L’imperialismo e il colonialismo nel XIX secolo

Come molti altri termini usati in storia, anche imperialismo può avere due significati diversi. L’uno, infatti, che reperiamo sul dizionario, è più generale e può applicarsi a diverse realtà esistite nel corso dei secoli. L’altro, al contrario, è ben più specifico, perché il termine “imperialismo” viene considerato in relazione al preciso contesto storico, politico e culturale nel quale esso nacque: il XIX secolo.

Imperialismo vs imperialismo storico

L’enciclopedia Treccani definisce in questi termini l’imperialismo:

Politica di potenza e di supremazia di uno Stato tesa a creare una situazione di predominio, diretto o indiretto, su altre nazioni, mediante conquista militare, annessione territoriale, sfruttamento economico o egemonia politica.

Partenone, simbolo dell'imperialismo ateniese
Ricostruzione del Partenone, simbolo dell’imperialismo ateniese

Così letta, bastano conoscenze rudimentali di storia per capire come tale concetto possa applicarsi anche alle società più antiche. Anche per le prime civiltà mesopotamiche si parla, infatti, di imperi. La tendenza all’espansionismo, dopotutto, è qualcosa che accomuna da sempre le diverse civiltà.  Per definire meglio l’imperialismo, la Treccani prosegue in tal modo:

dal punto di vista dottrinale, poggia sull’idea che i popoli più forti abbiano il diritto di imporsi su quelli più deboli.

Ritroviamo atteggiamenti di questo tipo, ad esempio, nell’Atene dell’età di Pericle e, naturalmente, a Roma, dalla cui lingua deriva lo stesso vocabolo “impero”.

Il termine imperialismo, però, nascerà soltanto a metà del XIX secolo. Esso viene, infatti, applicato retroattivamente alle realtà precedenti a quella data. C’è chi parla, ad esempio, anche di imperialismo arabo per i primissimi secoli dopo la nascita dell’Islam. Il contesto ottocentesco, però, è sensibilmente diverso rispetto ai precedenti. Questo è anche il motivo della differenza che solitamente si traccia tra imperialismo e colonialismo.

Imperialismo e colonialismo

Il colonialismo è una politica volta alla creazione di colonie. Alla base di questo fenomeno vi sono diverse ragioni. Tra le principali, ad esempio, ritroviamo lo sfruttamento economico o la sovrappopolazione della madrepatria. La colonia, tuttavia, non è, solitamente, finalizzata esplicitamente alla sottomissione politica e culturale degli altri territori. Ciò, naturalmente, non vuol dire che questa non possa avvenire come conseguenza indiretta, come dimostra ad esempio la Magna Grecia.

Kipling, imperialismo
Joseph Rudyard Kipling

Il colonialismo europeo ottocentesco, e cioè l’imperialismo vero e proprio ha, al contrario, proprio questo come tratto caratteristico. Le colonie fondate dalle grandi potenze non sono, infatti, solo finalizzate allo sfruttamento economico, ma anche all’imposizione della propria egemonia, culturale e politica. L’espansionismo è, infatti, legato inevitabilmente anche alcontesto filosofico e culturale dell’epoca, di stampo positivista, che vede gli europei come portatori di una sorta di missione civilizzatrice. Proprio in relazione a questo tema, Joseph Rudyard Kipling in una sua poesia parla di “fardello dell’uomo bianco”.

Gli appassionati di storia noteranno, e non a caso, che questa è anche l’epoca del nazionalismo e del razzismo scientifico. Le due cose, come si può intuire, sono direttamente correlate all’imperialismo. Numerosi leader, spesso, lo utilizzano anche solo per guadagnare consensi in politica interna.

Africa sotto l'imperialismo
L’Africa al tempo dell’imperialismo

Dal punto di vista cronologico, la fase acuta del fenomeno si colloca solitamente tra la conferenza di Berlino (1884), data di inizio della cosiddetta scramble for Africa, e la prima guerra mondiale. Nel giro di cinquant’anni, tutto il continente nero cadrà nelle avide mani degli europei: Inglesi, Francesi, Tedeschi, Belgi, Portoghesi e, successivamente, Italiani. Tra le grandi potenze, l’unica assente di rilievo resterà l’Impero Austro-Ungarico.

L’imperialismo in sociologia

Che spiegazione danno dell’imperialismo gli scienziati sociali? Il tema è molto controverso e, spesso, influenzato dalle convinzioni ideologiche di partenza dell’autore. Gli studiosi marxisti, ad esempio, collegano l’espansione coloniale a quella del capitalismo. Un saggio di Lenin si intitola appunto “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo”. L’espressione “fase suprema” ha un preciso significato: per il leader bolscevico, l’annessione di mezzo mondo porterà inevitabilmente alla rovina del capitalismo, causando direttamente la prima guerra mondiale.

Schumpeter, imperialismo
Joseph Alois Schumpeter

Altri, però, sono completamente in disaccordo. Un secolo prima, ad esempio, Claude Henri de Saint-Simon già riteneva che l’espansione coloniale, e la conseguente instabilità politica, fossero completamente contrarie allo spirito “pacifista” che informa la borghesia. Il capitalismo, infatti, per svilupparsi ha bisogno della libera concorrenza, e non della concentrazione determinata dall’accaparramento di enormi risorse da parte di pochi. Sulla stessa linea sarà Joseph Schumpeter (1883-1950) il cui saggio sulla “Sociologia dell’imperialismo” collegherà quest’ultimo al persistere di irrazionali atteggiamenti di conquista pre-capitalistici.

Le interpretazioni dell’imperialismo divergono anche sulla sua datazione. Alcuni, infatti, spostano la fine del fenomeno alla decolonizzazione post seconda guerra mondiale o, addirittura, lo considerano tuttora operante.

Francesco Robustelli

Bibliografia

Giardina et al., Nuovi profili storici vol 2. Dal 1650 al 1900, ed.Laterza, 2012

Lentini, Saperi sociali ricerca sociale 1500-2000, ed.Angeli, 2003

Fonti media

www.visionpubl.com/

L’immagine di copertina è ripresa da www.houlehistory.com