La statua equestre di Marco Aurelio: il gioiello del Campidoglio

La statua equestre di Marco Aurelio: genesi e significato di una delle opere più importanti collocate in Piazza del Campidoglio

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statua equestre di Marco Aurelio

Dove e quando fu eretta la statua?

La statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio (in carica dal 161 al 180 d. C.), realizzata in bronzo dorato (ne sono visibili ancora oggi alcune tracce sulla statua originale), fu costruita probabilmente intorno all’anno 176 d. C. per celebrare la vittoria dell’imperatore sui Parti, che avevano invaso l’Armenia.

L’originale della statua equestre di Marco Aurelio. Sono visibili tracce di bronzo dorato.

Il suo luogo di collocazione originario è ancora incerto. Alcuni studiosi sostengono però che si trovasse accanto alla statua del predecessore di Marco Aurelio, Antonino Pio, nel Campo Marzio a Roma vicino al Pantheon.

Purtroppo non possediamo alcun riferimento relativo alla statua nelle fonti letterarie antiche. Essa costituisce comunque l’unico monumento equestre antico giunto fino a noi. Nel Medioevo infatti si credeva che potesse essere una raffigurazione di Costantino e di conseguenza non si ebbe la tentazione di fonderla con altri oggetti preziosi – un fatto che in quel periodo si verificava piuttosto di frequente con le statue romane.

Quali furono le fasi di restauro della statua equestre di Marco Aurelio?

Dopo essere stata restaurata nel 1475 da Papa Sesto IV, quando ancora si trovava – come si può vedere da diverse illustrazioni dell’epoca – all’ingresso della basilica di S. Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, Papa Paolo III Farnese nel 1538 la fece trasportare in Piazza del Campidoglio. Egli si rivolse quindi a Michelangelo affinché potesse realizzare un progetto per la base della statua, che rimase fino al 1979 nella piazza. Dopo il suo restauro, nel 1990 fu collocata nella sala a lei dedicata nel Palazzo dei Conservatori. Da allora nella Piazza del Campidoglio si trova una copia in bronzo.

statua equestre di Marco Aurelio

Sui lati corti della base della statua realizzata nel Rinascimento furono scolpiti lo stemma e i gigli di Paolo III e la divisa S.P.Q.R. (Senatus Populusque Romanus, ovvero “senato e popolo romano”), mentre sui lati lunghi si trovano iscrizioni dedicatorie per l’imperatore Marco Aurelio.

Una di queste iscrizioni spiega che Papa Sesto IV fece restaurare la statua, la fece collocare sulla piazza della basilica di S. Giovanni in Laterano e che in seguito papa Paolo III la fece trasferire nel 1538 in Piazza del Campidoglio. Questa zona, in quanto luogo di raccolta e ritrovo del popolo romano dell’epoca e punto di riferimento per l’amministrazione della città, costituiva una delle piazze più importanti della Città Eterna.

In quale periodo storico venne costruita la statua?

Il periodo dei cosiddetti “imperatori d’adozione” (dal 96 d. C. – anno dell’ avvento di Nerva – al 189 d. C. – anno della morte di Marco Aurelio), definito dallo storico https://www.lacooltura.com/2017/02/tacito-metodo-storiografico/Tacito beatissimum saeculum, fu caratterizzato da una lunga serie di atti caritatevoli, come per esempio i programmi di costruzione di Adriano in Oriente o l’estensione delle fortificazioni di confine dell’ Impero ad opera di Antonino Pio, e da una intensa cooperazione tra imperatore e senato, iniziata con Traiano. Plinio il Giovane dipinse infatti il successore di Nerva nel suo Panegirico di Traiano proprio come un senatore sia dal punto di vista emotivo che da quello politico.

Il favorevole clima politico portò alla diffusione della cultura e all’ apertura di Roma nei confronti del mondo ellenistico: si pensi per esempio ad Adriano che nella sua villa, la celebre Villa Adriana, fece costruire fedeli riproduzioni di famosi edifici greci, come l’Accademia di Platone. Anche lo stesso imperatore Marco Aurelio si fece influenzare dalla cultura greca, abbracciando la corrente filosofica dello stoicismo, grazie alla quale fu ricordato come l’“imperatore filosofo”.

Quali furono le occupazioni principali di Marco Aurelio durante il suo regno?

All’impegno filosofico si aggiungeva l’intensa attività militare del successore di Antonino Pio, dal momento che trascorse più tempo in accampamento che nella città di Roma: dal 166 d.C. Marco Aurelio intraprese infatti campagne militari contro i Marcomanni che nel 170 d. C. attraversarono le Alpi ed invasero la città di Aquileia in Friuli.

In seguito avviò numerose campagne contro popoli delle tribù barbariche, ovvero contro gli Iazigi (che vivevano nell’attuale Ungheria) nel 173 d. C., i Marcomanni (che occupavano la zona dell’alto Danubio) e i Quadi (che erano situati nell’alta valle del fiume Meno) nel 176 d. C. Questi popoli furono finalmente sconfitti nel 180 d. C. – anno della morte dell’imperatore a Vindobona (l’attuale Vienna). Il monumento che celebra tali vittorie è la Colonna Aureliana. Il figlio di Marco Aurelio, Commodo, la fece erigere a Roma dopo la morte dell’imperatore.

statua equestre di Marco Aurelio

Come venne raffigurato l’imperatore sulla statua?

La statua raffigura l’ imperatore senza armatura o armi in groppa al suo destriero, che ha una zampa sollevata e sembra procedere in avanti. Il cavallo porta un morso e indossa una preziosa sottosella. Marco Aurelio indossa una tunica e un mantello militare, il cosiddetto paludamentum. Il braccio destro è teso leggermente in alto con la mano semiaperta: questo gesto venne interpretato dall’umanista fiorentino Poliziano, vissuto nel XV secolo, come un gesto di pietà. Tale ipotesi è rafforzata dalla somiglianza della gestualità con quella di diverse statue raffiguranti Augusto, come per esempio quella di Prima Porta.

Che tipo di messaggio vuole trasmettere la statua equestre di Marco Aurelio?

I temi a cui la statua equestre di Marco Aurelio rimanda sono il potere e la grandezza divina.

L’ assenza di armi sulla figura dell’imperatore comunica un generale sentimento di pace e di benessere, connesso molto probabilmente al lungo ed intenso periodo di pax romana che stava vivendo la città di Roma. La parola latina pax indica infatti, secondo l’archeologo Eugenio La Rocca, un determinato lasso di tempo in cui cessavano le guerre o le tensioni e si entrava in uno stato di tranquillità.

Infatti la politica interna dell’imperatore fu moderata (per esempio egli istituì l’anagrafe e favorì la costruzione di grandi opere di pubblica utilità) e le guerre venivano combattute unicamente al di fuori dei confini dell’Impero.

Per quanto riguarda le persecuzioni dei Cristiani, tra gli studiosi non esiste ancora unanimemente la certezza che l’imperatore avesse preso specifici provvedimenti contro di loro e la loro religione. Anche le fonti storiografiche cristiane tarde non lo considerano un nemico dei seguaci della nuova religione.

Per concludere, si può affermare che la statua equestre di Marco Aurelio è considerata ancora oggi un simbolo importante, rappresentativo dell’Italia, come testimonia la sua presenza sul rovescio delle monetine da 50 centesimi che sono immancabilmente presenti nei portafogli degli italiani.

Bibliografia

  • A. Bedin, Il Campidoglio. Storia di un monumento civile nella Roma papale, Milano 2008
  • C. Parisi Presicce / A. Mura Sommella, Il Marco Aurelio in Campidoglio, Milano 1990