Smerigliatrici: a cosa servono e quando sono state inventate

Da sempre l’uomo ha impiegato la sua forza e degli utensili per tagliare vari materiali, rifinire le superfici, scolpire la pietra. Inizialmente lo faceva utilizzando attrezzi poco più che improvvisati, che potevano essere un osso di animale o una pietra particolarmente affilata. Allo stesso tempo ha sempre cercato di migliorare i propri arnesi, perché le attività svolte fossero più precise e meno faticose.

La smerigliatrice nasce solo nel 1900, ma precedentemente vari passi erano stati fatti per poter ottenere risultati soddisfacenti nella lavorazione dei materiali duri, come la pietra e il marmo.

A cosa serve una smerigliatrice

Esistono tantissime tipologie di questo strumento, come ad esempio smerigliatrici angolari elettriche, pneumatiche e a batteria. Si tratta di utensili su cui si montano appositi dischi, che possono essere utilizzati come abrasivi o come lame da taglio. Un motore presente nella smerigliatrice, o l’aria compressa ottenuta da un’altra apparecchiatura, consentono di azionare un movimento rotatorio del disco montato sulla smerigliatrice. L’operatore avvicina il disco all’oggetto da lavorare e ottiene un taglio netto, oppure l’abrasione della superficie.

In questo modo è possibile tagliare tubi metallici e in plastica, lastre di pietra, strutture in cemento e in muratura, oltre che lucidare, rifinire e ripulire qualsiasi tipo di materiale. In ambito industriale e artigianale una smerigliatrice angolare si utilizza quindi sia per predisporre tagli e intagli su materiali duri, sia per eliminare eventuali sbavature, ad esempio quelle risultanti dallo stampaggio dei metalli, e per rimuovere strati di materiale.

Solitamente questi attrezzi si utilizzano su pietra, cemento o metallo; volendo però si può sfruttare una smerigliatrice angolare anche sul legno o blocchi in plastica. Ovviamente a seconda dell’uso il professionista sceglie un disco in materiale abrasivo apposito.

Prima delle smerigliatrici

Se non si utilizza una smerigliatrice è possibile svolgere attività come quelle sopra elencate utilizzando altri attrezzi, più semplici e non motorizzati. Per tagliare i materiali si impiegano delle seghe, mentre per l’abrasione si usano raspe e lime di varie forme e tipologie. L’uomo nei secoli ha impiegato anche scavini, coltelli, scalpelli e vari altri tipi di strumenti a manico, adatti a creare incisioni sulla pietra.

In ogni caso si tratta di utensili che necessitano di una buona quantità di lavoro umano per poter essere impiegati efficacemente. Soprattutto quando si tratta di tagliare, limare o incidere materiali come pietra e metallo, che risultano particolarmente duri e scarsamente malleabili. Prima dell’avvento delle smerigliatrici, se si doveva lavorare il metallo, si poteva impiegare anche il calore, in modo da rendere più duttile il materiale.

Per quanto riguarda la pietra venivano impiegati anche cunei da inserire nelle crepe naturali, su cui battere con ampi martelli. Tutte queste lavorazioni risultavano non solo gravose ma anche decisamente molto lunghe, oltre che spesso poco precise.

L’invenzione della smerigliatrice

Non è facile attribuire a un singolo soggetto l’invenzione di un utensile. Nel caso della smerigliatrice angolare sappiamo che vari tentativi di dare vita a una utilizzabile facilmente vi furono già tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Solo nel 1922 però due ingegneri tedeschi predisposero la prima smerigliatrice con albero flessibile, chiamato ancora così comunemente in Italia.

Si sta comunque parlando di un utensile ancora grezzo e decisamente poco pratico. Solo nei decenni successivi si riuscirono a creare smerigliatrici più compatte, solitamente funzionanti con motore a scoppio, quindi anche particolarmente rumorose. Le moderne smerigliatrici sono attrezzi nati solo molto tempo dopo, negli anni ‘70 e ‘80 del ‘900. Quando fu possibile miniaturizzare i motori elettrici e produrli su larga scala.