La formazione dell’India inglese tra XVI e XVIII secolo

La formazione dell’India inglese inizia partire dal XV secolo, quando gli Stati europei si inseriscono nel ricco circuito dei mercati orientali. Dopo le scoperte geografiche del secolo precedente, erano entrati in gioco attori nuovi in uno spazio che da secoli collegava Oriente ed Europa. In questo contesto l’Inghilterra si mette in gioco scontrandosi con le altre potenze per il controllo dell’area indiana, in un lento processo di colonizzazione.

Quali erano i rapporti tra Oriente ed Europa prima della colonizzazione dell’India?

I rapporti tra Asia ed Europa hanno radici molto antiche. Per tutto il Medioevo, prima delle scoperte di Colombo, le rotte commerciali del Mediterraneo collegavano il mondo orientale con l’Europa. La merce più richiesta nel Vecchio Continente erano le spezie, usate non solo come condimento ma anche per preparare balsami, unguenti, profumi e pozioni d’amore, si usavano anche per conservare i cibi (cosa non facile senza frigorifero).

Il trasporto via terra era più scomodo, pericoloso e difficile, così si sfruttavano le scoperte nella tecnica nautica anche per facilitare i trasporti e tracciare nuove rotte.

L’islam e i viaggi

Le navi, infatti, partivano dall’India o dal sud della Cina, e non trasportavano solo beni ma anche persone; soprattutto musulmani diretti a La Mecca per un pellegrinaggio. L’espansione dell’Islam è stato uno dei fattori che ha incoraggiato lo sviluppo di rotte commerciali e marine.

Chi controllava le rotte commerciali?

Le rotte erano controllate da mercanti musulmani provenienti dall’India, dall’Arabia, dalla Persia e dalla Turchia, che si occupavano del commercio di spezie e beni di lusso dall’Est asiatico fino al Medio Oriente. Infatti, una volta raggiunte Il Cairo o Costantinopoli queste merci venivano vendute a loro volta a mercanti europei, soprattutto italiani (Veneziani e Genovesi, ma anche Pisani e Fiorentini).

Alcune Repubbliche, come quella Genovese e quella Veneziana, avevano ambasciate permanenti nelle principali città del Medio Oriente, proprio per preservare i loro interessi economici. Alcuni italiani raggiunsero anche la stessa India.

Chi furono i primi Europei colonizzare l’India?

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I primi contatti non solo prettamente commerciali tra l’India e l’Europa ci furono con i Portoghesi. Nel 1498 Vasco Da Gama aveva circumnavigato l’Africa ed era approdato a Calicut, città mercantile sulle coste dell’India.

Durante la sua seconda spedizione, tre anni dopo, Da Gama bombardò la città per poterla conquistare. Quindi il primo approccio diretto tra indiani ed europei non fu dei più pacifici.

Cosa spinse i Portoghesi a raggiungere l’India?

Ciò che spinse i Portoghesi a raggiungere l’India era la ricerca di nuove rotte per l’Oriente. Infatti, nel 1453 i Turchi avevano conquistato Costantinopoli, uno dei punti nevralgici del commercio transcontinentale. Per ovviare ai nuovi pericoli e all’aumento di prezzi gli stati europei avevano iniziato a cercare n’altra via, più diretta per le Indie. Questa ricerca seguì due strade.

La circumnavigazione dell’Africa e la rotta diretta, oltre le “colonne d’Ercole”, che è quella intrapresa da Colombo. Infatti, quando Colombo approdò in America non pensò di aver raggiunto un altro continente ma un lato inesplorato dell’Asia. Anni più tardi Amerigo Vespucci parlerà di un “Nuovo Mondo”, accorgendosi che si trattava di un nuovo continente. In tutto ciò gli europei non abbandonarono il loro obiettivo principale, cioè poter raggiungere in modo sicuro e veloce le Indie.

Cos’è lo Estado de India?

