Ossessioni e manie sono comuni tra le persone, ma alcune sono particolari e pericolose. Una di queste è la tricotillomania, ovvero la mania di strapparsi i capelli dal cuoio capelluto ma anche ciglia, sopracciglia e peli da altre parti del corpo.
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Il termine tricotillomania deriva dal greco e letteralmente vuol dire mania di tirarsi i capelli: infatti riguarda l’abitudine compulsiva di strapparsi i capelli, creando delle aree di alopecia sul cuoio capelluto. Secondo il Manuale Diagnostico degli Psichiatri (DMS VI) la tricotillomania fa parte dei Disturbi del Controllo degli Impulsi ed è quindi una vera e propria ossessione mentale che sfocia nel patologico. Inoltre l’atto compulsivo viene orientato anche ad estirpare sopracciglia, ciglia, barba e peli da varie parti del corpo. Il soggetto affetto si strappa i capelli per rispondere ad uno stato di tensione emotiva: chi soffre di tricotillomania è colto da un forte senso di tensione ed eccitazione che si placa solo dopo l’atto, generando sensi di colpa e disagio. Il principale sintomo della tricotillomania è l’alopecia (perdita dei capelli). Ecco gli altri segni e sintomi:
La tricotillomania comporta:
Effettuare la diagnosi di questo disturbo non è sempre facile, perché inizialmente i pazienti nascondono il problema, ma in seguito il disagio si manifesta ed è cosi più semplice effettuare una cura. Inoltre in alcuni casi il paziente non ammette di strapparsi i capelli e perciò il medico deve considerare altri disturbi simili alla tricotillomania. La diagnosi differenziale comprende la valutazione di alopecia areata, tinea capitis, follicolite e sindrome dell’anagen lasso. Si effettua, dunque, un’analisi approfondita della pelle, dei capelli e del cuoio capelluto e viene eseguita una biopsia, prelevando un campione di tessuto per ricercare altre cause che possono giustificare la perdita dei capelli. La biopsia consiste di rilevare traumi dei follicoli, causati da emorragie perifollicolari; tuttavia in alternativa è possibile radere la zona di interesse e valutarne la ricrescita.
La cura varia a seconda dei casi, ma in generale si effettua una terapia cognito-comportamentale, a volte accompagnata da un trattamento farmacologico. La terapia psicologica individua lo stimolo causale della tricotillomania, permettendo così di aiutare il paziente a riconoscere i pensieri e i sentimenti che lo hanno portato ad essere ossessionato. In questo modo chi ne è affetto diventa consapevole di un comportamento errato per sostituirlo con azioni positive. Solo nei casi più gravi la terapia psicologica viene accompagnata a quella farmacologica: il terapeuta somministra farmaci tipici per curare anche ansia e depressione come gli Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI). Una volta guariti è possibile ricorrere a specifici trattamenti tricologici che agiscono sui follicoli ancora prolifici per far ricrescere i capelli caduti; se, invece, i bulbi piliferi sono tutti atrofizzati e danneggiati si ricorre all’autotrapianto (chirurgia tricologica).
Combattere contro un’ossessione è come fronteggiare un nemico invisibile, di cui è difficile prevedere le sue mosse… ma distruggerlo significa aver vinto una grande battaglia con se stessi.
Roberta Miele
E. Giusti, A. Chiacchio – Ossessioni e Compulsioni: Valutazione e trattamento della psicoterapia pluralistica integrata – Collana di Edoardo Giusti
A. Tosti, B.M. Piraccini – Tricologia Ambulatoriale: malattie dei capelli e del cuoio capelluto – Springer Editore
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