Psycho II, una vendetta inaspettata

Proprio quando ci eravamo ripresi dal terrore di entrare nella doccia di un motel ed essere aggrediti da un folle con coltello e parrucca, Norman Bates ritorna ventidue anni dopo a dirigere il Bates Motel in Psycho II.

Psycho

Psycho II: il figliol prodigo torna a casa

Appena riabilitato dopo una lunga permanenza in un ospedale psichiatrico, Norman Bates (Anthony Perkins) viene riaccompagnato alla sua vecchia casa dove, dopo la tragica e misteriosa morte del manager del motel, si ritrova ad occupare nuovamente il suo posto da direttore e a ricominciare la sua vecchia vita.

Ma anche questa volta la residenza non mancherà di una figura femminile. Norman si ritrova ad ospitare una ragazza appena conosciuta sul posto di lavoro. Ebbene sì, possiamo domandarci perché, con un motel a disposizione, Mary Loomis (Meg Tilly) decida di optare per una coabitazione con uno sconosciuto proprio sotto lo stesso tetto.

Psycho

In realtà la scelta di Mary non risulta azzardata, anzi ci accorgiamo presto che il suo improvviso bisogno di un posto per dormire cela un piano architettato da lei e sua madre (Vera Miles) sorella della defunta Marion Crane, la vittima del precedente film.

E si sa, la vendetta è un piatto che si gusta freddo, infatti le due donne dopo un’attesa di vent’anni, progettano un modo per rendere manifesta la follia e la violenza di Norman e rispedirlo in clinica.

Questa volta i ruoli si invertono, il carnefice diventa la vittima e si ritrova ad essere bersagliato da biglietti, telefonate ed apparizioni della sua defunta madre.

Oltretutto non si tratta di chiamate di cortesia, conosciamo bene la vecchia Norma, di certo lei non avrebbe permesso ad una ragazzina qualunque di approfittarsi dell’innocente figliolo, per questo i suoi contatti mirano piuttosto ad istigare Norman all’omicidio di Mary. Purtroppo questa non risulta la cura migliore per un ex assassino.

Psycho II

Lontano dall’essere l’adattamento su grande schermo del romanzo Psycho II di Robert Bloch, che era stato concepito come una satira dei film slasher hollywoodiani, Richard Franklin dirige un sequel della pellicola di Hitchcock. Volendo essere sinceri, il film si presta ad essere una parodia di se stesso nel momento in cui la protagonista si trova a pugnalare più e più volte un Norman leggermente alienato, senza procurargli alcuna grave ferita.

Ma il film una certa suspense la crea, non solo per le scene già viste di donne spiate in bagno da un buco nel muro o sagome che si muovono dietro le tende delle finestre. Ciò che rende effettivamente un film per il quale valga la pena restare seduti davanti alla televisione ed attenderne la fine è la necessità di scoprire se effettivamente Norman è tornato ad essere il pazzo con il sorriso psicopatico che ci aveva fatto rabbrividire in Psycho.

Sì, perchè questa volta abbiamo un ampio margine di scelta. Gli omicidi avvenuti in casa Bates sono nuovamente da attribuire a Norman? Oppure sono le estreme conseguenze del piano di Lila Loomis? E che dire di Mary, potrebbe essere la nuova assassina della residenza dopo aver trascorso troppo tempo in compagnia di un ex schizofrenico?

Alla fine si rivela l’arcano. Dietro tutti gli eventi inspiegabili e orribili si nasconde un’anziana signora che dice di essere la vera madre di Norman. Che questa sia la verità o meno non ci è dato saperlo, dato che la riconciliazione non dura neanche il tempo di una tazza di thè.

psycho psycho

Non possiamo certo definire guarito un uomo che uccide la madre appena ritrovata solo per poterla ristabilire al posto che le spetta: la sedia a dondolo nella stanza da letto. Poco importa se viva o morta, per Norman l’importante è che la madre possa vegliare su di lui e sul motel dal secondo piano della sua casa.

Anthony Perkins si ritrova dopo anni a vestire i panni di Norman ma questa volta non riesce a incuterci lo stesso terrore, anzi risulta quasi divertente la telefonata con la madre morta, durante la quale i suoi “sì madre” sembrano quasi quelli di un uomo di quarant’anni che abita ancora con i genitori.

Non la migliore delle continuazioni per coloro che si aspettavano una retrospettiva sul rapporto ossessivo madre-figlio o qualche altro folle sguardo del protagonista. Ma in fondo per i fan è davvero difficile dire no ad un sequel, dunque lasciamoci di nuovo spaventare, Bates è tornato a casa.

Celia Manzi