Il Portogallo attuò il suo progetto non conquistando militarmente le terre su cui man mano approdava, ma con un sistema di avamposti strategici ed empori. In questo modo riuscì a controllare le rotte commerciale e i luoghi essenziali per il commercio. Il Portogallo costruì in questo modo quello che fu chiamato l’Estado de India.

 I Portoghesi agirono con spregiudicatezza utilizzando sia le armi che la diplomazia e sfruttando debolezze e rivalità locali. Un ruolo importante per l’inizio della colonizzazione indiana e asiatica in generale ebbe Alfonso di Albuquerque, un navigatore che riuscì ad ottenere una serie di piazzeforti in India. La  prima città che conquistarono fu Goa nel 1510. L’interesse del Portogallo però non era spostarsi verso l’entroterra ma rimanere nelle zone costiere e sulle rotte commerciali.

Quando ci fu il declino del portogallo?

Verso al fine del XVI secolo il declino del potere portoghese permise all’Inghilterra, alla Francia e all’Olanda di emergere come nuove potenze coloniali. Dapprima iniziarono a conquistare il Nord America. La prima colonia inglese fu la Virginia nel 1584 e nel 1608 nacque quella francese del Québec. Nel 1621 l’Olanda riuscì ad ottenere delle basi americane dalla Spagna e dal Portogallo. Si faceva sempre più vicino il tempo dell’India inglese.

 Chi erano i corsari?

L’espansione britannica si servì molto dell’operato dei corsari. Costoro attaccavano e depredavano navi nemiche su licenza dei propri sovrani e avevano diritto ad una parte del bottino. Il più famoso dei corsari è senz’altro Francis Drake, che servì a lungo la Corona inglese, accumulando anche ricchezze e onori personali.

Cosa sono le Compagnie delle Indie?

Un altro strumento di cui si servirono gli Stati per la colonizzazione, non solo dell’India, furono le compagnie delle Indie. La prima nacque per iniziativa inglese nel 1600, la British East India Company, abbreviato in BEIC. Si trattava di una società per azioni creata per operare nei territori coloniali, attraverso il monopolio di traffici e rotte ed il governo diretto delle colonie.

Il modello inglese ebbe successo, infatti fu presto seguito dall’Olanda, che nel 1602 creò la propria Compagnia: la Vereenigde Geoctroyeerde Oostindische Compagnie, abbreviata in VOC. Nel 1604 anche la Francia si dotò di una Compagnia delle Indie Orientali ma questa non raggiunse il potere delle prime due.

Dai portoghesi agli Olandesi: prima dell’India inglese

Fu proprio tramite la VOC che l’Olanda si sostituì al Portogallo. Nel 1609 fu stabilita la prima base fissa olandese. Il modo di agire olandese era simile a quello portoghese, cioè non si mirava tanto all’espansione territoriale in sé per sé, ma alle basi fortificate e ai punti strategici da cui poter controllare i flussi commerciali.

Con questa strategia gli olandesi si spinsero a Est, fondando nel 1619 Batavia (l’odierna Giacarta), in Indonesia e facendo accordi con i Cinesi.  La convivenza con le popolazioni locali non era sempre pacifica. Si consumarono scontri sanguinosi e inganni ai danni della popolazione locale. A volte dopo una sconfitta la popolazione locale veniva schiavizzata e usata come forza lavoro.

Nel tardo XVII secolo l’India era diventata un punto strategico per il network commerciale olandese, che collegava varie colonie in una rete di interscambio, sia commerciando prodotti tra le colonie sia esportandoli in Europa.  La Compagnia Olandese aveva richiesto al sovrano dell’Impero Moghul, l’impero che comprendeva anche l’India, un decreto imperiale che gli accordasse privilegi commerciali e riuscirono ad ottenerlo. Tra le aree concesse c’era anche la città di Bombay.

Quando finì il dominio portoghese?

