Medicina

Vitamina K: a cosa serve e dove si trova

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La vitamina K, come tutte le altre vitamine, è un importante cofattore per varie attività enzimatiche, indispensabili per la nostra salute. Ma a cosa serve, quali sono i suoi effetti, in quali alimenti si trova e cosa comporta la sua carenza?

Funzioni della Vitamina K

La lettera “K” che denomina questo tipo di vitamina deriva dal danese “koagulation“. Infatti questa molecola è alla base di alcuni sistemi di coagulazione, quel processo che permette alle ferite di cicatrizzare e che quindi limita la perdita di sangue.

Il ruolo di questa vitamina è quello di fungere da coattivatore di alcune proteine della coagulazione; tra questi abbiamo la protrombina e i fattori VII, IX e X.

Inoltre, la vitamina K funge da attivatore della osteocalcina, una delle proteine che ha il ruolo di mineralizzare le ossa, cioè di “fissare” i minerali e il calcio di cui hanno bisogno le nostre ossa per essere sane e funzionali.

Quanti tipi esistono?

Con questo nome in realtà ci riferiamo a una famiglia di vitamine che hanno tutte le stesse caratteristiche chimiche e fisiologiche; in realtà esistono ben tre tipi di vitamina K!

  • La vitamina K1 è quella più comune ed è assimilabile con la dieta;
  • la vitamina K2 è di origine batterica e
  • infine la vitamina K3 ha un’origine sintetica; questo significa che la vitamina K3, anche conosciuta col nome di menadione, è in realtà un composto chimico molto simile alle altre vitamine K; viene preparato in laboratorio e usato come farmaco per trattare problemi di coagulazione.

In quali alimenti si trova la vitamina K?

Quali cibi contengono la vitamina K? La vitamina K1 è presente in quasi tutti gli alimenti di origine vegetale o animale; la vitamina K2 invece è prodotta dai batteri Escherichia coli presenti nel nostro intestino. Questo comporta il fatto che non vi sono particolari cibi da dover necessariamente ingerire con la dieta per poter mantenerne un giusto apporto.

Tuttavia si pensa che le verdure a foglia verde siano gli alimenti maggiormente ricchi, seguiti poi dai legumi, le uova, e il fegato di maiale e manzo. Allo stesso tempo la vitamina K1, che eventualmente potrebbe essere carente con la dieta, è abbondantemente rimpiazzata dalla vitamina K2 grazie ai batteri intestinali che ne producono ogni giorno in grande quantità durante la digestione, mettendola così a disposizione del nostro corpo che la assorbe attraverso l’intestino.

Effetti della carenza di vitamina K?

Un eccesso di vitamina K3, la forma farmacologica, risulta essere tossica perché può causare emolisi, cioè distruzione dei globuli rossi con conseguente problema di ossigenazione cellulare.

Al contrario la carenza di vitamina K può essere causata da un malassorbimento intestinale o da alterazioni di bile e fegato (luogo in cui si ha la sintesi dei fattori di coagulazione); ciò comporta una iniziale riduzione della velocità di cicatrizzazione causata dalla diminuzione della coagulazione e dei livelli di protrombina nel sangue. A lungo andare, questa situazione può peggiorare in gravi emorragie e, nei soggetti predisposti, può causare osteoporosi.

Conclusioni

Nonostante sia una delle meno “discusse”, la vitamina K sembra proprio essere indispensabile e vitale. Le sue funzioni e gli eventuali problemi di carente  sono così rilevanti che ci sembrava doveroso informarvi del ruolo che una vitamina così poco raccomandata, grazie alla sua disponibilità naturale, avesse per ognuno di noi.

Alessandra Spaziano

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Alessandra Spaziano

Sono laureata in "Biotecnologie Mediche" all'università degli studi di Napoli, Federico II, con tesi di laurea svolta al TIGEM - Telethon Institute of Genetics and Medicine - di Pozzuoli. Adesso svolgo il mio dottorato di ricerca in "Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche" all'università degli studi di Napoli, Federico II.

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