American Psycho: il rigore di un pazzo

American Psycho è ambientato nella New York di fine anni ’80, è il periodo della corsa al successo, delle droghe, degli eccessi, di una società per la quale l’apparenza contava molto più dell’uomo stesso… è vero, sembra quasi parlare degli anni 2000, però no, per ora ci occupiamo dell’american society degli anni ’80. 

Chi più di Patrick Bateman, l’affascinante, atletico ventisettenne, mago della finanza e golden-boy di Wall Street, potrebbe rappresentare in maniera più soddisfacente uno psicopatico assassino notturno?

American Psycho racconta la doppia vita di un giovane yuppie che spinge all’estremo le sue peggiori qualità: l’arrivismo, l’invidia, il disprezzo per chiunque non abbia la sua stessa fortuna e, ovviamente, per le donne, in fondo non sarebbe un serial killer che si rispetti se non ce l’avesse anche con il genere femminile.

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American Psycho: sarà solo follia?

Patrick Bateman (Christian Bale) ha raggiunto già tutto ciò a cui auspica un qualsiasi ragazzo che ha appena terminato i suoi studi: un lavoro di successo, un attico a Manhattan, una fidanzata e anche un’amante. La sua carriera sembra quasi aver raggiunto il suo apice dal momento che piuttosto che una gara per riconoscere il migliore del campo, i colleghi si destreggiano in una gara a colpi di filigrane, colori e caratteri dei biglietti da visita.

In realtà è dietro questa maschera di perfezione che si nasconde la follia omicida del protagonista. E in effetti, dopo le prime scene che descrivono l’ossessione per il corpo e l’igiene, per i vestiti firmati perfettamente riposti nell’armadio, di un personaggio che subito è in grado di incuterci un certo timore con il suo sguardo freddo e quasi apatico, ci imbattiamo nell’altro Bateman, un drogato, sadico macellaio notturno, “In realtà non sono io ma una pura entità, qualcosa di illusorio”.

Che ci riproponga il protagonista del romanzo di Stevenson siamo d’accordo, ma quello diretto da Mary Harron è un Dottor Jekyll che si trasforma in Mr Hyde senza distaccarsi da se stesso, mantenendo sempre una certa eleganza e un rigore maniacale (inizialmente indossa un camice e copre i mobili con un telo) e, soprattutto, di certo non tortura e uccide le sue vittime per amore della scienza.

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E dall’appartamento bianco, ordinato ed asettico, sicuramente rappresentazione figurata della mente fredda e quasi apatica del protagonista, si passa invece alle scene di sesso perverso e depravato dell’Eyes Wide Shut di Kubrick. E con esso anche gli omicidi, le torture e gli sventramenti. E in fondo non si trova una vera e propria ragione alla “sete di sangue” provata da Patrick Bateman se non quella di una schizofrenia scambiata per noia.

Quindi perché macellare ragazze, vivisezionarle e conservane le teste nel frigorifero (spunto al quale sicuramente si è rifatta Marjane Satrapi in alcune scene di The Voices, film del 2015 con Ryan Reynolds) se non per il semplice gusto di farlo? Che non sia una spiegazione sufficiente non c’è dubbio, ma almeno è quella che si dà Patrick mentre insegue nudo con una motosega la vittima di turno.“La mia maschera di normalità sta per scivolarmi di dosso”, ne è consapevole quando sente scalciare dentro di lui il mostro omicida anche di giorno.

La pellicola, distribuita nelle sale cinematografiche nel 2000 venne subito ben accolta dalla critica e da un pubblico che ben volentieri si ritrovava a guardare scene di violenza e omicidi per mano di un giovane Adone. L’umorismo nero e la descrizione di una società americana degradata ma ormai superata di sicuro sono stati apprezzati dalla nuova generazione che si sente così lontana da quella yuppie.

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Si potrebbe fare un excursus sul cast ma sinceramente l’unico ed inimitabile protagonista del film è appunto Christian Bale, il quale riesce a cucirsi sulla pelle i panni di un insano criminale. Raggiungendo un grado di follia che fino ad allora era stato capace di darci solo il Jack Nicholson visto in Shining, Christian Bale è il perfetto psicopatico dal sorriso smagliante e dal fisico scolpito al quale davvero poche donne saprebbero dire no.

Quindi che dire? Riguardatevi dalla perfezione!

Celia Manzi