Sul finire del secolo però anche il potere olandese declinò. La VOC non riuscì a recepire i cambiamenti in atto nell’economia europea, soprattutto per quanto riguardava la domanda delle merci che commerciava. Inoltre, il sistema di governo delle aree conquistate, basato sullo sfruttamento e schiavitù, per essere mantenuto aveva bisogno di un centro di comando solido, pronto ad affrontare le conseguenze degli scontri e delle ribellioni.

L’incapacità di affrontare queste questioni e la concorrenza sempre più forte della Compagnia Britannica delle Indie Orientali pose fine al dominio olandese nell’area indiana. I britannici si preparavano a far diventare l’India inglese.

Le premesse per un’India inglese

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La Compagnia inglese recepì più rapidamente i cambiamenti del mercato, non concentrandosi solo sulle spezie, ma anche sul te, caffè e materiali tessili come cotone e seta. Iniziò a tessere una rete commerciale sempre più fitta attorno all’India stingendo alleanza con commercianti indiani a scapito della VOC e ottenendo premessi commerciali dall’impero Moghul.

Anche quest’ultimo era una potenza in declino, e l’Inghilterra e la Francia ne approfittarono per accrescere i loro interessi. L’Impero Moghul governava l’India dal XVI secolo, ma agli inizi del Settecento era ormai debole e diviso dalle lotte intestine. Indebolito l’Impero cedette prima alle pressioni Portoghesi e poi a quelle dei Francesi, che stabilirono la loro base sulla costa orientale, a Pondcherry.Così verso la metà del XVIII secolo gli attori in concorrenza per la colonizzazione inglese erano i Britannici e i Francesi.

Quando iniziò la colonizzazione dell’India inglese?

La prima base inglese fu Calcutta, costruita nel 1699, nella regione del Bengala, sulla costa orientale dell’India. Da lì i britannici si espansero verso altri importanti centri di commercio come Bombay e Madras.

Nel 1717 la Compagnia britannica ottenne, con un decreto imperiale, privilegi commerciali e diritti ammnistrativi e di governo da poter esercitare nei propri possedimenti. Di fatto aveva quindi la sovranità, ma formalmente era sotto l’autorità moghul.

Lo scontro tra Francia e Inghilterra per la colonizzazione dell’India

Negli anni Quaranta del Settecento la Francia e l’Inghilterra si scontrarono direttamente per il dominio sulle terre indiane. I conflitti coloniali si mischiarono a quelli europei diventando parte della Guerra dei Sette Anni. I britannici uscirono vittoriosi, anche grazie alle truppe indiane che pagarono per combattere e per avere informazioni logistiche, essenziali in una guerra in un territorio sconosciuto.

Chi è Robert Clive?

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Robert Clive è stato a lungo considerato l’uomo chiave della vittoria britannica per la colonizzazione dell’India. Era un abile comandante che portò all’Inghilterra importanti vittorie contro i Francesi. Fu governatore dell’India Britannica e si impegnò per assicurare il Bengala agli interessi dell’Inghilterra.

Nel 1764 procurò alla Compagnia Britannica delle Indie Orientali un accordo che prevedeva il controllo diretto della Compagnia sul Bengala, non solo di fatto, ma anche ufficialmente. Molti hanno riconosciuto in Clive il fondatore del dominio britannico e della colonizzazione inglese in India, ma la storiografia moderna, pur non negando la sua importanza, tende a vedere il fenomeno come più complesso e stratificato.

Miriam Campopiano

Bibliografia e Sitografia

  • https://www.britannica.com/biography/Robert-Clive/Clives-administrative-achievements
  • M.Wiesner-Hanks, Early Modern Europe, 1450–1789, Cambridge,  Cambridge University Press 2013.
  • A. Brancati, T. Pagliarini, Dialogo con la storia e l’attualità, Firenze, La Nuova Italia 2012, vol. 1 Dal Mille alla metà del Seicento.
  • M. Cattaneo, C. Canonici, A. Vittoria, Manuale di storia. Seconda edizione, Bologna, Zanichelli 2012, vol. 1, Dall’anno Mille alla prima età moderna.