La Via della Seta: percorso e storia

La Via della Seta è un insieme di percorsi carovanieri e rotte commerciali che collegava la Cina al Vicino Oriente e al bacino del Mediterraneo.

La Via della Seta: dove finisce e dove inizia?

La Via della Seta collegava la capitale cinese Chang’an, l’odierna Xi’an, all’Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente. Le ramificazioni della Via della seta dirette ad est conducevano alla Corea e al Giappone e a Sud, verso l’India. In prossimità dell’oasi di Dunhuang poi si potevano distinguere tre percorsi principali da poter intraprendere: si poteva attraversare il deserto di Taklamakan a sud oppure dirigersi a nord. Questi due rami si riunivano a Kashgar. Il terzo percorso, invece, raggiungeva Turpan e  attraversava i Tien Shan ovvero i “monti celesti”.

Tutti questi percorsi si riunivano  nell’antica Sogdiana e poi proseguivano attraverso quelli che oggi sono Uzbekistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran fino al Mediterraneo. Vi erano le città-oasi come Hami, Lop Nor, Turfan e Kucha al nord, Khotan e Yarkand a sud, abitate da popoli indoeuropei.

La Porta di Giada

La Porta di Giada o passo Yumen è un passo di montagna, situato lungo la frontiera occidentale della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C), ad ovest di Dunhuang. In passato, era la porta d’ingresso dalla Cina centrale alle regioni occidentali. La Porta di Giada prende il nome dalle numerose carovane di giada che la attraversavano. Fu l’imperatore Han Wudi ad erigere la Porta. Oggi del Passo della Porta di Giada rimane solo un castello rettangolare.

La Via della Seta

La Via della Seta: Epoca Han

Sotto la dinastia Han (206 a.C-220 d.C), ondate espansive avevano spinto le frontiere fino a raggiungere l’odierna Xinjiang, che si trovava oltre il corridoio del Gansu. Il corridoio del Gansu è una strada lunga 1000 km che collegava la Cina con le città oasi di Dunhuang. La Cina oramai risultava collegata a tutte le regioni dell’Asia.

La principale merce che veniva esportata dalla Cina era appunto la seta che costituiva un simbolo di potere politico e sociale. Gli Han, per evitare ulteriori incursioni da parte dei Xiongnu, decisero di versare loro la seta come tributo. Nell’1 a.C., gli Han consegnarono ai Xiongnu circa 30.000 rotoli di seta. Probabilmente i Xiongnu iniziarono a vendere la seta che poi sarebbe arrivata a Roma. La seta era al tempo considerata la valuta più affidabile.

I Viaggi di Zhang Qian

Le tratte dell’Asia centrale della Via della seta si espansero attorno al 114 a.C. soprattutto grazie ai viaggi di Zhang Qian. Le sue missioni aprirono la Cina ai regni orientali e ai prodotti provenienti da una parte del mondo per loro ancora sconosciuto. I racconti di Zhang Qian dei suoi viaggi in Asia centrale vengono descritti nello Shiji, ovvero “Le memorie di uno storico”, scritto da Sima Qian nel I secolo a.C. Sima Qian, il più importante storico cinese, riporta all’interno della sua opera informazioni riguardanti anche la storia, l’economia e tutto ciò che aveva scoperto dei regni dell’Asia centrale. Nel frattempo il commercio tra la Cina e l’Impero romano si sviluppava lentamente.

Piste sabbiose, fredde d’inverno e roventi d’estate costituivano la Via della Seta. Soltanto attraverso i cammelli della Battriana era possibile attraversare la Via della Seta. La maggior parte delle carovane percorreva soltanto alcuni tratti della Via della Seta. I mediatori erano i Parti e i Sogdiani che approfittavano del commercio per trarne ricchezza. La lingua franca era il sogdiano. Gli Han erano a conoscenza dell’esistenza dell’Impero romano, ma probabilmente nessun romano arrivò in Cina.

L’Impero Romano e la seta

Il mondo romano conobbe la seta attraverso gli stendardi dei Parti nella battaglia di Carre (53 a.C.) e da allora ne divenne il principale consumatore determinando l’incremento dei traffici commerciali tra Occidente e Oriente.

