La circumnavigazione dell’Africa: un’impresa portoghese

Le premesse per la circumnavigazione dell’Africa si possono far risalire all’inizio del XV secolo, quando il Portogallo inizia a conquistare terreni in Nord Africa. Da quel momento in poi, resosi conto delle ricchezze del continente, si sposterà sempre più a Sud. Oltre a ciò si la situazione economica Europea dalla metà del Quattrocento in poi spingerà gli stati europei a cercare una nuova rotta per le Indie. Il Portogallo e l’Africa saranno tra i protagonisti di questi eventi.

Perché il Portogallo?

Agli inizi del Quattrocento il Portogallo iniziò a compiere i primi passi verso una presenza stabile sul continente africano. Il Portogallo era, tutto sommato, un piccolo Paese (nel XV secolo non arrivava al milione di abitanti) ma la sua posizione geografica era molto favorevole e permetteva contatti costanti con il Nord Africa, dal quale importava cereali. I Portoghesi avevano anche acquisito esperienza nella navigazione atlantica per via della pesca, che praticavano lungo le sponde nord-occidentali dell’Africa.

Già dal XIII secolo le compagnie mercantili genovesi avevano iniziato ad usare il Portogallo come base, il che aveva dato ulteriore impulso alla navigazione. Nel 1341, sotto Alfonso IV, il Portogallo conquistò le Canarie. Da quel momento in poi l’arcipelago sarà sfruttato per comprare schiavi da sfruttare nella produzione dello zucchero, pratica che gli europei avevano appreso durante le crociate.

Chi era Enrico il Navigatore?

Il sovrano che però diede maggiore spinta verso la circumnavigazione dell’Africa fu Erico, figlio di Giovanni I e detto il Navigatore proprio per l’importanza che diede alle spedizioni per mare. Quando era ancora un principe, intorno ai vent’anni, guidò la conquista di Ceuta nel 1415. Ceuta era una città nordafricana sede di uno dei principali empori musulmani, era una conquista strategica importante proprio per il ruolo che aveva nei traffici commerciali. L’attacco però fu giustificato in nome di una nuova crociata per diffondere la fede.

L’aspetto religioso era molto importante per Enrico, il quale è ricordato come un uomo molto devoto. Nel 1420 fu nominato dal papa Martino V governatore dell’Ordine di Cristo, una congregazione religiosa di tipo militare. La congregazione fornirà la base materiale, e finanziaria, per le spedizioni successive; l’Ordine sarà così importante che dal 1483 tutti i nuovi territori raggiunti dai Portoghesi saranno contrassegnati da un padrão, un cippo di pietra con sopra la croce dell’Ordine di Cristo e con lo stemma reale scolpito.

circumnavigazione dell'Africa

Enrico stabilì la sua residenza a Sagres, una località a Sud del Portogallo che affaccia sull’Atlantico. Qui nacque un centro di documentazione dove si riunivano rinomati cartografi ed esperti di tecniche nautiche e di costruzioni navali. Nei pressi di Sagres c’era anche un cantiere navale dove si costruivano le caravelle. Le caravelle erano dei modelli di navi capienti ma agili, che avevano tre vele quadrate, usate per la spinta, e una triangolare che permetteva di viaggiare anche con il vento contrario.

circumnavigazione dell'Africa

Quando iniziarono le spedizioni?

Nel 1425 furono colonizzate le isole atlantiche di Porto Santo e Madeira dai membri dell’Ordine di Cristo su mandato del principe Enrico. Le navi dell’Ordine si spinsero poi ancor più a meridione fino a raggiungere capo Bojador, circa 200 km a sud delle Canarie. Questo fu l’inizio dell’era delle “grandi scoperte” e della circumnavigazione dell’Africa. Le spedizioni erano finanziate dall’Ordine, quindi la giustificazione fornita era la conversione dei popoli pagani e la ricerca del Prete Gianni (un leggendario monarca cristiano che avrebbe governato su un regno lontano che alcuni volevano in Asia, altri in Africa).

Lenti progressi per la circumnavigazione dell’Africa

Capo Bojador fu considerato per molto tempo un punto insuperabile, sia per le difficoltà tecniche sia perché nella cosmografia tradizionale si pensava che in quelle zone della Terra fosse un’area desertica invivibile. Nonostante ciò nel 1434 Gil Eanes riuscì a doppiare Capo Bojador, una volta dimostrato di poter superare quel punto ci si spostò sempre più a Sud ritornando ogni volta con testimonianze di luoghi abitati, dimostrando l’infondatezza della teoria della “zona arida”.

Nella seconda metà del Quattrocento i Portoghesi esplorarono l’Africa equatoriale e stabilirono le prime basi fortificate lungo le coste. In particolare, consolidarono la loro presenza nella Costa d’Oro, così chiamata per le ricche miniere d’oro già sfruttate dagli abitanti locali. Per ottenere il metallo prezioso i Portoghesi lo scambiavano con gli schiavi, che ottenevano dalla Nigeria e dal Benin, per questo motivo quella zona prese il nome di Costa degli Schiavi.

