoli, ricca di tesori e testimonianze dello splendore della città in epoca medievale e moderna. Fu voluta da Carlo II d’Angiò ed eretta su un antico tempio greco. Le tombe aragonesi sono nella meravigliosa sagrestia del Settecento affrescata da Francesco Solimena.

Chiamata Camera Sancta, la Sagrestia in San Domenico Maggiore è circondata da armadi in legno di fattura pregevole, opera dell’architetto Giovan Battista Nauclerio. Un ambiente unico e prezioso di marmi policromi, stucchi ed intarsi.

Le tombe aragonesi sono collocate su un ballatoio pensile: 45 casse lignee, di varia grandezza, disposte su due file sovrapposte. In questi sarcofagi, coperti con sete e broccati di colore diverso, sono stati deposti i corpi di 10 re aragonesi, di dignitari ed esponenti delle famiglie nobili del Regno.

Coprono un arco di tempo che va dal XV al XVI secolo. Sono testimonianza eccezionale delle gerarchie sociali, degli abiti, delle stoffe ed anche delle malattie diffuse in quel periodo.

Le tombe aragonesi: i sarcofagi dei re

Tra i personaggi più importanti un tempo seppelliti nelle tombe aragonesi, Alfonso I d’Aragona detto il Magnanimo, deceduto nel 1458, il cui corpo fu successivamente traslato in Spagna. Alfonso fu un personaggio di enorme importanza per la città di Napoli.

Un re definito “gran lume delle lettere”, che accolse artisti come il Panormita ed il Pontano. Si devono a lui una serie di provvedimenti nel campo dell’istruzione e del potenziamento dello Studio.
Le tombe aragonesi di San Domenico Maggiore accolgono il corpo di Ferrante I, figlio di Alfonso, deceduto nel 1494. Era affetto da adenocarcinoma al colon.

Tra gli altri i sarcofagi di Ferrante II, morto nel 1496, della regina Giovanna IV deceduta nel 1518, di Maria d’Aragona (1503-1568), di Isabella d’Aragona deceduta nel 1524, di Pietro d’Avalos, di Luigi Carafa, principe di Stigliano morto nel 1576, di Antonello Petrucci, Ferdinando Orsini, Ferrante d’Aragona, duca di Montalto, il giovane re Ferrante II.

San Domenico Maggiore

Vi sono anche arche anonime ed altre contenenti giovani: un bambino di due anni ed un altro di 12, Pietro III d’Aragona, duca di Montalto.

Lo studio sulle mummie delle tombe aragonesi

Dal 1984 al 1987 un’equipe di paleopatologi dell’Istituto di Anatomia e Istologia Patologica dell’Università di Pisa, coordinata dal professore Gino Fornaciari, si dedicò allo studio dei corpi mummificati all’interno delle tombe aragonesi. I risultati furono sorprendenti.

Maria d’Aragona era affetta da malattia venerea, il bimbo di due anni da vaiolo, Ferdinando Orsini da un tumore al cervello e Ferrante d’Aragona il giovane da cirrosi. Gli studi hanno messo in luce che Isabella d’Aragona aveva i denti abrasi da uno strumento di ferro cilindrico. Antonello Petrucci, segretario di Ferrante, presentava una calcolosi della colecisti.

La Sala del Tesoro: gli abiti originali delle tombe aragonesi

Gli abiti, le stoffe, gli oggetti preziosi trovati nelle tombe aragonesi di San Domenico Maggiore sono stati sapientemente restaurati ed esposti in teche di vetro nella sala del Tesoro. Uno spaccato di vita quattro-cinquecentesco di grande interesse. È una mostra straordinaria, in una sala del Seicento di pregevole fattura, con pavimento maiolicato, armadi in legno del Settecento, meravigliosi arredi sacri.

Colpisce il visitatore la possibilità di vedere in originale gli abiti indossati dai defunti. Notevole il cuscino d’avorio con il ricamo di un guanto nero. Vi era appoggiato il capo di Ferrante, che amava particolarmente i guanti. Tra gli abiti rinvenuti nelle tombe aragonesi di San Domenico Maggiore quello di Isabella di Castiglia e quello del bimbo di 2 anni, completo di scarpine.

E ancora stoffe preziose, broccati, seta, abiti di foggia ricchissima che rappresentano un patrimonio unico in Europa. Molti gli oggetti rinvenuti nelle arche aragonesi tra cui un pugnale di metallo scuro appartenuto ad un nobile.

Il percorso in San Domenico Maggiore si offre come uno sguardo sulla vita della corte aragonese. Un altro punto di vista sulla Napoli degli Aragona che fu capitale di cultura e conobbe splendore e grandezza.

Antonietta Mastrocinque

Bibliografia

  • Cappelli G., Maiestas.Politica e pensiero politico nella Napoli aragonese, Viella, 2017
  • D’Arbitrio N., Le arche, gli apparati e gli abiti dei re aragonesi: San Domenico Maggiore “la nova sacristia”, Edisa, 2001
  • Cantabene G., Beni Culturali, 2006

Sitografia

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Antonietta Mastrocinque

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