La seta arrivava a Roma attraverso il lavoro di intermediazione dei Sogdiani e dei Parti e poi dei commercianti di Palmira e Petra, trasportata via mare dai marinai di Antiochia, Tiro e Sidone. In seguito la seta fu considerata immorale e il senato romano emanò diversi editti per proibire ai cittadini dell’Impero romano di indossare la seta.

Circolazione di merci e religioni lungo la Via della Seta

La maggior parte delle merci che arrivavano in Cina provenivano dall’Asia centrale e meridionale. Metalli come oro, argento, pietre preziose e generi alimentari circolavano lungo questi percorsi carovanieri. I cavalli costituivano una componente essenziale dell’economia. Anche l’agricoltura divenne importante quando iniziarono ad essere coltivati principalmente grano e miglio, ma anche nocciole, falconi, spade, cera, miele. Di vitale importanza era anche il commercio delle pellicce, apprezzate per il caldo e il prestigio che assicuravano a chi le indossava. Anche le pellicce iniziarono ad essere utilizzate come valuta, siccome i regni non riuscivano a coniare abbastanza monete. La circolazione di così tante pellicce era il sintomo di una ricchezza oramai diffusa grazie alle grandi conquiste del VII e del VIII secolo.

Lungo le rotte della Via della Seta circolavano numerosi idee e le grandi religioni quali il giudaismo, il cristianesimo, l’islamismo, il buddhismo e l’induismo. Tra il V e il IX secolo, pellegrini, monaci buddisti percorrevano la Via della Seta dall’India per arrivare in Cina per diffondere la dottrina buddista. Ancora oggi sculture e grotte-tempio testimoniamo il percorso di diffusione del buddismo. Le diverse religioni lottavano per ottenere la supremazia culturale e tutto ciò aveva un carattere decisamente politico. Nel VII secolo, anche il cristianesimo avanzava grazie alla missione evangelica.

Le grotte di Mogao

Le Grotte di Mogao si trovano lungo la Via della seta, vicino a Dunhuang, in Cina. Esse  contengono al suo interno ben 492 templi scavati nella roccia. Le Grotte sono anche chiamate “Grotte dei Mille Buddha”. Il nome deriva dalla leggenda che narrava che il monaco buddhista Yuezun avesse avuto una visione dei mille Buddha all’interno di queste grotte. In seguito Yuezun riuscì a convincere un ricco pellegrino che passò lungo la Via della Seta a  costruire questo tempio. Poi, col tempo, furono costruiti ulteriori templi e numerosi vennero collezionati numerosi testi sacri.

Fra il IV e il XIV secolo i monaci di Dunhuang raccolsero numerosi manoscritti occidentali. Inoltre, molti dei viaggiatori che passavano lungo la Via della Seta dipinsero affreschi all’interno delle grotte. I monaci consideravano i dipinti uno strumento attraverso il quale era possibile raggiungere l’illuminazione. I dipinti precedenti al 600 d.C. raffigurano temi sacri mentre dai dipinti appartenenti all’epoca Tang notiamo alcune caratteristiche della vita delle persone, informazioni riguardo i commerci, usi, tradizioni, preghiere, leggende, lavorazioni artigianali delle persone che vivevano lì o che passavano lungo la Via della Seta. Aurel Stein, un archeologo inglese, prese dalle Grotte di Magao circa 7000 testi e dipinti che oggi sono conservati al British Museum, tra cui anche il più antico testo a stampa del mondo, ovvero il Sutra del Diamante.

Oggi le grotte di Mogao costituiscono un’importante meta per quanto riguarda il turismo e nel 1987 sono state inserite nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. 2000 statue del Buddha in argilla oltre alle pitture murali sono conservate all’interno delle Grotte.

La Via della Seta

La Via della Seta: Epoca Tang

Durante l’Epoca Tang, numerose porcellane e ceramiche venivano esportate dalla Cina. Il famoso monaco Xuanzang (602-664 d.C.) percorse la Via della Seta durante questo periodo. Iniziò il suo viaggio da Chang’An e passò per il Corridoio del Gansu, per poi spingersi a Sud fino all’India per studiare i sutra Buddhisti. Il suo viaggio favorì un cambio di atteggiamento nei confronti di queste popolazioni e contribuì enormemente a migliorare le relazioni diplomatiche tra i Tang e le tribù nomadi. Xuanzang, quindi, contribuì in prima persona alla diffusione del Buddhismo in Cina.