Capo di Buona Speranza

Nel frattempo i Turchi avevano assediato e conquistato Costantinopoli (1453) e controllavano la tratte commerciali. Quindi arrivare in Asia con il percorso tradizionale non era più sicuro e i prodotti che arrivavano dall’Oriente avevano prezzi molto più alti per via dei dazi imposti. Si cercò quindi un nuovo modo per raggiungere le Indie, la via migliore sembrava essere portare a termine la circumnavigazione dell’Africa.

Nel 1487 Bartolomeo Diaz riuscì a doppiare il Capo di Buona Speranza e a raggiungere l’Oceano Indiano. Diaz era partito con due caravelle e durante la navigazione incontrò una tempesta che durò tredici giorni, quando riuscì a tornare a terra approdò a quella che chiamarono Bahia dos Vaqueros, che si trova a circa 250 km dopo la punta meridionale dell’Africa, quindi approdò già oltre l’estremo Sud dell’Africa.

Durante il viaggio di ritorno, incontrarono una tempesta e si fermarono vicino un promontorio che chiamarono Capo delle Tempeste, proprio per via del maltempo. Quando tronarono a Lisbona però fu ribattezzato Capo di Buona Speranza, per le grandi prospettiche che la riuscita dell’impresa lasciava presagire.

Cos’è il trattato di Tordesillas?

Il Portogallo non era però l’unico Pese interessato alle scoperte geografiche, in particolar modo la Spagna, che condivideva la posizione favorevole e la volontà di affermarsi come Stato nazionale, era il suo principale rivale. Fu proprio per queste ragioni che decise di finanziare la spedizione di Cristoforo Colombo (il genovese si era rivolto prima al re portoghese, ma egli rifiutò).

Nel 1492 Colombo scoprì un nuovo continente. L’anno successivo papa Alessandro VI con la bolla Inter Coetera stabilì che tutte le terre a Est di una linea immaginaria (Raya) distante 100 leghe da Capo Verde, appartenevano al Portogallo, quelle ad Ovest alla Spagna. Questo accordo era però svantaggioso per i Portoghesi, che dopo un anno di trattative riuscirono a far spostare la linea più a Ovest di 270 leghe. L’accordo prese il nome di trattato di Tordesillas dal luogo in cui fu firmato, nel 1494.

Quando si completò la circumnavigazione dell’Africa?

Vasco da Gama realizzò il passo conclusivo per la circumnavigazione dell’Africa. Egli era salpato nel luglio del 1497 da Lisbona con tre caravelle, due delle quali armate di cannoni, e una nave d’appoggio, cioè destinata alla demolizione quando avessero esaurito le provviste che trasportava. Nel marzo raggiunsero l’isola di Mozambico, che faceva parte della rete di empori commerciali arabo-swahili che collegava i vari punti dell’Oceano Indiano.

I Portoghesi rimasero stupiti dalla ricchezza e dalle tecniche avanzate di navigazione dei mercanti arabi. Gli europei furono scambiati per Turchi all’inizio e quindi bene accolti, ma quando il signore del luogo si rese conto che erano europei diventò diffidente. I Portoghesi, inoltre, non avevano nulla da offrire in cambio delle ricche merci del mercato, quindi decisero di bombardare Mozambico e saccheggiare alcune delle navi arabe del porto.

circumnavigazione dell'Africa

Dopo aver fatto sosta a Malindi, il 24 aprile 1498 Da Gama e i suoi raggiunsero Calicut, un mercato di spezie e pietre preziose sulle coste Indiane. La circumnavigazione dell’Africa era completata. A indirizzare i Portoghesi era stato un mercante arabo, Ahmad ibn Mājid, che li aveva guidati verso l’India.

Dopo la circumnavigazione dell’Africa

Al ritorno in patria i Portoghesi accolsero trionfalmente Da Gama , non solo per la riuscita dell’impresa ma anche per le ricchezze che aveva portato con sè. Il successo del portoghese ebbe una immediata risonanza internazionale che superò quella di Colombo.

L’arrivo nell’Oceano Indiano diede inizio ad un’epoca fruttuosa per il commercio portoghese. Fino a quel momento l’area indiana era controllata dai mercanti arabi, ma durante il XVI secolo, usando anche armi e cannoni i Portoghesi ottennero in pratica il monopolio del commercio, grazie anche ai vari insediamenti fortificati lungo le coste dell’Africa. Proseguendo verso Est raggiunsero la Cina e le isole Molucche, nell’attuale Indonesia. Ma in Asia i portoghesi non fondarono mai vere e proprie colonie, ma solo basi commerciali. Invece quando nel 1500, seguendo la rotta di Colombo, Pedro Alvares Cabràl giunse in Brasile quella terra divenne parte dell’impero coloniale.

Miriam Campopiano

Bibliografia e sitografia

  • Brancati, T. Pagliarini, Dialogo con la storia e l’attualità, Firenze, La Nuova Italia 2012, vol. 1 Dal Mille alla metà del Seicento.
  • M. Cattaneo, C. Canonici, A. Vittoria, Manuale di storia. Seconda edizione, Bologna, Zanichelli 2012, vol. 1, Dall’anno Mille alla prima età moderna
  • M. Danucci, Geostoria dell’Africa, Bologna, Zanichelli 2002.
  • https://sourcebooks.fordham.edu/mod/1497degama.asp