Dia de los muertos: tradizione e spiritualità

Il Dia de los muertos (Giorno dei morti in italiano) è una celebrazione messicana dedicata ai morti. La celebrazione si tiene solitamente i primi giorni di novembre. L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha anche dichiarato la festività Patrimonio Culturale dell’Umanità. Se vuoi sapere di più sulla storia, sulle celebrazioni e sulla leggenda del Giorno dei Morti, continua a leggere quest’articolo!

Calaveras Dia de los muertos
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Leggenda del Dia de los muertos

Il Dia de los muertos rappresenta il giorno in cui i defunti tornano a casa, nel mondo dei vivi, per passare del tempo coi parenti e mangiare il cibo che gli è stato offerto negli altari a loro dedicati. Questo è un giorno in cui la morte non rappresenta assenza di vita, bensì presenza di vita. Questo perché l’anima dei defunti si materializza vicino ai loro altari per festeggiare con le persone a loro care.

Storia del Dia de los muertos

Fin dalla preistoria il culto dei morti è sempre stato uno degli elementi centrali della cultura dei paesi dell’America Centrale. Quando una persona moriva, i parenti la sotterravano all’interno di petate (una sorta di sacco a pelo fatto di fibre di palma che veniva utilizzato per dormire) ed organizzavano una festa per guidare l’anima del defunto nel suo viaggio al Mictlan (l’aldilà della mitologia atzeca), preparando le sue pietanze preferite.

Le origini del Dia de los muertos risalgono ai periodi preispanici. Il Dia de los muertos veniva celebrato ad Agosto, ma con l’arrivo degli spagnoli venne fuso alla celebrazione cattolica del Giorno dei morti, e quindi venne spostata ad inizio novembre. La festività ora coincideva anche con la fine del ciclo agricolo del mais, che era il principale alimento del paese.

Quindi il Dia de los muertos iniziò ad essere celebrato il primo e secondo giorno di novembre, diviso in due categorie. Il primo novembre, che coincideva con la festa cristiana di Tutti i Santi, era dedicato ai “muertos chiquitos“, ovvero i bambini. Il 2 novembre era dedicato ai “Fieles Difuntos” (fedeli defunti), ovvero gli adulti.

Celebrazioni del Dia de los muertos

Durante le festività, i cittadini affrontano la morte in maniera scherzosa, ridendo e dipingendo i teschi con colori sgargianti. Spesso le persone si truccano anche per sembrare degli scheletri, che vengono chiamati calacas. Lo stile dei calacas proviene dal caricaturista messicano José Guadalupe Posada.

I festeggiamenti iniziano con le persone che preparano gli altari all’interno delle loro case. Dopodiché ci sono delle grandi parate per la città, che prevedono anche picnic sulle tombe dei cari, pieni di musica e balli. I festeggiamenti continuano fino a notte inoltrata, in quanto alcune famiglie vegliano sulla tomba del defunto fino all’alba.

Dal XIX secolo, soprattutto a Città del Messico, vi è anche l’usanza di scrivere piccole poesie chiamate “Calaveras” (Teschi) in cui, sarcasticamente, si scherza su polizia, governo e sacerdoti.

Gli altari dei defunti messicani

Dia de los muertos altare
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Ogni anno, molte famiglie offrono fiori e regali ai defunti sugli altari.Le offerte sugli altari rappresentano i quattro elementi. La croce di cenere rappresenta la terra, e aiuta chi è nel purgatorio a trovare la via d’uscita. Un bicchiere d’acqua aiuta a placare la sete dei defunti dopo il viaggio. I pezzettini di carta rappresentano l’aria e sono in vari colori, ognuno con un simbolismo differente: il bianco rappresenta la purezza, l’arancione il rispetto per i morti, eccetera…

Infine, le candele rappresentano il fuoco e aiutano a guidare il defunto a casa. Le candele sono spesso di colore viola, che rappresenta il dolore. Sugli altari vengono anche posti dei teschi di cioccolato e il pan de muerto. Alcuni mettono anche delle petate per far riposare il defunto.

Importante è anche bruciare il copale sugli altari. Il copale è un incenso fatto di resina e serve a purificare lo spazio e scacciare gli spiriti maligni. Così facendo, il defunto può tornare a casa senza paura. Anche i fiori sono importanti. Solitamente viene usata la calendula ed il cempasúchil. Il cempasúchil ha dei petali giallo brillanti e una forma tondeggiante che ricorda il Sole, e fa da guida alle anime. Molto utilizzato è anche il velo della sposa, un fiore che simboleggia la purezza, e la celosia, che con le sue tonalità rosse aggiunge colore alle offerte.

Cosa si mangia durante il Dia de los muertos?

La pietanza principale del Dia de los muertos è il pan de muerto (pane del morto). Il pan de muerto è una cibo tradizionale messicano molto importante nelle celebrazioni della festività. Viene posto sull’altare come offerta ma è anche una leccornia che si mangia non solo nel Dia de los muertos, ma in tutto il mese d’ottobre. Questo pane ha le sue radici nella cultura atzeca. Ha una forma rotonda con un paio di ossa incrociate e un teschio sopra fatte di pasta sfoglia, ed è solitamente cosparso di zucchero ed altri condimenti.

Altre pietanze che vengono mangiate durante il Dia de los muertos sono l’atole. L’atole è una bevanda a base di farina, acqua, zucchero, cannella e vaniglia che va servito caldo. Spesso è accompagnato dai tamales, che sono degli involtini fatti con un impasto di mais ripiene di carne, verdura, frutta, cioccolato o altri ingredienti, e possono essere sia salati che dolci.

Sugli altari vengono messi sempre teschi di zucchero o di cioccolato e le varie pietanze preferite del defunto, che vengono anche mangiati dai vivi per festeggiare con le anime.

Relazione dei messicani con la morte

Il poeta messicano Octavio Paz disse “il culto della vita, se veramente profondo e totale, è anche culto della morte. Entrambi sono inseparabili. Una civiltà che nega la morte finisce per negare la vita”. Questa frase definisce al meglio la posizione che i messicani hanno sulla morte, e che mostrano durante il Dia de los muertos.

Nella maggior parte del mondo, ricordare i morti è qualcosa di legato alla tristezza. In Messico, un alone di festa e di colori circonda il Dia de los muertos , una celebrazione della vita e un ricongiungimento coi defunti, che si crede torneranno nel nostro mondo per un giorno.

Sitografia