Stazio e la “silva”: poesia d’occasione

Stazio, autore originario di Neapolis vissuto in età flavia, è ricordato per opere di vario genere: la Thebais e l’Achilleis, due poemi epici in esametri, il secondo dei quali è rimasto incompiuto, e le Silvae, una raccolta di componimenti poetici in metri vari presentati dall’autore stesso come creazioni estemporanee.

Stazio viveva della sua poesia, quindi le sue opere rispecchiano i gusti dei ricchi committenti, la cui vita ruotava intorno alla corte imperiale. Partecipando a gare poetiche e a recitazioni pubbliche, Stazio si garantì la protezione dei più importanti mecenati. Arrivò a guadagnarsi il favore di Domiziano e per celebrare le sue gesta realizzò anche un poema storico, il De bello germanico, purtroppo perduto.

La varietas delle Silvae: l’eleganza tra topoi e modelli

edizione delle Silvae
Le Silvae di Stazio, ed. Shackleton Bailey

I componimenti delle Silvae (in tutto trentadue) sono organizzati in cinque libri, scritti probabilmente tra l’89 e il 96 e pubblicati in tre fasi.

Nonostante la proclamata estemporaneità dei componimenti, il loro stile è elegante e artificioso, sintomo di un accurato labor limae.

I dedicatari dei carmi sono personaggi vicini a Stazio: amici poeti come L. Arrunzio Stella (è con il suo nome che si apre il primo libro), mecenati, fino a Domiziano in persona. Personaggi di ceto alto, quindi, con cui Stazio sa di poter comunicare con raffinatezza.

I temi scelti dal nostro poeta rispecchiano a pieno lo sfarzo della corte di Domiziano e i piaceri di cui potevano godere coloro che appartenevano alla sua élite. Con uno sguardo ammirato Stazio descrive diversi aspetti della sua società. La sua attenzione è spesso catturata da opere d’arte, in particolare monumenti, come la grandiosa statua equestre di Domiziano. Altri componimenti si soffermano sull’architettura delle splendide ville dei suoi committenti, come quella sorrentina di Pollio Felice, immersa in un incantevole paesaggio. Stazio non trascura nemmeno le bellezze della natura, come l’albero di Atedius Melior, che diventa lo sfondo per una scena idillica di cui sono protagoniste le ninfe.

Alcuni carmi seguono dei topoi tradizionali: odi nuziali, consolazioni in occasione di un lutto, lamentazioni per la morte di un animale domestico, carmi che celebrano un compleanno.
Tematiche del genere richiamano alla mente l’opera di Catullo, che è sicuramente tra i modelli di Stazio. Infatti rimandano a Catullo anche alcune scelte metriche dell’autore. Inoltre la stessa descrizione che Stazio fa della sua opera, di poesia d’occasione poco impegnativa, rimanda alle nugae, le “cose da poco” di Catullo.

Un altro autore a cui Stazio è stato assimilato è il contemporaneo Marziale, che pure ha dedicato le sue opere ai personaggi più influenti della corte imperiale. Mancano del tutto nell’opera di Stazio, però, i toni pungenti e moralistici degli epigrammi di Marziale.

Perché la silva?

La scelta del titolo Silvae per la raccolta di poesie di Stazio ha destato molti dubbi: il poeta non allude ad una foresta in senso proprio, né spiega esplicitamente la ragione della sua scelta. Ciò ci induce a pensare che per i Romani il titolo Silvae non avesse bisogno di spiegazioni: doveva già indicare un genere letterario.
In effetti sappiamo che anche Lucano compose un’opera dallo stesso titolo, un’opera perduta il cui contenuto è un mistero.

A venirci in aiuto è Gellio nella prefazione alle sue Notti Attiche, in cui afferma che Silvae è un titolo usuale per una raccolta miscellanea. Questa descrizione ben si adatta all’opera di Stazio, varia sia nei contenuti che nei metri.

Un’altra ipotesi è che il titolo faccia riferimento al carattere improvvisato dei componimenti, su cui Stazio insiste molto.
Nella prefazione al primo libro, ad esempio, il poeta afferma che i suoi carmi subito calore et quadam festinandi voluptate fluxerunt («vennero fuori con un improvviso calore ed un certo piacere per la velocità») e li descrive come in singulis diebus effusa («venuti fuori in un solo giorno»).
Inoltre Quintiliano nel decimo libro dell’Istitutio Oratoria chiama silva il prodotto di una composizione estemporanea: sequentes calorem atque impetum ex tempore scribunt: hanc silvam vocant («seguendo il calore e l’impeto scrivono improvvisando: chiamano questo tipo di opera silva»).
Quintiliano intende criticare i poeti-improvvisatori, perché non dedicano abbastanza cura alla loro opera: la scelta del termine calor ci induce a pensare che voglia fare polemica proprio contro Stazio.

Varietas e improvvisazione: questi sembrano i concetti collegati al termine silva, forse in virtù dell’immagine del bosco come un ammasso disordinato di alberi diversi, disposti in modo casuale.

La fortuna di Stazio

La fortuna di Stazio è stata molto longeva.
Nel Medioevo, quando erano conosciuti solo i suoi poemi epici, Dante lo nomina tra i più grandi poeti latini e nel Purgatorio ha il compito di preparare Dante all’incontro con Beatrice.

Virgilio, Dante e Stazio
Virgilio esorta Dante a non rallentare mentre parla con Stazio.

Le Silvae, invece, furono scoperte solo nel ’400 da Poggio Bracciolini: da allora fecero da modello alle raccolte di carmi di molti umanisti.

Ancora oggi, nonostante la distanza dai gusti dell’età flavia, possiamo addentrarci nella selva di poesie di Stazio e godere delle sue raffinate descrizioni, in grado di far rivivere la corte di Domiziano.

Serena E. Di Salvatore

Bibliografia

Ermanno Malaspina, La Formation et l’Usage du Titre Silvae en Latin Classique, in «La Silve, Histoire d’une écriture libérée en Europe de l’antiquité au XVIIIe siècle», Perrine Galand, 2013.
David Roy Shackleton Bailey, Statius, Silvae, 2003.

Sitografia

Alessandra De Cristofaro, Ricerche sulle Silvae di Publio Papinio Stazio. L’epistola prefatoria a Lucio Arrunzio Stella (Silv. 1 praef.) e il carme celebrativo della statua equestre di Domiziano (Silv. 1,1): testo, traduzione e commento, 2015. http://www.fedoa.unina.it/10182/
Ermanno Malaspina, Problèmes de traduction entre rhétorique et métaphore, «Interférences Ars Scribendi», 4, 2006. http://ars-scribendi.ens-lsh.fr/article.php3?id_article=43&var_affichage=vf