La Via della Seta: periodo Mongolo

Il condottiero mongolo Gengis Khan riuscì a conquistare tutti i piccoli stati dell’Asia centrale e orientale, dando vita all’Impero mongolo, l’impero più grande di sempre. I Mongoli seminarono violenza, uccisero donne e bambini e saccheggiarono intere città. Nel corso di queste campagne acquisirono un enorme bottino. Possedevano oro, argento, pietre preziose, tessuti e capi pregiati. L’economia cinese dell’epoca si basava maggiormente sul commercio della seta. Poi, la violenza e ferocia che i mongoli riversarono nel continente asiatico fecero sì che gli scambi commerciali avvenissero attraverso i traffici marittimi. Soltanto quando Qubilai Khan fondò nel 1279 la dinastia Yuan, la Via della Seta fu riaperta e i commerci con gli altri stati ripresero.

Marco Polo e la Via della Seta

Marco Polo, un mercante veneziano che nel 1271 decise di partire da Venezia per volgersi all’Oriente, compì un lunghissimo viaggio che durò due mesi. Attraversò il deserto per ben 1000 chilometri, per poi raggiungere Bukhara, il più importante polo commerciale della Via della Seta. A causa delle incursioni da parte dei Mongoli, rimase a Bukhara per tre anni. Decise di partire quando un ambasciatore mongolo lo invitò a recarsi a corte.

Qubilai comprese subito la potenziale utilità dei suoi nuovi ospiti e Marco Polo ricevette l’ordine di adempiere ad importanti missioni che lo portarono fino all’Yünnan, al Tibet, all’Annam. Queste missioni gli permisero di approfondire la conoscenza delle lingue, dei costumi e delle condizioni di vita degli abitanti dei paesi dell’Asia orientale. Nel 1269, i viaggiatori ritornarono a Venezia. Durante un successivo periodo di prigionia a Genova, raccontò il viaggio attraverso la Via della Seta a un compagno di nome Rustichello. Costui decise poi con le informazioni raccolte di dar vita all’opera “Il Milione“.

“Il Milione” è stato definito “la descrizione geografica, storica, etnologica, politica, scientifica dell’Asia medievale“. Le informazioni raccolte all’interno di quest’opera portarono alla compilazione del Mappamondo di Fra Mauro e ispirarono i viaggi di Cristoforo Colombo.

Declino della Via della Seta

La caduta dell’Impero Yuan e l’ascesa della dinastia Ming (1368-1644) comportò l’instaurarsi di nuovi equilibri politici e commerciali. Inoltre, dopo l’anno 1000, le tecniche di produzione della seta si erano oramai diffuse in Europa. La prima seta europea fu prodotta in Italia e intorno al 1400 la Francia, in particolare Lione, diventò il principale produttore e fornitore europeo di questo prezioso tessuto.

Verso la fine del XIV secolo, l’Impero Ottomano prese il controllo di tutta l’Asia Centrale e questo provocò una diminuzione dei commerci via terra lungo la Via della Seta. Successivamente i Ming decisero di interrompere gli scambi commerciali. Dopo il 1500 i commerci via terra cominciarono a farsi più pericolosi e le nuove rotte marittime iniziarono ad essere utilizzate. Dal XIX secolo, la Via della Seta viene riscoperta dagli studiosi.

La nuova Via della Seta: One Belt One Road

La Nuova via della seta annunciata da Xi Jinping è un’iniziativa strategica della Repubblica Popolare Cinese. L’obiettivo è migliorare i collegamenti commerciali tra la Cina, l’Asia centrale, l’Asia settentrionale, l’Asia occidentale e i paesi e le regioni lungo l’Oceano Indiano e il Mediterraneo. Quindi, la Cina vuole costituire un corridoio terrestre lungo l’Asia Centrale e uno marittimo attraverso l’Oceano Indiano e l’Africa.

Ingenti capitali saranno utilizzati per migliorare quelli che sono i sistemi di trasporto per cercare di favorire i flussi di investimenti internazionali. In questo modo sarà possibile aumentare gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi. Nel 2019 l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa e una serie di accordi commerciali con la Repubblica popolare cinese in cui manifestava la sua adesione all’iniziativa “One Belt One Road”.

Valeria D’Esposito

Bibliografia e Sitografia